Di seguito riporto la mia relazione al DDL 192 in materia di portualità regionale, che si potrebbe sintetizzare nella frase "vorrei, ma non posso" in quanto rischia di non produrre gli effetti voluti perchè non riesce ad essere incisiva.
Signor Presidente , Signori
Consiglieri,
con il disegno di legge n° 192
" Disciplina della portualità di competenza regionale" la regione FVG
rivendica la propria competenza legislativa in una materia, quella della portualità appunto,
particolarmente delicata stante che
solo da pochi anni lo Stato ha iniziato
a delegare alle Regioni alcune competenze amministrative.
Anche se il DPCM del dicembre
1995, integrato poi dal Dlgs 111/2004, esplicita che le aree del demanio
marittimo di preminente interesse nazionale
o internazionale, così come i
porti finalizzati alla difesa militare e sicurezza nazionale, restano di esclusiva
competenza dello Stato, è altrettanto vero che non sempre i confini tra la
competenza Statale e quella
Regionale sono chiaramente evidenziabili.
L’interesse della Regione nel
disciplinare e orientare lo sviluppo della portualità di Monfalcone e di Porto
Nogaro è finalizzato al superamento
delle numerose criticità emerse nel corso degli ultimi anni ed accentuatesi
con la recente crisi economica.
In vero solo un progetto
più ampio ed ambizioso, che comprendesse nella programmazione anche
i porti di Trieste e di Capodistria unitamente ad un potenziamento delle infrastrutture di
trasporto quali ferrovie e autostrade, potrebbe
dare quell’impulso allo sviluppo tale da rendere le strutture portuali
del Nord Adriatico veramente competitive rispetto quelle del Nord Europa.
Da parte nostra vi è piena
contezza che tutto questo esula dalla nostre competenze specifiche e che la forza contrattuale di una regione piccola
come la nostra è quella che è, tanto che non riusciamo nemmeno a ottenere da
Trenitalia un trasporto dignitoso per i nostri pendolari.
Sono convinto che un'azione
più decisa di questo esecutivo avrebbe potuto ottenere maggiori
impegni, perlomeno in campo infrastrutturale, dal Governo Nazionale .
La crisi economica
persistente, i ridotti finanziamenti pubblici unitamente alla collocazione
geografica della nostra regione, che deve confrontarsi con due confini, possono costituire un
limite, ma anche un'occasione per rivendicare i legittimi spazi di autonomia finalizzati al rilancio
dell'economia e quindi dell'occupazione
nel nostro territorio.
Tenuto conto di quanto
previsto dalla 84/94, una legge regionale che riesca a definire in modo
organico il ruolo degli enti locali, che disciplini la formazione del piano
regolatore portuale e le procedure per il rilascio delle concessioni delle aree
demaniali, può costituire quella base minima di garanzie che
l'imprenditoria privata richiede da tempo per iniziare ad investire in questo
campo.
Nell'articolato che andremo
ad approvare non sempre si è trovato il giusto equilibrio tra la legittima
aspirazione della Regione a governare un settore strategico come quello
portuale e il rispetto delle altrettanto legittime aspettative degli operatori
del settore e le rivendicazioni degli enti locali.
Senza le opportune correzioni, che spero intervengano in aula,
si corre il rischio che il desiderio di attrarre
capitali per stimolare l'economia, avvenga, come sempre, a scapito delle
garanzie e delle tutele dei lavoratori portuali e che quindi l'aspetto
meramente speculativo prevalga su quello imprenditoriale.
Mi riservo di intervenire in
maniera puntuale sui singoli articoli in sede dibattimentale.
Nessun commento:
Posta un commento