lunedì 22 ottobre 2012

ASSICURAZIONI SANITARIE.

Di seguito l'interrogazione a risposta immediata che ho presentato oggi:


Premesso che il 2 luglio 2012, a seguito delle indagini svolte nei confronti della Societatea de Asigurare Reasigurare City Insurance S.A. con sede in Romania Str.Andrei Muresanu nr14, Sector 1 Bucarest, l'Istituto per la Vigilanza sulle Assicurazioni Private e di Interesse Collettivo (ISVAP) ha disposto, ai sensi dell'articolo 193, comma 4, del D.Lgs. 7 settembre 2005, n. 209 e dell'articolo 40, comma 5, della Direttiva 92/49/CEE, il divieto per tale società a stipulare nuovi contratti nel territorio della Repubblica italiana;

considerato il DSC ha stipulato le polizze assicurative RCT/O delle Aziende Ospedaliere della Regione con la Amtrust Insurance Underwritters Limited con sede a Dublino e che la City Insurance S.A. risulterebbe intervenuta sulle garanzie fidejussorie;

preso atto che l'eventuale inadempienza della AM Trust e il venir meno delle garanzie fidejussorie da parte della City Insurance S.A. esporrebbe la Regione al rischio di dover rispondere in solido degli eventuali danni accertati;

visto che in base all'articolo 167 del D.Lgs. 209/2005 è nullo il contratto di assicurazione stipulato con un'impresa non autorizzata o con un’impresa alla quale sia fatto divieto di assumere nuovi affari e che la nullità può essere fatta valere solo dal contraente o dall'assicurato

si chiede all'Assessore competente quali azioni intenda intraprendere nel caso in cui la City Insurance S.A. garantisca o abbia garantito le polizze RCT/O delle Aziende Ospedaliere della Regione.

giovedì 18 ottobre 2012

Piano del Governo del territorio.


Ieri in IV Commissione è stato votato a maggioranza il “Piano del Governo del Territorio”, che in realtà è il PROGETTO del PGT.

Il mio VOTO CONTRARIO è dovuto a diverse motivazioni.

Per prima cosa la gerarchia che esiste nell’ambito della pianificazione è stata rovesciata in quanto si è partiti dalla programmazione di settore, quella particolare, e manca invece, quella generale e cioè il Piano Paesaggistico e la Carta dei Valori, che sono gli strumenti principali a cui tutte le scelte pianificatorie dovrebbero fare capo.

È evidente che prima si identificano i valori non negoziabili e solo dopo, o al massimo contestualmente, si procede alla stesura del PGT

Si sono anche violate le stesse regole che questa maggioranza si era data: si era detto di voler un piano condiviso che doveva nascere dal basso, invece al territorio e ai vari portatori di interesse si è presentato un progetto in cui le scelte strategiche sono già state fatte.
Non sappiamo come questo Piano verrà implementato, ma se questo esecutivo aveva la reale intenzione di recepire le istanze degli stakeholders li avrebbe auditi prima e non dopo la stesura del Piano.

Una legge come questa che è strategica perchè andrà a condizionare lo sviluppo economico e sociale della regione per i prossimi 20 anni, ma che nasce non condivisa, in modo frettoloso e quale spot pre –elettorale di Tondo, rischia, una volta di più, un clamoroso naufragio di cui non si sentiva il bisogno ma che rimarcherà la clamorosa distanza tra la politica e il paese reale.

Si auspica, perlomeno, che l’esecutivo su questo delicato tema voglia raggiungere con l’ANCI l’INTESA e non ci si limiti a voler recepire solo un mero parere che non ha valore vincolante e di cui si può tener conto o meno.

lunedì 15 ottobre 2012

Vicenda Osmer, qualche dato in più.

Con riferimento al trasferimento dell'OSMER dall'Arpa alla Protezione Civile della Regione, allego di seguito il link all'elenco degli atti concernenti la vicenda e le domande che ho fatto in IV Commissione:

martedì 9 ottobre 2012

Riforma sanitaria: scatola vuota.


Oggi, con le audizioni degli amministratori locali, è iniziato l’iter che dovrebbe portare all’approvazione della riforma della sanità voluta dal centro destra.
La riforma della goverance è in realtà un contenitore vuoto, che parte da alcuni principi condivisibili (centralità del cittadino, continuità delle cure, integrazione socio-sanitaria), ma che lascia a futuri scenari la programmazione dettagliata.

In questo modo l’accorpamento delle aziende potrebbe anche prefigurare la chiusura di molte strutture ospedaliere minori senza che nel contempo le stesse funzioni siano state riproposte sul territorio.
Anche in considerazione di quanto accaduto in precedenza, è necessario esigere che prima di procedere ai tagli si sia provveduto a potenziare il territorio.

In modo pressoché unanime gli amministratori locali hanno manifestato la necessità che vi sia coincidenza tra ambito e distretto, ma hanno anche ricordato che l’accorpamento delle aziende di per sè non è sinonimo né di risparmio e né di migliori prestazioni .

E’ abbastanza singolare che questa maggioranza lamenti la scarsa condivisione della legge in discussione quando, di fatto, presenta a tutti gli operatori del settore un prodotto preconfezionato e che è suscettibile solo di modifiche marginali.

Tra l’altro anche i risparmi e il miglioramento della qualità del servizio evocati con il disegno di legge 216, in assenza di un qualsiasi studio documentato che li comprovi, restano appunto solo un'ipotesi.
Le criticità della sanità regionale, che sono note da tempo, in questa pseudo riforma non vengono non dico risolte ma nemmeno evocate.

E’ evidente che proporre una legge di riforma della sanità a termine di  legislatura sa molto di spot pre elettorale ma il rischio che si dia l’avvio ad una drastica riduzione dell’offerta sanitaria è del tutto concreta

lunedì 1 ottobre 2012

CIE: una vergogna per un Paese che si dice civile.


Sabato 29 settembre, dopo la solita trafila di richieste ed autorizzazioni, sono nuovamente entrato al CIE di Gradisca d'Isonzo per verificare, una volta di più, se le notizie che faticosamente filtrano dall'interno corrispondevano al vero.

Ho trovato un popolo dolente, arrabbiato, deluso da una nazione che credevano civile e che, invece, si dimostra ingiusta e vendicativa.

Vorrei ricordare che CIE è l'acronimo di Centro Identificazione ed Espulsione, ma la quasi totalità degli internati è stata identificata da anni e prima di essere espulsi possono essere trattenuti in quella struttura, che per certi versi è peggiore del carcere, per 18 mesi.

Quelli che vengono dal carcere hanno già scontato per intero la pena e gli altri possono essere lì semplicemente perchè il loro datore di lavoro (il più delle volte italiano) non li ha messi in regola o perchè il loro permesso di soggiorno è scaduto.

Molti di loro dormono per terra perchè i materassi, danneggiati nell'ultima rivolta, sono stati rimpiazzati solo in minima in parte. A turno accedono a piccoli recinti completamente circondati dalle sbarre per l'ora d'aria, il campo da calcio è off-limits dopo che alcuni "ospiti" sono riusciti a fuggire per quella via, il cibo monotono è di pessima qualità, non possono avere telefonini e qui mi fermo perchè l'elenco sarebbe troppo lungo e, sopratutt,o già noto al nostro governo.

Purtroppo anche la notizia di un tal Radouane, riportato al CIE con entrambe le gambe ingessate per frattura dei calcagni, è del tutto vera. Nel momento in cui un cittadino viene privato della libertà personale è compito dello Stato occuparsi della sua salute e dovrebbe garantirgli le cure adeguate cosa evidentemente non possibile al CIE.
Questo "ospite", bloccato su una sedia a rotelle, deve invece affidarsi alla benevolenza degli altri internati e di sicuro non gli viene fornita l'assistenza cui avrebbe diritto.

Fa specie vedere un esecutivo, in cui molti ministri si richiamo in modo esplicito ai valori del vangelo, che parla di  indulto per svuotare le carceri e che, dimenticandosi  dei disperati del CIE, continua ad applicare norme razziste volute da un governo che  barattava la vita di molti diseredati con tal colonnello Gheddafi.

Laboratorio di Cividale:malato terminale?


Non è ancora un malato terminale (si definisce terminale un paziente che ha un'aspettativa di vita di 3 mesi), perchè la constatazione del decesso avverrà dopo le elezioni, ma ci siamo quasi. Mi riferisco ovviamente alle condizioni di salute dell'Ospedale di Cividale che si sono ulteriormente aggravate dopo la recente visita del Direttore Sanitario che comunicava l'ennesimo taglio.

Questa volta tocca al laboratorio e le motivazioni sono sempre le stesse: si eseguono troppo pochi esami per giustificare la presenza del tecnico. Peccato che si ometta di dire che si è fatto di tutto perchè questo accadesse. E' come se a fine anno la direzione sanitaria, commentando la riduzione del numero delle ecografie e il crollo delle mammografie a Cividale, omettesse di dire che il mammografo se lo sono portato via e il collega della radiologia lo hanno spostato a Udine due giorni su 5.

D'ora in poi sarà lo stesso infermiere che esegue il prelievo a preparare il campione e introdurlo nella macchinetta dedicata che eseguirà automaticamente l'analisi.

Sono sicuro che la Direzione Sanitaria ha fatto tutte le verifiche legali del caso, ma sono ugualmente curioso di acquisire il parere della magistratura per capire chi risponderà nel caso in cui un paziente subisca un danno per un esame sbagliato. Arresteranno la macchinetta, l'infermiere che si è improvvistato tecnico o il medico che si è fidato di un esame non validato?
Bisognerà, inoltre, capire quale reponsabilità attribuire all'infermiera/e che abbandona il reparto per andare in pronto soccorso a fare le analisi.

Ammettendo che il tutto fosse legale, mi aspetto che il numero dei tecnici di laboratorio di Udine cali drasticamente in favore di tanti nuovi apparecchi automatici e che il primario di laboratorio sia sostituito da un omino che girando tra le macchinette provvede alla loro pulizia e rifornimento.
Di contro, i tecnici, per la proprietà transitiva, potranno essere impiegati in reparto, previo rapidissimo stage di nursing.
Il prossimo passaggio sarà fare la macchinette a gettoni, ovviamente, con possibilità del resto.

Anche questa volta attendiamo le calibrate rimostranze dei politici locali che possano rassicurare il loro elettorato senza irritare troppo l'esecutivo regionale a loro affine. Del resto, come diceva don Abbondio, se uno il coraggio non c'è l'ha non se lo può dare.

Facezie a parte credo che i cittadini delle Valli e del Cividalese abbiano il diritto di sapere, prima delle elezioni, quali impegni formali si assumeranno i politici locali su questo tema così come i Triestini hanno il diritto di sapere che se si farà il rigassificatore a Zaule sarà solo perchè Tondo ha espresso l'intesa con Roma.