In questi giorni sono state
discusse e votate in Consiglio Regionale la mozione n. 83, che parla della
famiglia fondata sul matrimonio tra un uomo e una donna quale nucleo naturale e
fondamentale della società, e la proposta di legge voto n. 5 finalizzata a
sollecitare il parlamento nazionale a risolvere e superare una volta per tutte
lo stato che ci vede, unici in Europa, a non aver legiferato in materia di
unioni di persone fra lo stesso sesso. Due atti trattati separatamente ma che
andavano discussi insieme in quanto facce di una stessa medaglia.
Il Consiglio regionale del Friuli
Venezia Giulia finalmente fa voti affinché il Parlamento approvi al più presto
la proposta di Testo unificato inerente la regolamentazione delle unioni civili
tra persone dello stesso sesso e la disciplina delle convivenze, nota come
"proposta Cirinnà". Le unioni civili riguardanti anche persone dello
stesso sesso - aveva detto la proponente Frattolin - non sono ancora
regolamentate dal nostro ordinamento nazionale; tale vuoto legislativo mette
l'Italia nella situazione di essere uno dei pochi Paesi che ancora non ha
provveduto in tal senso, sebbene anche la Corte costituzionale abbia invitato
il Parlamento a provvedere. La presidente Serracchiani ha, da ultimo, accolto
un ordine del giorno a firma M5S più Lauri con cui si chiede alla Giunta di
attivarsi presso il Governo affinché sia ritirata o annullata la circolare
emanata lo scorso 7 ottobre dal ministro dell'Interno, Alfano, con cui si
impediscono le trascrizioni dei matrimoni tra persone dello stesso sesso
celebrati all'estero.
Alcuni consiglieri hanno
giudicato inopportuna e sbagliata la scelta di sollecitare il Parlamento a
legiferare in una materia da troppo tempo trascurata, io vorrei ribadire che
quello utilizzato - la legge voto appunto - è proprio lo strumento previsto per
legge per invitare il Parlamento a intervenire in tematiche che si ritengono
opportune e mature.
Invece, la mozione ambigua e
strumentale depositata dai consiglieri Barbara Zilli (LN) e Claudio Violino
(Misto) che impegnava la Giunta a individuare una data per celebrare la festa
della famiglia, fondata sull'unione fra uomo e donna, promuovendone
direttamente e indirettamente attraverso scuole, associazioni ed Enti locali la
valorizzazione dei principi culturali, educativi e sociali, nonché a chiedere
al Governo centrale la non applicazione del documento standard per l'educazione
sessuale in Europa, redatto dall'ufficio europeo dell'Organizzazione mondiale
della sanità è stata respinta.
Più e più volte in Aula abbiamo
sentito invocare o richiamarsi alle natura, allora io consiglierei di prendere
in considerazione quanto scrivono eminenti etologi e l’ultimo studio del
professore Peter Bockman dell’università di OSLO che afferma che
l’omosessualità non e una peculiarità umana, ma è largamente diffusa e scritta
nei geni di almeno 1500 specie, inclusi orsi, gufi, gorilla e salmoni. Quindi
l’omosessualità non solo è naturale ma l’accoppiamento omosessuale è comune
nella maggioranza delle specie animali.
Alcuni studiosi si spingono oltre
dicendo che “non si è trovata specie in cui non esista il comportamento
omosessuale, eccetto in quelle che non hanno rapporti sessuali come l’echinoidea
(riccio di mare) e gli afidi. Inoltre, parte del mondo animale è ermafrodita,
letteralmente bisessuale. Per loro l’omosessualità non è un problema”.
Gli etologi sono convinti che gli
animali, come l’uomo, si accoppiano non solo per garantire la sopravvivenza
della specie, ma anche per puro piacere o per rafforzare i legami tra i membri
dello stesso clan.
Forse l’unica specie in cui
l’omosessualità e l’omofobia coesistono e quella umana.
I Bonobo, una specie di scimmie
tra le più vicine all’uomo, non disdegnano i piaceri del sesso, si accoppiano
con molta frequenza tanto che spesso risolvono i conflitti proprio facendo
l’amore anche tra individui dello stesso sesso e soprattutto sono bisessuali e
tolleranti.
Un altro tema ricorrente è il
fatto che la legalizzazione delle coppie omosessuali aprirebbe la strada alla
possibilità che queste adottino dei bambini rovesciando il concetto di famiglia,
intesa nel senso tradizionale, come luogo ideale e unico e per la crescita di
un figlio. In sociologia, invece, per famiglia si intende “una struttura
sociale o gruppo in cui i membri sono uniti da legami di parentela, di affetto,
di servizio o di ospitalità”.
Anche qui non sono portatore di
certezze ma di dubbi e della convinzione che la famiglia indipendentemente come
costituita è quel luogo ove la prole è amata, accudita. Troppo spesso abbiamo
assistito a figlie minori avviate alla prostituzione, vendute come schiave proprio
da quelle famiglie tradizionali che la Lega Nord prende come modello.
Anche la possibilità di mettere
gli orfani in un istituto viene spesso vista come scelta migliore, più sicura e
naturale rispetto all’affidamento o adozione da parte di coppie omosessuali. Permettetemi
allora di ricordare cosa è successo in Irlanda, la cattolicissima Irlanda, ove
le ragazze madri venivano accolte in un istituto di suore e dove recentemente è
stata scoperta una cisterna con 800 scheletri di bambini morti di malnutrizione
e malattia senza nemmeno una degna sepoltura.
E’ ovvio che a fronte di questo
orrore altri istituti religiosi hanno aiutato e portato sollievo a queste
ragazze ma ho citato il caso più noto e più recente per confutare che il male
assoluto è l’adozione di un bambino da una coppia omosessuale.
Concludo come ho iniziato, famiglia
è quella che accudisce, fa crescere un bambino in un ambiente sereno e dove il
piccolo si sente amato e voluto, indipendentemente dalla composizione e dal
sesso dei genitori.
In allegato i link ai testi
completi della mozione n. 83 e del voto alle Camere n. 5.