mercoledì 29 ottobre 2014

Risposta all'interrogazione "Quanto è importante l'ascolto dei cittadini per la Pubblica Amministrazione? "

In data 24 giugno 2014 ho presentato la seguente interrogazione: 
Considerato che da circa un anno si è deciso di riorganizzare il Centro Trasfusionale di Cividale del Friuli, sostituendo nelle giornate di lunedì e venerdì lo specialista ematologo con un medico non strutturato e non ematologo;
preso atto che la nuova organizzazione ha determinato la formalizzazione di numerose lamentele da parte sia dei pazienti che dei donatori di sangue per innumerevoli disservizi che si sono venuti a creare
interrogo
l'Assessore competente per sapere quali azioni siano state poste in essere, dal Direttore del CT o dalla Direzione Sanitaria, per risolvere le criticità lamentate dai cittadini.

Di seguito la risposta datami dall'assessore:

http://longpost.blogspot.it/2014/10/risposta-is-n-105-quanto-e-importante.html



Considerata la riposta dell’assessore Telesca non posso esimermi dal fare alcuni commenti.

In primis appare evidente come le attività ambulatoriali svolte presso il Centro Raccolta Sangue di Cividale vengano percepite come un fastidio e un fardello e non come un servizio reso alla comunità.  Insomma fanno gola i donatori e, parafrasando una nota canzone, tutto il resto è noia.
Il fatto che << l’ampia disponibilità di posti >> per eseguire la terapia marziale e le altre terapie si sia manifestata dopo la riorganizzazione dell’ambulatorio induce a pensare che questo non risponde più alle esigenze degli utenti che evidentemente preferiscono rivolgersi altrove.
Considerata l’età media dei pazienti in terapia con anticoagulanti orali (TAO), il grado di informatizzazione degli stessi e la diffusione della rete nelle Valli del Natisone credo sia intuibile che le risposte inviate via mail avranno l’effetto di un netto peggioramento del servizio e non un suo miglioramento.
Il fatto poi che si paragoni quanto avvenuto nel manzanense (remotizzazione: un successo) con quello che potrebbe avvenire nelle Valli sta a significare una sola cosa: non conoscenza del territorio.

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