Sabato
29 settembre, dopo la solita trafila di richieste ed autorizzazioni, sono
nuovamente entrato al CIE di Gradisca d'Isonzo per verificare, una volta di
più, se le notizie che faticosamente filtrano dall'interno corrispondevano al
vero.
Ho
trovato un popolo dolente, arrabbiato, deluso da una nazione che credevano
civile e che, invece, si dimostra ingiusta e vendicativa.
Vorrei
ricordare che CIE è l'acronimo di Centro Identificazione ed Espulsione, ma la
quasi totalità degli internati è stata identificata da anni e prima di essere
espulsi possono essere trattenuti in quella struttura, che per certi versi è peggiore
del carcere, per 18 mesi.
Quelli
che vengono dal carcere hanno già scontato per intero la pena e gli altri
possono essere lì semplicemente perchè il loro datore di lavoro (il più delle
volte italiano) non li ha messi in regola o perchè il loro permesso di
soggiorno è scaduto.
Molti
di loro dormono per terra perchè i materassi, danneggiati nell'ultima rivolta,
sono stati rimpiazzati solo in minima in parte. A turno accedono a piccoli
recinti completamente circondati dalle sbarre per l'ora d'aria, il campo da
calcio è off-limits dopo che alcuni "ospiti" sono riusciti a fuggire
per quella via, il cibo monotono è di pessima qualità, non possono avere
telefonini e qui mi fermo perchè l'elenco sarebbe troppo lungo e, sopratutt,o
già noto al nostro governo.
Purtroppo
anche la notizia di un tal Radouane, riportato al CIE con entrambe le gambe
ingessate per frattura dei calcagni, è del tutto vera. Nel momento in cui un
cittadino viene privato della libertà personale è compito dello Stato occuparsi
della sua salute e dovrebbe garantirgli le cure adeguate cosa evidentemente non
possibile al CIE.
Questo
"ospite", bloccato su una sedia a rotelle, deve invece affidarsi alla
benevolenza degli altri internati e di sicuro non gli viene fornita
l'assistenza cui avrebbe diritto.
Fa specie vedere un esecutivo, in cui molti
ministri si richiamo in modo esplicito ai valori del vangelo, che parla di indulto per svuotare le carceri e che, dimenticandosi dei disperati del CIE, continua ad applicare
norme razziste volute da un governo che
barattava la vita di molti diseredati con tal colonnello Gheddafi.
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