Il 2 febbraio l’assessore Kosic ha risposto alla mia interrogazione sulle borse lavoro concesse ai disabili ed equiparate a reddito da lavoro dipendente.
Molte le cose che ha puntualizzato e che brevemente vado a riassumere:
• Dagli anni 80 la regione ha avviato un processo di valorizzazione delle persone disabili con varie leggi (L.R. 41/96 L.R. 18/05 ecc);
• L’assunto di base era di considerare il percorso complessivo di ogni disabile come un continuum composto da più fasi ma che prevedevano comunque come punto di arrivo l’inserimento lavorativo produttivo (anche se non per tutte le persone);
• L’agenzia Regionale delle Entrate, rispondendo ad una richiesta di chiarimenti, ha confermato che sono esenti dall’imposta sul reddito i sussidi corrisposti dallo Stato o da altri enti pubblici a titolo assistenziale;
• Tutti i SIL (servizi integrazione lavorativa) interpellati hanno affermato che l’approccio al lavoro come “attività terapeutica” (quindi esentasse) è stato superato da anni anche nelle situazioni più complesse e che considerare le somme corrisposte come sussidi equivarrebbe a tornare ad una visione del lavoro dei disabili superata da molti anni.
E’ evidente che messa in questi termini resta il disagio di vedere che, per considerare il disabile pienamente inserito nel lavoro, lo si debba ulteriormente penalizzare con una imposizione fiscale.
In ogni caso l’assessore ha garantito la formazione di un tavolo tecnico ove raccogliere le opinioni delle associazioni di riferimento.
Confido anche che, a prescindere dall’interpretazione del dispositivo di legge, venga fatta una scelta politica che spinga lo stato a comprendere tali somme tra quelle di analoga natura che godono dell’esenzione Irepf.
Molte le cose che ha puntualizzato e che brevemente vado a riassumere:
• Dagli anni 80 la regione ha avviato un processo di valorizzazione delle persone disabili con varie leggi (L.R. 41/96 L.R. 18/05 ecc);
• L’assunto di base era di considerare il percorso complessivo di ogni disabile come un continuum composto da più fasi ma che prevedevano comunque come punto di arrivo l’inserimento lavorativo produttivo (anche se non per tutte le persone);
• L’agenzia Regionale delle Entrate, rispondendo ad una richiesta di chiarimenti, ha confermato che sono esenti dall’imposta sul reddito i sussidi corrisposti dallo Stato o da altri enti pubblici a titolo assistenziale;
• Tutti i SIL (servizi integrazione lavorativa) interpellati hanno affermato che l’approccio al lavoro come “attività terapeutica” (quindi esentasse) è stato superato da anni anche nelle situazioni più complesse e che considerare le somme corrisposte come sussidi equivarrebbe a tornare ad una visione del lavoro dei disabili superata da molti anni.
E’ evidente che messa in questi termini resta il disagio di vedere che, per considerare il disabile pienamente inserito nel lavoro, lo si debba ulteriormente penalizzare con una imposizione fiscale.
In ogni caso l’assessore ha garantito la formazione di un tavolo tecnico ove raccogliere le opinioni delle associazioni di riferimento.
Confido anche che, a prescindere dall’interpretazione del dispositivo di legge, venga fatta una scelta politica che spinga lo stato a comprendere tali somme tra quelle di analoga natura che godono dell’esenzione Irepf.
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