lunedì 14 settembre 2009

Dopo il convegno

Sabato 12 settembre si è tenuto a San Pietro al Natisone un convegno organizzato da Sinistra e Libertà (vedi post precedente). Un centinaio di persone ha partecipato all’evento, durante il quale sono stati toccati temi quali la crisi della democrazia in Italia, il ruolo delle Comunità Montane, la collaborazione transfrontaliera italo-slovena e le prospettive della sinistra. Al termine del convegno è stata analizzata e discussa dagli aderenti all'associazione "Per la Sinistra" della provincia di Udine una mozione per la fase costituente, che verrà inviata agli organismi nazionali. Riporto il mio intervento al convegno, invitando a commentarne i contenuti.

martedì 8 settembre 2009

Convegno Sinistra e Libertà - 12 settembre 2009

Le importanti difficoltà nel rapporto tra istituzioni e territorio sono l’elemento cardine che porta il cittadino qualunque all’allontanamento dalla politica e dai politici.
Troppo spesso il dibattito politici-cittadini avviene solo in occasione delle campagne elettorali e poi gli eletti si sentono investiti di un mandato “totale” e si dimenticano che lo esercitano in nome e per conto del popolo.
Questo è tanto più vero da quando la nuova legge elettorale, negando le preferenze, ha impedito agli elettori la possibilità di scelta del candidato dando così un potere smisurato alle segreterie dei partiti e separando ancora di più l'eletto dal suo territorio.
Sinistra e Libertà organizza una iniziativa a San Pietro al Natisone il giorno 12 settembre alle ore 17.30 su temi che spaziano dalla crisi della democrazia, ai rapporti tra territorio ed istituzioni delle autonomie locali e alla collaborazione transfrontaliera italo-slovena, con il fine di riannodare il filo spezzato nei rapporti cittadini – istituzioni.
Tondo, sulle Comunità montane, ha dato una dimostrazione pratica di questa arroganza, perché di fronte alla massima disponibilità di Sindaci, ANCI , UNCEM ecc. a trovare una soluzione condivisibile, ha risposto con una chiusura totale: commissariamento.
Nessuna proposta, nessuna spiegazione della visione che il presidente della Regione e la sua maggioranza hanno sul futuro della montagna, sul modo di tutelare la sua specificità e di risolvere le difficoltà della gente che vi abita.
Nessuno nega i problemi in cui si dibattono le comunità montane, ma non è certo mandando uno sconosciuto funzionario regionale, che nulla sa del territorio che dovrà gestire, che questi problemi verranno risolti.
La promessa fatta a luglio che una proposta di legge era già pronta e si sarebbe entrati nel merito a settembre, si è dimostrata essere una balla estiva, però Tondo si sbaglia di grosso se pensa che ci si possa accontentare della sua parola per risolvere questo annoso problema.
E sempre per ribadire quanto poco conti il territorio per i nostri attuali amministratori,
l'assessore Seganti ha affermato che i piccoli comuni si dovranno fondere.
Come per le Comunità Montane non è stata fornita nessuna spiegazione sul come si pensi di portare avanti questa operazione senza togliere, in modo antidemocratico, la rappresentatività di intere comunità.
Anche quello dei Comuni troppo piccoli per poter funzionare e dare risposte credibili ai residenti, è un problema reale ma le possibili soluzioni vanno discusse con i cittadini e non possono essere certo calate dall'alto.
Sinistra e Libertà, nel convegno del 12 settembre, non si propone solo di esplicitare delle proposte sui temi in questione, ma anche di ascoltare, discutere e condividere le future scelte e lotte politiche; è una questione di metodo e di democrazia che si contrappone in modo evidente all'operato del governo Nazionale e Regionale ed è per questo che consulteremo la popolazione prima di prendere importanti decisioni sul futuro dei cittadini!

mercoledì 29 luglio 2009

IRI - accelerazione lavori sulla A28

Riporto di seguito il testo dell'interrogazione a risposta immediata "Accelerazione lavori sulla A28" e relativa risposta, pervenuta in data odierna:

"All'Assessore regionale alla mobilità, energia e infrastrutture di trasporto Riccardo Riccardi.

Recenti notizie giornalistiche riportano che i lavori del tratto Godega –Conegliano (lotto 29) dell’Autostrada Pordenone – Portogruaro (A28) sono stati accelerati e che prevedibilmente questo tratto sarebbe stato aperto al traffico non più il 1 maggio 2010 bensì il 1 gennaio con un anticipo quindi di “ben” quattro mesi.
Quello che non è stato detto che per fare questa operazione, che ci risulta richiesta dal suo assessorato, siano stati concordati con la CMB di Carpi (Modena), ditta appaltatrice, 4 milioni di euro.
Considerato che il periodo gennaio –aprile non è certo strategico, che l’opera attende il suo completamento da molti anni e che quindi poche mesi in più non avrebbero modificato la sostanza delle cose e che il tratto in questione non è certo il passante di Mestre si chiede quali siano state le motivazioni per giustificare una spesa di questa entità e soprattutto se in periodo economicamente critico come l’attuale, questo importo non avrebbe trovato migliore collocazione."

La risposta è del presidente di S.p.A. Autovie Venete, dott. Giorgio Santuz:

"Al fine di dare adeguato riscontro all’interrogazione a risposta immediata n. 152 del 27 luglio 2009, avente ad oggetto “Accelerazione lavori sulla A28” si rende necessario chiarire ratio e quantum adottati in proposito da S.p.A. Autovie Venete.

Ratio del provvedimento adottato.
Si rammenta che nel corso del 2008 la congestione del traffico automobilistico e dei mezzi pesanti gravanti sulla A4 ha determinato, in primo luogo, la dichiarazione dello stato di emergenza ai sensi dell’art. 5 della Legge n°225/92 da parte del Presidente del Consiglio dei Ministri (decreto 11 luglio 2008), e successivamente l’ordinanza n°3702 del 5 settembre 2008 mediante la quale veniva nominato Commissario Delegato all’emergenza il Presidente della Regione Friuli Venezia Giulia.
Con la medesima Ordinanza veniva individuata nella S.p.A. Autovie Venete il soggetto deputato a fornire al Commissario Delegato il supporto tecnico, operativo, logistico.
I cronoprogrammi per la realizzazione della terza corsia, già trasmessi alla Protezione Civile ed alla Presidenza del Consiglio dei Ministri prevedono l’avvio dei cantieri nel tratto veneto della A4 (i più trafficati e problematici sotto i profili dell’incidentalità) per dicembre del corrente anno.
Ciò posto la transitabilità del lotto 29 entro tale data determinerebbe l’interconnessione tra le autostrade A27 ed A28 con ciò consentendo l’unico by-pass per la A4 che si vedrà appesantita, oltre alle gravose condizioni di traffico cui è costantemente sottoposta, anche di tutte le problematiche legate ai cantieri che su di essa andranno a gravare.
Quindi non anticipazione tout court del lotto 29 ma importante valvola di sfogo, ovvero percorso alternativo, in casi di intasamento della A4.

Quantum del provvedimento adottato.
Preliminarmente si precisa che il contratto sottoscritto nel 2007 con la società realizzatrice dei lavori già prevedeva un premio di accelerazione pari al 10% dell’importo contrattuale (poco più di 3.200.000 euro).
L’effettivo maggior importo pattuito, di poco inferiore agli 800.000 euro, e legato alla diversa metodologia costruttiva che la C.M.B. dovrebbe mettere in atto per la contrazione dei tempi realizzativi dei viadotti di svincolo, verrebbe corrisposto solo ad obbiettivo perseguito. In caso contrario l’atto aggiuntivo perderebbe la propria efficacia e risorgerebbe il contratto del 2007 con tutte le originarie obbligazioni.
A ben vedere il presunto maggior costo, ridotto a meno di un quinto rispetto alla somma denunciata nell’interpellanza, verrebbe ulteriormente ridotto in quanto l’anticipata transitabilità automaticamente comporta anche un’anticipata corresponsione del pedaggio.
Conclusivamente, quindi, pur tralasciando i positivi riflessi che sugli importi avrebbe un’anticipata corresponsione del pedaggio, l’enitià della variante, riducendosi a meno del 2,5% dell’importo di contratto, è tale da essere considerata dalla normativa in materia una non variante ma “interventi disposti dal direttore lavori per risolvere aspetti di dettaglio”. (art. 132 comma 3 D. Lgs. 163/2006 e s.m.i.).
Per amor di verità si precisa che nessuna accelerazione è mai stata chiesta dall’Assessore Regionale della mobilità, energia e infrastrutture di trasporto.

Nell’auspicio di aver risposto ai quesiti sollevati colgo l’occasione per porgere i miei più cordiali saluti."

martedì 28 luglio 2009

Risposta all'interrogazione copertura sanità penitenziaria

Durante la mia visita agli istituti penitenziari della nostra Regione i direttori delle case circondariali di Udine, Tolmezzo, Trieste e Pordenone hanno unanimemente evidenziato le difficoltà che incontrano nella gestione della sanità penitenziaria.
Nel tentativo di fare chiarezza è stata presentata un'interrogazione in data 23 aprile, condivisa anche dai consiglieri Colussi, Corazza e Kocijančič, che solo in data odierna è stata evasa dall’assessore Kosic.
La risposta, come potete vedere sotto, risponde solo molto parzialmente alle esigenze evidenziate dai direttori degli istituti di pena, ma soprattutto rinvia il problema ad un futuro accordo – stato regione.

“Come è noto l’art. 8, comma 1, del DPCM 1 aprile 2008 stabilisce che il trasferimento delle funzioni, dei compiti, delle risorse umane, finanziarie ed organizzative in materia di sanità penitenziaria avvenga nel rispetto delle modalità previste dai rispettivi statuti e dalle correlate norme di attuazione.
Per quanto concerne la Regione FVG, ai sensi dell’art. 65 dello Statuto di autonomia, il trasferimento delle funzioni dello Stato avviene con appositi decreti legislativi sentita una commissione paritetica.
Il Provveditorato regionale per il Veneto – Friuli Venezia Giulia e Trentino Alto Adige del Dipartimento dell’Amministrazione penitenziaria – Ministero della giustizia ha posto all’attenzione della Regione FVG le difficoltà connesse all’erogazione delle prestazioni di assistenza sanitaria, anche sotto il profilo della spesa, in ragione dei problemi sorti in relazione allo stanziamento nel bilancio del Ministero della Giustizia delle risorse necessarie a garantire la continuità dei servizi sanitari.
Con nota prot. n. 13152, dell’11.12.2008, la Regione, prendendo atto che delle difficoltà evidenziate, ha rappresentato al su citato Provveditorato regionale, in particolare, che:
- in assenza di apposita disciplina di attuazione statuaria non è possibile per l’Amministrazione regionale, che non è titolare della funzione, farsi carico degli oneri derivanti dal suddetto trasferimento;
- la possibilità di avviare l’iter per il trasferimento delle funzioni è condizionata dalla nomina della componente governativa della commissione paritetica che non era ancora intervenuta;
- lo stesso Ministero della Giustizia ha rappresentato la necessità che siano previste apposite risorse nel bilancio del Ministero medesimo per l’anno 2009 pre le regioni a statuto speciale e le Province autonome affinché sia assicurata l’erogazione delle prestazioni sanitarie;
- alla riunione della commissione salute tenutasi il 2.12.2008 le questioni innanzi evidenziate sono state portate all’attenzione del Governo dagli assessori regionali;
- l’Amministrazione regionale ha avuto notizia che la commissione bilancio del Senato ha approvato un emendamento del Governo svolto a ripristinare nello stato di previsione per l’anno 2009 del Ministero della giustizia le risorse finanziarie necessarie per garantire, da parte dello Stato titolare delle funzioni, l’assistenza sanitaria negli istituti penitenziari ubicati nelle regioni a statuto speciale e nelle province autonome.
La citata commissione paritetica per il Friuli Venezia Giulia è stata, quindi, ricostituita in data 12.3.2009. A seguito della predetta ricostituzione, la Regione FVG ha chiesto, con nota del 8.4.2009, al Provveditorato regionale per il Veneto – Friuli Venezia Giulia e Trentino Alto Adige di conoscere una serie di dati ed elementi relativi all’organizzazione della medicina penitenziaria nel Friuli Venezia Giulia necessari per l’attività istruttoria volta alla predisposizione dell’intervento legislativo.
Nella riunione della commissione paritetica tenutasi il 26.5.2009 è stato posto all’OdG l’esame di una bozza di schema normativo in materia di assistenza sanitaria ai detenuti ed agli internati negli istituti penitenziari del Friuli Venezia Giulia. Nel corso della predetta riunione si è rappresentato che lo schema preliminare redatto dalla regione deve essere completato anche sulla base delle informazioni già chieste al Ministero di giustizia, parte delle quali sono state recentemente fornite, mentre ulteriori elementi saranno inoltrati successivamente. Nell’ambito della commissione paritetica si sono tenute altre due riunioni e la prossima è fissata per il mese di settembre.
Ad ogni buon conto l’Amministrazione regionale ha chiarito, con circolari inviate agli enti del SSR, che deve essere fornita ai detenuti tutta l’assistenza occorrente, fermo restando la necessità di ripartire la spesa, conformemente alle vigenti disposizioni di legge, tra SSR e SSN.”

lunedì 27 luglio 2009

Sono soldi ben spesi?

Riporto il testo dell'interrogazione a risposta immediata (IRI), depositata oggi, per l'assessore alla mobilità, energia e infrastrutture di trasporto, Riccardo Riccardi:

"Recenti notizie giornalistiche riportano che i lavori del tratto Godega–Conegliano (lotto 29) dell’Autostrada Pordenone–Portogruaro (A28) sono stati accelerati e che prevedibilmente questo tratto sarebbe stato aperto al traffico non più il 1 maggio 2010 bensì il 1 gennaio con un anticipo quindi di “ben” quattro mesi.
Quello che non è stato detto che per fare questa operazione, che ci risulta richiesta dal suo assessorato, siano stati concordati con la CMB di Carpi (Modena), ditta appaltatrice, 4 milioni di euro.
Considerato che il periodo gennaio–aprile non è certo strategico, che l’opera attende il suo completamento da molti anni e che quindi poche mesi in più non avrebbero modificato la sostanza delle cose e che il tratto in questione non è certo il passante di Mestre, si chiede quali siano state le motivazioni per giustificare una spesa di questa entità e soprattutto se in periodo economicamente critico come l’attuale, questo importo non avrebbe trovato migliore collocazione."

sabato 18 luglio 2009

Commento alla variazione di Bilancio / seduta d’aula del 7-8-9 luglio ’09

Come noto ai più, l’assestamento al bilancio di previsione è un atto dovuto, ben regolamentato sia per quanto riguarda la scansione temporale sia per i vincoli procedurali. Va subito detto, per chi non conosce la materia, che le cifre di cui stiamo parlando non sono fondi nuovi o derivati da una oculata gestione della spesa corrente, ma di fondi vecchi.
Per il 2009 il saldo finanziario accertato è di 146 milioni di euro di cui 130 già impegnati.
In buona sostanza parliamo quindi di un impegno di spesa di 15 milioni di euro di cui 14 vanno in ammortizzatori sociali e 1 per i terremotati dell’Abruzzo.
Il vero motivo per cui giovedì abbiamo chiuso la seduta alle due di notte è lo stesso che, giusto un anno fa, ci ha visto fare le 4 del mattino: i colpi di mano della maggioranza.
Un anno, fa sempre durante la discussione delle variazioni al bilancio, sono state abrogate quattro leggi (reddito di base per la cittadinanza, legge sull’immigrazione, tutore dei minori e difensore civico regionale) che con il bilancio non hanno nessuna attinenza.
Quest’anno, in modo analogo, le comunità montane sono state commissariate e si è e ridisegnato il cuore della sanità regionale.
Mi è difficile capire perché una maggioranza che è in grado di far approvare una qualsiasi legge che reputi opportuna, abbia bisogno di presentare, con dei veri propri blitz, corposi emendamenti (4-5 pagine) che modificano così in profondità la sanità regionale ed il governo della montagna.
Nessuno di questi argomenti era mai stato discusso nelle commissioni competenti che spesso discutono di problemi molto più marginali.

Comunità Montane
Credo che la maggior parte delle persone intellettualmente oneste riconosca che molte delle comunità montane, così come concepite, non funzionino e che si debba trovare una soluzione alternativa che tuteli la montagna e la sua specificità.
Stupisce tuttavia la rigidità di Tondo che di fronte all’apertura dei sindaci e dei rappresentanti delle comunità montane, che già un anno fa si erano dichiarati disponibili a trovare una soluzione comune, abbia imposto il commissariamento.
Se è vero che una proposta di legge verrà discussa a settembre –ottobre, che necessità c’era di inviare un funzionario regionale, un estraneo, a reggere le comunità montane per due mesi uno dei quali, agosto, vede bloccate tutte la attività?
Perché rifiutare, in modo aprioristico, ogni forma di collaborazione ?
Quali gli interessi economici, politici in gioco?
Uno spot per far finta di essere un presidente che decide?
Attualmente l’ipotesi più accreditata è quella che vede le attuali comunità montane, ritenute troppo grandi, sostituite dalle comunità di vallata.
E' utile ricordare che circa 20 anni fa le comunità montane comprendevano i comuni di una stessa vallata e furono chiuse, credo proprio da Tondo, perchè ritenute troppo piccole.
E’ evidente che non ci troviamo di fronte ad un problema di facile soluzione e forse per questo era utile sentire e collaborare con tutti quelli che avevano interesse alla tutela di un territorio tanto bello quanto problematico come quello della montagna ed in primis con gli amministratori locali.

Sanità regionale
Va innanzitutto detto che due sono stati gli emendamenti che andavano a modificare il cuore direttivo e gestionale della sanità regionale: il primo presentato il mattino di martedì ed il secondo, che sostituiva completamente il precedente, nel pomeriggio del giorno 8.7.09.
Nella prima stesura tutto il potere e metà del bilancio regionale (2.600 milioni di euro) venivano concentrate nelle mani di un unico direttore che era assoggettato al solo controllo di tre revisori dei conti.
Tutta la politica sanitaria regionale veniva quindi gestita e diretta da un funzionario il cui unico obbiettivo era quello economico.
Il sub emendamento del giorno 8 a firma Tondo,quello che è stato effettivamente approvato, ha fatto una parziale retromarcia “limitandosi” a sopprime l’Agenzia Regionale della Sanità, il Centro Servizi Condivisi e a ridurre la Conferenza dei Sindaci ad un organismo inutile cui chiedere un parere di cui si potrà anche non tenere conto.
E mentre per l’Agenzia si è individuato un commissario straordinario, che è lo stesso direttore della Direzione Centrale della Salute, per il CSC si parla in modo molto generico del trasferimento delle funzioni a uno più enti non ancora identificati.
Delle comunità montane e delle possibili soluzioni si parlava da tempo, della sanità nessuno, nemmeno della maggioranza, era a conoscenza dei progetti di Tondo e del suo assessore, che solo la settimana prima aveva relazionato su di un problema minore in terza commissione.
Pur convenendo che un centro di comando unico ha una sua logica, trovo indigeribile che modifiche così radicali al centro di comando della sanità regionale, sia varata senza entrare nel merito e di fatto esautorando sia l'assessore che la commissione consiliare competente.
Sembra che Tondo, smentendo quanto affermato all'inizio di legislatura quando aveva criticato l'era Illy e il di lui decisionismo, abbia imboccato la stessa strada.
Anche la scelta del nuovo direttore generale, dott. Basaglia, noto per la facilità e l'indifferenza con cui esegue importanti e talora generalizzati tagli di dirigenti, non lascia presagire nulla di buono. Non sempre infatti le riduzioni indiscriminate del personale portano a quei risparmi cui si tendeva, a meno che non si intenda ridurre anche le prestazioni erogate o la loro qualità.
Sono purtroppo certo che questo modo di operare troverà molti estimatori, da parte mia resto convinto che solo con la discussione e il confronto si ottengono le migliori soluzioni a problemi complessi come quello della sanità.

mercoledì 1 luglio 2009

Roma stoppa la legge "sicurezza" FVG

Forse non è molto bello, forse non è molto fine ma ogni tanto ci vuole e mette di buon umore: VE LO AVEVAMO DETTO !!!

Mi viene da commentare così lo stop che il governo nazionale dà alla legge 9/2009 “sicurezza” varata dalla nostra Regione e fortissimamente voluta dalla Lega Nord.
I punti contestati sono sei e colpiscono al cuore una legge che il capogruppo del PdL difende con poca convinzione nel tentativo di ridurre i mal di pancia della sua maggioranza.
Credo valga la pena ricordali:
• Non compete alla Regione promuovere e sostenere finanziariamente i gruppi di volontari perché “l’ordine pubblico e la sicurezza” sono di competenza dello Stato.
• Con la stessa motivazione viene bocciata la parte in cui si dice che la polizia locale assume il presidio del territorio.
• Nel momento in cui la Regione disciplina minuziosamente e per legge il numero degli agenti di polizia locale, il loro stato giuridico con relativo trattamento economico e ne regolamenta l’organizzazione, travalica dalle sue funzioni e invade le competenze dei comuni.
• Solo lo Stato ha competenza legislativa in materia di corpi di polizia giudiziaria e quindi la Regione non può autonomamente decidere che “gli agenti della polizia locale sono agenti di polizia giudiziaria”
• Anche sull’armamento lo Stato rivendica una competenza esclusiva.
• La Regione non può stringere accordi in materia di sicurezza con Stati esteri confinanti.

Più che tentare di risolvere i numerosi problemi dei nostri concittadini si continua a legiferare o a cancellare delle leggi senza ascoltare niente e nessuno, senza valutarne bene le conseguenze, in modo ideologico e, concedetemi, stupido.
La tranquillità dei numeri che questa maggioranza ha in consiglio dovrebbe indurre ad un maggiore ascolto e al recepimento di quanto di buono viene dall’opposizione perché, continuando così, l’unico risultato che la stessa maggioranza potrà ottenere sarà una ulteriore delegittimazione della classe politica.

mercoledì 24 giugno 2009

Ritardi della III e IV commissione

Come molti sanno partecipo al lavoro della III e IV commissione, al comitato di controllo e alla giunta per le elezioni e, in questo ruolo, mi sono più volte lamentato del notevole ritardo di inizio dei lavori rispetto all’orario di convocazione (orari di convocazione e di inizio sedute III commissione e IV commissione).
Nemmeno la minaccia di pubblicizzare questo clima di lassismo e di scarso rispetto nei confronti di tutti quei lavoratori che vengono penalizzati, anche economicamente, quando arrivano in ritardo al lavoro, ha sortito i risultati sperati.
E’ mia personale convinzione che chi “scrive le regole del gioco” cioè i consiglieri regionali, dovrebbero essere i primi a rispettarle perché la prima regola di un buon governo è dare l’esempio.
Come potete vedere la III commissione inizia con un ritardo medio di 28 min e la IV con un ritardo di 18 min. Da questo conteggio sono escluse le convocazione degli Uffici di Presidenza cui non faccio parte.
Evidentemente il ministro Brunetta, forse perché omogeneo a questa maggioranza o molto più probabilmente perchè è più semplice intimidire i più deboli che bacchettare i più forti, non è riuscito a modificare questo andazzo regionale.
Ritengo che il primo modo di combattere queste cattive abitudini sia quello di farle conoscere ai cittadini sperando, forse ingenuamente, che una loro fragorosa protesta possa indurre tutti al rispetto delle regole.

Mi sono ripromesso di continuare a monitorare anche le sedute delle commissioni del prossimo anno confidando in un miglioramento della situazione.

mercoledì 17 giugno 2009

Diritto dei minori di essere registrati alla nascita

Oggi, con un giorno di anticipo, è stata discussa in aula la mozione sul diritto dei minori di essere registrati alla nascita.
Nella presentazione della mozione ho ribadito che il successo elettorale ottenuto dalle lega nelle ultime elezioni non lasciava presagire nulla di positivo e soprattutto non voleva dire che le loro posizioni erano giuste e condivisibili.
Sta di fatto che dopo un dibattito partito in sordina che vedeva una sostanziale, se pur con sfumature diverse, condivisione del problema da parte del centro destra, vi è stata una improvviso cambio dei toni con una plateale uscita dall’aula della compagine leghista.
Anche la richiesta di voto segreto, che avevo chiesto a norma di regolamento, è stata accettata e così la votazione si è conclusa con 23 voti a favore, 9 contrari e 2 astenuti.
Come una ciliegina sulla torta anche l’ordine del giorno della maggioranza, il cui unico scopo era aggirare la mia mozione, è stato bocciato.
Non so quanto questa maggioranza realmente si spenderà per modificare o correggere questa legge in discussione al senato però fa piacere constatare che anche maggioranze sicure possono ogni tanto andare sotto.

giovedì 4 giugno 2009

Elezioni europee e amministrative 2009

Sento l’obbligo di dovermi scusare con i lettori del mio blog per i pochi ragguagli che Vi ho dato circa la mia attività di questi ultimi 15 giorni ma sono state giornate molto intense per il sovrapporsi della campagna elettorale delle Europee e delle amministrative che porteranno al rinnovo di molti consigli comunali. Oltre a ciò il 19, 20 e 21 si è svolta la seduta d’aula che ha licenziato la “legge anticrisi” e si sono riunite la III, la IV commissione ed il comitato di Controllo di cui faccio parte.

Ho affiancato molti dei candidati al Parlamento Europeo nelle seguenti iniziative elettorali:
• Il 12.5.09 a Pinzano al Tagliamento con Josef Kusstatscher, parlamentare europeo uscente, che vanta una percentuale di presenza alla sedute del parlamento europeo del 98%. Ovviamente il tema prevalente è stato quello di uno sviluppo compatibile con un doveroso rispetto dell’ambiente.
• Il 22.5.09 a Treviso con Alessandro Zan e Beppino Englaro per una conferenza sul testamento biologico, i Dico e più in generale la deriva confessionale che una certa destra integralista vorrebbe imporre ad uno stato che secondo la nostra costituzione è laico.
• Il 22.05.09 conferenza stampa a Udine con Carlo Flamigni e Igor Komel sull’importanza dell’Europa nelle scelte di interesse comune.
• Il 25.05.09 al Kulturni Dom di Gorizia con Igor Komel sulla cultura come strumento fondamentale per l’integrazione, la comprensione delle diversità ed il reciproco arricchimento.
• Il 28.05.09 a Trieste in piazza Cavana con Lisa Clark, nota pacifista, e Nichi Vendola, presidente della regione Puglia oltre che esponente di spicco di Sinistra e Libertà.
• Il 28.05.09 al cinema “Il Visionario” di Udine con Nichi Vendola, Lisa Clark, Igor Komel e Furio Honsell (sindaco di Udine).
• Il 29.5.09 a Gorizia e a Ronchi dei Legionari sempre con Vendola, Igor Komel e Lisa Clark.
• Il giorno 1.06.09 a Gorizia con Igor Komel.

Per le amministrative, invece, le iniziative si sono svolte:
• Il giorno 11.05.09 a Castions di Zoppola con il candidato sindaco Angelo Masotti Cristofoli.
• Il 18.05.09 a Pasian di Prato con il candidato sindaco Gianfranco Tonetti e la nostra Roberta Degano che è la capolista.
• Il 19.05.09 a Tarcento incontro con simpatizzanti e militanti della sinistra sui temi della difesa del lavoro, diritti sociali e laicità dello stato. Incontro organizzato da Ottaviano De Monte.
• Il 27.05.09 a Tavagnacco con il candidato sindaco Mario Pezzetta, Gianni Tamino docente di Biologia presso l’università di Padova ed esperto in energie alternative. In lista c’è anche il nostro candidato Marco Duriavig.
• Il 29.05.09 a Carlino con il candidato sindaco Claudio Vicentini.
• Il 3.06.09 a S. Pietro al Natisone a sostegno del candidato sindaco, Simone Bordon, con il nostro Fabrizio Dorbolò, che è capolista. All’evento ha partecipato anche Igor Komel.

mercoledì 3 giugno 2009

Intervista al Gazzettino

Il 29.05.09 ho rilasciato un'intervista a Paolo Pichierri del Gazzettino, l'intervista era telefonica e vi è stato qualche problema di ricezione pertanto la riposta alla domanda «Che voto da a Tondo?» è stata fraintesa, troverete in corsivo la risposta corretta.

Stefano Pustetto, il grillo parlante
«La prima cosa è l’equità fiscale»
di Paolo Pichierri

Minuto, con la barba, sempre discreto e gentile, Stefano Pustetto sembra essere in Consiglio regionale contro il proprio interesse. Quasi come una sentinella della coscienza politica, un grillo parlante di cui tutti hanno rispetto. Lui è uomo di sinistra, ma non si sente più alto degli altri. Non perché sia basso di statura. Magari perché viene dalla montagna, dove tutti sono più piccoli, più umili o perché ha conosciuto la sofferenza negli ospedali, nelle cui chirurgie, tra Trieste, Cividale e Udine, ha operato a lungo. 58 anni, sposato, con due figli, dal gruppo della Sinistra Arcobaleno ha scelto l' opzione di Sinistra e Libertà.

Pustetto, la distribuzione della sinistra in vari partiti è talmente complessa che forse solo gli addetti ai lavori riescono a decifrarla. Come si è arrivati a questo?
«È difficile dirlo. Trovo folle che si faccia l' analisi del sangue per dire chi ce l' ha più rosso. Io sono per quella sinistra che cerca l' aggregazione. Che cerca di essere di governo, ma non a tutti costi. Facile fare i duri e puri, il difficile è trovare soluzione ai problemi della gente con la mediazione».

Lei è favorevole alla ricostruzione dell'arco di Intesa Democratica?
«Si. Ma prima di dire un si convinto, il Pd esca da alcune ambiguità. Per esempio una Binetti che lo condiziona è un problema. Il partito deve essere laico. Possibile che tutti in Europa abbiano risotto il problema del testamento biologico?»

Nel 2010 ci saranno meno risorse in regione e la sanità grava per metà del bilancio. Lei vede strutture sanitarie a rischio tagli?
«Quando si fanno dei risparmi si va a vedere dove sono i doppioni e le cose che non servono. Serve un ordine mentale prima . Al Comitato di controllo ho chiesto se la legge 13 ci sta portando nella direzione giusta. Allora si erano salvate le strutture che avevano l' appoggio di lobby politiche».

Può essere più preciso?
«Si è chiuso l' ospedale di Cividale e si è pompato quello di San Daniele. Cividale era in piena espansione. A Spilimbergo è stata fatta un'area di emergenza».

Come valuta la disponibilità dell'assessore Kosic di venire incontro alle fasce disagiate nelle spese
dentistiche?
«Kosic è inadeguato. Grandi discussioni di principio senza esito. Come il Libro verde: si parla di
revisione della rete, che cosa vuol dire?»

Taglierebbe in Regione qualche reddito?
«La prima cosa da fare è l'equità fiscale. Bisogna combattere l' evasione, lì avremo un recupero di
risorse. Ma ci deve essere un rapporto onesto tra le retribuzioni di operai e dirigenti. Il rapporto non può essere di uno a mille».

Che voto dà a Tondo?
«A lui 6 e mezzo. Alla sua Giunta solo una sufficienza. Ma hanno vinto le elezioni senza aspettarselo e complessivamente è una squadra debole».
(A lui sei, sei e mezzo. Alla sua giunta insufficiente. Hanno vinto le elezioni senza aspettarselo e complessivamente è una squadra debole)

Accetterà l' invito del presidente Ballaman di esprimersi in Aula nella propria lingua madre?
«No. Sono contro le imposizioni».

Bocciata dalla Consulta la legge sul friulano, ovviata anche la legge sulla caccia. Ma questi consiglieri regionali non sono un po' troppo pasticcioni?
«Senz' altro».

Chi è il consigliere di opposizione che stima di più?.
«Mi place Iacop. È preparato. Sotto il profilo del perseguimento dell'ideale, Travanut».

E nelle file del centrodestra?
«Molinaro. Ha una linea e una storia politica».

Lei è in pensione. Perché si scanna con la politica. Per passione o per i soldi?
«Ho avuto tanto nella vita. Ora cerco di restituire. I soldi fanno comodo, ma non è stata quella la molla».

Lei è di Cortina. Che ci fa un comunista a Cortina?
«È una mosca bianca. Anche se la storia delle regole ampezzane è comunista. La proprietà dei boschi e dei pascoli è della comunità. Le donne single avevano diritto di voto quando le italiane
ancora non l' avevano».

Vede il rischio di un ritorno dell'eversione brigatista?
«Dipende da quanto si tirerà la corda. Quando le disuguaglianze sono troppo grandi, quando non hai chance, fai la scelta sbagliata».

Walter Chiari ha fatto scrivere sul suo epitaffio: " Era solo sonno arretrato". Lei ha un'idea?
«Non voglio né epitaffi, né tomba. Voglio essere cremato e che le mie ceneri siano portate sotto una pineta in montagna come concime. Venirmi a salutare sarà fare un picnic».

mercoledì 27 maggio 2009

Perché un voto di astensione sulla legge “anticrisi”

La legge “anticrisi” certifica che il governo Tondo prende atto, con colpevole ritardo, di quanto è sotto gli occhi di tutti cioè che la crisi c’è e non risparmia nessuno.
Il testo di legge licenziato dall’aula è stato, soprattutto in alcune sue parti, modificato e migliorato rispetto a quanto proposto in commissione.
Due i cardini di questa legge:
• il Capo II che tratta delle modalità di accelerazione delle procedure per la realizzazione delle opere definite di interesse strategico
• l’art 13 che è il cuore finanziario della legge
Riguardo al primo punto considero molto importante essere riusciti a porre un limite temporale alla legge e soprattutto far sì che i consigli comunali, il Consiglio delle Autonomie e la commissione regionale competente si riappropriassero del potere decisionale nell’individuazione delle opere definite di interesse strategico.
Riguardo invece alla parte economico-finanziaria trovo difficile negare che se non si facilita il credito alle piccole e medie imprese, che sono il cuore pulsante della nostra economia, una volta superata la crisi rischiamo di trovarci privi di apparato produttivo.
Positivo anche che si sia accettato, se pur con modifiche, il sostegno alle imprese che stipulano contratti di solidarietà difensiva a quei lavoratori che sono interessati dalla conseguente riduzione dell’orario di lavoro ed il rifinanziamento del Fondo di Sostegno per le aziende artigiane (stanziati 1 milione e 500.000 € rispettivamente).
Trovo tutte queste soluzioni parziali, talvolta rischiose e nello stesso tempo obbligate perché questo è il contesto economico-produttivo in cui viviamo.
In modo assolutamente contestuale a questa azione, ripeto obbligata, dobbiamo rimettere in discussione il modello di sviluppo cui tendiamo che non può non tenere conto dell’ambiente, del risparmio energetico, delle fonti rinnovabili di energia, della stabilizzazione dei precari, della tutela dei salari e della salute dei lavoratori.
Credo sia evidente a tutti che “noi” avremmo scritto cose molto diverse ma, una sinistra che si propone come forza di governo, intesa come capacità di risolvere i problemi dei cittadini, non può limitarsi a delle affermazioni di principio che spesso sono belle ma lontane dalla realtà.

mercoledì 6 maggio 2009

Proposta di missione valutativa

Ieri è stata accettata dal comitato per la legislazione, il controllo e la valutazione, la mia proposta di missione valutativa sulla legge 13/1995. Riporto di seguito il testo.


PROPOSTA DI MISSIONE VALUTATIVA
AL COMITATO PER LA LEGISLAZIONE, IL CONTROLLO E LA VALUTAZIONE
ART. 150, C. 2, L. D), DEL REGOLAMENTO INTERNO

presentata dal consigliere Stefano Pustetto
A) al fine di verificare l’attuazione della legge regionale 13/1995
B) al fine di valutare gli effetti della politica promossa dalla legge 13/1995

1. LE MOTIVAZIONI DELLA PROPOSTA
• la spesa sanitaria impegna più del 50% del bilancio regionale, con un incremento annuo tendenziale superiore al 5%.
• la legge regionale 13/95 ha riorganizzato la rete ospedaliera con l'intento sia di ridurre la spesa che quello di migliorare il servizio adeguando l'offerta ospedaliera a quello che sono gli standard europei in termini di posti letto / per abitanti, tasso tendenziale di ospedalizzazione per / 1000 abitanti, degenza media ecc ecc...
• a distanza di 14 anni dall'entrata in vigore della legge non è stata ancora fatta una disamina completa sul raggiungimento degli obiettivi previsti, tenuto conto anche di importanti novità emerse negli ultimi anni (fusione dell'Ospedale SMM con il policlinico Universitario).

2. I RIFERIMENTI NORMATIVI
• Legge regionale 13/1995 "Revisione della rete ospedaliera regionale".
• Piani di intervento a medio termine.
• Gli altri provvedimenti attuativi previsti dalla legge.

3. L’OBIETTIVO DELL’INTERVENTO
• "migliorare l’efficienza complessiva nell’uso delle risorse", con i risultati attesi di una riduzione della quota di risorse dedicata all’assistenza ospedaliera (che non deve superare il 55% della spesa sanitaria di parte corrente) a favore del potenziamento delle attività di prevenzione, di cura e riabilitazione extra-ospedaliere (strutture territoriali e residenziali) e di un miglioramento delle prestazioni non in regime di ricovero ospedaliero.
• Riduzione/eliminazione delle duplicazioni a livello di strutture ospedaliere.

4. L’INTERVENTO PUBBLICO E I SUOI DESTINATARI
Fissazione di standard dei servizi , di parametri per la funzionalità di ciascun ospedale e di indirizzi organizzativi per lo svolgimento dell’attività ospedaliera.

5. LE DOMANDE DI VALUTAZIONE
• Quali sono stati i criteri concretamente adottati nel processo di revisione della rete ospedaliera, in che modo essi hanno operato e in che misura hanno consentito di ridurre/eliminare i doppioni.
• Se e in che misura si sono ottenuti risparmi nella spesa ospedaliera rispetto al limite previsto del 55%.
• Se, rispetto ai parametri presi a riferimento dalla legge, risulta giustificata la presenza sul territorio regionale di un centro trapianti, specie a fronte della presenza di altri centri nelle regioni limitrofe.

6. I TEMPI DI RISPOSTA
12 mesi.

martedì 28 aprile 2009

Case circondariali della Regione

In questi giorni ho completato il mio giro conoscitivo delle case circondariali della Regione e così il 6.4.09, accompagnato dai consiglieri Colussi e Corazza, ho visitato il carcere di Pordenone ed il 10.04.09 quello di Udine.

Il “Castello” di Pordenone, situato in pieno centro cittadino, è nato come bastione difensivo nel 1200 circa e viene trasformato in carcere dalla Serenissima nel 1544. Solo questo dettaglio storico fa comprendere come, con tutta la buona volontà e nonostante le varie ristrutturazioni, non possa essere un luogo idoneo per scontare una pena e tentare il recupero dei reclusi.

I problemi principali sono il sovraffollamento delle celle e la mancanza di spazi idonei per organizzare una qualsiasi attività laboratoriale finalizzata ad una formazione professionale.

In questa struttura sono detenute circa 65 persone e l'organico degli agenti di polizia penitenziaria conta 10 unità in meno di quelle previste.

La casa circondariale di via Spalato a Udine nasce come carcere e quindi ha una struttura decisamente più consona al ruolo che deve svolgere. Anche qui si registra sia un marcato sovraffollamento delle celle (i detenuti sono per i due terzi extracomunitari equamente divisi tra nord africani e dell'est europeo) sia la cronica carenza di agenti.

Considerato quanto riferitomi dai vari Direttori ho formalizzato due interrogazioni: la prima per capire a che punto sia la conferenza Stato Regione per il trasferimento della sanità penitenziaria alla Regione, la seconda per sondare quanto la stessa Regione sostenga i corsi di avviamento professionale svolti in carcere.

Non appena gli assessori risponderanno ve ne darò conto.

lunedì 27 aprile 2009

Interrogazione formazione professionale nelle carceri

Oggi ho depositato la seguente interrogazione a risposta orale, avente come oggetto la formazione professionale nelle case circondariali del Friuli Venezia Giulia:

Il sottoscritto consigliere regionale, Stefano Pustetto,
premesso che secondo quanto stabilito dalla nostra Costituzione il carcere deve avere una funzione rieducativa e non punitiva;
considerato che la popolazione carceraria ha mediamente una bassa scolarità e non sempre ha una formazione professionale specifica;
considerato che senza una adeguata formazione le possibilità di ottenere un lavoro sono scarse e che un’attività lavorativa economicamente e professionalmente soddisfacente è il modo migliore per evitare la reiterazione dei reati;
considerato che tutti i direttori degli istituti penitenziari regionali ribadiscono l’importanza dei corsi di formazione che migliorando il benessere psico-fisico della popolazione carceraria riducono in modo significativo la conflittualità e migliorano la sicurezza;
considerato che esistono già degli accordi tra la Regione e gli istituti di pena
atte a favorire la formazione nelle carceri;

interroga
l’assessore regionale all'istruzione, formazione e cultura, delegato alle politiche per la famiglia, Roberto Molinaro, per sapere:
- quali siano, allo stato attuale, i corsi di formazione professionali attivati nelle case circondariali della Regione sostenuti finanziariamente dalla Regione;
- quanti siano i finanziamenti erogati dalla Regione;
- presso quali strutture di detenzione regionali siano stati attivati i corsi stessi.

Interrogazione copertura sanità penitenziaria

Riporto di seguito il testo dell'interrogazione depositata il 23 aprile scorso, avente come oggetto la copertura della sanità penitenziaria.

Pustetto, Colussi, Corazza, Kocijančič
I sottoscritti consiglieri,
premesso che l’articolo 8, comma 1 del decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 1 aprile 2008 sancisce le “Modalità e criteri per il trasferimento al Servizio Sanitario Nazionale delle funzioni sanitarie, dei rapporti di lavoro, delle risorse finanziarie e delle attrezzature e beni strumentali in materia di sanità penitenziaria”;
considerato che i compiti, le risorse umane, finanziarie e organizzative, saranno trasferite, così come già avvenuto nelle Regioni a statuto ordinario, alle Regioni a statuto speciale e alle Province autonome di Trento e Bolzano con le modalità previste dai rispettivi statuti;
preso atto che allo stato attuale non è ancora stato completato l’iter amministrativo che deve portare alla presa in carico da parte della Regione Friuli Venezia Giulia della sanità penitenziaria;
considerato che la mancata attuazione del decreto sopraccitato causa disagi nell’erogazione delle risorse finanziare per la copertura dei costi della sanità penitenziaria regionale;
considerato che tutti i direttori degli istituti penitenziari regionali pongono questo problema al primo posto delle variegate necessità nella gestione di una casa circondariale,

interrogano
l’assessore regionale alla sanità e protezione sociale Vladimir Kosic per sapere:
- a che punto sia la Conferenza Stato Regioni nella trattazione del trasferimento delle competenze e quando sia prevista l’attuazione delle direttive contenute nel DPCM del 1 aprile 2008;
- se e quali azioni la Regione intende promuovere in attesa dell’attuazione dei provvedimenti di cui sopra.

lunedì 6 aprile 2009

30.03.09
Visita alla casa Circondariale di Trieste

Siamo stati ricevuti dal direttore dott. Enrico Sbriglia ed accompagnati in un giro conoscitivo di tutto il carcere dal comandante degli agenti di custodia.
A Trieste ci sono solo detenuti comuni e con pene detentive non superiori a 5 anni.
Circa due terzi dei carcerati sono di origine straniera (est Europa + nord Africa), molti sono lì per reati connessi alla droga.
All’atto della visita erano presenti circa 230 detenuti (occupazione ottimale 160 circa, accettabile fino a 190). Il sovraffollamento comporta che nelle celle ci siano anche 8 persone, con un unico bagno, alcune delle quali sono costrette a dormire con il materasso appoggiato sul pavimento. La richiesta del direttore di aggiungere un ulteriore letto sui letti a castello preesistenti per ora è stata esclusa considerato che l’ultimo verrebbe ed essere posizionato troppo in alto rispetto al pavimento.
Al terzo piano c’ è una sezione femminile che all’atto della visita ospita circa 25 persone.
Gli scantinati, ristrutturati di recente, dovrebbero essere utilizzati in futuro come laboratori di pasticceria e falegnameria.
Il problema maggiore denunciato dal direttore è il mancato finanziamento dei corsi di formazione professionale dei detenuti. Ha più volte ribadito che la vera sicurezza si raggiunge impegnando in attività lavorative i detenuti e insegnando loro un mestiere da poter usare una volta usciti dal carcere.
Il capitano delle guardie ha lamentato una significativa carenza di organici con conseguenti turni molto pesanti di tutti gli agenti.
Nelcomplesso la struttura carceraria, pur molto datata, è stata ristrutturata in modo da permettere una carcerazione dignitosa.
Durante la visita non ho percepito particolari tensioni o disagi.

31.03.09
Seduta d’aula
L’assessore Rosolen, rispondendo alla mia interrogazione sull’Erdisu presentata il 06.03.09, ha confermato che i passaggi burocratici sono sostanzialmente regolari, il costo per posto letto dei nuovi alloggi della casa dello studente in via Mantica sono di circa 200.000 euro come già denunciato da E Polis Friuli e ripreso nella nostra interrogazione.
Bisogna comunque considerare che si sono ottenuti anche altri locali e una palestra che andrebbero ad abbassare il costo unitario per posto letto.
Ciò nonostante non è accettabile che, pur in un’ottica più ampia di miglioramento del sevizio, si faccia un uso così disinvolto del danaro pubblico.
**
Sono state fatte quattro votazioni per eleggere l’Autorità regionale per la vigilanza sui servizi idrici e non avendo nessuno dei quattro candidati raggiunto il quorum tutto è stato rinviato. Adesso si aprono nuovi scenari visto che si riaprono i termini per nuove candidature.
**
E’ passata, con i voti dell’UDC e nostri, la mozione, presentata dal PD che impegna la giunta regionale ad esprimere parere negativo sull’ulteriore ampliamento della discarica di Trivignano Udinese.
Una volta tanto si è voluto mantenere la promessa fatta in occasione dell’ultimo ampliamento, cioè che sarebbe stato veramente l’ultimo, tenendo conto della totale contrarietà al provvedimento da parte del Comune.

Seduta d’aula dell'1-2 aprile
Le due giornate d'aula sono state impegnate per discutere tre articoli del DDL sulla sicurezza e sul riordino della polizia locale.
L’impressione derivata dalla discussione in aula è che questa legge viene sostenuta solo da una piccola parte della maggioranza e tollerata, con un certo fastidio, dall’altra che però poi vota compatta.
Se è vero che, soprattutto la Lega, sul problema sicurezza ha fatto il suo cavallo di battaglia e la sua fortuna elettorale, è altrettanto vero che la stessa maggioranza farà fatica a giustificare otto milioni di euro in telecamere, ronde, nuovi organismi di coordinamento, osservatori che non servono, soprattutto quando per gli ammortizzatori sociali se ne sono posti a bilancio solo quattro.
Va sottolineata la giusta contrarietà delle forze di polizia che vedono buttare soldi pubblici per una legge inutile e pericolosa, tenuto conto che le rilevazioni danno tutte le tipologie di reato in netto calo.
Se poi gli organici sono vuoti, mancano i soldi per la benzina e per la manutenzione delle volanti e, talvolta, si è costretti ad anticipare i soldi per poter proseguire un’indagine, è evidente che la contrarietà diventa rabbia.
Merita sottolineare una delle amenità che ritroviamo della legge in questione:
fra i compiti che dovrebbe avere il costituendo “osservatorio regionale sulla sicurezza integrata” vi è quello “della rilevazione della percezione del sentimento di insicurezza presente sul territorio” (art 3, comma 4, lettera f)!!!!
Fra le cose pericolose va annoverato il chiaro tentativo di appaltare la sicurezza al privato e la legalizzazione delle ronde che verranno addestrate, vestite, equipaggiate ed assicurate ovviamente a spese dei contribuenti.
Volutamente mi astengo da ogni ulteriore commento che credo ciascuno di voi farà in cuor suo o a voce alta.
Ci aspettano ancora due giorni di discussione in aula (7-8 aprile) ove non credo riusciremo a portare nessuna modifica significativa al testo proposto.
La maggioranza si assumerà la responsabilità di una nuova legge che, se applicata alla lettera, sarà costosa, pericolosa e, se disattesa, confermerà una volta di più che fare politica in un certo modo non è solo inutile ma talvolta può anche essere dannoso.

domenica 29 marzo 2009

Ass.Istituto del CNPD sul testamento biologico

Venerdì 20, in occasione dell'assemblea d'Istituto congiunta dei Licei annessi al Convitto Nazionale “Paolo Diacono”, il sottoscritto e il dott. Gastone Collini siamo stati invitati dagli studenti a parlare del Testamento biologico.

Il dibattito si è svolto presso l'aula magna dell'Istituto Tecnico Agrario Statale “Paolino d'Aquileia “ di Cividale del Friuli.

E' vero che il tema trattato è di attualità, tanto più nella regione che ha offerto ospitalità ad Eluana Englaro, però vedere tutta l'aula magna gremita di studenti e di insegnanti è stato senza dubbio una piacevole sorpresa.

Il dott. Collini, che per chi non lo sapesse è stato il ( o uno dei ) fondatori di Comunione e Liberazione in regione, ha ovviamente sostenuto la tesi più strettamente cattolica in cui si ribadisce che “la vita non è un bene disponibile” perchè donata da Dio. Ha altresì affermato che idratazione ed alimentazione non possono essere rifiutate e che, se si permettesse la libera decisione dei singoli su temi così importanti, arrivare all'eutanasia o alla soppressione dei meno fortunati sarebbe una logica conseguenza.

Da parte mia ho ribadito quanto sostenuto dai laici di tutta Europa:

  • ciascun cittadino può decidere se e quali terapie accettare,

  • idratazione ed alimentazione possono essere rifiutate

  • quanto scritto nel Testamento Biologico è vincolante per il medico.


Ovvi i richiami a quanto stabilito dall’art. 32 della costituzione e dalla convenzione di Oviedo in cui si afferma che nessuno può essere obbligato ad un determinato trattamento sanitario.

Ma il nocciolo del problema non è che si scontrino due visioni contrastanti su di un tema cosi delicato e complesso, ma che la parte cattolica voglia imporre , e per di più per legge, la sua visione del “fine vita”.

Ho più volte ribadito che i laici non hanno nessuna presunzione di dire che quanto da loro affermato è la soluzione del problema, ma con altrettanta forza rivendicano per ogni cittadino il diritto a una libera scelta.

Varie le domande degli studenti che hanno senza dubbio capito l’importanza della posta in gioco.

PS: Dopo l’approvazione al senato del DDL Calabrò che ha peggiorato, se possibile, quanto uscito dalla commissione sanità, è evidente che i cittadini italiani saranno costretti a emigrare in altri stati Europei per veder riconosciuta la scelta di una morte dignitosa.

mercoledì 25 marzo 2009

Mozione - Diritto del minore ad essere registrato alla nascita

Oggi ho depositato, unitamente al consigliere Igor Kocijančič, una mozione avente come oggetto: “diritto del minore a essere registrato alla nascita.” Questa mozione impegna la Giunta Regionale a respingere l'art. 45 del disegno di legge 733 “Disposizioni in materia di sicurezza”, in quanto, se venissero applicate le norme in esso contenute, i figli di immigrati irregolari, nati sul territorio italiano, non avrebbero il diritto ad essere registrati all’anagrafe. Si verificherebbe così una gravissima violazione dei diritti dei minori che si troverebbero privi di qualsiasi riconoscimento giuridico e privati, fin dalla nascita, della propria identità.
Qui si può leggere il testo integrale della mozione.

martedì 24 marzo 2009

Breve cronaca della settimana

Venerdì 13.03.09
Accompagnato dal sindaco Tiziano Manzini, dai consiglieri comunali Fabrizio Dorbolò, Giuseppe Marinig e Simone Bordon, ho visitato le scuole nel comune di S. Pietro al Natisone per ascoltare dai vari dirigenti le criticità e le aspettative dei rispettivi istituti anche alla luce della riforma Gelmini.
Il dott. Cernoia, il dott Tropina e la dott.ssa Živa hanno elencato i vari problemi che li costringono ad acrobazie quotidiane:
si va dalla difficoltà dei collegamenti, alla scarsità di personale, al mancato trasferimento delle risorse da parte del governo centrale che impedisce di pagare le supplenze, alle sedi della montagna, alle manutenzioni non fatte per mancanza di risorse ecc.
Ho sempre considerato la scuola, la ricerca ed il sapere in genere, il cuore ed il futuro di ogni nazione che vede nella crescita culturale di tutti i suoi concittadini la vera possibilità di miglioramento della qualità, in senso ampio, della vita.
E’ evidente che è un investimento i cui risultati si vedono dopo molti anni e che agli occhi di molti responsabili nazionali producono risultati non graditi; insegnare a pensare è molto pericoloso per chi fonda la sua fortuna sull’immagine sul non rispetto delle regole.
Tanto più disastrata sarà la scuola pubblica tanto più condizionabili saranno i futuri cittadini/elettori; le future classi dirigenti e i figli delle classi più abbienti troveranno sempre una scuola privata qualificata, basterà semplicemente pagare.
In ogni caso la Regione ha potestà legislativa in merito di istruzione e quindi cercheremo, in tutti i modi di difendere il diritto allo studio e di far sì che questo sia quanto più accessibile a tutti.

17.18.19 marzo
In II, III, IV e VI commissione discussa, per le parti di competenza, la proposta legge 39 a firma Narduzzi (capogruppo Lega Nord) ed altri la cui finalità è portare a 15 anni l’obbligo di residenza in regione per accedere ai benefici della “Carta Famiglia”, per poter usufruire delle riduzioni delle rette scolastiche, per ricevere assegni di studio, per accedere ad aiuti in caso di perdita della propria autonomia, ecc.
A voce il consigliere Narduzzi ha detto che verranno presentati degli emendamenti modificativi che sposta a 5 anni l’obbligo di residenza per i cittadini comunitari e a 10 anni per quelli extracomunitari.
Ricordo che parliamo evidentemente di cittadini extracomunitari del tutto in regola con i permessi di soggiorno e che pagano regolarmente le tasse.
E allora in virtù di quale principio un contribuente viene discriminato da alcuni servizi che con il suo lavoro contribuisce a pagare?
Perché impedire/ostacolare la scolarità dei bambini solo perché hanno genitori che vengono da un altro Paese. Che cosa c'entrano i bambini?
Come si può pensare di integrare le nuove generazioni di immigrati quando la prima cosa che andiamo ad insegnar loro è la discriminazione e la marginalizzazione?
Le periodiche ribellioni nelle Banlieu non ci dicono nulla?
Spiace dover sperare che qualora questa legge, pur con le modiche annunciate dal capogruppo della lega Nord, venisse varata sia ancora una volta l’Europa o la Corte Costituzionale a bocciarla.

Sempre nella giornata di giovedì 19 si è discusso anche del PDL n° 14 (a firma Baiutti ed altri) sulla “Valorizzazione della rete ferroviaria regionale a scopo turistico-culturale”
Come si desume dal titolo la finalità di questo provvedimento è quella di incentivare il turismo sfruttando delle linee ferroviarie dimesse ma inserite in un territorio particolarmente bello e suggestivo.
Fermo restando che si è fatta solo la discussione generale, un po’ tutti hanno sottolineato il rischio che il progetto, senza dubbio accattivante, non riuscisse poi a reggere dal punto di vista economico.
E’ chiaro che in un momento di crisi economica come questo i prima di impegnare risorse in progetti non remunerativi ci si deve pensare molto bene.
Valuteremo una volta che la discussione entrerà nel merito.

lunedì 9 marzo 2009

Breve relazione delle sedute di aula del 3, 4 e 5 marzo ’09

3 marzo

Proposta di legge 30 - Mantenimento della memoria – presentato dall’UDC
Legge minore, sostanzialmente inutile, con un titolo fuorviante, composta da tre articoli il cui intento è sostenere con dei contributi le associazioni combattentistiche e d’arma.
Vale le pena parlarne solo perchè è passato un emendamento modificativo dell’art. 1 (a firma Kocijančič) in cui, togliendo dai beneficiari le Associazioni d’arma, si stravolgono completamente le finalità della legge.
Sarebbe stato saggio ritirarla o continuare ad approvare gli emendamenti di Kocijančič in modo da dare all’articolato un senso compiuto, ma non è stato fatto. (Approvata a maggioranza)


4 Marzo

• Mozione sul testamento biologico
La discussione su di un tema così sensibile ed attuale ha impegnato l’aula per molte ore con un dibattito buono ed articolato cui hanno partecipato un po’ tutti.
Come saprete il risultato della votazione è stato 19 si, 22 no e 3 astenuti.
E’ vero che potevamo contare esclusivamente sui nostri tre voti di partenza ma, obiettivamente speravo di riuscire a convincere anche alcuni cattolici del PD e molti più esponenti della maggioranza.
Anche la richiesta di voto segreto aveva l’obbiettivo di facilitare un voto libero da condizionamenti dei partiti.
Così non è stato e adesso, se passa senza sostanziali modifiche il DdL Calabrò, ci tocca sperare solo in un referendum abrogativo di una pessima legge che toglie ai cittadini la possibilità di decidere quali cure accettare.
Il dibattito in consiglio ha ottenuto dalla stampa uno spazio risibile a differenza di quanto concesso al caso Englaro in cui la ricerca del sensazionale ed il morboso ha fatto da padrone. (Respinta a maggioranza)

• Legge sulle liste di attesa
Si è fatta solo la discussione generale e si è rinviata l’analisi dell’articolato al 12 marzo.
Ognuno ha ribadito le sue posizioni.
L’unica novità è stata la Lega, che in commissione non aveva aperto bocca, e invece in aula ha dichiarato che non avrebbe votato una legge spot sicuramente destinata al fallimento senza una idonea copertura finanziaria. Ovviamente Narduzzi ha proposto di togliere i fondi per le cure sanitarie agli immigrati e dirottarli alle liste di attesa.
Così Kosic ha trovato 2 milioni di euro presi da un altro capitolo della sanità.

Nelle audizioni dei direttori generali era già stato ampiamente detto che se si incrementavano le risorse si potevano ridurre le liste ma che in ogni caso il problema era molto più complesso.
Ma la domanda è: quale capitolo della sanità verrà depauperato? Chi pagherà lo spot del consigliere Blasoni?


5 Marzo

Due sole leggi discusse in questa giornata entrambe etichettate dalla maggioranza come “urgenti”

PDL 51 – “Disposizioni urgenti in materia di autorità di bacino regionale”
Con tale legge si è voluto sostituire il Segretario Generale dell’Autorità di bacino regionale con un commissario che verrà a sua volta affiancato da un vice.
Sostanzialmente due le motivazioni addotte per spiegare tale manovra:
1) il mandato del Segretario Generale, che dura 5 anni, scade tra meno di 1 mese
2) il governo starebbe pensando ad una legge che riordini tutto il comparto

Come si può capire sono entrambe delle spiegazioni molto deboli, la prima perché non è pensabile definire come urgente una scadenza da tempo nota e la seconda perché si poteva rivalutare la questione dell’autorità di bacino una volta che la nuova legge fosse licenziata.
Il sospetto che viene più spontaneo è che una volta di più si voglia avere le mani libere. (Approvata a maggioranza)

DDL 52 “disposizioni urgenti in materia di personale, conferimento di funzioni agli enti locali e imposta regionale sulle attività produttive”
In questa proposta della giunta si evidenzia tutto il pressappochismo di questa maggioranza.

All’art.1 la giunta ha dovuto proporre l’abrogazione di quanto deciso nell’ultima finanziaria quando, contro il parere delle opposizioni, aveva deciso di inquadrare diversamente (promuovere) due figure apicali del personale regionale e provinciale nell’Area forestale.
Se non si fossero cancellate quelle norme l’Europa avrebbe probabilmente aperto un contenzioso con l’Italia per l’illegittimità delle norme.

Anche all’art. 2-3-4 si sono proposte norme abrogative di quanto deciso in dicembre 2008 (finanziaria) ove si conferivano alla province delle attività che poi si è deciso rimanessero in capo all’amministrazione regionale.

All’art. 5 si è preso atto che, nel dicembre 2007, era stato applicata un’IRAP con aliquota sbagliata e che pertanto questa andava ritoccata (in su) come da indicazione del Ministero delle Finanze.
L’errore era nato perché la finanziaria della Regione era stata licenziata prima di quella nazionale e poi sia il governo Prodi che il governatore Illy erano caduti e nessuno dei due soggetti si era accorto che avevano fatto delle valutazioni diverse. (Approvata a maggioranza)

venerdì 6 marzo 2009

Interrogazione a risposta scritta - Alloggi per studenti

Oggi ho depositato un'interrogazione a risposta scritta destinata all'Assessore al lavoro, università e ricerca Alessia Rosolen. Di seguito il testo dell'interrogazione.

Oggetto: “Alloggi per studenti in via Mantica a Udine”

Premesso che:
dal quotidiano Epolis Friuli del giorno 3 marzo 2008, a pagina 20, si evince che l’Ente regionale per il diritto allo studio universitario (Erdisu) di Udine ha acquistato l’ex scuola materna situata al numero 31 di via Mantica a Udine col fine di riconvertire la struttura in alloggi per studenti.
Dall’articolo emerge che l’acquisto è avvenuto tramite due delibere, la 330 del 18 luglio 2008 con oggetto “contratto definitivo per l’acquisto della porzione di immobile identificato come ex Scuola Materna di Suor Maria Bambina. Stipula e quantificazione della spesa” e la delibera 736 del 2007;

Dato che:
le spese sostenute per l’acquisto della palazzina sono pari a 1.173.000 euro, quelle per la ristrutturazione pari a 1.381.997 euro che sommate ad un mutuo ventennale stipulato con la Cassa depositi e prestiti fanno salire la cifra complessiva dell’operazione a 3.750.000 euro per un totale di 12 posti letto disponibili;

Considerato che:
l’Ente regionale per il diritto allo studio universitario di Udine fa riferimento all’assessorato regionale al lavoro, università e ricerca;

Interroga
l’Assessore regionale al lavoro, università e ricerca, delegato alle pari opportunità e politiche giovanili, Alessia Rosolen:

Se le cifre riportate dall’articolo di Epolis Friuli sono corrette;
quali siano le motivazioni, nell’ottica di un uso ponderato delle risorse pubbliche, che possano giustificare una spesa pari a 212 mila euro per posto letto.

mercoledì 4 marzo 2009

Discorso presentazione mozione sul testamento biologico

Signor presidente, cari colleghi
sento il dovere di iniziare questo dibattito con un ringraziamento a Beppino Englaro che per rispettare la volontà di sua figlia ha dovuto combattere anni contro uno stato ipocrita e disattento, ha dovuto subire le ingiurie più pesanti anche da chi predica l’amore e il perdono.

Questa lotta è stata affrontata con tenacia, dignità, a viso aperto, senza infingimenti, nel pieno rispetto delle leggi di questo paese.

Tutti siamo perfettamente consapevoli che questa vicenda poteva essere risolta diversamente, all’Italiana, magari con un medico compiacente, portandola a casa o in una qualsiasi delle nazioni europee che hanno da anni legiferato e risolto questo delicato e complicato problema.

Ma con questa battaglia il sig. Englaro ha probabilmente evitato che tutte quelle famiglie, e sono tante, che vivono ogni giorno lo stesso dramma debbano affrontare lo stesso calvario.

L’intera classe politica, di destra o di sinistra, per anni ha evitato di discutere seriamente di problemi come questo perché “pericolosi”, si potevano perdere voti, si poteva fare uno sgarbo oltretevere.

Nessuno si è posto il problema che una classe politica seria si deve impegnare a risolvere i problemi che la gente comune ogni giorno deve affrontare. Tutti hanno confidato che si continuasse con l’italica ipocrisia.

Ogni giorno i vertici del governo fanno riferimento alla laicità dello stato come valore irrinunciabile sancito dalla Carta Costituzionale e nel momento in cui lo dicono si apprestano a violarla.

Allora vorrei ricordare come laicità significhi che nessuna religione o convinzione morale possa essere imposta, per legge, alla totalità dei cittadini anche qualora, questa religione o convinzione morale, fosse sostenuta da una cospicua maggioranza,

Il disegno di legge Calabrò sul testamento biologico, attualmente in discussione al senato della Repubblica, viola in modo evidente questo concetto di laicità e tenta di imporre per legge una visione confessionale del fine vita.

All'art 2 , comma 2 recita infatti “L'attività medica, in quanto esclusivamente finalizzata alla tutela della vita e della salute, nonché all'alleviamento della sofferenza non può in nessun caso essere orientata al prodursi o consentirsi della morte del paziente, attraverso la non attivazione o disattivazione di trattamenti sanitari ordinari e proporzionati alla salvaguardia della sua vita o della sua salute, da cui in scienza e coscienza si possa fondamentalmente attendere un beneficio per il paziente”.

Con un articolo come questo ognuno di noi viene a perdere la possibilità di decidere se e quali trattamenti medici rifiutare.

I testimoni di Geova non potranno più rifiutare le trasfusioni di sangue, un paziente con la gamba in gangrena non potrà rifiutare l'amputazione, i medici saranno costretti ad eseguire operazioni anche contro il parere del paziente ovviamente “nell'interesse superiore della vita del paziente stesso”

Piergiorgio Welby sarebbe ancora attaccato, contro la sua volontà , ad un respirtare artificiale, Luca Coscioni sarebbe stato tracheotomizzato ed attaccato ad un respiratore contro la sua volontà.

Tutto questo perchè per i cattolici la vita non è un bene disponibile in quanto Dio la dona e solo Dio la può togliere.

Ma non è finita perchè l'art 5 comma 6 recita “Alimentazione ed idratazione, nelle diverse forme in cui la scienza e la tecnica possono fornirle al paziente, sono forme di sostegno vitale e fisiologicamente finalizzate ad alleviare le sofferenze e non possono formare oggetto della Dichiarazione Anticipata di Trattamento”

In poche parole una volta di più il cittadino viene scippato della facoltà di decidere della propria vita, anche se nel pieno delle sue facoltà mentali scrive di fronte ad un notaio che qualora si trovasse in quelle condizioni non vuole essere idratato ed alimentato, gli verrà cacciato in gola, a forza, un sondino naso-gastrico; oppure gli verrà posizionata chirurgicamente Witzel o una PEG.

Ipocritamente si cerca di far passare questo come un qualche cosa che allevia le sofferenze, peccato che medici delle cure palliative dicano esattamente il contrario cioè che idratazione ed alimentazione moltiplicano ed accentuano le sofferenze dei malati terminali.

Voglio ricordare che l'art. 32 delle nostra costituzione dice testualmente:
“Nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge. La legge non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana.”

Di più, la convenzione di Oviedo del 1996, convenzione che l'Italia ha firmato,
dice che “un intervento nel campo della salute non può essere effettuato se non dopo che la persona interessata abbia dato consenso libero ed informato”

Tutte le nazioni evolute hanno dovuto affrontare temi come questo nati con il miglioramento delle tecniche rianimatorie che se da un lato hanno permesso di salvare molte vite dall'altra ha prodotto queste vite-non vite.

Nessuno si deve arrogare il diritto di decidere della vita degli altri, nessuno può dire quale sia il tipo di vita che valga la pena essere vissuta.
Non può farlo la Chiesa o qualsiasi altra religione , non può farlo il medico , non può farlo la politica.

L'unico che può decidere della sua vita è il paziente stesso.

In 30 anni di attività quale chirurgo ospedaliero, mi sono costantemente dovuto confrontare con la malattia, la sofferenza e la morte e allora, in modo paradossale, si capisce che ci vuole fortuna anche a morire, si può infatti morire bene o morire male.

Io non ho la presunzione di indicare quale sia la scelta giusta però da laico, da cittadino italiano tutelato dalla costituzione rivendico il diritto di decidere se e quando accettare un qualsiasi trattamento medico o chirurgico compresa idratazione ed alimentazione.

Quanto verrà deciso in questo consiglio potrebbe essere di fondamentale importanza nelle decisioni che verranno prese nel parlamento nazionale ove spero che la libertà di coscienza dei parlamentari, che alcuni segretari di partito invocano per nascondere le divisioni interne, non venga utilizzata per violare e cancellare la libertà di coscienza delle singole persone.

Per questo, cari consiglieri, quando voterete questa mozione vi prego di dimenticarvi in quale parte dell'emiciclo sedete, dimenticate se fate parte di una compagine governativa o all'opposizione, dimenticate il partito e gli ordini di scuderia e ricordate invece che dal vostro voto può dipendere la possibilità di scegliere come affrontare questo cruciale passaggio tenuto anche conto che le malattie non arrivano mai come noi vorremmo.

mercoledì 25 febbraio 2009

Mozione sul testamento biologico

Ieri ho depositato una mozione sul testamento biologico, unitamente ai consiglieri Kocijančič ed Antonaz. Di seguito il testo della mozione.

"Mozione
Gruppo politico: S.A.
Consiglieri proponenti: Pustetto, Kocijančič, Antonaz
Oggetto: testamento biologico

Testo: Il consiglio regionale del FVG

Esprime la propria solidarietà alla famiglia Englaro per la dolorosa conclusione di un lungo e difficile cammino da loro intrapreso con grande umanità e consapevolezza del valore della vita e della dignità della persona;

auspica che, nel rispetto reciproco delle diversità di opinioni culturali o delle convinzioni religiose, tutti sappiano comprendere che le proprie convinzioni non possono essere imposte ad altri e che la libertà personale e la laicità dello Stato sono principi fondamentali della nostra Costituzione;

respinge e denuncia che:
- con l’attuale proposta di “testamento biologico” in discussione in Parlamento si vuole imporre principi religiosi, pur degni del massimo rispetto quali scelte personali, che ledono i diritti fondamentali dei cittadini, laici o credenti che essi siano;

- Tali imposizioni violano l’art. 32 della Carta costituzionale che afferma in modo chiaro come “Nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge. La legge non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana.”

Impegna la Giunta Regionale

- a fare sentire con determinazione la voce di questa Assemblea Legislativa orientata alla approvazione di una legge sul “testamento biologico” che, nel rispetto della laicità dello Stato e delle singole convinzioni culturali o religiose, contenga modalità semplici per la registrazione delle scelte della persona interessata e alcuni principi irrinunciabili, quali:
- la libera scelta sulle direttive anticipate per le fasi finali della propria vita;
- l’indicazione di un tutore che rappresenti le volontà del malato non più in grado di comunicare;
- la possibilità di rinuncia a interventi terapeutici forzati e invasivi;
- l’inclusione della idratazione e della alimentazione forzata tra le scelte personali che possono essere accettate o respinte;
- a sorvegliare che i servizi pubblici regionali siano sempre in grado di garantire ai cittadini il rispetto dei loro diritti e delle loro volontà in quanto tutelate dalla Costituzione e dalle leggi italiane o europee verificando se eventuali forme di “obiezione di coscienza” da parte del personale siano conformi con la legislazione italiana ed europea;
- a intervenire in ogni sede e nella Conferenza Stato Regioni per opporsi con fermezza e senza incertezze a ogni scelta che neghi i principi fondamentali della Costituzione.

Stefano Pustetto

Igor Kocijančič

Roberto Antonaz"

martedì 24 febbraio 2009

PDL 44 e 3 (Blasoni - Asquini)

Il 18 febbraio il centro destra ha portato in commissione una proposta di legge (PDL n° 44 e PDL n° 3) che in teoria dovrebbe risolvere il complesso problema delle liste di attesa, ma in realtà è solo l'ennesimo provvedimento di facciata che non solo non risolve nulla, ma rischia anche di innescare un meccanismo di spesa incontrollabile.

In verità il PDL 44 (primo firmatario Blasoni) è la brutta copia di quanto stabilito, in modo molto più puntuale ed articolato, nella delibera della giunta 288/2007.
Il PDL 3 (a firma Asquini) ha solo l’intento di privatizzare la diagnostica.

Nella discussione generale, un po’ tutta l’opposizione, ha definito la legge non emendabile e solo di facciata, ma il motivo per cui abbiamo abbandonato la commissione è stata la mancata presenza sia dell’assessore “competente” Kosic, sia di un rappresentante dell'agenzia regionale alla sanità.

A norma di regolamento la loro presenza non era obbligatoria ma, considerato che la legge che si andava discutendo si embricava con la delibera 288 ponendo seri problemi in termini di interpretazione e di futura operatività, ci sembrava corretta e proficua la presenza dell’assessore. Rimandare la discussione dell’articolato di 3-4 giorni non era la fine del mondo e non si poteva certo definire ostruzionismo.

Premesso che le liste di attesa sono un problema complesso e multifattoriale con cui si sono dovute confrontare tutte le sanità europee, cercherò di sintetizzare il perché questa legge sia destinata al fallimento:

• Allo stato attuale non sono stati forniti dati che permettano di stabilire ove la delibera 288/2007 abbia fallito e, se non si sanno le cause delle criticità, è oltremodo difficile ipotizzare rimedi efficaci.
• Le liste di attesa sono difficilmente prevedibili e quindi bisogna disporre di strumenti agili (come appunto una delibera) per porre in essere correttivi efficaci.
• Tutta la comunità scientifica concorda che il semplice incremento dell’offerta risolve solo per un breve periodo il problema perchè una volta che la lista si è azzerata poi ritorna a formarsi.
• In tutta Europa l’appropriatezza delle prescrizioni è considerata fondamentale per la corretta gestione delle liste di attesa. In regione non vi sono strumenti che valutino questo parametro e allora come si fa a decidere se l’offerta è scarsa e va quindi aumentata o invece ci troviamo di fronte a richieste non congrue?
• La proposta di utilizzare le apparecchiature diagnostiche 6 giorni su 7, 12 o più ore al giorno non tiene conto che sono i medici, gli infermieri ed i tecnici, che le fanno funzionare e tutte queste figure professionali sono o sotto organico o con centinaia di ore straordinarie non pagate. Se non sono previste assunzioni, come si può ragionevolmente pensare di obbligarle ad ulteriori turni?
• Appurato che l'attività libero-professionale in regione incide solo per 1-2 % del totale delle prestazioni, come si può ragionevolmente pensare che una sua ulteriore riduzione, come proposto nella legge, possa migliorare le liste di attesa?
• Sapendo che sul mercato non ci sono tutte le figure professionali di cui abbiamo bisogno, perché non sono previsti incentivi in modo che gli operatori restino nel pubblico invece di favorirne la fuga con vessazioni di vario tipo?
• Dire che i direttori generali verranno penalizzati economicamente qualora non riducano le liste di attesa fa molto effetto sulla gente, ma poi nessuno dice che già nel contratto attuale è previsto che ogni anno i manager concordino con l’assessore gli obbiettivi e che il bonus che percepiscono annualmente è legato al raggiungimento degli obbiettivi stessi.
• Concettualmente giusto sanzionare quei cittadini che non disdicono in tempo appuntamenti già presi, ma quanto ci verrà a costare la macchina organizzativa che dovrà controllare se la mancata disdetta è dovuta a negligenza o a cause di forza maggiore?
• Prevedere che il cittadino, nel momento in cui la struttura pubblica non gli da un appuntamento in tempi ragionevoli, si possa rivolgere ad un privato qualsiasi, che a sua volta verrà saldato dalla regione, rischia di aprire una voragine nel bilancio regionale. Utile ricordare che le strutture pubbliche vengono pagate a forfait mentre il privato viene pagato a prestazione.
• Il pubblico si fa carico anche di tutte quelle prestazioni che il privato rifiuta perchè non remunerative e che ogni incremento di spesa alle strutture private mette a rischio le prestazioni pubbliche.
• Valuto invece positivamente la proposta di un centro regionale unico di prenotazione, di un'unica anagrafe regionale e dell'omogeneizzazione della denominazione delle prestazioni nelle varie aziende.

Spiace vedere come la produzione legislativa venga piegata a mero strumento di propaganda; in tal modo si rafforzerà nei più la convinzione che la classe politica ha solo interesse ad apparire e non a risolvere i reali problemi della gente.

giovedì 19 febbraio 2009

Convenzioni ISTAT - Regione Friuli Venezia Giulia

Il 16 febbraio ho inviato al direttore del dipartimento ISTAT la lettera, che riporto di seguito, in merito alla convenzione fra l'ISTAT e la nostra regione.

"Egregio Direttore,
con la presente sono a scriverLe in merito alla convenzione con cui la regione Friuli Venezia Giulia vorrebbe aderire al protocollo d’intesa per il coordinamento delle attività inerenti la rilevazione statistica sull’incidentalità stradale.
Per quanto a me noto la Regione avrebbe aderito al summenzionato protocollo a termini ampiamente scaduti ed è per tale motivo che le Province hanno intrapreso una via autonoma per fornire questo servizio ai cittadini nei termini previsti dalla normativa vigente e dal Piano Nazionale per la Sicurezza Stradale.

Cosa non secondaria è che le Province hanno condiviso le scelte del progetto con i comuni pilota in modo tale che gli utilizzatori finali potessero usufruire di un prodotto con soluzioni gradite e funzionali, condizioni queste, indispensabili per una corretta rilevazione.

Inoltre leggendo una presentazione del “Sistema Interprovinciale Sicurezza Stradale” messo a punto delle Province emerge che queste non sosterrebbero alcun costo per la fornitura del software a tutti i Comuni della Regione poiché il sistema verrebbe implementato nel Catasto Strade attualmente in fase di realizzazione presso gli Enti intermedi.

Inoltre la soluzione delle Province parrebbe notevolmente migliore poiché la Regione non disporrebbe di quella tecnologia e cartografia necessaria per integrare le coordinate degli incidenti con l’esatta conformazione geometrica della viabilità interessata dal sinistro come peraltro previsto dal Piano Nazionale Sicurezza Stradale e dal D.M. 1.6.2001.

Non essendo un tecnico lascio però ad altri tali valutazioni, nella mia funzione di politico vorrei però ribadire la necessità che le scelte fossero fatte nel rispetto delle regole e nell'interesse dei contribuenti .

Le chiedo pertanto di valutare la situazione tenuto conto:
• dei costi
• della qualità del prodotto
• del rispetto delle regole (adesione della Regione nei termini previsti dalla normativa)
• del fatto che vi è gia un esposto alla Magistratura e alla Corte dei Conti per l’inadeguatezza del Prototipo catasto strade prodotto dall’Università di Trieste su commissione della Regione FVG

Colgo l’occasione per porgeLe i miei più cordiali saluti"

sabato 14 febbraio 2009

Eluana Englaro: ipocrisia italiana

Avevo deciso di non scrivere nulla su questa vicenda perchè ogni parola mi sembrava offensiva e non all'altezza della tragedia che con estrema dignità viveva la famiglia Englaro.
Vedere il Presidente del Consiglio, il ministro del Welfare e i vertici della Chiesa partecipare alla macabra gara di chi diceva la bugia o la cattiveria più grossa, osservare con quale cinismo si cercava di trarre vantaggio da questa triste vicenda mi ha fatto cambiare idea.
Conosco il dott. De Monte per aver lavorato con lui nello stesso ospedale alcuni anni fa e così, appreso dalla stampa che avrebbe guidato l'equipe che doveva seguire Eluana nella clinica "Città di Udine", gli ho telefonato per mettermi a sua disposizione sia come medico che come politico.
De Monte mi ha fatto un quadro della situazione chiedendomi due cose: di mantenere un basso profilo, sperando che servisse a calmare le acque, e di contattare personale infermieristico disposto ad assistere Eluana. In realtà il numero dei volontari, sia medici che infermieri, era sufficiente, ma si voleva avere la garanzia che eventuali malattie o ripensamenti non mettessero a rischio tutta l'operazione.
Ogni tanto lo sentivo se non altro per confermare il mio impegno e sostegno a quanto stava facendo e dalle brevi telefonate emergeva un quadro ben più pesante di quanto non apparisse sui giornali per il modo strumentale con cui il governo utilizzava regolamenti e normative.
Quando il "Città di Udine", viste le esplicite minacce del ministro Sacconi, ha rifiutato il ricovero e sembrava che il destino di Eluana dovesse concludersi altrove, mi sono sentito libero di accettare qualche intervista, nell'intento di bilanciare, almeno un po', il fuoco mediatico che molte organizzazioni di integralisti cattolici stavano facendo.
Successivamente, grazie alla determinazione del sindaco Honsell, la figlia di Beppino Englaro è arrivata alla casa di riposo "La Quiete". Durante il breve ricovero abbiamo potuto vedere come queste "pie" persone in nome della (loro) fede sono passate agli insulti, alle calunnie, alle minacce, fino al tentativo di aggressione degli operatori che prestavano assistenza ad Eluana.
Sabato 7 febbraio, in questo clima pesantissimo, il dott. De Monte mi ha chiesto di coinvolgere quanti più medici ed infermieri possibile nell' associazione "per Eluana". Ho cercato di soddisfare questa richiesta contattando i colleghi che conosco personalmente, pubblicando in internet la scheda di adesione all'associazione, contattando la stampa e infine anche cercando di coinvolgere gli esponenti di spicco della medicina italiana. Tra questi il Prof. Umberto Veronesi, che ha aderito inviandomi un fax lunedì 9 mattina, e il dott. Gino Strada che, nonostante gravi problemi famigliari, ha risposto subito dichiarando il suo pieno appoggio. La sorpresa più bella è stata vedere il numero di adesioni e la partecipazione all'iniziativa, anche da parte di molti medici cattolici.
Ho raccontato tutto questo perche è giusto che si sappia che esiste un'Italia migliore di quella che vorrebbe o dovrebbe rapprensentarci.

domenica 8 febbraio 2009

Per Eluana

Considerate le vergognose e indicibili ingerenze del governo e della chiesa nel caso Englaro invito tutti i medici e gli infermieri ad aderire all'associazione "Per Eluana" tramite la scheda qui riportata e invito tutti gli altri a far girare questo messaggio.
E' evidente che maggiore sara' il numero delle adesioni e maggiore sara' la forza di tutti quelli che stanno battendosi per rispettare la volonta' di Eluana.
Se puoi e se vuoi fai girare questa scheda di iscrizione invitando tutti i favorevoli a compilarla ed inviarla alla mail stefano.pustetto@regione.fvg.it oppure direttamente a xeluana@alice.it. Successivamente siete pregati di inviare l'originale cartaceo firmato al seguente indirizzo:

Consigliere Regionale Pustetto Stefano
c/o piazza Oberdan 6
34133 TRIESTE

Come viene attuato il protocollo della corte d'appello di Milano?
In breve: La Quiete mette a disposizione la logistica, poi un'associazione creata allo scopo esclusivo di realizzarlo è stata incaricata di eseguirlo su base volontaristica sia nei confronti della QUIETE sia di Beppino Englaro.
L'associazione si chiama "Per Eluana". All'associazione può aderire chi vuole, basta sia medico o infermiere, si scioglierà al raggiungimento dello scopo.
Se riuscissimo a raccogliere qualche centinaia di adesioni potrebbe avere effetto valanga. Per dopo si vedrà.

giovedì 5 febbraio 2009

Risposta IRI su disabili

Il 2 febbraio l’assessore Kosic ha risposto alla mia interrogazione sulle borse lavoro concesse ai disabili ed equiparate a reddito da lavoro dipendente.

Molte le cose che ha puntualizzato e che brevemente vado a riassumere:
• Dagli anni 80 la regione ha avviato un processo di valorizzazione delle persone disabili con varie leggi (L.R. 41/96 L.R. 18/05 ecc);
• L’assunto di base era di considerare il percorso complessivo di ogni disabile come un continuum composto da più fasi ma che prevedevano comunque come punto di arrivo l’inserimento lavorativo produttivo (anche se non per tutte le persone);
• L’agenzia Regionale delle Entrate, rispondendo ad una richiesta di chiarimenti, ha confermato che sono esenti dall’imposta sul reddito i sussidi corrisposti dallo Stato o da altri enti pubblici a titolo assistenziale;
• Tutti i SIL (servizi integrazione lavorativa) interpellati hanno affermato che l’approccio al lavoro come “attività terapeutica” (quindi esentasse) è stato superato da anni anche nelle situazioni più complesse e che considerare le somme corrisposte come sussidi equivarrebbe a tornare ad una visione del lavoro dei disabili superata da molti anni.

E’ evidente che messa in questi termini resta il disagio di vedere che, per considerare il disabile pienamente inserito nel lavoro, lo si debba ulteriormente penalizzare con una imposizione fiscale.

In ogni caso l’assessore ha garantito la formazione di un tavolo tecnico ove raccogliere le opinioni delle associazioni di riferimento.

Confido anche che, a prescindere dall’interpretazione del dispositivo di legge, venga fatta una scelta politica che spinga lo stato a comprendere tali somme tra quelle di analoga natura che godono dell’esenzione Irepf.

lunedì 2 febbraio 2009

Visita al carcere di Tolmezzo

Il 14 gennaio, insieme al consigliere Igor Kocijančič abbiamo accompagnato il prof. Giuliano Capecchi e Cristian de Vito, due volontari dell'associazione “Mai dire Mai” di Firenze, alla casa circondariale di Tolmezzo.
I due volontari volevano manifestare solidarietà agli ergastolani di quel carcere che avevano aderito ad una staffetta dello sciopero della fame che i reclusi di molte carceri d'Italia stanno facendo per sensibilizzare i media sulla presunta incostituzionalità e crudeltà dell'ergastolo.
Abbiamo quindi parlato con più di venti detenuti, la maggior parte dei quali condannati all'ergastolo e sottoposti al regime del 41 bis, solo tre erano nella sezione alta sicurezza (A.S.).
Alcuni di questi aderivano allo sciopero, altri erano convinti dell'inutilità delle protesta considerato che i normali cittadini, soprattutto di questi tempi, avevano già sufficienti preoccupazioni ad arrivare a fine mese per interessarsi alla loro sorte.
Affrontare argomenti come questi, ergastolo si - ergastolo no, non è facile perchè la nostra parte razionale si scontra con l'istinto e l'irrazionale.
A mente fredda sono convinto che se il carcere, come dice la Costituzione, deve rieducare le persone, una pena senza termine non ha alcun senso, ma per formulare un giudizio equilibrato si dovrebbe poi immaginare che la vittima possa essere tuo figlio e allora un profondo disagio comparirebbe al solo pensare di quantificare in anni il valore della vita della persona che amavi.
Ecco perchè chi deve valutare i fatti, cioè la magistratura, deve essere del tutto indipendente da ogni altro qualsivoglia potere, solo in questo modo è possibile accettare e riconoscere una condanna; solo così è possibile parlare di giustizia e non di vendetta.
Sono convinto che l'opinione pubblica e tutti noi accetteremo con convinzione l'abrogazione della pena dell'ergastolo nel momento in cui avremo la certezza che i 30-35 anni comminati al posto dell'ergastolo fossero effettivamente e totalmente espiati senza indulti, leggi ad personam o qualche altro escamotage furbescamente trovato dal Ghedini di turno.
Il problema è che da moltissimo tempo la classe politica, vuoi per incapacità vuoi per malafede, ha fatto di tutto perchè la giustizia non funzionasse: primo perchè è più facile inceppare una macchina che funziona male, sopratutto se si agisce da una posizione politica od economica di forza; secondo perchè il controllo della magistratura è fondamentale per evitare che qualche “irresponsabile” non si accontenti di perseguire la manovalanza ma cerchi anche i mandanti sull'esempio del pool di “mani pulite” nella Milano degli anni '80.
E evidente a tutti che non potrà essere questo governo, stante le note vicende giudiziarie del suo premier, a dare risposte equilibrate a questo problema.

P.S. Ho intenzione di visitare tutti le carceri della regione per rendermi conto di persona delle condizioni di lavoro delle guardie carcerarie e delle condizioni in cui vivono i reclusi.