giovedì 31 maggio 2012

RAI - Trasmissioni in lingua slovena


Di seguito la risposta datami dal Presidente Tondo in merito alla mia interrogazione concernente le trasmissioni RAI in lingua slovena, con la quale chiedevo informazioni in merito alle iniziative che si intendono intraprendere per impedire la riduzione della proposta culturale, informativa e occupazionale della RAI regionale.
"(...) Al fine di rispondere in maniera più esauriente possibile, ho chiesto elementi al cons. Paolo Peluffo, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri rappresentandogli la preoccupazione per un'eventuale diminuzione dell'offerta radiotelevisiva a tutela delle minoranze linguistiche a seguito dei preannunciati tagli delle risorse destinate a tale finalità.
Il cons. Peluffo ha risposto assicurando che i Suoi Uffici insieme a quelli della RAI stanno individuando soluzioni finalizzate a reperire risorse per riequilibrare gli importi destinati alle convenzioni a favore delle minoranze linguistiche e a poter garantire un livello di offerta informativa adeguato.
Nel comunicare quanto sopra ai sensi e per gli effetti di cui all'art. 161, comma 4, del Regolamento interno del Consiglio regionale, e nella speranza di aver risposto esaustivamente ai quesiti proposti, si coglie l'occasione per inviare i miei migliori saluti."
firmato dott. Renzo Tondo.

mercoledì 23 maggio 2012

Previdenza complementare.


Si è discusso ieri in Aula del Disegno di legge 199 con cui la nostra Regione istituisce il Fondo pensione previdenziale complementare, in modo da affiancare alla previdenza obbligatoria quella complementare appunto, in ragione della progressiva diminuzione dell’ammontare delle pensioni, che per i giovani di oggi saranno pari a circa il 50-60% della loro retribuzione già, peraltro, scarna.

La mia è stata l’unica astensione che si è avuta in Commissione e una delle poche dell’Aula. Il mio comportamento è dovuto ad alcune perplessità dovute alle condizioni economiche in cui si trovano i nostri giovani che non credo avranno la possibilità di versare i 200 euro mensili per un minimo 24 anni necessari per aderire al fondo.
Oltre a ciò, per l’avvio di questo strumento, la Regione ha previsto un contributo talmente esiguo, si parla di circa 1,5 milioni di euro, da far dubitare che creda fermamente in questo strumento. Altre Regioni, certamente più ricche della nostra, hanno investito cifre nell’ordine di qualche centinaia di milioni di euro per alcuni anni dimostrando, appunto, di crederci e di volerla questa pensione complementare. La scusa dell’esiguità delle risorse pubbliche non regge perché, solo pochi mesi fa in piena crisi economica, abbiamo finanziato cospicuamente altri settori con opere di dubbia utilità (basti ricordati i 10 milioni di euro messi a disposizione con provvedimenti puntuali per ristrutturare case di parroci, campetti da calcio degli oratori o per finanziarie la realizzazione del mosaico di una chiesa). A questo si aggiunge il fatto che si parla di opportunità, ma è difficile che in tempi di crisi come questo i giovani puntino sulla previdenza complementare quando non hanno né i soldi da poter accantonare, visto la precarietà dei loro lavori e l’esiguità degli stipendi, né si può dire che la previdenza complementare possa risolvere i loro problemi visto che rischiano di non avere nemmeno quella di base.

lunedì 21 maggio 2012

Rifiuti campani in Regione.

Questa mattina ho presentato la seguente Interrogazione a Risposta Immediata.

"Premesso che, a differenza di altri, considero e desidero un'Italia unita e solidale stante che il popolo italiano tutto ha più volte dato dimostrazione della sua forza e della sua umanità sia nei conflitti che nei disastri naturali, dimostrando nei fatti che solo uniti si possono superare le avversità;

considerato che trovo giusto e nobile che la regione Friuli Venezia Giulia contribuisca, così come altre regioni, a risolvere l'emergenza rifiuti della Regione Campania;

preso atto che l'alone di segretezza che ha accompagnato l'arrivo di numerosi container di rifiuti dalla Campania non fa che alimentare sospetti in merito alla loro pericolosità;

considerato che l'Assessore Ciriani si era pubblicamente espresso contro la possibilità di accogliere e incenerire rifiuti provenienti da altre regioni d'Italia;

ritenuto che la pratica dell'incenerimento è di per sè da scoraggiare

si chiede all'Assessore competente quali fatti siano intervenuti a giustificazione di questo radicale cambiamento di posizione, che vengano resi pubblici i termini dell'accordo con la Regione Campania e, soprattutto, quali accertamenti la regione ha predisposto a tutela della salute dei nostri concittadini. "


Di seguito la risposta datami dall'Assessore Ciriani.
"(...) si conferma che, riguardo alla questione posta, la posizione della Regione è rimasta immutata.

La Regione non ha stipulato alcun accordo o intesa con la Regione Campania in ordine allo smaltimento nel territorio regionale, dei rifiuti provenienti da quella Regione in quanto, in base alle ordinanze della Presidenza del Consiglio dei Ministri n. 295 e n. 296, entrambe di data 31 dicembre 2009, con le quali sono state rilasciate le autorizzazioni integrate ambientali agli impianti extraregionali dai quali provengono i rifiuti smaltiti in Regione, detti rifiuti sono identificati con il codice CER 19.12.12 e, quindi, come rifiuti speciali.

Si rileva, in proposito, che i rifiuti speciali possono circolare liberamente sul territorio nazionale, posto che l'articolo 182, comma 3 del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152 sancisce il divieto di smaltimento in Regioni diverse da quelle di produzione, per i soli rifiuti urbani non pericolosi e fatta salva, comunque, l'eventuale stipula di accordi interregionali ovvero, di intese con la Regione Campania come disposto dall'articolo 1, comma 7 del decreto legge 196/2010 (Disposizioni relative al subentro delle amministrazioni territoriali della Regione Campania nelle attività di gestione del ciclo integrato dei rifiuti), convertito dalla legge 1/2011 e, recentemente, modificato dall'articolo 1, comma 2-bis del decreto legge 2/2011 (Misure straordinarie e urgenti in materia ambientale) convertito dalla legge 28/2012.

Si sottolinea, inoltre, che la verifica dell'eventuale pericolosità dello smaltimento dei rifiuti di provenienza extraregionale, è attuata dall'autorità competente, nell'ambito del programma dei controlli previsto, ai sensi dell'articolo 29-decies del decreto legislativo 152/2006, dall'autorizzazione integrata ambientale rilasciata dalla struttura regionale competente.

Si segnala, in quanto pertinente all'argomento, che è imminente il pronunciamento del Consiglio di Stato in ordine a questione, analoga a quella in disamina, inerente la possibilità di classificare come speciali, i rifiuti prodotti dal trattamento meccanico dei rifiuti, identificati con il codice CER 19.12.12, sollevata nel ricorso promosso avverso la sentenza n. 4915 del 31 maggio 2011, con la quale il TAR Lazio ha affermato che, ai fini del trasporto e dello smaltimento dei rifiuti fuori Regione "non può essere considerata decisiva l'attribuzione del codice CER 19.12.12, perchè le operazioni di tritovagliatura..... non sono, quindi, utili, da sole, a cambiare la classificazione del rifiuto secondo l'origine. Affermare il contrario significherebbe consentire - mediante la semplice operazione meccanica e di riduzione del volume - disattendere la normativa che disciplina la gestione dei rifiuti urbani, il principio di autosufficienza e il divieto di smaltimento in Regioni diverse da quella di produzione".

In buona sostanza, il TAR Lazio ha negato che una mera operazione di "tritovagliatura" possa configurare il "trattamento" che, ai sensi dell'articolo 183, comma 1, lettera s) del decreto legislativo 152/2006, consiste in quelle "operazioni di recupero o smaltimento" di rifiuti, dalle quali derivano, appunto, i rifiuti speciali identificati con il codice CER 19.12.12 (Per il VIP: non possono circolare liberamente)

Si aggiunge che il Consiglio di Stato, ai fini della decisione, ha disposto che "...il Ministero dell'Ambiente, acquista una relazione tecnico scientifica in base alla quale possa valutarsi l'attuale situazione dei rifiuti derivanti da tritovagliatura alla luce del sistema complessivo della normativa comunitaria e nazionale, specificandosi in particolare se essi siano da considerarsi rifiuti speciali ovvero rifiuti urbani".

L'udienza di discussione è fissata per il prossimo 26 giugno 2012."