Di seguito il testo dell'interrogazione presentata oggi in Aula.
Considerato che il centro
trasfusionale di Cividale da sempre era organizzato per effettuare non solo le
donazioni di sangue dai volontari ma anche per erogare servizi e cure come la
terapia marziale, il salasso terapeutico, le visite specialistiche ematologiche
e la determinazione dell’INR, esame questo indispensabile per una corretta
prescrizione della Terapia Anticoagulante Orale (TAO);
preso atto che da circa un anno è
stato deciso, con motivazioni non condivisibili, che il lunedì ed il venerdì a
Cividale sarebbe andato un medico non strutturato e non ematologo e che di
conseguenza in quelle giornate tutta l’attività ambulatoriale sarebbe stata
cancellata;
considerato che in quella sede,
da quasi due mesi, è stata ripristinata la presenza del medico trasfusionista
strutturato ma a tali professionisti, per esplicita disposizione del direttore
della S.O.C. di Medicina Trasfusionale di Udine, è stato ordinato di svolgere
la sola attività legata ai donatori;
dato che risulta incomprensibile
come, pur avendo gli specialisti a Cividale si sia deciso di non ottimizzare il
loro lavoro e quello del personale e nel contempo di sovraccaricare il trasfusionale
di Udine con l'aggiuntiva prescrizione delle circa 100 terapie TAO di Cividale,
di costringere questi ultimi agli straordinari, a lavorare in remoto, a
diventare matti senza avere la possibilità, in caso di sovradosaggio
dell'anticoagulante, di intervenire immediatamente contattando il paziente e se
necessario fornendogli il prima possibile il farmaco salvavita in grado di
normalizzare l'INR
si chiede all’Assessore
competente quali i vantaggi qualitativi, economici, organizzativi e per
la popolazione di tali scelte.
Ecco la risposta.
"Presso il Presidio di Cividale del Friuli è presente un Centro di raccolta sangue collegato al servizio trasfusionale dell'Azienda Ospedaliero Universitaria di Udine.
In relazione all'interrogazione del Consigliere Pustetto, l'Azienda Ospedaliero Universitaria di Udine ci ha comunicato che:
1. Nell'ambito di un attento utilizzo di risorse, studiati i flussi, la tipologia dei pazienti e la loro numerosità è in corso una riorganizzazione delle attività, salvaguardando in primis la sicurezza e la compliance dei pazienti/donatori; tale percorso è stato condiviso con la Direzione Strategica aziendale.
2. Tutte le attività di raccolta donazionale, di terapia marziale, i salassi terapeutici e le visite ematologiche vengono svolte reglarmente e ne è testimonianza che non vi sono liste di attesa degli utenti del Cividalese.
3. La diversa modulazione dell'attività ambulatoriale marziale è legata all'adeguamento dei protocolli terapeutici alle recenti raccomandazioni dell'Agenzia Europea per i Medicinali sulla terapia marziale stessa e sull'immissione in commercio di nuovi preparati di ferro per via orale.
4. Il numero di utenti che necessitano di salassoterapia/ematologia consente la concentrazione di tale attività in un numero di giorni inferiori allo storico.
5. tante che la gestione della terapia anticoagulante (TAO) dovrebbe essere un'attività territoriale visto l'importante co-mobilità di questi pazienti e la loro età, è in corso una ridefinizione di tale percorso per tutti i pazienti TAO che afferiscono all'AOUD, per ridurre il disagio degli stessi nel ritiro, tramite invio a domicilio con posta certificata, come avviene presso l'Ass. 4
6. In tutti i casi in cui i valori dell'INR erano un valore panic, il paziente/familiare è sempre stato avvertito, sia se la valutazione è stata fatta a Udine che a Cividale.
7. Non vi è una remotizzazione del dato dei pazienti di Cividale, in quanto i campioni prelevati a Cividale/Udine vengono processati a Udine nel laboratorio di Patologia Clinica e il risultato del test viene inviato allo stesso gestionale della terapia, consultabile tramite internet.
8. I pazienti TAO in ogni caso hanno sempre ritirato le risposte dopo che il medico presente a Cividale ha svolto il suo turno.
9. Proprio nell'ambito di una possibile riorganizzazione vi è stata l'alternanza di diverse tipologie di medico che hanno operato nella struttura, senza ce vi sia stata una riduzione di sicurezza per gli utenti interessati.
10. I medici non strutturati che hanno operato a Cividale erano formati per le attività donazionali e operano in autonomia presso la struttura ospedaliera udinese e in autoemoteca, come da normativa vigente.
Stante la complessità e la numerosità dei temi trattati dal Consigliere Pustetto, ci riserviamo comunque la verifica dell'effettivo miglioramento conseguente alla riorganizzazione."
Questo il mio commento.
La risposta preparata dagli
uffici e letta dall’Assessore non solo non è esaustiva, ma contiene numerose e
non casuali imprecisioni:
Quando
al punto 1 si parla di riorganizzazione "salvaguardando in primis la
sicurezza e la compliance dei pazienti/donatori", ma non vengono
citate le 40 e più proteste fatte dai pazienti e dai donatori in merito alla nuova
organizzazione del centro raccolta di Cividale. Quanto alla sicurezza non dice
quanti e quali salti mortali abbiano fatto la Direzione sanitaria di Cividale
per rintracciare i pazienti delle Valli con INR eccessivamente elevato e, quindi, in
pericolo di vita. E questo omettendo di menzionare il rischio e la difficoltà di medici e operatori a lavorare
in remoto.
E’
vero che non ci sono liste di attesa per le terapie marziali, ma questo accade
da quando si invitano i pazienti a fare terapia orale e, in alternativa,
proponendo una terapia infusionale organizzata solo su due giorni la settimana,
talmente sgradita ai pazienti che questi si rivolgono altrove.
Non
è vero che i pazienti in TAO ritirano le riposte quando il medico se ne è già andato,
ovvero questo accade da quando non c’è più lo specialista nella sede di
Cividale. Prima il prelievo avveniva allo ore 8 e i pazienti ritiravano la
riposta e la terapia alle 12 nella stessa sede di Cividale.
Per
comprendere cosa voglia dire portare la TAO sul territorio immaginatevi il
calvario un paziente anziano con pluripatologie che la mattina si reca in ambulatorio
per il prelievo, la cui risposta arriverà verso le 15-16 perché il campione
viene processato a UD, e a quell’ora dove e come troverà il suo medico di
medicina generale che gli prescriva la terapia idonea? E, in ogni caso fin tanto
che questa ipotizzata riorganizzazione non sarà avviata, come pensiamo di
gestire queste 100 persone?
Da questa risposta emerge in modo
palese come i pazienti siano un peso, quasi in fastidio, per il Direttore del
Centro Trasfusionale, che sembra fare di tutto per favorirne l’esodo. Altro che compliance.
Discorso completamente diverso
per quanto riguarda i donatori che, per la loro insostituibile opera, vengono giustamente coccolati, anche se sorge
il dubbio che ciò avvenga soprattutto per il “peso” mediatico ed economico che
hanno.
Nessun commento:
Posta un commento