mercoledì 23 maggio 2012

Previdenza complementare.


Si è discusso ieri in Aula del Disegno di legge 199 con cui la nostra Regione istituisce il Fondo pensione previdenziale complementare, in modo da affiancare alla previdenza obbligatoria quella complementare appunto, in ragione della progressiva diminuzione dell’ammontare delle pensioni, che per i giovani di oggi saranno pari a circa il 50-60% della loro retribuzione già, peraltro, scarna.

La mia è stata l’unica astensione che si è avuta in Commissione e una delle poche dell’Aula. Il mio comportamento è dovuto ad alcune perplessità dovute alle condizioni economiche in cui si trovano i nostri giovani che non credo avranno la possibilità di versare i 200 euro mensili per un minimo 24 anni necessari per aderire al fondo.
Oltre a ciò, per l’avvio di questo strumento, la Regione ha previsto un contributo talmente esiguo, si parla di circa 1,5 milioni di euro, da far dubitare che creda fermamente in questo strumento. Altre Regioni, certamente più ricche della nostra, hanno investito cifre nell’ordine di qualche centinaia di milioni di euro per alcuni anni dimostrando, appunto, di crederci e di volerla questa pensione complementare. La scusa dell’esiguità delle risorse pubbliche non regge perché, solo pochi mesi fa in piena crisi economica, abbiamo finanziato cospicuamente altri settori con opere di dubbia utilità (basti ricordati i 10 milioni di euro messi a disposizione con provvedimenti puntuali per ristrutturare case di parroci, campetti da calcio degli oratori o per finanziarie la realizzazione del mosaico di una chiesa). A questo si aggiunge il fatto che si parla di opportunità, ma è difficile che in tempi di crisi come questo i giovani puntino sulla previdenza complementare quando non hanno né i soldi da poter accantonare, visto la precarietà dei loro lavori e l’esiguità degli stipendi, né si può dire che la previdenza complementare possa risolvere i loro problemi visto che rischiano di non avere nemmeno quella di base.

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