mercoledì 28 settembre 2011

INSIEL S.p.A. - società in House di cui la Regione è socio unico - verserà circa 4 milioni di euro di imposte. Cui prodest?

Riporto l'interrogazione del mese di maggio firmata da Colussi, Corazza, Kocijancic, Moretton e da me a cui è stata data risposta oggi. In corsivo è indicata la risposta data.


Premesso che alla fine del corrente mese (maggio) verrà sottoposta all'Assemblea di Insiel S.p.A. l'approvazione del bilancio 2010,

considerato che la società è al 100% regionale e che il CdA della stessa ha approvato il Bilancio 2010 evidenziando un risultato positivo ante imposte di 8.5 milioni,

visti i toni trionfalistici con cui il Presidente e l'Amministratore delegato della Società rappresentano tali risultati attraverso gli organi di stampa,

ritenuto all'opposto che tali risultati, senz'altro positivi in regime di mercato, rappresentino oggi, dopo la vendita di Insiel Mercato, l'ennesima riprova che i costi del servizio prestato da Insiel a favore del socio "Regione FVG" sono da considerarsi onerosi rispetto ai valori di produzione e di mercato dei servizi stessi e atteso che l'obiettivo tendenziale di una società in house ben gestita dovrebbe essere quello del pareggio di bilancio e non di produzione di utili che, nel caso di specie, comporteranno il pagamento di circa 4 milioni di euro di imposte (pur considerando che su tale importo la Regione si vedrà riconosciute le quote di pertinenza sulle imposte versate),

considerato che non si riesce a comprendere le ragioni economico-aziendali che inducono alla produzione di tali "onerosi" utili per la collettività,

atteso che la Società non ha ricevuto nel corso del 2010 nuovi affidamenti dalla Regione e dagli enti del Servizio sanitario regionale e che non è noto se tale assenza di nuovi ed ulteriori affidamenti rispetto ai servizi previsti in convenzione sia da attribuirsi ad assenza di esigenze o a diverse valutazioni del socio Regione,

interpellano la Giunta regionale per sapere:

A) se non si ritenga la produzione di utili da parte di Insiel e il conseguente pagamento delle imposte un grave danno indiretto al bilancio regionale

In merito alla produzione degli utili da parte di Insiel S.p.A., è evidente che sugli stessi andranno versate le imposte previste dalla normativa vigente, sulle quali matura il diritto della Regione - ai sensi dell'art. 49 dello Statuto - di compartecipare al gettito delle stesse. In ogni caso si ritiene che un danno indiretto al bilancio regionale sia da considerarsi l'eventuale chiusura di un esercizio societario in perdita e non certamente il caso di una società che raggiunge il pareggio economico-finanziario e produce utili. Corre obbligo aggiungere che nel panorama italiano sussistono numerosi esempi di società pubbliche del settore dell'informatica che hanno prodotto utili di importo anche maggiore di quelli di Insiel (vedi SOGEI, Informatica trentina, Informatica Alto Adige, Sardegna IT, CSI Piemonte).
Si auspica in ogni caso che il prossimo esercizio finanziario riporti risultanze con utili complessivi di importo inferiore, a tal proposito l'Amministrazione ha disposto risorse da destinarsi ad Insiel che garantiscano l'equilibrio economico-finanziario della società. L'equilibrio dovrà essere anche un indirizzo previsto dal Piano industriale 2011-2013 in corso di predisposizione da parte della società.


B) se ritenga, alla luce dell'assenza di nuovi affidamenti nel corso dell'anno 2010, Insiel il soggetto più idoneo per rispondere alle nuove ed ulteriori esigenze di sviluppo dei sistemi informativi della Regione e degli enti del Servizio sanitario regionale

Con la LR9/2011 è stato delineato un quadro generale di intervento e governo pubblico della materia nell'ambito del quale è definito il ruolo di Insiel S.p.A., quale società strumentale della Regione e soggetto attuatore delle politiche regionali nell'ambito dei sistemi informativi integrati regionali ed i sistemi di raccordo della Regione con la società, sotto il profilo della programmazione, degli indirizzi, del controllo analogo e della vigilanza. Pertanto già a livello legislativo Insiel S.p.A. è stata individuata come il soggetto più idoneo a rispondere alle esigenze di sviluppo dei sistemi informativi regionali e degli enti del Servizio sanitario regionale.


C) se e quali premialità connesse al raggiungimento di determinati risultati economici siano previste dai contratti di lavoro dell'Amministratore delegato e dei dirigenti di Insiel

Sulla base delle informazioni pervenute direttamente dalla società si evidenzia quanto segue: i compensi dell'Amministratore delegato prevedono un ammontare fisso senza la presenza di alcuna componente variabile e dipendente dai risultati raggiunti, l'inquadramento del personale dipendente si colloca nell'ambito della contrattualistica privata e precisamente viene disciplinato dal "Contratto collettivo nazionale del Lavoro Metalmeccanici" e del "Contratto collettivo nazionale del Lavoro Dirigenti, Aziende industriali". In ambito aziendale sono stati sottoscritti degli accordi con le maggiori rappresentanze sindacali dei lavoratori per disciplinare aspetti economici e lavorativi volti ad ottenere una adeguata retribuzione per le varie categorie professionali presenti in azienda. Viene altresì previsto un ulteriore livello di contrattazione, fra il singolo dipendente e il datore di lavoro, con il quale si ha modo di poter gestire appropriamente i diversi inquadramenti professionali, ad attrarre e mantenere, nel proprio organico, risorse qualificate che nel settore dell'ICT sono vitali per fornire un servizio sempre al passo con le innovazioni tecnologiche. In tale contesto la società ha istituito un sistema di "Management By Objectives" volto a perseguire l'obiettivo di economicità, efficienza, tempestività che unicamente con lo sforzo coordinato del capitale umano aziendale ci si può attendere di ottenere. Gli obiettivi vengono definiti tenendo in considerazione le richieste che l'apparato regionale fissa con Insiel in ragione d'anno, mediante l'approvazione del piano, e viene monitorato attraverso l'analisi delle attività conclusesi con successo.


D) se ritenga, nel caso di approvazione del bilancio Insiel, di acconsentire alla richiesta della società di assegnare gli utili 2010 al finanziamento del piano di investimenti proposto dalla società stessa

In merito alla destinazione degli utili dell'esercizio 2010 si evidenzia che in sede di approvazione del bilancio societario il socio unico Regione - nella seduta assembleare del 27 maggio 2011 - ha richiesto e deliberato affinchè la società disponga la liquidazione degli utili di bilancio alla Regione, per l'importo di euro 4.370.228,00 mentre l'importo di euro 230.012,00 è destinato a riserva legale.

lunedì 26 settembre 2011

Trasferimenti personale OSMER.

Oggi ho presentato questa interrogazione avente ad oggetto il trasferimento di parte del personale dell'OSMER.

Premesso che la Giunta regionale, il 5 agosto 2011, con delibera di generalità n. 1559 ha disposto il trasferimento di parte del personale tecnico e amministrativo dell'OSMER presso la Protezione civile regionale,

preso atto che da circo 20 anni l'OSMER svolge con estrema professionalità un servizio che riscuote apprezzamenti pressochè unanimi e che, per tale motivo, viene giustamente considerato un fiore all'occhiello della Regione,

ricordato che già allo stato attuale l'ARPA -OSMER collabora attivamente con la Protezione civile della Regione quale strumento operativo per le previsioni e le valutazioni di tutti gli eventi metereologici,

tenuto conto anche che i centri funzionali di Protezione civile sono stati individuati dalla legge 267/1998 quali responsabili per le valutazioni delle criticità idrogeologiche e idrauliche della Regione e, quindi, dei conseguenti allertamenti,

considerato che con il trasferimento del personale dell'OSMER (che viene in pratica dimezzato) alla nuova struttura si ottiene unicamente il risultato di rendere inefficiente ed inefficace un servizio che funziona bene per crearne un altro che nasce già asfittico

chiedo al Presidente della Regione di motivare una scelta che appare del tutto irrazionale e incomprensibile dal punto di vista economico e funzionale e se tale decisione sia stata supportata da un parere tecnico-scientifico dei vertici dell'ARPA-OSMER.


Di seguito il link alla risposta data dall'Assessore Ciriani, il quale ha dato una risposta di carattere tecnico-legislativo, ma non ha risposto ai due quesiti da me posti e cioè se dopo il trasferimento l'OSMER sarà in grado di fare le stesse cose che faceva prima, agli stessi livelli e se vi sono alternative al trasferimento.


martedì 13 settembre 2011

Difficoltà nella riscossione delle ammende.

Oggi ho presentato la seguente interrogazione concernente la difficoltà per le amministrazioni comunali di veder pagate le ammende da parte dei cittadini stranieri.

Premesso che nel Codice della strada è stata inserita una norma secondo la quale a un soggetto straniero che venga multato è fatto divieto di pagare subito l'ammenda,

preso atto che nel Comune di Aviano vi sono molti cittadini americani la cui residenza si trova all'interno della base militare, davanti ai cui cancelli le autorità comunali devono fermarsi,

considerato che il Comune di Aviano non può fare pagare le ammende, come accadeva prima, tramite il Pos di cui si era dotato con il quale le si poteva pagare immediatamente con la carta di credito

tenuto conto che le ammende vanno notificate con lettera raccomandata e questo fa sorgere il problema di dove questa possa essere inoltrata e a chi vada addebitato il mancato pagamento se il cittadino straniero non sia più ad Aviano, causa, ad esempio, il suo trasferimento

ricordati i continui proclami della volontà di sburocratizzare le pratiche che contrastano profondamente con le azioni legislative poste in essere

si chiede

all’Assessore regionale competente quali azioni intenda promuovere presso il Governo nazionale, di cui la Lega Nord fa parte, per dare una soluzione al problema delle riscossioni difficili, in modo da poter incassare le contravvenzioni a carico degli automobilisti stranieri.

lunedì 5 settembre 2011

L'educazione, la scuola.

Al mio rientro dalle ferie, ho trovato una lettera del Presidente della Commissione della Conferenza Episcopale Triveneto per la scuola mons. Adriano Tessarollo Vescovo di Chioggia, in cui si fa un appello per la scuola paritaria che verserebbe in un momento di difficoltà.

Vi allego il testo della lettera:


Ecco la mia risposta:

Preg.mo mons. Tessarollo al mio rientro dalle ferie ho trovato il suo appello per la scuola paritaria che Lei rappresenta e che vivrebbe un momento di particolare difficoltà. Nella convinzione che da troppo tempo la politica, o meglio i politici, pur di mantenere il consenso elettorale diano delle risposte di comodo, cercherò di rispondere al suo appello in modo chiaro e inequivocabile.


Considero ovvio partire dall'art. 33 della nostra Costituzione che, al secondo comma recita testualmente "Enti e privati hanno il diritto di istituire scuole ed istituti di educazione, senza oneri per lo Stato".

La semplice applicazione di una norma costituzionale, tuttora in vigore e non modificata, imporrebbe a chi rappresenta lo Stato, la cancellazione di ogni finanziamento che viene indebitamente dato alle scuole confessionali. Tutti sappiamo che questo non avviene da molto tempo, spesso non tanto per convinzione, quanto per non “irritare ”un potere forte come quello della Chiesa che potrebbe dirottare voti preziosi .

Con questo governo la scuola pubblica ha subito tagli pesantissimi (8 miliardi di euro) che ne stanno minando non solo la qualità, ma la stessa funzionalità e, in uno Stato laico, è compito degli amministratori tutelare il bene pubblico e non certamente quello privato.

Non credo corretto che le tasse dei tanti cittadini che non si riconoscono nell’operato della Chiesa, concorrano a sostenere una scuola confessionale, perché se questo modo di pensare fosse giusto mi aspetterei che, in modo paritetico, la CEI finanziasse quegli istituti culturali che spingono per una maggiore laicità dello Stato così come auspicato da Cavour (libero Stato in libera Chiesa).

Questo nefasto intreccio tra Stato e Chiesa ha prodotto, a mio avviso, delle aberrazioni come quello dell’ora di religione con insegnati designati dalla curia ma pagati dallo Stato; insegnati, questi, di serie B in quanto non godono nemmeno dei diritti costituzionali riconosciuti agli altri cittadini perché possono perdere il posto di lavoro per il semplice fatto di concepire un figlio al di fuori del matrimonio.

La recente norma che vede il voto di religione concorrere alla media scolastica è un’altra discriminazione nei confronti di chi non intende avvalersi di tale insegnamento.

Proprio per un principio di pariteticità trovo inaccettabile che non solo si tenti di imporre una morale confessionale a tutti i cittadini italiani (vedi testamento biologico, DICO, legge 40 sulla procreazione assistita, RU486, ecc. ecc.), ma anche che si continui a pretendere che la Chiesa venga corposamente finanziata anche da chi non si riconosce nel suoi insegnamenti .

Per brevità non mi addentro nelle innumerevoli esenzioni e facilitazioni, a partire dall’ICI anche per quegli istituti “religiosi” che hanno attività commerciali, di cui gode la comunità che Lei rappresenta.

Altra, chiamamola “anomalia” anche se il termine corretto sarebbe altro, è che la quota non firmata dell’8 x 1000 delle dichiarazioni IRPEF venga attribuita, in modo proporzionale alla quota firmata, alla Chiesa Cattolica visto che se il contribuente avesse voluto destinarlo alla Chiesa avrebbe firmato nell’apposito spazio.

Questo modo di pensare della politica ha fatto sì che nell’ultima finanziaria della Regione Friuli Venezia Giulia, in un momento di crisi economica generalizzata, con un considerevole aumento dei poveri, con le famiglie che non arrivano a fine mese, venissero riconosciuti corposi e puntuali finanziamenti a parrocchie della Regione per i motivi più vari come la ristrutturazione dell’appartamento del parroco X, per l’esecuzione di mosaici nella chiesa Y ecc, ecc, per un importo di centinaia di migliaia di Euro.

Credo, infine, che tutti i cittadini che desiderino sostenere la Chiesa debbano poterlo fare e che tutti i versamenti fatti debbano poter essere detratti dalle tasse, senza per questo costringere ad un obolo forzoso tutti quelli che non la pensano come la comunità che Lei rappresenta.

Sono certo che, pur nella evidente diversità di vedute, saprà apprezzare la mia chiarezza che vuole semplicemente il rispetto della laicità dello Stato e delle istituzioni a tutela di tutte le religioni e dei sentire non solo di una parte.