In qualità di componente del
Comitato per la legislazione, il controllo e la valutazione e quale
rappresentante del Comitato di indirizzo del Progetto CAPIRe ho partecipato al
workshop “Valutare le politiche regionali: regole, risorse e pratiche di lavoro”
organizzato con lo scopo di sensibilizzare i Consigli regionali sul fatto che l’evidenza
empirica, prodotta da studi e analisi rigorose, entri a far parte del dibattito
pubblico e goda della giusta considerazione.
Alla base di tutte le attività
valutative c’è l’interpretazione della valutazione come strumento di
apprendimento. La nostra Regione ha, infatti, condiviso e compreso l’importanza
di una valutazione degli effetti prodotti dalle scelte della politica: occorre
capire se la Politica può fare meglio. Il legislatore deve allungare lo sguardo
al “dopo fatta la legge”, serve una continua messa in discussione della reale
capacità delle soluzioni adottate di affrontare e risolvere ben definiti
problemi collettivi, in modo da avere una maggiore e più robusta conoscenza
sull’utilità delle politiche intraprese.
C’è, quindi, bisogno che la
valutazione delle politiche diventi una normale pratica di governo e abbandoni
lo status di eccezione. E questo anche per imparare a spendere denaro pubblico
nella maniera più efficace
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