Ieri è stata approvata la legge omnibus che, come si desume dal titolo, comprende appunto un po’ di tutto (ambiente, edilizia, ricostruzione, trasporto, demanio, ecc...).
L’intendimento dichiarato era quello di risolvere problemi puntuali, eliminare pastoie burocratiche e in buona sostanza rendere più facile la vita a imprenditori e cittadini, il fatto che poi che questa maggioranza sia riuscita a centrare l’obbiettivo è altra cosa.
Uno dei momenti più accesi del dibattito è stato, senza dubbio, il brusco innalzamento dei requisiti per l’accesso alle case popolari.
Premesso che da anni lo stato non investe nella costruzione di case popolari e che questo è il primo motivo per cui ce ne sono poche, è vero che le richieste da parte di cittadini extracomunitari è aumentata in modo significativo negli ultimi 4 anni. E’ anche vero però che circa il 94% delle assegnazioni è a favore di cittadini italiani.
Guarda a caso i picchi di domande si hanno nelle periferie delle zone industriali ove le varie aziende, in mancanza di manodopera locale, hanno assunto extracomunitari.
Alcune forze politiche, invece di entrare nel merito del problema e cercare soluzioni di equilibrio nella tutela di tutti i meno abbienti, convinte di un futuro tornaconto elettorale, hanno amplificato in modo strumentale un reale disagio dei cittadini.
Così, forti dei numeri, in commissione è passata la proposta della Lega Nord: 15 anni di residenza in Regione per poter fare una domanda per l’assegnazione di un alloggio ATER, e badate bene che questa legge vale per tutti: italiani, cittadini europei o extracomunitari.
Detto questo, si capisce perché, in un'ottica della riduzione del danno, abbiamo votato un emendamento dell’UDC che prevede una residenza in Italia di 10 anni di cui "solo" 5 in Regione (favorevoli UDC, PD, SA, IdV-Citt; contrari LN, Asquini-Misto, Ferone-Pensionati e PdL con l'astensione di Camber, Marini e Blasoni).
Con l’astensione dei tre componenti del PdL questo emendamento è passato.
E visto che la coerenza è cosa per pochi voglio ricordare a questa maggioranza di centro destra che la legge Bossi - Fini prevede che un cittadino extracomunitario con regolare permesso di soggiorno biennale abbia diritto di accesso alle case popolari alla stregua di un cittadino italiano.
L’intendimento dichiarato era quello di risolvere problemi puntuali, eliminare pastoie burocratiche e in buona sostanza rendere più facile la vita a imprenditori e cittadini, il fatto che poi che questa maggioranza sia riuscita a centrare l’obbiettivo è altra cosa.
Uno dei momenti più accesi del dibattito è stato, senza dubbio, il brusco innalzamento dei requisiti per l’accesso alle case popolari.
Premesso che da anni lo stato non investe nella costruzione di case popolari e che questo è il primo motivo per cui ce ne sono poche, è vero che le richieste da parte di cittadini extracomunitari è aumentata in modo significativo negli ultimi 4 anni. E’ anche vero però che circa il 94% delle assegnazioni è a favore di cittadini italiani.
Guarda a caso i picchi di domande si hanno nelle periferie delle zone industriali ove le varie aziende, in mancanza di manodopera locale, hanno assunto extracomunitari.
Alcune forze politiche, invece di entrare nel merito del problema e cercare soluzioni di equilibrio nella tutela di tutti i meno abbienti, convinte di un futuro tornaconto elettorale, hanno amplificato in modo strumentale un reale disagio dei cittadini.
Così, forti dei numeri, in commissione è passata la proposta della Lega Nord: 15 anni di residenza in Regione per poter fare una domanda per l’assegnazione di un alloggio ATER, e badate bene che questa legge vale per tutti: italiani, cittadini europei o extracomunitari.
Detto questo, si capisce perché, in un'ottica della riduzione del danno, abbiamo votato un emendamento dell’UDC che prevede una residenza in Italia di 10 anni di cui "solo" 5 in Regione (favorevoli UDC, PD, SA, IdV-Citt; contrari LN, Asquini-Misto, Ferone-Pensionati e PdL con l'astensione di Camber, Marini e Blasoni).
Con l’astensione dei tre componenti del PdL questo emendamento è passato.
E visto che la coerenza è cosa per pochi voglio ricordare a questa maggioranza di centro destra che la legge Bossi - Fini prevede che un cittadino extracomunitario con regolare permesso di soggiorno biennale abbia diritto di accesso alle case popolari alla stregua di un cittadino italiano.
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