Dopo
una precisazione da parte dell’Assessore Ciriani e del direttore del Protezione
civile regionale Berlasso che si tratta di atto dovuto, vi è stata la
precisazione del direttore tecnico-scientifico dell’ARPA Daris che l’OSMER può
operare in maniera eccellente solo se non verrà spezzettato e l’intervento del
direttore dell’OSMER Micheletti che ha illustrato un quadro dell’attività
svolta e ha auspicato che la struttura non sia ripartita tra più
amministrazioni.
In
un lungo e documentato intervento mi
sono sentito in dovere di contestare quanto asserito dall’assessore Ciriani perché nella DPCM del 27 febbraio 2004
vengono prospettate soluzioni diverse e non obbligatorie (può avvalersi)
che prevedono sia la convenzione tra la Protezione Civile
e l’OSMER che il trasferimento di quest’ultimo nella PC stessa.
Ho
ricordato poi che l’ordine del giorno 34, votato a larga maggioranza (40 si e
3 no), vincolava l’esecutivo a trasferire tutto l’OSMER in PC qualora avesse optato per quest’ultima soluzione .
Ma
nonostante la volontà dell’Aula sia sovrana e vincolante, l’Assessore Ciriani ha proseguito nel suo progetto rifiutandosi, per ben otto mesi,
di spiegare nella Commissione competente le decisioni assunte contro il parere del Consiglio
Regionale.
E
se questo atteggiamento è di per se
inaccettabile, la
presentazione all’ultimo minuto di un emendamento notturno, in finanziaria che,
complice la stanchezza, cerca di ottenere quello che non si è ottenuto alla
luce del sole non trova aggettivi.
Resta
il mistero di voler due mezzi OSMER non
funzionanti per carenza di uomini e mezzi.
Alla mia richiesta di spiegare, poi, le criticità emerse nel rapporto
epistolare ARPA – Protezione civile sono state date risposte parziali e
insoddisfacenti. A questo si aggiungano i 65 giorni attesi per ricevere atti
amministrativi dovuti che solo grazie alla minaccia di ricorre alla
magistratura ha fatto sì che fossero nella mia disponibilità.
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