Ieri il Consiglio regionale del FVG ha votato a maggioranza
(astenuto il M5S) una mozione, condivisa con tutte le altre Regioni, in materia
di modifica del bicameralismo paritario e del titolo V della Costituzione.
Analogamente e simultaneamente è stato fatto in tutti gli
altri consigli regionali d’Italia volendo in tal modo rimarcare sì la necessità
di modificare l’attuale assetto istituzionale dello Stato, ma anche l’irrinunciabile
ruolo delle Regioni quali organi periferici dello Stato.
Credo sia indispensabile fare un distinguo tra l’assoluta necessità di superale il
bicameralismo paritario, cosa del tutto condivisa, e il modo abborracciato,
estemporaneo e senza una chiara visione d’insieme con cui il governo Renzi sta
perseguendo questo obbiettivo.
Il fatto che queste modifiche siano proposte da un parlamento
di nominati, che siano appoggiate da un partito il cui leader, oltre che essere
un pregiudicato, negli anni ha dimostrato di far strame delle regole, certamente
non aiuta.
Anche il tentativo, maldestro, della nostra Presidente della
Regione di tacitare il presidente del Senato, richiamandolo alla fedeltà di partito,
solo per aver evidenziato le criticità del progetto di revisione costituzionale
non alimenta quel consenso, obbligatoriamente
ampio, che è necessario conseguire
per una riscrittura della nostra Carta costituzionale.
Quanto al peso, sempre maggiore, che la Serracchiani ha acquisito
all’interno del PD credo possa essere un vantaggio per tutti , perché la difesa
della Regione e della sua Specialità è senza dubbio più agevole se esercitata
da posizioni apicali.
Non mi sfugge che gli interessi del governo Renzi e quelli
della nostra Regione potrebbero essere divergenti ma credo che la nostra
Presidente non avrà dubbi nella scelta di dove schierarsi e, in ogni caso, noi valuteremo
in modo obiettivo i fatti.
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