La
discussione della legge finanziaria è uno degli atti politici più importanti di
ogni esecutivo perchè in modo del tutto concreto, oserei dire tangibile, si
vedono le scelte politiche che ogni maggioranza viene a fare.
Se
poi, come in questo caso, è anche l’ultima di una consigliatura pare ovvio fare
un BILANCIO complessivo che volge lo sguardo agli ultimi 5 anni.
Va
subito detto che tutte le leggi finanziarie hanno una loro rigidità con
possibilità di manovra sempre più ristrette e, quest’anno, il tutto è stato
accentuato anche da un significativo calo delle risorse. Trovo però del tutto
semplicistico e comodo, così come sta facendo il centro destra, attribuire ogni
problema alla CRISI economica mondiale nel tentativo, effimero, di coprire una
politica fallimentare dei governi Berlusconi che, voglio ricordar,e hanno
guidato questo Paese per 9 degli ultimi 11 anni.
Pur
non condividendo molti dei provvedi menti
del governo Monti, soprattutto per la mancanza di equità nel ripartire i
sacrifici, gli si deve riconoscere senza dubbio che molte delle scelte compiute
sono state obbligate per quanto operato dal precedente governo. Non dobbiamo
dimenticare che l’IMU l’hanno voluta Berlusconi/Tremonti, che l’abolizione
dell’ICI sulla prima casa è stato un errore sempre del governo B. e che i 370
milioni chiesti alla nostra Regione per il federalismo fiscale sono sempre il
frutto di quelle politiche.
Ma
nel nostro piccolo Tondo non ci ha fatto mancare nulla: partendo dal valzer
degli assessori che hanno, di fatto, bloccato per mesi la macchina regionale in
attesa che i nuovi referati venissero “digeriti”; al furor secandi, degno
di altri obbiettivi, con cui all’inizio della legislatura ha iniziato a
demolire quanto fatto dal precedente governo senza poi riuscire ad edi ficare praticamente nulla. Cito, a mero titolo
esemplificativo, l’abrogazione della legge 5 sull’immigrazione, del tutore dei
minori, la vicenda relativa alle ATER, alle comunità montane, alla sanità, al reddito
di cittadinanza, alla legge Sonego ecc. ecc.
E’
mancata una visione strategica e d’insieme della regione. Non si è riusciti a
fare leggi organiche come il PIANO ENERGETICO REGIONALE O il PIANO RIFIUTI, non
si è nemmeno riusciti ad incidere sul piano trasporti, lasciando migliaia di pendolari
in balia di Trenitalia, che
colpevolmente continua a marginalizzare la regione.
In compenso il governo
regionale si è incaponita a voler “fare da soli” per una terza corsia che serve
solo marginalmente alla regione, la quale però dovrà farsene carico per
l’intero importo.
E’
per questo motivo, per coprire il vuoto prodotto dall’esecutivo, che in questi ultimi mesi stiamo assistendo ad
una rincorsa per l’approvazione di leggi abborracciate e confuse, pensate solo
per permettere a Tondo e alla sua maggioranza di presentarsi alle prossime
elezioni facendo finta di aver fatto
qualche cosa di utile.
Tondo
in questi giorni sta portando avanti la costituzione di un nuovo partito
facendo esplicito riferimento alla CDU bavarese, ma da questo dovrebbe copiare
anche l’attenzione che quel partito ha per il suo territorio. Perché
se è vero che assistiamo ad un attacco alla specialità della regione è
altrettanto vero che sui temi cruciali, RIGASSIFICATORE, TRASPORTI E
COLLEGAMENTI FERROVIARI, ELETTRODOTTI la Regione invece di rivendicare la
potestà decisionale, di FAR VALERE LA SPECIALITA, di andare allo scontro con il
governo questo esecutivo si ritrae delegando lucidamente queste scelte scomode
a Roma.
La
Regione ha rivendicato la sua autonomia decisionale, anche a costo di aprire contenziosi
con il governo centrale, sul welfare in
salsa padana, il friulano e altri problemi minori solo per far piacere ad una
parte della coalizione.
Il
consigliere Colautti nel denunciare l’arroganza di molte decisioni governative e
il tentativo del governo Monti di cancellare la specialità della regione, ha
parlato di un vulnus alla democrazia e della necessità di rispettare le scelte
del territorio. Ha ragione. Però poi questo esecutivo, di cui LUI è figura di
primo piano, si comporta allo stesso modo dei ministri che critica. Nella
recente approvazione della riforma della Sanità non è stato accolto uno, dico
un emendamento dell’opposizione o degli stakeholders, e cosa dire della scelta fatta due giorni fa che, con un emendamento
alla legge di manutenzione, ha inserito la possibilità che un Direttore Generale
di un’azienda sanitaria possa contemporaneamente fare il DG anche per un’altra
Az Sanitaria? Con questo provvedi mento
è di fatto iniziato l’accorpamento della strutture e una volta di più la politica delega o
meglio FA FINTA DI DELEGARE ai tecnici scelte e tagli di cui dovrebbe farsi
carico in prima persona.
E
che non si tratti di incidenti di percorso lo si può anche evincere dal fatto
che per si sta utilizzando la stessa modalità/arroganza per il Piano di Governo
del Territorio o per il rigassificatore.
I
fatti di questi giorni mettono in evidenza che il non voler ascoltare le
legittime istanze del territorio non fa che aumentare i conflitti scontentando
tutti.
Un'altra
pessima abitudine che osserviamo ad ogni
finanziaria è l’inutilità delle discussioni nelle commissioni di merito
rese superflue da un fiume di emendamenti puntuali che approdano in aula
all’ultimo minuto, magari a notte inoltrata. Se
poi sono costituiti da numerose pagine e della Giunta è facile comprendere che
più che un fatto casuale sono una scelta opaca.Quest’anno,
poi, lo stravolgimento è iniziato non appena finite le commissioni di merito,
perchè la disponibilità di 73 milioni in più
costituiscono da soli una piccola finanziaria.
Concludendo: in un momento di
crisi come quello attuale mi sarebbero piaciute scelte chiare a sostegno del
lavoro, della scuola (quella pubblica così come dice la Costituzione), la
riduzione dell’Irap, un aumento dei fondi di rotazione, un sostegno a quelle
aziende che applicano i contratti di solidarietà. Nulla di tutto ciò,
assistiamo ad una finanziaria concepita “in difesa“ dello status quo che
applica tagli lineari e non fa nessuna scelta di campo.
Se
è vero che le risorse scarseggiano è altrettanto vero che i 42 milioni per la benzina potevano essere ridotti e destinandone una quota solo ai comuni confinari. E lo stesso dicasi
per i tanti soldi buttati per la tutela del
friulano, perché il miglior modo di conservare una lingua è non
costringere gli abitanti della regione ad emigrare.
Tondo
si continua a vantare della scelta di aver voluto ridurre il debito e così, per aver
risparmiato 400 milioni di euro in 4 anni ha rinunciato alla possibilità di
investirne 1000.
Si
è rincorsa la crisi del lavoro mentre si doveva ridurre l’IRAP, aumentare i
fondi di rotazione, aiutando le imprese che applicavano i contratti di
solidarietà.
Questi
evidentemente sono banalissimi esempi tanto per rimarcare che, proprio nei
momenti di crisi, vanno fatti tagli mirati e scelte strategiche che guardano lontano.
Tondo
tutto questo non l’ha fatto e per questo fallimento spero in un cambio di
maggioranza nella prossima tornata elettorale.
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