lunedì 30 maggio 2011

Servizio di Emodinamica.

Quest'oggi ho presentato la seguente Interrogazione in tema di sanità:

Preso atto che nel mese di aprile c.a., durante l'esecuzione di un esame, si è verificato l'ennesimo blocco dell'apparecchiatura radiologica in dotazione presso la sala A della SOS di Emodinamica dell’ospedale Santa Maria della Misericordia di Udine e che l'inconveniente si è risolto senza problemi clinici per il paziente per puro caso;

considerato che la situazione creatasi è stata tale da consigliare la chiusura della SOS di emodinamica stessa, con il conseguente trasferimento dei pazienti che necessitavano di tale servizio presso l'Ospedale di Pordenone;

tenuto conto che episodi analoghi si sono verificati più e più volte in questi ultimi anni, sia durante l'esecuzione di esami di routine, che durante le emergenze;

considerato che l'apparecchiatura in dotazione presso la sala B, di cui è stata più volte chiesta la sostituzione in quanto obsoleta, presenta problemi analoghi, se non maggiori, e in ogni caso non è in grado di garantire una valida alternativa;

tenuto in considerazione che la situazione è nota alla Direzione Generale dal 2006 e che per risolvere tali problemi era stato accantonato già nel 2009 oltre 1 milione di Euro;

si chiede all'assessore Kosic quali azioni intenda intraprendere per garantire che un Ospedale di Rilievo Nazionale e di Alta Specializzazione non sia costretto ad operare come un ospedale del terzo mondo.

giovedì 26 maggio 2011

Acciaieria - Fonderia di Cividale del Friuli.

Il 24 mattina in IV Commissione consiliare si sono tenute le audizioni in merito alle scorie presenti all’interno dell’area di pertinenza dell’Acciaieria Fonderia Cividale e alla richiesta di autorizzazione integrata ambientale presentata dalla stessa ditta.

L’attenzione è stata rivolta all’annosa questione dell’inquinamento dell’aria nella zona industriale di Cividale e Moimacco, provocato sia dal mancato smaltimento delle scorie di fusione (enorme e polveroso cumulo a cielo aperto di 72000 tonnellate), sia dalla inadeguatezza dei sistemi di protezione dei laminatoi.

In questo contesto sono stati registrati più di 50 sforamenti delle polveri sottili dei limiti di legge in un anno, unitamente all’effusione di odori nauseabondi che si generano con la fusione del ferro.

Se è vero che l’attuale dirigenza sembra aver imboccato una strada diversa, più rispettosa della legge e dell’ambiente tanto che si è iniziato lo smaltimento delle scorie di fusione, è altrettanto vero che tutti i precedenti crono-programmi sono stati sistematicamente disattesi nonostante le numerosissime proroghe concesse.

Certamente non ha generato fiducia la mancata risposta di accesso agli atti che alcuni cittadini avevano formalizzato all’ARPA per avere informazioni sulla qualità dell’aria che erano costretti respirare nella vicinanza della fonderia.

In questo contesto, la ditta in questione, ha avviato e recentemente ottenuto l’Autorizzazione Integrata Ambientale (AIA) ben prima ancora di aver risolto il problema della “discarica abusiva”.

Fra l’altro le 7 integrazioni richieste per il completamento della procedura concessoria hanno di fatto impedito ai cittadini e a tutti gli aventi diritto a formulare rilievi ed osservazioni così come previsto dalla legge.

Questi ultimi due punti, che potrebbero sembrare delle semplici formalità, a mio avviso evidenziano il diffuso modo di pensare, in auge soprattutto fra i politici, che esistono due pesi e due misure: i più deboli si devono attenere ad ogni regola o cavillo legislativo, mentre per i potenti tutto è più elastico ed interpretabile.

martedì 24 maggio 2011

Rispetto degli standard urbanistici di parcheggio nelle grandi strutture di vendita.

Oggi ho presentato la seguente interrogazione:

Premesso che la vigente normativa regionale per l'attivazione di grandi strutture di vendita impone standard urbanistici ben definiti di aree da destinarsi a parcheggio, proporzionali alle dimensioni delle attività commerciali insediate, quale condizione obbligatoria per l'esercizio dell'attività commerciale stessa;

saputo che è in fase di approvazione presso il competente Comune di Fiume Veneto una variante che andrebbe a modificare la viabilità interna ed esterna del Centro Commerciale Emisfero, in località Pian di Pan a Fiume Veneto e che tale modifica ridurrebbe l'area destinata a parcheggio ben al di sotto degli standard di legge per le attività commerciali attualmente insediate presso il predetto centro commerciale

interrogo

gli Assessori competenti se quanto summenzionato corrisponde a verità e, nel caso in cui la predetta variante venisse definitivamente approvata, quali misure intendano adottare per garantire il rispetto della vigente normativa urbanistico - commerciale, in relazione ai nulla osta dati a suo tempo dalla Giunta regionale per il rilascio delle autorizzazioni di commercio al dettaglio del centro commerciale di cui sopra.


mercoledì 11 maggio 2011

Il problema della sanità coinvolge tutta la Regione

Ieri l’altro, sul Piccolo, ho potuto apprezzare e condividere la gran parte di quanto scritto da Paolo Rumiz sulle condizioni della sanità triestina con qualche piccolo distinguo che cercherò spiegare. Se il problema fosse limitato alla sola area triestina sarebbe cosa grave, ma risolvibile. Il fatto è che non ci troviamo di fronte all’ennesima lotta di campanile che vede contrapposti i triestini ai friulani, non è la visione strabica dell’assessore regionale alla sanità, è un progetto molto più ampio ed articolato che vede messa in discussione tutta la sanità della regione così come la conosciamo.

Nell’area pordenonese si continua a parlare del nuovo ospedale in Comina, ma a tuttora dei 180 milioni di euro non c’è traccia.

Il centro destra ha fortemente voluto il progetto degli “ospedali riuniti”, che sta progressivamente depauperando di medici, infermieri e, quindi, di funzioni le strutture periferiche senza alcun benefico per quello di Pordenone.

A San Vito al Tagliamento, ha dovuto prendere atto della criticità del locale ospedale per le pesanti carenze di organico (100 operatori sanitari in meno) e nel programma elettorale prevede la privatizzazione di reparti e servizi qualora la situazione (che la loro politica ha determinato) peggiorasse.

A Maniago chiuderà l’unico reparto di medicina, quello che resta diventerà ospedale di comunità e punto di medicazione.

Nel Goriziano, con la programmazione di area vasta, si prevede la perdita di molti servizi che verranno centralizzati ed accorpati, tra cui quello psichiatrico, il punto nascita, il centro trasfusionale, i laboratori analisi ecc.

Anche nell’area Udinese, con la riorganizzazione per area vasta, si intravede, perché è meglio non essere troppo espliciti, il corposo ridimensionamento delle strutture periferiche.

A Cividale si inizia con la parziale chiusura del pronto soccorso e si prevede di spostare l’unico reparto di medicina a Udine.

Al SMM di Udine, il centro trapianti attende da mesi la nomina del direttore , si ipotizza la chiusura della 2 medica, la fusione con l’università è al palo ecc.

Questo breve escursus, che certamente non è e non vuole essere esaustivo, serve solo a dare una visione d’insieme dello stato confusionale in cui ritrova la sanità regionale.

Tutto questo è funzionale al fatto che il decollo della sanità privata passa per il fallimento di quella pubblica che, quindi, deve essere messa in sempre maggiori difficoltà.

Quando Kosic nega l’acquisto degli apparecchi per le Risonanze magnetiche negli ospedali della Regione, adducendo che ce ne sono gia troppi, non spiega che questi sono prevalentemente allocati nelle strutture private. E non dice nemmeno che poi la Regione è costretta a comperare quelle stesse prestazioni dal privato, cui non vuole fare concorrenza, evitando di comperare gli apparecchi.

L’ultimo distinguo è relativo al fatto che l’opposizione non batta un colpo, non è così anche se dalla lettura dei giornali questo è quello che emerge.

La stampa troppo spesso si limita a titoli ad effetto senza entrare nel merito delle questioni, come quando nella discussione del PSSR, in commissione sanità, invece di riportare le numerosissime domande cui Kosic non ha mai risposto, ha intitolato che Pustetto aveva fatto ostruzionismo parlando per due ore e bevendo due bicchieri di acqua.

Concludendo, la critica maggiore che può essere fatta a Tondo non è tanto che auspichi una sanità centralizzata, basata solo su 3-4 ospedali e che veda nella privatizzazione la via maestra per ridurre i costi, ma che, non avendo il coraggio di dirlo, stia penalizzando operatori e pazienti.

Sono convinto che la strada imboccata sia quella peggiore e che, in modo graduale, ci porterà ad una sanità del tipo americano ove potranno accedere alle cure migliori solo i più abbienti. Speriamo che se ne convincano anche i cittadini della nostra Regione.

lunedì 9 maggio 2011

Quale futuro per l'ospedale di Cividale del Friuli?

Venerdì 6.5.2011 a Cividale del Friuli nella sede comunale, si è svolta una riunione a cui hanno partecipato il Sindaco Balloch, i consiglieri regionali De Mattia, Novelli, Pustetto e il direttore generale dell' Azienda Ospedaliero Universitaria di Udine Favaretti, accompagnato dai suoi più stretti collaboratori. Il tema, facilmente desumibile dal ruolo dei partecipanti, verteva sul futuro di quello che resta del nosocomio cividalese .

Le preoccupazioni nascono dal fatto che nel Piano Attuativo Ospedaliero (PAO), redatto dal Direttore Generale su indicazioni dell'assessore Kosic, si mette nero su bianco come il reparto di Medicina resterà a Cividale "fino alla completa realizzazione del nuovo ospedale di Udine " e che prossimamente il pronto soccorso chiuderà dalle 20:00 alle 8:00. Ovviamente, per far digerire l'ennesimo depauperamento del nostro territorio, sono stati invocati i temi della sicurezza, delle prestazioni che un pronto soccorso così ridotto non è più in grado di fornire.

E' chiaro che si è arrivati a questo punto non per un evento casuale, ma a forza di sottrarre scientemente di tutto e di più a Cividale, per cui adesso il medico di PS di fronte al minimo dubbio diagnostico non ha nessuno strumento (non può nemmeno eseguire un Rx torace standard) che gli permetta di uscire dall'impasse e, di conseguenza, è costretto a trasferite tutti a Udine.

Sempre per addolcire la pillola e far finta che non tutto sia stato già deciso, si è detto che queste sono delle semplici proposte legate ai problemi tecnici riscontrati e che tutto dipenderà dal nuovo piano dell'emergenza che dovrebbe vedere la luce tra 1-2 mesi. Generosissime, invece, come sempre, le promesse "faremo investimenti e ristrutturazioni per 6 milioni di euro" dimenticando che fino a pochi mesi fa la posta in bilancio era di 10 milioni di euro e che quei 4 milioni persi per strada certificano che il nuovo progetto nasce, di suo, praticamente dimezzato.

I nostri politici hanno imparato che una gru, un cantiere, scaldano gli animi della gente: nessuno, infatti, crede che si possano fare opere edilizie se non vi è un solido progetto per il futuro. Purtroppo a Cividale l'esperienza è altra: ad ogni nuova opera edilizia (le cucine, il gruppo elettrogeno, la lavanderia, le nuove scale di sicurezza ecc) abbiamo perso una funzione ospedaliera. Considerato che si vuole ricostruire gran parte della struttura, facendo le debite proporzioni, questa volta, a lavori finiti, ci verrà a comunicato che i costi di gestione sono insostenibili per il Santa Maria della Misericordia e che la cosa più logica da fare è la sua vendita (leggesi svendita) ad un privato, l'unico in grado di farla funzionare appellandosi ad una sanità di nicchia.

Che queste non siano nostre fantasie lo si evince da quanto sta avvenendo nella provincia di Pordenone, dove il centro destra ha dato l'avvio al progetto degli Ospedali Riuniti che ha già comportato la riduzione di 100 operatori sanitari all'ospedale di S. Vito al Tagliamento. A fronte del possibile collasso di quell'Ospedale la soluzione prospettata, dagli stessi partiti che hanno determinato il tutto, è la privatizzazione di alcuni servizi e reparti e l'impudenza è tale che tutto questo lo scrivono nel loro programma elettorale

Anche volendo uscire dalla valutazione dei soli reparti di degenza e guardare l'asserito "potenziamento " degli ambulatori non si può non rilevare che :

· i cardiologi erano due e facevano anche l'ecocardiografia, ne è restato solo uno, ad orario ridotto che non fa ecocardiografie,

· le sezioni di radiologia erano quattro, ne è restata una sola con un apparecchio rigenerato; il mammografo ha circa 22 anni e non sono più disponibili ricambi sul mercato; l'unico radiologo in servizio spesso il sabato viene spedito a Udine. La TAC, di cui abbiamo solo una promessa che dura da più di 4 anni, con l'organico attuale non potrebbe funzionare.

· nell'ambulatorio ortopedico "per motivi di sicurezza" ovviamente non si trattano nemmeno le fratture più banali quelle per intendersi che necessitano del più semplice degli apparecchi gessati.

· è previsto che il laboratorio diventerà un semplice punto prelievi.

E qui mi fermo per non dover continuare con un elenco che non serve a nessuno e che i cittadini conoscono a menadito. Sono convinto che il problema sanità debba essere affrontato in modo del tutto diverso valutando in primis quelle che sono le esigenze della popolazione che non può essere spogliata di tutti i servizi creando di fatto cittadini di serie A e di serie B in funzione del territorio che abitano. Credo sia venuto il momento di dire basta a questi giochetti.

Tutte le soluzioni possono avere una loro logica, però questa maggioranza e l'assessore nella fattispecie devono fare scelte chiare assumendosene la responsabilità: credo si debba smettere di prendere in giro la popolazione del cividalese, che in tutti questi anni ha potuto toccare con mano che le promesse, anche quelle della precedente amministrazione, sono state una cosa e la realtà è un'altra.