La legge “anticrisi” certifica che il governo Tondo prende atto, con colpevole ritardo, di quanto è sotto gli occhi di tutti cioè che la crisi c’è e non risparmia nessuno.
Il testo di legge licenziato dall’aula è stato, soprattutto in alcune sue parti, modificato e migliorato rispetto a quanto proposto in commissione.
Due i cardini di questa legge:
• il Capo II che tratta delle modalità di accelerazione delle procedure per la realizzazione delle opere definite di interesse strategico
• l’art 13 che è il cuore finanziario della legge
Riguardo al primo punto considero molto importante essere riusciti a porre un limite temporale alla legge e soprattutto far sì che i consigli comunali, il Consiglio delle Autonomie e la commissione regionale competente si riappropriassero del potere decisionale nell’individuazione delle opere definite di interesse strategico.
Riguardo invece alla parte economico-finanziaria trovo difficile negare che se non si facilita il credito alle piccole e medie imprese, che sono il cuore pulsante della nostra economia, una volta superata la crisi rischiamo di trovarci privi di apparato produttivo.
Positivo anche che si sia accettato, se pur con modifiche, il sostegno alle imprese che stipulano contratti di solidarietà difensiva a quei lavoratori che sono interessati dalla conseguente riduzione dell’orario di lavoro ed il rifinanziamento del Fondo di Sostegno per le aziende artigiane (stanziati 1 milione e 500.000 € rispettivamente).
Trovo tutte queste soluzioni parziali, talvolta rischiose e nello stesso tempo obbligate perché questo è il contesto economico-produttivo in cui viviamo.
In modo assolutamente contestuale a questa azione, ripeto obbligata, dobbiamo rimettere in discussione il modello di sviluppo cui tendiamo che non può non tenere conto dell’ambiente, del risparmio energetico, delle fonti rinnovabili di energia, della stabilizzazione dei precari, della tutela dei salari e della salute dei lavoratori.
Credo sia evidente a tutti che “noi” avremmo scritto cose molto diverse ma, una sinistra che si propone come forza di governo, intesa come capacità di risolvere i problemi dei cittadini, non può limitarsi a delle affermazioni di principio che spesso sono belle ma lontane dalla realtà.
Il testo di legge licenziato dall’aula è stato, soprattutto in alcune sue parti, modificato e migliorato rispetto a quanto proposto in commissione.
Due i cardini di questa legge:
• il Capo II che tratta delle modalità di accelerazione delle procedure per la realizzazione delle opere definite di interesse strategico
• l’art 13 che è il cuore finanziario della legge
Riguardo al primo punto considero molto importante essere riusciti a porre un limite temporale alla legge e soprattutto far sì che i consigli comunali, il Consiglio delle Autonomie e la commissione regionale competente si riappropriassero del potere decisionale nell’individuazione delle opere definite di interesse strategico.
Riguardo invece alla parte economico-finanziaria trovo difficile negare che se non si facilita il credito alle piccole e medie imprese, che sono il cuore pulsante della nostra economia, una volta superata la crisi rischiamo di trovarci privi di apparato produttivo.
Positivo anche che si sia accettato, se pur con modifiche, il sostegno alle imprese che stipulano contratti di solidarietà difensiva a quei lavoratori che sono interessati dalla conseguente riduzione dell’orario di lavoro ed il rifinanziamento del Fondo di Sostegno per le aziende artigiane (stanziati 1 milione e 500.000 € rispettivamente).
Trovo tutte queste soluzioni parziali, talvolta rischiose e nello stesso tempo obbligate perché questo è il contesto economico-produttivo in cui viviamo.
In modo assolutamente contestuale a questa azione, ripeto obbligata, dobbiamo rimettere in discussione il modello di sviluppo cui tendiamo che non può non tenere conto dell’ambiente, del risparmio energetico, delle fonti rinnovabili di energia, della stabilizzazione dei precari, della tutela dei salari e della salute dei lavoratori.
Credo sia evidente a tutti che “noi” avremmo scritto cose molto diverse ma, una sinistra che si propone come forza di governo, intesa come capacità di risolvere i problemi dei cittadini, non può limitarsi a delle affermazioni di principio che spesso sono belle ma lontane dalla realtà.
Nessun commento:
Posta un commento