La risposta fornita
dall’Assessore Telesca, in allegato, mi lascia del tutto insoddisfatto.
Premetto che nel testo originario dell'interrogazione, poi sintetizzata per esigenze di
Regolamento, ripercorrevo i passaggi storici che hanno condotto 40 anni fa
all’istituzione del nostro SSN.
Con la riforma del 1978, Tina
Anselmi, all’epoca ministro della sanità, aveva come obiettivo la piena realizzazione
dell’art 32 della nostra costituzione, posto che il sistema delle mutue,
il cui livello di prestazioni era commisurato all’entità dei contributi versati
dalle rispettive categorie di lavoratori, non era in grado di garantirla.
La dimostrazione che quel
sistema non fosse equo si rinveniva nell'operatività delle numerose associazioni di
volontariato, spesso confessionali, che cercavano di aiutare i meno tutelati e
gli ultimi, mettendo in pratica la dottrina sociale della chiesa.
Le classi più abbienti, spesso
le stesse che basavano le loro ricchezze sullo sfruttamento dei lavoratori, per
tacitare la propria coscienza, oliavano questo meccanismo caritatevole con le
donazioni.
Il fatto che in questi giorni,
a Pordenone, il Sindaco Ciriani insieme al vice presidente della Regione abbia inaugurato
un ambulatorio gestito da medici in pensione che, a titolo totalmente gratuito,
prestano la loro opera a favore delle persone non abbienti e che non possono
attendere i tempi della sanità pubblica non può che far piacere e ricevere il
nostro plauso.
Di contro questa pur lodevole
iniziativa mette in evidenza la carenza del servizio sanitario regionale che, in
modo evidente, non riesce a dare risposte adeguate proprio ai cittadini più
fragili anche dal punto di vista economico.
Mi
sarei aspettato, da parte dell’Assessore, una riflessione
costruttiva se non una dichiarazione di intenti, volta quantomeno a prendere in
considerazione il potenziamento di quei servizi che non riescono a soddisfare le
richieste di assistenza sanitaria delle fasce deboli della popolazione.
Le sempre più numerose
attività di volontariato e le variegate forme assicurative, se associate ai
tagli registrati nel servizio pubblico, fanno pensare che la scelta politica in
ambito sanitario sia quella di rivolgersi in modo sistematico a servizi multi
pilastro che garantiscono ottime prestazioni solo a fronte di ottimi
versamenti.