martedì 15 dicembre 2015

Cannabis ad uso terapeutico.

Oggi ho presentato anche quest'interrogazione

Premesso che nel 2007 l’allora Ministro della Salute Livia Turco, riconoscendo l’efficacia terapeutica del Tetraidrocannabinolo (Thc), principale principio attivo della Cannabis, e di due analoghi prodotti di sintesi ha reso legale la prescrizione di questi farmaci per uso terapeutico;
ricordato che nel 2013 il Ministro della Salute Renato Balduzzi ha riconosciuto la liceità dell’uso farmacologico dell’intera pianta della cannabis, estendendo quindi l’uso dei derivati sintetici a quelli a base naturale; 
ricordato anche che il Ministro della Salute Beatrice Lorenzin ha firmato con il Ministro della Difesa Roberta Pinotti un progetto pilota per la produzione nazionale di sostanze e preparazioni di origine vegetale a base di cannabis e questo sia per evitare il ricorso a prodotti non autorizzati, contraffatti o illegali, ma anche per garantire l’accesso a tali terapia a costi contenuti;
considerato che in FVG la legge regionale 7 febbraio 2013, n. 2 stabilisce quali sono le modalità di erogazione dei medicinali e delle preparazioni magistrali a base di cannabinoidi per finalità terapeutiche, ma che tuttora non è stato stilato un regolamento di attuazione;
posto che dal 2014 i medici di famiglia hanno la facoltà di prescrivere cannabinoidi per uso terapeutico;
considerati i costi elevati e la disponibilità non certa del prodotto che, dovendo essere importato dall’estero, deve sottostare a vincoli autorizzativi/burocratici macchinosi;
richiamato l’impegno personale dell’Assessore Telesca a costituire un gruppo di lavoro con medici e associazioni per definire la proposte da fare a Roma per uscire dalla stasi, e l’affermazione per cui "la Regione potrebbe (…)avviare coltivazioni sul territorio" perché in Fvg ci sono imprese pronte ad attivarsi;
ricordato che la Presidente della nostra Regione l’ha definita una "questione di civiltà" e ha affermato che chiederà "a Roma anche l’autorizzazione a coltivarla"
visto che solo un intervento politico può incidere su disponibilità del prodotto, costi e informazione dei medici
considerato altresì quanto contenuto nel cd. “decreto cannabis” del 9 novembre 2015, pubblicato in G.U. il 30 novembre scorso, il quale concede al Ministero della Salute la facoltà di individuare le aree da destinare alla coltivazione di piante di cannabis per la produzione delle relative sostanze e preparazioni di origine vegetale e la superficie dei terreni su cui la coltivazione è consentita

chiede

all’Assessore competente di stabilire una tempistica certa per la stesura di un regolamento di attuazione della L.R. 2/2013


e di sollecitare il Ministro della Salute, visto il fabbisogno, per avere la possibilità di coltivare la cannabis per uso terapeutico in Regione, per non dipendere più dalle importazioni.


La risposta ricevuta è la seguente. Lascio a voi ogni commento, io posso solo dire che a domande precise si risponde molto meno precisamente.






Osservatorio regionale per la formazione medicospecialistica

Di seguito il testo dell'interrogazione che ho presentato. 

Premesso che il D. Lgs. 368/1999 all’articolo 44 prevede l’istituzione dell’Osservatorio regionale per la formazione medicospecialistica il quale definisce la rotazione tra le strutture inserite nella rete formativa per lo svolgimento delle attività e verifica lo standard di attività assistenziali dei medici in formazione specialistica;

visto che il comma 2 di detto articolo reca che "le Regioni provvedono all’istituzione degli osservatori entro centottanta giorni dalla data di entrata in vigore del presente decreto";

ritenuto questo strumento imprescindibile per una corretta organizzazione della formazione degli specializzandi;

considerato, altresì, che già a febbraio 2010 il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca – Consiglio Nazionale degli Studenti Universitari ha sollecitato l’attivazione degli Osservatori Regionali di cui trattasi

interroga

l’Assessore competente per conoscere il motivo per cui non è stato ancora attivato detto Osservatorio, la tempistica con cui si intende ottemperare a questo atto dovuto e che si preveda, contestualmente all’attivazione, la verifica periodica del grado di applicazione di protocolli e accordi attuativi regionali in materia di formazione medico-specialistica

Presentata il 15/12/2015

giovedì 10 dicembre 2015

Poste puntuali.

Ogni anno, con l’avvicinarsi della Finanziaria, tutti i Consiglieri regionali riscoprono amici di cui si erano perse tutte le tracce, ricompaiono anche quelli che solo pochi mesi prima in maniera più o meno garbata ti avevano fatto capire che il tuo operato o la tua persona “puzzava”: troppi soldi, troppi privilegi, troppo potere, interessi non chiari. Poi, improvvisamente, questo effluvio che emanavamo non dà più fastidio in quanto il nostro ruolo può risultare utile alla causa e, si sa, che per la causa si può fare tutto e anche perché, come pare abbia detto Vespasiano, “pecunia non olet”.

Il motivo è sempre lo stesso: ottenere un finanziamento dalla Regione per la propria associazione, ente o fondazione il cui operato è a favore della comunità, della cultura, dei bisognosi ecc, ecc … e, quindi, merita di essere sostenuto. Questi soldi pubblici assegnati con nome e cognome in gergo vengono chiamate “poste puntuali“.

Paradossalmente i postulanti, soprattutto se amici, sono gli stessi che hanno criticato con maggior vigore le poste puntuali ..... quando assegnate ad altri

E’ bene chiarire che molte “poste puntuali“ risolvono problemi reali, che non trovano risposte nelle leggi vigenti, ma è altrettanto vero che molto più spesso sono servite ad alcuni Consiglieri per finanziare gli amici o gli amici degli amici in modo da ampliare il proprio bacino elettorale.
Anche prendendo in considerazione solo la prima delle due tipologie di “poste puntuali”, quella per così dire “pulita”, e preso atto dell’impossibilità di finanziarle tutte, bisogna trovare un criterio ragionevole ed omogeneo per stabilire le priorità perché tutti i questuanti, ovviamente, sono convinti che la loro causa è la più urgente, la più necessaria e salvifica per la popolazione.

Questo è il motivo per cui in otto anni del mio mandato, scontentando un po’ tutti, non ho mai presentato un emendamento con una posta puntuale e preferirei che i soldi della comunità venissero assegnati in base ad una graduatoria costruita con un regolamento che assegni ad ogni progetto un punteggio cercando così di premiare i più meritevoli.

Anche questa metodologia di finanziamento delle tante iniziative che nascono sul territorio non è esente da critiche e da errori, ma allo stato attuale, considerata la scarsa fiducia che gran parte dei cittadini ha nei confronti di politici, è la più trasparente e quella che si presta di meno a condizionamenti esterni.

mercoledì 9 dicembre 2015