Quando un ministro, dimentico del suo ruolo istituzionale, giunge a minacciare chi si dichiara disponibile a rispettare una sentenza della Corte di Cassazione passata in giudicato e quindi non più appellabile vuol dire che, come nazione, siamo veramente allo sbando.
In uno stato democratico, mi verrebbe da dire normale, dopo tali affermazioni Maurizio Sacconi si sarebbe dovuto dimettere.
E se è vero che l’argomento è molto difficile e tocca le convinzioni più profonde del nostro essere è anche vero che tutte le nazioni più evolute sono riuscite a legiferare in modo da tutelare tutti i diversi credi dei propri concittadini.
I nostri pavidi politici, di destra e di sinistra, complice anche una pesantissima ingerenza del Vaticano, non hanno fatto niente costringendo di fatto la magistratura a supplire a questa vergognosa latitanza.
E adesso che una decisione è stata presa questa stessa classe politica non sa fare altro che minacciare chi, senza violare nessuna legge, esercita la “pietas” che dovrebbe esserci in ciascuno di noi.
Le dichiarazioni del presidente della Regione che si chiama fuori affermando che si tratta di un problema tra un privato cittadino, Beppino Englaro, e una struttura privata, Il Città di Udine, non sono sufficienti.
Le difficoltà in cui si trova Tondo non possono essere una giustificazione alla mancata assunzione di responsabilità che dovrebbe vedere il primo cittadino ergersi a difensore della legalità e delle diverse sensibilità morali e religiose dei suoi concittadini.
Che il paese reale sia distante anni luce da questa classe politica e da questo modo aggressivo di intendere la fede lo dimostrano tutte le infermiere e i medici che con convinzione si sono proposti a prestare, in modo disinteressato, assistenza a chi pur non volendolo da anni è imprigionata in una vita-non vita.
In uno stato democratico, mi verrebbe da dire normale, dopo tali affermazioni Maurizio Sacconi si sarebbe dovuto dimettere.
E se è vero che l’argomento è molto difficile e tocca le convinzioni più profonde del nostro essere è anche vero che tutte le nazioni più evolute sono riuscite a legiferare in modo da tutelare tutti i diversi credi dei propri concittadini.
I nostri pavidi politici, di destra e di sinistra, complice anche una pesantissima ingerenza del Vaticano, non hanno fatto niente costringendo di fatto la magistratura a supplire a questa vergognosa latitanza.
E adesso che una decisione è stata presa questa stessa classe politica non sa fare altro che minacciare chi, senza violare nessuna legge, esercita la “pietas” che dovrebbe esserci in ciascuno di noi.
Le dichiarazioni del presidente della Regione che si chiama fuori affermando che si tratta di un problema tra un privato cittadino, Beppino Englaro, e una struttura privata, Il Città di Udine, non sono sufficienti.
Le difficoltà in cui si trova Tondo non possono essere una giustificazione alla mancata assunzione di responsabilità che dovrebbe vedere il primo cittadino ergersi a difensore della legalità e delle diverse sensibilità morali e religiose dei suoi concittadini.
Che il paese reale sia distante anni luce da questa classe politica e da questo modo aggressivo di intendere la fede lo dimostrano tutte le infermiere e i medici che con convinzione si sono proposti a prestare, in modo disinteressato, assistenza a chi pur non volendolo da anni è imprigionata in una vita-non vita.
Nessun commento:
Posta un commento