giovedì 21 novembre 2013

Dalla bicicletta alla Ferrari


Oggi in Aula si è discussa la mozione del M5S che fa una accurata analisi dell’iter procedurale della nuova linea ferroviaria Venezia/Trieste Alta Velocità/Alta Capacità.

Per parlare seriamente di AV/AC credo ci si debba rapportare a tutti quei Paesi europei che, prima di investire in questo tipo di trasporti, hanno fornito ai propri lavoratori pendolari un servizio puntuale, affidabile e dignitoso; che trasporta l’80 % delle merci su ferro e solo il 20% su gomma; che ha una saturazione delle tracce orarie superiore all’80%.

Nel nostro Friuli i pendolari, che ogni giorno stoicamente patiscono ritardi e cancellazioni, viaggiano ancora su treni del 1970 e una politica miope e interessata ha privilegiato il trasporto merci su gomma piuttosto che su ferro.

Ecco che invece di eliminare le criticità del nostro sistema ferroviario (migliorare il collegamento con i porti e le grandi fabbriche ecc ecc) si è preferito espropriare i terreni per una futura quarta corsia dell’autostrada quando si è ancora in alto mare con la realizzazione della terza.

Ha senso impegnare una montagna di danaro nell’AV/AC, opera che nella migliore delle ipotesi darà i suoi frutti tra 10/20  di anni, o è meglio risolvere le criticità note a tutti?


Di solito passare dalla bicicletta alla Ferrari espone al rischio di farsi molto male e in questo caso, come sempre, a farsi male saranno i più deboli. 

mercoledì 20 novembre 2013

QUALE SICUREZZA PER I MEZZI DI SOCCORSO?

Di seguito il testo dell'interrogazione e della risposta datami dall'Assessore Telesca su "Quale sicurezza per i mezzi di soccorso?"

Premesso che le ambulanze del 118 di Cividale del Friuli prestano la loro opera in un territorio sicuramente molto bello, ma non per questo meno aspro, che interessa ben quattro valli attraversate da altrettanti corsi d’acqua;

considerato che oltre ai sette comuni delle Valli del Natisone tali mezzi servono anche il comune di Cividale, Corno di Rosazzo, San Giovanni, Manzano, Prepotto, Remanzacco, Torreano e Villanova con le relative frazioni e l’ampiezza del territorio giustifica la percorrenza media annua di 105.000 km;

preso atto che tutti i mezzi in dotazione sono molto vecchi e con percorrenze tanto elevate da giustificare le frequenti e reiterate soste in officina causa guasti; (automezzo DO5, ruote motrici 4x2, 165.000 Km  immatricolato nel 2010; D23, 4x4, 190000 km, 2006; D15, 4x4, 214000 km, 2010;  D26, 4x2, 81000 km, in sostituzione da Udine, 2005; D29, 4x2, 105000 km, in sostituzione da Udine, 2010);

visto che per il rinnovo parco macchine nel 2013 erano stati messi a bilancio 300.000 euro, ma che fino ad ora non sembra sia stato fatto nemmeno un ordinativo;

ricordato che la situazione complessiva di tali mezzi non consente di garantire gli standard di sicurezza necessari tanto più in territorio montano, con strade sicuramente strette e tortuose spesso sterrate e nel periodo invernale anche innevate o gelate;

preso atto che più volte gli autisti soccorritori, in considerazione della tipologia del territorio, hanno espresso la necessità di essere dotati di mezzi di dimensioni contenute e a quattro ruote motrici (Tipo a1)

si chiede all’Assessore competente

una tempistica certa per sostituzione dei mezzi più compromessi  tenuto conto anche del rischio dei declassamento degli stessi per vetustà o chilometraggio.


RISPOSTA DELL'ASSESSORE
La ricostruzione che ho chiesto ai nostri tecnici per rispondere all'interrogazione del Consigliere Pustetto evidenzia i seguenti punti.

I mezzi di soccorso ai quali si riferisce il Consigliere sono compresi nel pool a disposizione della Centrale operativa 118 che li utilizza prevalentemente nella sede di Cividale e, in caso di necessità (manutenzioni, guasti, etc) li sostituisce con altri del medesimo pool.

Il pool è costituito da 13 mezzi di soccorso, di chilometraggio variabile e date di immatricolazione risalenti fino al 2002: i mezzi di più recente immatricolazione sono 3 (2012) e uno di questi è in utilizzo prevalentemente presso la sede di Cividale.

Da quanto sopra esposto emerge la necessità di un progressivo aggiornamento del parco mezzi di soccorso della Centrale operativa 118 nel suo complesso.

Nella proposta di riprogrammazione investimenti 2013 presentata dall'Azienda Ospedaliera Universitaria di Udine alla Direzione Centrale Salute nel mese di maggio 2013 era stata ipotizzata la destinazione di circa 300.000 euro per l'acquisto di 4 mezzi di soccorso avanzato e parziale rinnovo dall'attuale dotazione.

Anche su mia indicazione, la Direzione centrale salute darà l'autorizzazione per gli investimenti, secondo l'analisi costo/opportunità, dando mandato di tenere conto della tipologia più adeguata dei mezzi di soccorso.



mercoledì 13 novembre 2013

TRENI: tutela e rispetto dei pendolari.

Di seguito il testo dell'interrogazione che ho presentato.

Premesso che nel corso di quest’anno (ma non solo) i pendolari della nostra regione hanno dovuto sopportare inaccettabili disagi per la soppressione di numerosi convogli ferroviari tanto che, a titolo di esempio, nel mese di luglio solo nella tratta Udine – Tarvisio si sono registrate ben 16 cancellazioni e 26 ritardi superiori ai 10 minuti con una media di 30;
preso atto che tali disservizi sono imputabili sia alla vetustà del materiale rotabile sia alla carenza di personale che in caso di improvvisa malattia non può essere sostituito;
ricordato che anche in Germania, che pur tanto ha investito sul trasporto ferroviario, una eccessiva riduzione del personale ha determinato il blocco del 40% del traffico ferroviario regionale con ripercussioni su tutta la rete nazionale del Nord, esclusivamente per l’improvvisa malattia di tre capistazione di Mainz;
visto che la Regione FVG ha impegnato ben 84 milioni di euro finalizzati all’acquisto di nuovi treni, stante che dopo 40 anni, sono ancora in servizio le elettromotrici ALE 801;
considerato che almeno 8 dei nuovi treni acquistati dalla spagnola CAF sono fermi a Cervignano e a Trieste in attesa dell’omologazione da parte dell’Agenzia nazionale della Sicurezza Ferroviaria (ANSF);
posto che un ritardo di 10 mesi risulta incomprensibile ed inaccettabile visti i disagi che devono sopportare i nostri concittadini, anche considerato l’entità dell’impegno finanziario della Regione;
considerato anche che il sovraffollamento, causa il marcato aumento dell’utenza e la ridotta composizione dei treni, sta diventando un problema sempre più frequente;
richiamata l’attenzione sul fatto che la Presidente Serracchiani ha assicurato la volontà della Regione di risolvere i problemi di mobilità dei cittadini
interroga l'Assessore competente

-         se abbia applicato a Trenitalia le penali per il mancato raggiungimento degli obiettivi contrattuali del 2012
-         quali azioni abbia posto in essere per la riapertura della tratta Gemona-Sacile
-         quanto la Regione ha versato come anticipo al costruttore dei nuovi treni
-         quando si presume entreranno in funzione i nuovi treni della spagnola CAF e quali le motivazioni di questo ritardo
-         a che punto sia il progetto pilota denominato “Piano Stazioni Minori”.
Presentata il 6 novembre 2013

Ecco la risposta arrivata il 17/02/2014:

1) Se abbia applicato a Trenitalia le penali per il mancato raggiungimento degli obiettivi contrattuali 2012
La Regione per il 2012 ha applicato a Trenitalia penali contrattuali per complessivi 508.000 euro.
Gli importi più rilevanti hanno riguardato:
euro 97.216,20 per mancato raggiungimento obiettivi relativi al parametro della puntualità (ritardi) sui 0-5' e sui 0-15';
euro 364.257,84 per mancato raggiungimento degli obiettivi relativi all'affidabilità (soppressioni);
euro 41.058 per mancato raggiungimento degli obiettivi sul comfort di viaggio;
euro 5.179,17 per mancata informazione ai viaggiatori.

2) Quali azioni abbia posto in essere per la riapertura della tratta Gemona-Sacile
l'Amministrazione regionale ha avviato diverse importanti iniziative volte alla riapertura della linea ferroviaria Sacile Gemona e al suo sviluppo in considerazione dell'importante ruolo che tale linea potrebbe svolgere a favore del territorio pedemontano e della montagna pordenonese sia per la connessione con il resto della regione sia con le dorsali ferroviarie di collegamento con il Veneto e l'Austria.
Su tali presupposti gli interventi per la riattivazione della linea Sacile-Gemona, con il necessario miglioramento tecnologico, la messa in sicurezza e la previsione di una lunetta a Sacile che la collegherebbe direttamente a Pordenone senza necessità per i treni di inversione di marcia, per un valore complessivo di 23 milioni di euro, coerenti con la pianificazione regionale di settore, sono stati inseriti nella nuova Intesa Generale Quadro (IGQ) Stato-Regione sulle infrastrutture in via di definizione e per la quale risulta già avviata l'interlocuzione con il competente Ministero delle Infrastrutture e Trasporti. All'interno dell'IGQ gli interventi sulla linea ferroviaria risultano qualificati quali interventi di rilevanza regionale direttamente interagenti con le infrastrutture strategiche di rilevanza nazionale. Si conferma pertanto il forte interesse alla riapertura della linea, che troverà ulteriore conferma nella procedura di messa a gara dei servizi ferroviari regionali e la cui riattivazione risulta purtroppo vincolata ad una serie di significativi interventi per i quali RFI non dispone attualmente delle necessarie risorse.

3) Quanto la Regione ha anticipato al costruttore di nuovi treni
La Regione a tutt'oggi ha corrisposto alla ditta CAF, costruttore dei nuovi elettrotreni, conformemente alle previsioni contrattuali, un importo pari a euro 22.600.000,00 corrispondente al 50% del valore della commessa iniziale relativa a 8 elettrotreni modulari (IVA esclusa) già prodotti ma non ancora consegnati alla Regione. Tali importi risultano garantiti da una specifica fideiussione.
In relazione al ritardo accumulato e all'avviata determinazione delle penali da applicare a CAF sono stati sospesi gli ulteriori pagamenti compresi quelli inerenti gli ulteriori 4 elettrotreni acquistati con l'esercizio dell'opzione contrattuale.

4) Quando si presume entreranno in funzione i nuovi treni della spagnola CAF e quali le motivazioni di questo ritardo
il ritardo nella consegna dei nuovi elettrotreni è sostanzialmente dovuto finora al dilatarsi delle fasi autorizzative per l'avvio delle prove in linea, un passaggio indispensabile per la successiva messa in esercizio degli elettrotreni.
Voglio ricordare che il contratto stipulato con il fornitore prevede che gli elettrotreni siano consegnati completi delle autorizzazioni, già omologati e pronti per l'esercizio.
La mancanza di tali requisiti ha finora impedito non solo l'utilizzo degli elettrotreni ma anche la loro consegna alla Regione. I treni pur presenti in parte in territorio regionale sono pertanto tutt'oggi nella disponibilità e responsabilità di CAF.
Al ritardo nell'avvio delle prove in linea hanno contribuito diversi fattori, dai tempi di predisposizione e presentazione della numerosa documentazione tecnica e dai tempi di analisi della stessa da parte delle strutture competenti con l'emissione dei relativi provvedimenti, all'interno di una procedura particolarmente complessa ed in fase di evoluzione fino, da ultimo, alla disponibilità delle tracce su cui far eseguire le suddette prove.
Del ritardo è stata comunque chiamata a rispondere la ditta CAF essendo il soggetto contrattualmente responsabile del rispetto delle tempistiche di consegna degli elettrotreni.
Per superare una situazione di sostanziale stallo la Regione, attraverso i suoi uffici, ha dapprima avviato una diretta interlocuzione con i vertici dell'Agenzia per la Sicurezza delle Ferrovie, il nuovo organismo che dalla metà del 2008 si occupa operativamente degli aspetti inerenti la sicurezza delle ferrovie, azione che ha permesso di condividere con l'Agenzia Nazionale e lo stesso fornitore CAF un dettagliato cronoprogramma relativo al programma di prove che ha consentito alla Regine FVG di verificare gli impegni assunti in tale sede.
Pur in ritardo rispetto alle previsioni formulate in tale occasione le prove in linea hanno finalmente  preso avvio agli inizi di febbraio, grazie ad un controllo serrato che la Regione ha impresso al suddetto cronoprogramma e alla supervisione nei rapporti tra CAF, Trenitalia, RFI e Agenzia Nazionale per la Sicurezza delle Ferrovie, superando finalmente le fasi autorizzative e documentali che finora avevano impedito l'avvio dei collaudi.
Tali prove, che dovrebbero concludersi nell'arco dei tre mesi con l'emissione dei relativi rapporti, consentendo di avviare le ulteriori fasi autorizzative per la messa in servizio del materiale rotabile.

5) A che punto sia il progetto pilota denominato "Piano Stazioni Minori"
Con DGR 2462/2013 è stata prenotata la spesa per euro 400.000 a sostegno dei costi per la realizzazione delle attività e degli interventi che saranno previsti dal protocollo di intesa da stipularsi con i soggetti interessati per la realizzazione del progetto pilota finalizzato alla riqualificazione di stazioni ferroviarie in ambito regionale.
Sono in atto da parte della struttura competente attività volte alla individuazione di un elenco di fabbricati di stazione e delle aree ad essi funzionali che in ragione della loro non strumentalità per l'esercizio ferroviario possono essere messi a disposizione da parte di RFI. Contemporaneamente è in via di definizione da parte della stessa struttura la bozza del Protocollo di Intesa che, una volta condiviso e sottoscritto dai soggetti interessati, costituirà il quadro di riferimento per la realizzazione degli interventi.