martedì 5 febbraio 2013

Lettera aperta al Prefetto di Gorizia


Sulla stampa di questi giorni è possibile leggere una accorata segnalazione dei Medici per i Diritti Umani (MEDU) che denunciano le precarie condizioni sanitarie di un “ospite” del CIE, tal M., giovane migrante trattenuto in quelle strutture dal 2011.
Nel leggere l’odissea di questo ragazzo che fa la spola tra il CIE di Gradisca e quello di Trapani da 14 mesi, sono colto da un mix di fastidio e senso di impotenza anche perché, in quelle strutture, casi come questi si susseguono in un colpevole silenzio delle istituzioni.
Secondo i Medici per i Diritti Umani, che da tempo seguono il calvario di M, le condizioni psico-fisiche del giovane sono in costante peggioramento e incompatibili con il trattenimento all’interno del CIE. La grave sindrome depressiva reattiva di cui soffre il ragazzo lo ha portato a compiere più di un atto di autolesionismo grave e tale da richiedere dei brevi ricoveri ospedalieri, oltre che a determinare un calo ponderale di 10 Kg di peso.

Spiace ricordare come lo Stato troppo spesso si comporti con due pesi e due misure in rapporto al censo, e che in un caso analogo, certamente non unico, abbia provveduto alla scarcerazione dell’ex ministro della sanità Francesco De Lorenzo perché secondo i periti “emerge un significativo peggioramento delle condizioni fisiche e psichiche, tale da far fondatamente ritenere il paziente in pericolo di morte, se non si interviene con adeguata terapia farmacologia e psicoterapica in ambiente (sia ben chiaro) radicalmente diverso da quello carcerario“.

Ora, se è difficile verificare quanto attestato dai medici del MEDU, è altrettanto vero che la procedura per entrare  al CIE sembra sia stata pensata esclusivamente per impedire agli eventuali visitatori un’accesso tempestivo alla struttura. Dico questo perché trovo inspiegabile il fatto che un consigliere regionale possa entrare anche nei carceri di massima sicurezza semplicemente esibendo il suo tesserino di riconoscimento e non possa fare altrettanto al CIE.

Considerato che nel momento stesso in cui un cittadino viene privato della libertà personale è compito dello Stato occuparsi della sua salute e garantirgli le cure adeguate, con la presente sono a chiederLe di verificare la fondatezza delle notizie apprese a mezzo stampa e, nel caso, adottare gli stessi provvedimenti che hanno permesso a suo tempo la scarcerazione dell’onorevole Francesco De Lorenzo.

Distinti saluti.

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