giovedì 28 aprile 2011

Depuratore del Cipaf di Osoppo.

In data odierna ho presentato una interrogazione a risposta immediata (si veda sotto) sulla vicenda del depuratore del CIPAF di Osoppo che da giorni occupa le pagine di molti giornali

Se le accuse formulate dalla Procura verranno provate, credo opportuno che tutti coloro che in modo più o meno inconsapevole hanno omesso ogni controllo o verifica sui progetti e sulla costruzione dei depuratori dovrebbero rispondere in solido dello spreco del danaro pubblico.

Azioni come queste, oltre che a inquinare il territorio, mettere a rischio la salute dei propri concittadini possono comportare la perdita di numerosissimi posti di lavoro cosa imperdonabile soprattutto in momenti di crisi come quelli che stiamo vivendo.

Per questi motivi credo che gli eventuali adeguamenti del depuratore che si renderanno necessari per permettere il dissequestro dell’impianto debbano essere totalmente a carico di coloro i quali hanno, nella migliore delle ipotesi, agito con leggerezza.

Confido anche in una autorevole valutazione degli eventuali responsabilità degli amministratori pubblici da parte della Corte dei Conti.

Testo dell'IRI sul depuratore CIPAF di Osoppo

giovedì 14 aprile 2011

Programma immigrazione.

Giovedì 7 aprile la III Commissione consiliare di cui faccio parte ha espresso parere favorevole al Programma immigrazione 2011, previsto dalla Legge Regionale 9/2008, destinato agli immigrati regolarmente presenti in Friuli Venezia Giulia compresi coloro che vi soggiornano per motivi di protezione sociale o che non possono essere respinti in quanto perseguitati, per un totale di oltre 100.000 persone

Gli ambiti di intervento sono sei:

  1. istruzione e formazione, in cui si prevede l’inserimento degli alunni stranieri e l’apprendimento anche per gli adulti
  2. casa, con interventi in caso di forte disagio abitativo
  3. socio – sanitario, con meri servizi di mediazione linguistica
  4. informazione, con servizi territoriali e sociali che escono dalla fase sperimentale portata avanti dalle Province
  5. protezione sociale, con il rafforzamento del lavoro tra soggetti pubblici e privati, per i richiedenti asilo e i rifugiati, e per l’integrazione con le comunità limitrofe al CARA
  6. indagini, ricerche e sperimentazione con la nuova edizione dell’annuario statistico dell’immigrazione, la partecipazione a progetti comunitari

Dopo la discussione di merito si è ravvisata, almeno da parte mia e delle opposizioni, la pressante necessità di una nuova legge sull'immigrazione che rendesse organico l'intervento della Regione in materia. Una volta di più si è visto come l'abrogazione della precedente legge regionale sia stata del tutto improvvida ed ideologica e, soprattutto, che il nodo immigrazione non si risolve con la cancellazione di una legge.

I nostri elettori hanno deciso che le posizioni espresse dalla Lega Nord erano tanto giuste da consegnarle il governo della Regione, ma essere al “governo” vuole dire appunto avere al capacità di risolvere e gestire i problemi e non continuare a sfornare provvedimenti tanto abborracciati quanto illegittimi e che pertanto, come le bugie, hanno le gambe corte.

Purtroppo, considerato le macroscopiche diversità di visione che albergano nelle diverse componenti della maggioranza, non si vedono soluzioni a breve.

martedì 12 aprile 2011

Testamento biologico.

Una sala di rianimazione. Un malato privo di coscienza. Dei macchinari che lo tengono in vita. Fino a che punto è giusto spingersi con le terapie? Quanto protrarre la vita artificiale? Che valore dare alle dichiarazioni anticipate di trattamento ? Nei termini “testamento biologico”, “accanimento terapeutico”,”eutanasia”, che si sono imposti negli ultimi anni, sono racchiusi i termini di un dibattito tuttora in corso che tocca le corde più sensibili dell’etica e coinvolge medici e giuristi.

In queste settimane sono impegnato in diversi incontri dedicati al tema del testamento biologico in quanto c’è un dovere generale di informazione prima che il disegno di legge Calabrò venga licenziato dalla Camera dei deputati .

Il colpevole ritardo con cui il governo ha tentato di affrontare un tema così delicato non può giustificare la fretta che sembra animare ora questo esecutivo più interessato a gratificare le gerarchie vaticane che a licenziare una buona legge.

Due punti i punti di scontro tra maggioranza e opposizione: l’obbligo di idratazione e alimentazione e la possibilità per il medico di non attenersi alle Dichiarazioni Anticipate di Trattamento una volta firmate dal paziente o rivendicate dal tutore legalmente nominato.

Per aggirare quanto stabilito dall’art. 32 della Costituzione, in cui si dice che nessuno può essere obbligato ad un determinato trattamento sanitario, si è anche ricorsi, come con Galileo Galilei, a negare le evidenze scientifiche dicendo che idratazione ed alimentazione non sono delle terapie.

In quest’ottica stiamo portando avanti queste iniziative in varie cittadine del triveneto volte a far conoscere quello che è il Testamento Biologico e che cosa comporta, perché più gente sarà informata minore sarà la possibilità che venga approvata una legge che potrebbe impedire a tutti di scegliere liberamente come affrontare un passaggio ineludibile della nostra vita.

Liberalizzazione selvaggia dei nuovi insediamenti della grande distribuzione.

Riporto di seguito la mia ultima interrogazione sulla realizzazione dei centri commerciali in Regione.

Premesso che sul territorio regionale negli ultimi anni stiamo assistendo ad una proliferazione esagerata di centri commerciali, con una concentrazione che risulta la più alta d'Europa;

preso atto che il T.A.R. del friuli Venezia Giulia, con sentenza n. 145/2011, ritiene non più applicabili l'art. 12, comma 3, lettere b) e c) della L.R. 29/2005 e gli articoli 8, comma 2, e 18, nonchè l'Allegato 13 del Regolamento n. 068/2007 per incompatibilità con le disposizioni nazionali in tema di concorrenza e che queste prevalgono sulla competenza regionale in materia di commercio;

considerato che la Regione non ha provveduto, così come previsto dalla norma nazionale, ad adeguare la propria legislazione in materia entro i termini fissati dalla norma stessa;

tenuto conto che nella stessa sentenza il T.A.R. del friuli Venezia Giulia sottolinea che, pur essendo venuta meno ogni forma di contingentamento, "tuttavia ciò non significa liberalizzazione assoluta o selvaggia" e che le Regioni e gli Enti locali hanno la possibilità di porre limiti ai nuovi insediamenti commerciali "solo se giustificati da ragioni estranee alla limitazione di concorrenza, in altre parole: geografiche, storico culturali, urbanistiche, architettoniche (...) anche a salvaguardia del tessuto commerciale esistente";

considerato in particolare che nella sola Provincia di Pordenone nell'ultimo anno sono sorti numerosi nuovi centri commerciali di grandi dimensioni, che di molti altri è stato chiesto un consistente ampliamento, che il mese prossimo ne verrà aperto un altro a Fiume Veneto e che quello di Fontanafredda non è ancora stato completato solo per problemi contingenti;

tenuto conto che tale offerta è ridondante rispetto alle reali esigenze della popolazione, non porta ad un aumento dell'occupazione che, infatti, è stata molto ridotta negli ultimi periodi, svuota e impoverisce i centri storici delle cittadine adiacenti e prevede, tra l'altro, un ingente contributo pubblico concernente l'urbanizzazione in cambio di nessun beneficio sociale ed economico.

Tutto ciò ritenuto, interrogo l'Assessore al commercio per sapere se, in ossequio ai principi indicati dal T.A.R., siano da ritenersi non più applicabili, oltre alle normative sulle medie strutture di vendita, anche quelle sulle grandi strutture ed in particolare quelle aventi superficie coperta complessiva non superiore a 15.000 mq contenute nel Decreto della Giunta Regionale n. 781 del 15 aprile 2005. Chiedo altresì quali misure intende adottare rispetto alla sentenza del T.A.R. proprio per evitare la liberalizzazione assoluta e selvaggia che il T.A.R. stesso ritiene di dover arginare ed evitare.