Ci voleva il concerto di
Ligabue perchè i cividalesi vedessero, nero su bianco, che il loro
ospedale non c'è, più nemmeno sulla carta.
Il volantino che
pubblicizza l'evento, nel quale si possono trovare tutte quelle
informazioni utili che vanno dai parcheggi, alla viabilità, ai punti
di ristoro, scrive infatti che il Pronto Soccorso più vicino cui
rivolgersi è quello di Udine .
Dell'Ospedale di Cividale
non se ne parla proprio.
Il comitato provinciale,
di cui fra l'altro fanno parte il prefetto e un responsabile del 118,
con questa decisione prendono atto che il processo di demolizione del
nosocomio locale è tanto a buon punto che conviene andare a Udine.
E' evidente che senza la
possibilità di eseguire non dico una TAC, ma un banale Rx torace
standard, un'ecografia dell'addome, con un laboratorio analisi
ridotto ai minimi termini, anche la semplice funzione di filtro che
compete ad un Pronto Soccorso è difficile, se non impossibile.
Al di là del fatto in sè,
la cosa che trovo decisamente insopportabile è lo stupore con cui
la direzione del Santa Maria della Misericordia di Udine dice di aver
appreso/subito questa decisione, considerato che da anni, con
encomiabile zelo, stanno lavorando per questo.
Forse sarebbe stato più
onesto un grido di gioia per aver raggiunto l'obbiettivo.
Ovviamente tutti sappiamo
che i Direttori Generali sono i semplici esecutori di scelte
politiche ben precise, anche se inconfessabili .
E cosa dire del sindaco
Balloch e del consigliere regionale Novelli che sulle pubbliche
piazze difendono l'ospedale e poi accettano di sponsorizzare
volantini che ne certificano la chiusura?
Chiunque è chiamato a
governare ha il diritto di perseguire i propri obbiettivi politici e
per questo Tondo può legittimamente proporre una o più aziende
sanitarie, può anche volere la chiusura totale degli ospedali ex
art. 21 come quello di Cividale , quello che a mio avviso non può
fare è condannare queste strutture ad una lenta agonia che umilia
la dedizione degli operatori e non tiene conto del disagio degli
utenti .
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