mercoledì 31 marzo 2010

IRI: chiedere è lecito, rispondere è cortesia.

L’assessore Riccardi è stato, oggi, molto infastidito dalla mia interrogazione riguardo adempimenti relativi al catasto strade (qui sotto pubblicata) . L’assessore ha esordito con l’espressione “ma Lei ci è o ci fa?” in quanto, secondo lui, le premesse all’interrogazione non erano chiare. L’espressione usata ha, però, generato l’indignazione di alcuni consiglieri, i quali sono intervenuti contro l’Assessore perchè l’hanno considerata offensiva. Riccardi ha, poi, fornito una risposta incompleta e parziale rispetto alla domanda posta, in quanto si è limitato ad affermare che l’ultimo degli aggiornamenti che dovrebbero essere posti in essere ogni anno è stato fatto nel 2009, senza specificare, come richiesto, se l’adempimento sia stato eseguito, come da contratto, ogni anno oppure no!

E’ del tutto evidente che continuando a dare delle risposte che eufemisticamente potremmo definire incomplete, i numerosissimi interrogativi che la vicenda solleva non potranno essere fugati e quindi continuerò a fare domande e richieste di chiarimenti in merito, piaccia o meno all’assessore competente.

Messaggero Veneto: i medici protestano.

Sul Messaggero Veneto di oggi è stato pubblicato un articolo intitolato “Ospedale declassato, i medici protestano”, il quale apre con l’invito rivolto ai politici a “muoversi”, a fare qualcosa per non impoverire l’Ospedale di Udine.
A tal proposito va ricordato l’intervento del Consigliere regionale Stefano Pustetto il quale, a inizio mese, è stato accusato di ostruzionismo per il suo intervento di un’ora e venti in terza Commissione consiliare, in cui si trattava di Piano Socio Sanitario 2010-2012. In realtà, in quel lungo intervento sono state riportate le criticità individuate nel Piano e sono state rivolte all’Assessore Kosic tutta una serie di domande riguardo alle decisioni prese a proposito di sanità con il Piano recentemente approvato. Quanto affermato oggi sul giornale era stato, quindi, già preannunciato e contestato dal consigliere in quell’occasione. Infatti, tra quanto affermato, vi è la richiesta rivolta all’assessore su come pensi di coinvolgere gli operatori del comparto sanitario lasciando ben undici primariati scoperti al S.M.M. e a tal proposito si rimanda alla d.g.r. 2335 del 22.10.2009 firmata dal dott. Basaglia e questo solo perché la chiusura del 2009 non è risultata in equilibrio di bilancio. In tale atto, infatti, si dice testualmente “si ritiene di sospendere la valutazione per la copertura delle seguenti CS in vista delle determinazioni definitive che saranno assunte nell’ambito del Piano Socio Sanitario riguardo alle funzioni interessate: Gestione di presidio, Tecnologie Informazioni e Comunicazione, Anestesia e Rianimazione, Medicina Trasfusionale, Urologia, Accreditamento Gestione Rischio Clinico. Analogamente (…) viene sospesa la valutazione sull’affidamento della responsabilità delle seguenti Strutture Semplici Dipartimentali: Radiodiagnostica d’urgenza e d’emergenza, Trattamento del paziente a bassa intensità di cura, Neurofisiologia interventistica, Malattie emorragiche e trombatiche”.
Da qui la considerazione secondo la quale il nostro Assessore la promozione/potenziamento di un reparto avviene con la rimozione/mancata sostituzione della figura apicale. Si mette in evidenza come l’approccio prettamente economico vizi alla radice il PSSR. Occorre poi ricordare che risposte inadeguate alle reali necessità degli operatori rischiano di determinare la disaffezione degli stessi con un danno enorme per l’operatività della struttura.

IRI: nomina del nuovo Direttore Generale dell'Aziensa Territoriale Triestina.

Premesso che dal giorno 8.3.10 l’incarico di Direttore Generale dell’Azienda per i servizi sanitari n. 1 ”Triestina” è vacante;

Premesso che con delibera n . 501 del 18.3.10, su proposta dell’Assessore alla Salute, si è proceduto alla nomina del dott. Fabio Samani quale Direttore Generale dell’Azienda per i servizi sanitari n. 1 ”Triestina”;

Preso atto che il suddetto nominativo è compreso nell’apposito elenco di aspiranti Direttori Generali da ultimo approvato con DGR n. 1958 del 27.8.09;

Considerato che fra i requisiti necessari per l’iscrizione al summenzionato albo è necessaria un’ esperienza in posizione dirigenziale con autonomia gestionale e diretta responsabilità delle risorse umane, tecniche o finanziarie così come previsto specificatamente all’art. 3 bis del DLgs 502/92

Considerato che il curriculum presentato del dott. Samani non pare avere i requisiti richiesti


Si chiede di conoscere le motivazioni della iscrizione del dott. Samani al suddetto albo degli aspiranti Direttori Generali e conseguentemente della sua nomina quale Direttore Generale dell’azienda Territoriale n. 1 “Triestina”.

IRI: Autovie Venete/catasto strade.

All’assessore regionale alla mobilità, energia e infrastrutture di trasporto Riccardo Riccardi.

Considerato che il catasto strade fornito dall’ ANAS alla Regione per le strade di sua competenza non pare ottemperare alle specifiche così come richieste dal DM 01.06.2001;

Preso atto che notizie giornalistiche riferiscono di numerose perquisizioni fatte dai Carabinieri nelle sedi di Autovie Venete, Friuli Venezia Giulia Strade S.p.A., ANAS, ecc;

Considerato l’allarme sociale e l’indignazione provocati dalle numerose inchieste in corso per gli appalti gestiti senza la necessaria trasparenza da alcune amministrazioni pubbliche;

In un’ottica di trasparenza della gestione della “Res Pubblica” e per fugare ogni dubbio sulla corretta gestione e controllo delle società su indicate, che ricordo essere variamente partecipate dalla Regione che Lei rappresenta ;

Si chiede di sapere se la convenzione Autovie Venete S.p.A /l’ANAS relativa agli accordi in merito al catasto strade sia stata rispettata e, specificatamente, se il Concessionario abbia, come da contratto, provveduto ad aggiornare annualmente e a presentare al Concedente il Catasto Stradale Informatizzato.

martedì 30 marzo 2010

Lo strano comportamento di Kosic.

Venerdì 26.03.10 ho letto, con sorpresa, la lunga intervista che l'assessore regionale alla salute Kosic ha rilasciato al Messaggero Veneto in merito Piano Socio Sanitario 2010-12 recentemente approvato dalla Regione.

In verità le sorprese sono state ben due.

La prima era constatare che il nostro assessore Kosic era miracolosamente guarito dalla fastidiosissima afasia che lo aveva colpito subito dopo aver presentato il Piano SSR, fastidio questo che gli aveva impedito di rispondere alle obiezioni e incongruenze che tutta la minoranza, e il sottoscritto in particolare, avevano rilevato nel piano stesso.

La seconda è che le domande del giornalista sembrano fatte apposta per far fare a Kosic uno spot senza entrare nel merito della sostanza.

Per esempio bastava che venissero riproposti almeno alcuni dei numerosissimi quesiti emersi dal dibattito in III commissione:
· è vero, come sostengono 3 operatori su 4 del Co -118, che fare la centrale unica a Palmanova costerà 72 milioni di euro?
· è vero che il 50% del costo del nuovo ospedale di Pordenone verrà sostenuto dai privati con il project financing? E qualora le cifre fossero queste quale parte di sanità pubblica si intende privatizzare ?
· è vero che gli ospedali ex articolo 21 manterrano le loro funzioni? poche pagine oltre, infatti, si afferma “previo studio di fattibilità”
· come si concilia l'affermazione, più volte ribadita, della volontà del “coinvolgimento delle Aziende e rappresentanza delle comunità locali ” con l'esautoramento della Conferenza dei sindaci di Codroipo e con l'aver del tutto ignorato il documento firmato di sindaci del pordenonese che si opponevano all'idea degli Ospedali riuniti ?
· perché non ha voluto spiegare quali direttive impartirà per una corretta applicazione l'art. 35 del Dlgs 286/98 ( in merito alla chiusura degli ambulatori per clandestini)?
· quale sarà il nuovo metodo di finanziamento delle ASL.?

Sarebbe stato molto interessante sapere l'orientamento dell'assessore e della sua maggioranza su quesiti cosi importanti, perché il silenzio può voler dire molte cose, per esempio che non si è in grado di dare delle risposte o, peggio, che non le si vuole dare.

giovedì 25 marzo 2010

Il lupo perde il pelo, ma non il vizio.

Ieri, in terza Commissione, si è fatto finta di analizzare i report sulle “liste di attesa“, dopo l’entrata in vigore di una legge tanto inutile quanto voluta per fini propagandistici da questa maggioranza.

Che non si volesse discutere seriamente di un problema reale che tocca ogni giorno tanti concittadini lo si è capito dalle prime, poche, generiche parole dell’assessore Kosic che, come al solito, non è riuscito a produrre nemmeno uno straccio di relazione che analizzasse concretamente i dati numerici che ci erano stati forniti alcuni giorni prima.

E’ evidente che per dimostrare che la legge regionale 7/2009 aveva prodotto i risultati sperati bisognava raffrontare i dati attuali con quelli precedenti all’entrata in vigore della legge stessa, solo che questi, casualmente, a noi sono stati forniti solo durante la discussione ed erano contenuti in ben 125 pagine fitte di numeri che, ovviamente, abbiamo potuto solo sfogliare.

Anche in Regione i fedeli sudditi dell’unto dal Signore lo imitano producendo spot ed evitando con cura di entrare nel merito delle questioni, qualora poi fosse l’opposizione a fare domande, ovviamente inopportune, allora basta non rispondere come ha fatto l’assessore Kosic anche in occasione del Piano Socio Sanitario Regionale 2010-12.

giovedì 18 marzo 2010

A proposito di sostegno alle locazioni.

Ieri in IV Commissione si è discusso delle modifiche al regolamento per gli interventi a sostegno delle locazioni, le quali concernono principalmente quelli che sono i requisiti di accesso ai benefici. Questo cambiamento è, in realtà, un atto dovuto, ma per questo non meno grave, dopo che questa maggioranza ha approvato la legge regionale n° 18 del 15.1009

Si è deciso che i beneficiari dovranno risiedere o svolgere attività lavorativa in Italia da almeno 10 anni, anche non consecutivi, di cui almeno uno sul territorio regionale.

Sono molti i motivi per cui considero del tutto sbagliata ed iniqua la scelta di utilizzare la residenza, e non il bisogno, come parametro essenziale per l’accesso a un bene primario come la casa.

Perché un lavoratore onesto, che paga le tasse, che contribuisce alla crescita di questo Paese sia in termini economici che demografici, che spesso si fa carico dei lavori rifiutati dai nostri connazionali deve essere discriminato ed umiliato solo perché ha una pelle diversa?

Capisco che ci voglia un minimo di radicamento, ma 1-2 anni di residenza non sono più che sufficienti?

Si è realisticamente convinti che la Regione può fare a meno di tutti gli immigrati? e se, come ovvio, la risposta è negativa non è meglio integrare chi vive in questo Paese piuttosto che creare dei ghetti che prima o dopo esploderanno?

Anche nel caso in cui questa politica determinasse al fuga degli immigrati attualmente presenti, quando ci sarà la ripresa economica la richiesta di lavoratori favorirà una nuova ondata di immigrati che dovranno incominciare da zero un percorso di integrazione. Allora, non sarebbe meglio favorire il radicamento di chi è già qui e si è gia integrato?

Quello che non si vuole dire è che le case mancano per tutti, sia che si tratti di Italiani doc o extracomunitari, perchè da anni in Italia, a differenza degli altri Stati europei, si investe in modo del tutto inadeguato in edilizia sovvenzionata o agevolata.

giovedì 11 marzo 2010

PSSR: ostruzionismo o critica costruttiva?

La giornata di martedì, dedicata alla discussione del PSSR 2010-12, è iniziata nel peggiore dei modi, perché Kosic ha aperto la seduta illustrando le ennesime correzioni al Piano stesso a degli allibiti commissari cui non era stata nemmeno distribuita copia delle modifiche volute dall’assessore.

Per i non addetti, quella di ieri era la sesta volta che la III commissione veniva convocata sul PSSR e, per la prima volta, si sarebbe potuto discutere su di un testo che la stessa maggioranza aveva più volte stoppato, modificato, implementato, corretto ecc.

Non so come aggettivare un esecutivo che “casualmente” si scorda di avvisare l’opposizione che il testo su cui si discute nottetempo è stato cambiato, ma considerato come sono andate le cose, potevano anche evitarsi questa figuraccia.

L’assessore aveva già la soluzione: bastava non rispondere alle eventuali domande che gli sarebbero state poste. Sì perché dopo 90 minuti di intervento per nulla ostruzionistico, ma che in modo puntuale metteva in evidenza le marchiane contraddizioni presenti nel piano, che chiedeva riscontro di scelte gestionali, di investimenti, applicazione di norme legislative e del rispetto di accordi già sottoscritti, Kosic ha deciso di non rispondere. Ma non è che non ha risposto a qualche domanda, non ha sentito il bisogno di rispondere a nessuna delle domande fatte.

Sono convinto che non sia trascurabile sapere:
· perché non vengono nominati 11 primari all’ospedale di Udine
· come si pensa di ridurre il numero di laboratori analisi e nel contempo finanziare la costruzione di più laboratori a distanza di pochi km
· com’è possibile dire che gli ospedali ex art. 21 resteranno come sono e nel contempo, qualche pagina più in là, dire, “previo studio di fattibilità, se i conti saranno in ordine, se le liste di attesa verranno abbattute, se i posti di RSA verranno completati se, se , se“
· è vero che fare la centrale unica del 118 costerebbe 72 milioni di euro? è questo il risparmio cercato?
· è vero che i privati parteciperebbero con 50 milioni di euro nel nuovo ospedale di Pordenone? e che cosa vorrebbero in cambio?
E questi sono solo alcuni esempi dei problemi a cui l’assessore non dà una soluzione.

lunedì 8 marzo 2010

Alcune considerazioni sul PSSR 2010-2012.

Un po’ alla volta, faticosamente, stanno emergendo le criticità, le omissioni e i veri fini ispiratori del Piano Socio Sanitario voluto da questa maggioranza.

Basterebbe analizzare come questo PSSR ha visto la luce per rendersi conto di come un tema delicato e complesso come quello della sanità sia stato affrontato, nella migliore delle ipotesi, con faciloneria e supponenza.

Un qualsiasi progetto vede come prima azione la raccolta dei dati, poi si fa una fotografia della situazione attuale, si valutano le criticità, si sentono i principali attori/operatori del settore e solo alla fine, questa volta con cognizione di causa, si scrive un piano credibile.

In questo caso si è fatto esattamente l’opposto: il PSSR nasce nelle segrete stanze e viene approvato dalla giunta, all’unanimità. Il 5 novembre, poi, viene presentato alla commissione di merito quando è già noto che il presidente Tondo lo aveva bocciato. Solo a questo punto si fanno le audizioni e si riscrive tutto. Nel frattempo, fatto certamente non marginale, il ministro Fazio esprime un parere negativo su quanto fatto da Kosic.

E’ in questo contesto che bisogna leggere i provvedimenti scritti e soprattutto quelli non scritti del PSSR, che volutamente sceglie la strade dell’ambiguità e dell’interpretazione, non volendo affrontare i veri nodi che stringono la sanità regionale.

Il rinvio delle nomine di 11 primari del SMM di Udine, così come delegare ai direttori generali scelte che competono alla politica e viceversa, avvocare alla regione competenze gestionali che sono in capo ai Direttori Generali, il non fare chiarezza sulle reali regole del funzionamento del modello hub ad spoke non fanno altro che demotivare un personale medico e infermieristico che da sempre antepone ai propri interessi quelli del paziente.

A parole si invoca la partecipazione e la condivisione delle scelte, si sbandiera come scelta unica e democratica il libro verde e poi, nei fatti, non si tiene conto di quanto emerso.
Nello stesso modo, dopo che tutti i sindaci della provincia di Pordenone(51 su 51), si sono espressi contro l’ipotesi dell’unione di tutti gli ospedali della provincia sotto la guida dell’Ospedale di PN, si mette nero su bianco che dal primo di gennaio 2011 si farà esattamente questo.

I veri problemi, quelli segnalati da tutti gli operatori non trovano risposte adeguate nel PSSR.
Per esempio:
· Come rispondere alle criticità segnalate come l’assenza di posti letto nelle terapie intensive, nei reparti post- acuti, nelle RSA, negli Hospice, nelle mediche ?
· Perché è importante spostare la centrale del 118 a Palmanova e non è invece prioritario rivedere il piano dell’emergenza adottato da più di 20 anni ?
· E’ vero che avere una unica centrale del 118 costerà 72 milioni di euro?
· Adegueremo le cure palliative a quelli che sono gli standard previsti ?
· Che fine fanno gli accordi già stipulati tra università/ ospedale SMM?
· Verranno rimpiazzati i posti lasciati vuoti dai primari nelle varie strutture ospedaliere della regione ?
· La tanto sbandierata legge sulle liste di attesa può funzionare quando si tagliano posti di quegli stessi operatori chiamati a fornire i servizi ?
· E’ stata fatta una simulazione per capire quali servizi essenziali si incepperanno con il blocco del turn over del personale?
· Si darà una riposta seria alla cronica carenza di organico di cui soffrono molti reparti?
· Che soluzione è stata ipotizzata per i nuovi laboratori in costruzione a Udine, serviranno per il solo SMM, per tutta al città o per un’area più vasta?
· E’ razionale avere 4 primari di laboratorio nel solo ospedale di Udine?
· Che ruolo avranno i distretti, i PdZ e il comparto socio sanitario ?
· Quali interessi bloccano la più volta annunciata riforma della riqualificazione delle case di riposo?
· ecc ecc.

A fronte di queste e moltissime altre domande che farò in commissione di merito, che senso ha chiudere gli ambulatori per i clandestini, è questo il vero nodo e centro di spesa per la sanità regionale?

Confesso il timore che le scelte inadeguate dell’assessore siano condivise e tollerate da gran parte della maggioranza di centro destra perché il prevedibile sfascio della sanità aprirà spazi sempre più ampi ad una privatizzazione prima strisciante e poi palese della sanità regionale.

Voglio ricordare ai più che l’OMS mette la sanità Italiana (pubblica, che impegna circa l’8% del PIL) al II posto per qualità in ambito mondiale, e quella francese (10% del PIL) al primo posto mentre la sanità Americana che costa il 16.2 % del PIL, non supera il 45 posto .
Ma senza scomodare i Paesi oltreoceano basta guardare il livello e la qualità del servizio in quelle regioni , come nel nostro Meridione, ove più del 50% dei posti letto è gestito dai privati.

Considerati i numeri a disposizione di questa maggioranza starà ai cittadini, oserei dire principalmente a quelli che si riconoscono nel centro destra, manifestare il loro disaccordo e richiedere scelte più ponderate ai loro rappresentanti, dal canto nostro continueremo con una opposizione ferma, ma quanto più costruttiva possibile .

venerdì 5 marzo 2010

Costituzione di un nuovo gruppo consigliare.

I consiglieri Stefano Alunni Barbarossa e Piero Colussi ( Cittadini per il Presidente), che all’inizio della presente legislatura avevano un po’ forzosamente fatto gruppo con i due consiglieri Alessandro Corazza ed Enio Agnola (IDV), sono riusciti a convincere la maggioranza del Consiglio ad apportare una modifica del regolamento che ha permesso anche a loro di formare un gruppo autonomo.

Il problema era sorto quando, regolamento alla mano, ci si è accorti che l’Italia dei Valori con il 4,49% dei voti poteva fare un gruppo con due consiglieri perché rappresentato al parlamento nazionale e i Cittadini con il 5.09 % non lo poteva fare perché non presente a Roma.
Balza agli occhi che venivano usati due pesi e due misure per i Cittadini e l’IDV ed è altrettanto vero che il regolamento in vigore era noto a tutti e approvato in tempi non sospetti.
Le modifiche approvate però pongono alcuni problemi perché se è giusto rimediare, da subito, ad un evidente errore o imperfezione del regolamento è altrettanto vero che questa modifica non dovrebbe interessare solo la legislatura in corso, ma dovrebbe valere anche per il futuro.
Così però non sarà perché dalla prossima legislatura non vi saranno più deroghe e quindi i gruppi potranno essere formati da non meno di tre consiglieri.

Al riguardo è stata anche approvata la proposta del consigliere Igor Kocijancic la quale prevede che un gruppo possa continuare ad esistere in forma autonoma anche se nel corso della legislatura qualche consigliere del gruppo stesso dovesse decidere di abbandonarlo.
In questo caso il mio voto è stato favorevole perché sé è giusto che un singolo eletto possa nel corso della legislatura cambiare la sua collocazione non è corretto che la sua scelta abbia delle ricadute negative su chi invece ha mantenuto fede al patto con i propri elettori.

Altra considerazione, nient’affatto marginale, è che quando si mette mano alle regole mentre la partita è in corso è indispensabile che vi sia pieno accordo tra i contendenti, cosa che non si è verificata per la manifesta contrarietà del Partito Democratico. Considerato però che nel voto finale hanno approvato la modifica del regolamento 39 consiglieri su 59 è verosimile che la contrarietà dichiarata dal consigliere Moretton fosse di facciata più che di sostanza.

A differenza del presidente del consiglio Ballaman, che nell'occasione smentisce le sue precedenti dichiarazioni, io resto dell'opinione che le regole si possano modificare prima e non in corso d'opera tanto più in un'Italia che quasi quotidianamente vede le leggi fondamentali piegate agli interessi del potente di turno

giovedì 4 marzo 2010

Formazione Professionale in Carcere.

L'interrogazione concernente la formazione professionale in carcere risale a poco meno di un anno fa. Di seguito la risposta (finalmente) arrivata...pochi giorni fa.

Risposta all’interrogazione orale n. 361 del consigliere Stefano Pustetto “Formazione professionale nelle case circondariali del Friuli Venezia Giulia”.


Con riferimento all’interrogazione orale in oggetto si precisa che, a seguito dell’Avviso per la presentazione delle operazioni a valere sull’Asse 3 Inclusione Sociale del POR Obiettivo 2 2007/2013 del Fondo Sociale Europeo, approvato con DGR n. 1245 del 28 maggio 2009, sono stati approvati e finanziati 10 corsi di formazione che interessano complessivamente 112 detenuti.

Il contributo complessivo è pari a 782.000,00 euro.

I corsi che vengono realizzati presso la Casa Circondariale di Tolmezzo sono 6:
Operatore alla ristorazione/generico di cucina, Operatore edile/pittore, Lavori di falegnameria, Tecniche di grafica multimediale, Conduzione di macchine operatrici, Tecniche di coltivazione di specie ortofloricole.
Gli allievi previsti sono 70.
Come previsto dalle disposizioni vigenti, l’attuazione degli interventi formativi, riconosciuti e finanziati dalla Regione è a cura di Enti di formazione accreditati dalla Regione stessa.
Per quanto riguarda la sede di Tolmezzo, gli Enti attuatori sono: IAL-FVG, ARSAP, ENAIP-FVG, CE.FA.P.

I corsi che vengono realizzati presso la Casa Circondariale di Udine sono 2:
Tecniche di mosaico e Arredo verde d’interni e piccole manutenzioni.
Gli allievi previsti sono 22.
Gli Enti attuatori sono l’ARSAP e il CE.FA.P.

Presso la Casa Circondariale di Pordenone viene realizzato un unico corso di Tecniche di legatoria e cartotecnica, per 8 allievi, a cura dello IAL-FVG.

Ed infine, anche per la Casa Circondariale di Trieste è stato approvato 1 unico corso per operatore del legno /addetto alle lavorazioni di tappezzeria realizzato dall’ENAIP- FVG a favore di 12 allievi.

Si coglie l’occasione per informare che la Giunta regionale ha in atto l’adesione al progetto interregionale di collaborazione con il Ministero della Giustizia, riguardante “interventi per il miglioramento dei servizi per l’inclusione socio-lavorativa dei soggetti in esecuzione penale”.

Si informa, inoltre, che è in corso l’istruttoria per il riconoscimento e il rilascio del relativo attestato – di competenza regionale – di un ulteriore corso di qualificazione di base abbreviata per “Operatore nel settore della panificazione e pasticceria” che verrà realizzato presso la Casa Circondariale di Trieste a cura del CFP Opera Villaggio del Fanciullo di Trieste, finanziato direttamente dal Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria del Ministero della Giustizia.

Risposta all'IRI su FVG Strade S.p.A.

Nella seduta d'aula di mercoled' 3 marzo, l'assessore Riccardi ha risposto all'IRI (qui pubblicata con data 18 febbraio) concernente FVG Strade S.p.A. La risposta tecnica è soddisfacente per quanto riguarda la correttezza delle procedure seguite, ma non si è spiegato il PERCHE' delle scelte fatte: non si è detto nè perchè il bando di gara era così restrittivo, nè perchè è stato ritirato.


Di seguito la risposta data in aula.


Nota in merito alla Procedura aperta n. 20/2009 – Affidamento dei servizi finalizzati alla realizzazione del piano di risanamento acustico e alla mappatura acustica delle strade in gestione a Friuli Venezia Giulia Strade S.p.A.


In ottemperanza agli obblighi di legge derivanti dalla normativa vigente sia nazionale che comunitaria in materia di mappatura acustica e di interventi di contenimento ed abbattimento del rumore, la Società ha aperto la procedura di cui all’oggetto.

Detta normativa prevede, a carico degli enti obbligati all’adempimento delle prescrizioni in essa contenute, attività di mappatura e stesura di piani di azione differenziate a seconda degli assi stradali interessati. Tali attività risultano soggette a precisi termini, i primi dei quali in scadenza già nel 2006. Come è ovvio, FVG Strade S.p.A., costituita ex lege a partire dal 01/01/2008, non ha potuto rispettare i termini di cui sopra cos’ come modulati dalla normativa, ma si è attivata nel più breve tempo possibile per ottemperare ai propri obblighi.

Nel periodo di pubblicazione del bando in oggetto sono pervenuti alla Società alcuni quesiti da parte delle aziende interessate alla partecipazione alla gara, in relazione all’interpretazione di alcune parti del bando stesso, più specificamente quelle inerenti i requisiti di capacità tecnico-professionale ed economico-finanziaria richiesti dalla Stazione Appaltante. In particolare ai richiedenti appariva che i requisiti così come formulati dal Responsabile Unico del Procedimento fossero eccessivamente restrittivi e, per tale ragione, lesivi del principio del favor partecipationis nei confronti delle imprese concorrenti. Ulteriori richieste di chiarimento erano altresì pervenute da organizzazioni di categoria e utenza.

Il servizio in via di affidamento costituisce tuttavia l’attuazione di precisi obblighi di legge. Si tratta evidentemente di adempimenti relativamente nuovi e privi, almeno in ambito nazionale, di precedenti significativi tali da fornire alle Stazioni Appaltanti una precisa linea di indirizzo, e proprio per tale ragione FVG Strade S.p.A. aveva ritenuto opportuno fissare requisiti che garantissero la partecipazione da parte di aziende di qualità ed eccellenza.

Pur avendo già ottenuto per le vie brevi da parte di legali esperti in diritto amministrativo un parere favorevole in merito alla struttura formale del bando di gara, alla luce delle considerazioni evidenziate dai soggetti sopra citati, la Società ha quindi provveduto alla revoca in autotutela (ai sensi dell’art. 21 quinquies della L. 241/1990) del bando sopra indicato, in scadenza alle 12.0 del 15/02/2010, con dispositivo del Presidente ed Amministratore Delegato del 16/02/2010, n. prot. 80.

Contestualmente, stante la necessità di ripubblicare a breve il bando in questione per provvedere con urgenza all’affidamento del servizio e corrispondere così agli adempimenti previsti per legge, è stato altresì immediatamente richiesto all’Autorità per la Vigilanza sui Contratti Pubblici di Lavoro, Servizi e Forniture un parere sulla formulazione del bando stesso, sulla congruità e rispondenza ai principi comunitari dei requisiti di capacità economico-finanziaria e tecnico-professionale richiesti e sull’eventuale sussistenza di clausole eccessivamente restrittive della concorrenza. Un tanto unicamente al fine di garantire un ulteriore approfondimento della tematica in questione da parte della Società nell’ottica della massima trasparenza. Al momento attuale FVG Strade S.p.A. è in attesa di riscontro a tale richiesta.