venerdì 17 giugno 2016

Protocollo....bisogno di fare chiarezza.

Accompagnati da una nota esplicativa, sono arrivati i documenti che avevo richiesto per capire come gli uffici regionali avessero potuto protocollare, in entrata, un documento prima che lo stesso venisse scritto (si veda la richiesta di accesso agli atti del 26 maggio 2016).

La risposta (allegata) banalizza il tutto come un mero errore informatico dovuto al sistema di gestione del protocollo che, rilevando il medesimo oggetto nelle due missive, ha richiamato il protocollo precedentemente assegnato.
Diversamente sono convinto che ci si trovi difronte ad un falso redatto da un pubblico ufficiale, ad un reato commesso, quindi, contro la Pubblica Amministrazione.




La protocollazione non è solo la registrazione di un foglio con il numero progressivo, ma è l'inizio di un procedimento amministrativo. Il numero di protocollo è unico ed obbligatorio e viene fornito automaticamente dal software di programmazione che opera in maniera progressiva; cioè ogni volta che viene richiesto un numero, viene fornito il numero + 1, cioè un numero di una unità superiore al precedente.
Il numero diventa così una sorta di censimento automatico dei documenti ed è uno strumento di classificazione cronologica che determina e certifica la data di inizio del procedimento.

Quindi, quanto riportato nella risposta della Direzione regionale, è particolarmente grave in quanto conferma che, a distanza di ben quindici giorni, ad un nuovo documento in entrata è stato assegnato lo stesso numero di protocollo attribuito ad altro documento registrato due settimane prima. Se non bastasse, dalla lettura attenta delle due etichette si evince che i due documenti sono stati processati da due protocolli diversi e nonostante questo è stato attribuito loro lo stesso identico numero. La prima etichetta, infatti, è identificata con Prot n° 0018850/A-/ lett; data 28/09/2011, CL.-UO-DIR-CPL uff. La seconda: Prot.n° 00118850/A- lett 28/ 09/2011; CL- GFC-IT-SLO-07-13 uff.(vedi  foto allegate)



A questo punto è da ritenere che il sistema di protocollazione della Direzione regionale abbia potuto essere inaffidabile anche per i bandi di gara, le offerte, la presentazione dei progetti comunitari, le rendicontazioni, le selezioni pubbliche …... Chi ci garantisce che non venisse richiamato un protocollo di data antecedente e con lo stesso oggetto ad esempio in un bando di gara in cui conta l’ordine d’arrivo delle buste?

Analizzando il contenuto delle lettere, si evince che si tratta di difficoltà nelle rendicontazioni da parte dell’autore della lettera e, quindi, ci si chiede chi garantisce che le scadenze di tutte le rendicontazioni della gestione dei fondi comunitario siano state sempre rispettate?


Vedremo se l’esecutivo intende realmente fare chiarezza su di un tema di estrema importanza per il Friuli Venezia Giulia perché fatti come questi mettono in discussione la stessa credibilità della Regione. Considerato l’attuale livello di informatizzazione dell’amministrazione, che prevede una password e un sistema autorizzativo personalizzato per gli operatori risalire ai responsabili è solo una questione di volontà politica.