Sulla stampa di questi giorni è
possibile leggere una accorata segnalazione dei Medi ci
per i Diritti Umani (MEDU) che denunciano le precarie condizioni sanitarie di
un “ospite” del CIE, tal M., giovane migrante trattenuto in quelle strutture
dal 2011.
Nel leggere l’odissea di questo ragazzo
che fa la spola tra il CIE di Gradisca e quello di Trapani da 14 mesi, sono
colto da un mix di fastidio e senso di impotenza anche perché, in quelle strutture,
casi come questi si susseguono in un colpevole silenzio delle istituzioni.
Secondo i Medi ci
per i Diritti Umani, che da tempo seguono il calvario di M, le condizioni
psico-fisiche del giovane sono in costante peggioramento e incompatibili con il
trattenimento all’interno del CIE. La grave sindrome depressiva reattiva di cui
soffre il ragazzo lo ha portato a compiere più di un atto di autolesionismo
grave e tale da richiedere dei brevi ricoveri ospedalieri, oltre che a determinare un calo ponderale di 10 Kg di peso.
Spiace ricordare come lo Stato
troppo spesso si comporti con due pesi e due misure in rapporto al censo, e che
in un caso analogo, certamente non unico, abbia provveduto alla scarcerazione
dell’ex ministro della sanità Francesco De Lorenzo perché secondo i periti “emerge un significativo peggioramento
delle condizioni fisiche e psichiche, tale da far fondatamente ritenere il
paziente in pericolo di morte, se non si interviene con adeguata terapia
farmacologia e psicoterapica in ambiente (sia ben chiaro) radicalmente diverso
da quello carcerario“.
Ora, se è difficile verificare
quanto attestato dai medi ci del
MEDU, è altrettanto vero che la procedura per entrare al CIE sembra sia stata pensata
esclusivamente per impedi re agli
eventuali visitatori un’accesso tempestivo alla struttura. Dico questo perché
trovo inspiegabile il fatto che un consigliere regionale possa entrare anche
nei carceri di massima sicurezza semplicemente esibendo il suo tesserino di
riconoscimento e non possa fare altrettanto al CIE.
Considerato che nel momento
stesso in cui un cittadino viene privato della libertà personale è compito
dello Stato occuparsi della sua salute e garantirgli le cure adeguate, con la
presente sono a chiederLe di verificare la fondatezza delle notizie apprese a
mezzo stampa e, nel caso, adottare gli stessi provvedi menti
che hanno permesso a suo tempo la scarcerazione dell’onorevole Francesco De
Lorenzo.
Distinti saluti.
Distinti saluti.
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