martedì 9 ottobre 2012

Riforma sanitaria: scatola vuota.


Oggi, con le audizioni degli amministratori locali, è iniziato l’iter che dovrebbe portare all’approvazione della riforma della sanità voluta dal centro destra.
La riforma della goverance è in realtà un contenitore vuoto, che parte da alcuni principi condivisibili (centralità del cittadino, continuità delle cure, integrazione socio-sanitaria), ma che lascia a futuri scenari la programmazione dettagliata.

In questo modo l’accorpamento delle aziende potrebbe anche prefigurare la chiusura di molte strutture ospedaliere minori senza che nel contempo le stesse funzioni siano state riproposte sul territorio.
Anche in considerazione di quanto accaduto in precedenza, è necessario esigere che prima di procedere ai tagli si sia provveduto a potenziare il territorio.

In modo pressoché unanime gli amministratori locali hanno manifestato la necessità che vi sia coincidenza tra ambito e distretto, ma hanno anche ricordato che l’accorpamento delle aziende di per sè non è sinonimo né di risparmio e né di migliori prestazioni .

E’ abbastanza singolare che questa maggioranza lamenti la scarsa condivisione della legge in discussione quando, di fatto, presenta a tutti gli operatori del settore un prodotto preconfezionato e che è suscettibile solo di modifiche marginali.

Tra l’altro anche i risparmi e il miglioramento della qualità del servizio evocati con il disegno di legge 216, in assenza di un qualsiasi studio documentato che li comprovi, restano appunto solo un'ipotesi.
Le criticità della sanità regionale, che sono note da tempo, in questa pseudo riforma non vengono non dico risolte ma nemmeno evocate.

E’ evidente che proporre una legge di riforma della sanità a termine di  legislatura sa molto di spot pre elettorale ma il rischio che si dia l’avvio ad una drastica riduzione dell’offerta sanitaria è del tutto concreta

Nessun commento: