sabato 14 febbraio 2009

Eluana Englaro: ipocrisia italiana

Avevo deciso di non scrivere nulla su questa vicenda perchè ogni parola mi sembrava offensiva e non all'altezza della tragedia che con estrema dignità viveva la famiglia Englaro.
Vedere il Presidente del Consiglio, il ministro del Welfare e i vertici della Chiesa partecipare alla macabra gara di chi diceva la bugia o la cattiveria più grossa, osservare con quale cinismo si cercava di trarre vantaggio da questa triste vicenda mi ha fatto cambiare idea.
Conosco il dott. De Monte per aver lavorato con lui nello stesso ospedale alcuni anni fa e così, appreso dalla stampa che avrebbe guidato l'equipe che doveva seguire Eluana nella clinica "Città di Udine", gli ho telefonato per mettermi a sua disposizione sia come medico che come politico.
De Monte mi ha fatto un quadro della situazione chiedendomi due cose: di mantenere un basso profilo, sperando che servisse a calmare le acque, e di contattare personale infermieristico disposto ad assistere Eluana. In realtà il numero dei volontari, sia medici che infermieri, era sufficiente, ma si voleva avere la garanzia che eventuali malattie o ripensamenti non mettessero a rischio tutta l'operazione.
Ogni tanto lo sentivo se non altro per confermare il mio impegno e sostegno a quanto stava facendo e dalle brevi telefonate emergeva un quadro ben più pesante di quanto non apparisse sui giornali per il modo strumentale con cui il governo utilizzava regolamenti e normative.
Quando il "Città di Udine", viste le esplicite minacce del ministro Sacconi, ha rifiutato il ricovero e sembrava che il destino di Eluana dovesse concludersi altrove, mi sono sentito libero di accettare qualche intervista, nell'intento di bilanciare, almeno un po', il fuoco mediatico che molte organizzazioni di integralisti cattolici stavano facendo.
Successivamente, grazie alla determinazione del sindaco Honsell, la figlia di Beppino Englaro è arrivata alla casa di riposo "La Quiete". Durante il breve ricovero abbiamo potuto vedere come queste "pie" persone in nome della (loro) fede sono passate agli insulti, alle calunnie, alle minacce, fino al tentativo di aggressione degli operatori che prestavano assistenza ad Eluana.
Sabato 7 febbraio, in questo clima pesantissimo, il dott. De Monte mi ha chiesto di coinvolgere quanti più medici ed infermieri possibile nell' associazione "per Eluana". Ho cercato di soddisfare questa richiesta contattando i colleghi che conosco personalmente, pubblicando in internet la scheda di adesione all'associazione, contattando la stampa e infine anche cercando di coinvolgere gli esponenti di spicco della medicina italiana. Tra questi il Prof. Umberto Veronesi, che ha aderito inviandomi un fax lunedì 9 mattina, e il dott. Gino Strada che, nonostante gravi problemi famigliari, ha risposto subito dichiarando il suo pieno appoggio. La sorpresa più bella è stata vedere il numero di adesioni e la partecipazione all'iniziativa, anche da parte di molti medici cattolici.
Ho raccontato tutto questo perche è giusto che si sappia che esiste un'Italia migliore di quella che vorrebbe o dovrebbe rapprensentarci.

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