venerdì 14 dicembre 2012

YVAN SAGNET "Ama il tuo sogno"

Questa sera sarei dovuto andare a Pordenone alla presentazione del libro di Yvan Sagnet "Ama il tuo sogno", ma a causa del prolungarsi dei lavori d'Aula per la discussione della Finanziaria non potrò essere presente.

La lettura del libro mi ha riportato alle lotte che Giuseppe Di Vittorio, in quelle stesse terre, aveva iniziato contro il caporalato e lo sfruttamento dei lavoratori nei primi del Novecento.

I braccianti che Di Vittorio organizzò vivevano in capanne fatiscenti, non avevano diritti e chiedevano non l’elemosina, ma un salario degno di questo nome. Erano, infondo, gli antenati degli attuali immigrati, con il vantaggio però di essere inseriti in un tessuto sociale e parentale, di parlare tutti la stessa lingua e di dover combattere contro un unico nemico: i grandi proprietari terrieri.

Gli attuali immigrati, se possibile, partono ancora più svantaggiati perché oltre a non avere quanto quel minimo sopraccitato, sono anche osteggiati dagli stessi contadini del luogo, non hanno nessun supporto famigliare e qualora clandestini non hanno nessuna possibilità di rivolgersi alle istituzioni pena l’espulsione.

In queste condizioni, in una terra straniera, governata per molti anni da partiti che della xenofobia hanno fatto la loro fortuna elettorale, in regioni ove lo Stato non solo è assente ma spesso sostituito dalle varie mafie, alzare la testa dalle piante di pomodori anche solo per chiedere il rispetto delle leggi, di non essere trattati da schiavi vuol dire avere tanto coraggio e dignità.

Credo che gli italiani non possano semplicemente ringraziare tutti gli Yvan Sagnet che vivono nel nostro paese, che con il loro lavoro contribuiscono al suo arricchimento materiale e culturale, ma debbano anche prendersi l’impegno di modificare tutte quelli leggi discriminatorie varate negli ultimi anni.

Sono convinto che la grandezza di una nazione sia misurabile dalla sua capacità di tutelare e difendere i suoi cittadini più deboli, auspicando con ciò che il prossimo esecutivo, emulando il coraggio dei braccianti di Nardò cosi ben rappresentati da Yvan, conceda il voto amministrativo agli immigrati e la cittadinanza italiana in base allo Ius solis.

Abbiamo il dovere ed il compito di proseguire un cammino onesto e nel contempo giusto come già ampiamente tracciato dai nostri padri, e che il lavoro sia retribuito e gestito secondo le norme contrattuali.
Auspico che Yvan Sagnet possa sempre e nonostante tutto, continuare ad amare il suo sogno ovunque decida di vivere.

giovedì 13 dicembre 2012

Finanziaria.


La discussione della legge finanziaria è uno degli atti politici più importanti di ogni esecutivo perchè in modo del tutto concreto, oserei dire tangibile, si vedono le scelte politiche che ogni maggioranza viene a fare.
Se poi, come in questo caso, è anche l’ultima di una consigliatura pare ovvio fare un BILANCIO complessivo che volge lo sguardo agli ultimi 5 anni.

Va subito detto che tutte le leggi finanziarie hanno una loro rigidità con possibilità di manovra sempre più ristrette e, quest’anno, il tutto è stato accentuato anche da un significativo calo delle risorse. Trovo però del tutto semplicistico e comodo, così come sta facendo il centro destra, attribuire ogni problema alla CRISI economica mondiale nel tentativo, effimero, di coprire una politica fallimentare dei governi Berlusconi che, voglio ricordar,e hanno guidato questo Paese per 9 degli ultimi 11 anni.

Pur non condividendo molti dei provvedimenti del governo Monti, soprattutto per la mancanza di equità nel ripartire i sacrifici, gli si deve riconoscere senza dubbio che molte delle scelte compiute sono state obbligate per quanto operato dal precedente governo. Non dobbiamo dimenticare che l’IMU l’hanno voluta Berlusconi/Tremonti, che l’abolizione dell’ICI sulla prima casa è stato un errore sempre del governo B. e che i 370 milioni chiesti alla nostra Regione per il federalismo fiscale sono sempre il frutto di quelle politiche.
Ma nel nostro piccolo Tondo non ci ha fatto mancare nulla: partendo dal valzer degli assessori che hanno, di fatto, bloccato per mesi la macchina regionale in attesa che i nuovi referati venissero “digeriti”; al furor secandi, degno di altri obbiettivi, con cui all’inizio della legislatura ha iniziato a demolire quanto fatto dal precedente governo senza poi riuscire ad edificare praticamente nulla. Cito, a mero titolo esemplificativo, l’abrogazione della legge 5 sull’immigrazione, del tutore dei minori, la vicenda relativa alle ATER, alle comunità montane, alla sanità, al reddito di cittadinanza, alla legge Sonego ecc. ecc.
E’ mancata una visione strategica e d’insieme della regione. Non si è riusciti a fare leggi organiche come il PIANO ENERGETICO REGIONALE O il PIANO RIFIUTI, non si è nemmeno riusciti ad incidere sul piano trasporti, lasciando migliaia di pendolari in balia di Trenitalia, che  colpevolmente continua a marginalizzare la regione.
In compenso il governo regionale si è incaponita a voler “fare da soli” per una terza corsia che serve solo marginalmente alla regione, la quale però dovrà farsene carico per l’intero importo.

E’ per questo motivo, per coprire il vuoto prodotto dall’esecutivo, che  in questi ultimi mesi stiamo assistendo ad una rincorsa per l’approvazione di leggi abborracciate e confuse, pensate solo per permettere a Tondo e alla sua maggioranza di presentarsi alle prossime elezioni facendo finta di aver fatto qualche cosa di utile.

Tondo in questi giorni sta portando avanti la costituzione di un nuovo partito facendo esplicito riferimento alla CDU bavarese, ma da questo dovrebbe copiare anche l’attenzione che quel partito ha per il suo territorio. Perché se è vero che assistiamo ad un attacco alla specialità della regione è altrettanto vero che sui temi cruciali, RIGASSIFICATORE, TRASPORTI E COLLEGAMENTI FERROVIARI, ELETTRODOTTI la Regione invece di rivendicare la potestà decisionale, di FAR VALERE LA SPECIALITA, di andare allo scontro con il governo questo esecutivo si ritrae delegando lucidamente queste scelte scomode a Roma.
La Regione ha rivendicato la sua autonomia decisionale, anche a costo di aprire contenziosi con il governo centrale, sul  welfare in salsa padana, il friulano e altri problemi minori solo per far piacere ad una parte della coalizione.

Il consigliere Colautti nel denunciare l’arroganza di molte decisioni governative e il tentativo del governo Monti di cancellare la specialità della regione, ha parlato di un vulnus alla democrazia e della necessità di rispettare le scelte del territorio. Ha ragione. Però poi questo esecutivo, di cui LUI è figura di primo piano, si comporta allo stesso modo dei ministri che critica. Nella recente approvazione della riforma della Sanità non è stato accolto uno, dico un emendamento dell’opposizione o degli stakeholders, e cosa dire della scelta  fatta due giorni fa che, con un emendamento alla legge di manutenzione, ha inserito la possibilità che un Direttore Generale di un’azienda sanitaria possa contemporaneamente fare il DG anche per un’altra Az Sanitaria? Con questo provvedimento è di fatto iniziato l’accorpamento della strutture  e una volta di più la politica delega o meglio FA FINTA DI DELEGARE ai tecnici scelte e tagli di cui dovrebbe farsi carico in prima persona.

E che non si tratti di incidenti di percorso lo si può anche evincere dal fatto che per si sta utilizzando la stessa modalità/arroganza per il Piano di Governo del Territorio o per il rigassificatore.
I fatti di questi giorni mettono in evidenza che il non voler ascoltare le legittime istanze del territorio non fa che aumentare i conflitti scontentando tutti.

Un'altra pessima abitudine che osserviamo ad ogni  finanziaria è l’inutilità delle discussioni nelle commissioni di merito rese superflue da un fiume di emendamenti puntuali che approdano in aula all’ultimo minuto, magari a notte inoltrata. Se poi sono costituiti da numerose pagine e della Giunta è facile comprendere che più che un fatto casuale sono una scelta opaca.Quest’anno, poi, lo stravolgimento è iniziato non appena finite le commissioni di merito, perchè la disponibilità di 73 milioni in più  costituiscono da soli una piccola finanziaria.

Concludendo: in un momento di crisi come quello attuale mi sarebbero piaciute scelte chiare a sostegno del lavoro, della scuola (quella pubblica così come dice la Costituzione), la riduzione dell’Irap, un aumento dei fondi di rotazione, un sostegno a quelle aziende che applicano i contratti di solidarietà. Nulla di tutto ciò, assistiamo ad una finanziaria concepita “in difesa“ dello status quo che applica tagli lineari e non fa nessuna scelta di campo.
Se è vero che le risorse scarseggiano è altrettanto vero che i 42 milioni  per la benzina  potevano essere ridotti e destinandone una quota  solo ai comuni confinari. E lo stesso dicasi per i tanti soldi buttati per la tutela del  friulano, perché il miglior modo di conservare una lingua è non costringere gli abitanti della regione ad emigrare.
Tondo si continua a vantare della scelta di aver voluto  ridurre il debito e così, per aver risparmiato 400 milioni di euro in 4 anni ha rinunciato alla possibilità di investirne 1000.
Si è rincorsa la crisi del lavoro mentre si doveva ridurre l’IRAP, aumentare i fondi di rotazione, aiutando le imprese che applicavano i contratti di solidarietà.
Questi evidentemente sono banalissimi esempi tanto per rimarcare che, proprio nei momenti di crisi, vanno fatti tagli mirati e scelte strategiche  che guardano lontano.

Tondo tutto questo non l’ha fatto e per questo fallimento spero in un cambio di maggioranza nella prossima tornata elettorale.

mercoledì 5 dicembre 2012

Approvato riordino SSR.


E’ stato approvato in Aula il riordino istituzionale e organizzativo del Servizio Sanitario Regionale nel quale, però, non vengono risolti i problemi reali della sanità, per non toccare quelli che sono i poteri forti.

Va specificato, poi, che non è stato accettato nessuno degli emendamenti proposti, né quelli dell’opposizione né quelli presentati durante le audizioni dagli stakeholders.

Con questo riordino si mantengono due modelli organizzativi diversi, senza nessuna logica e senza che venga spiegato il perchè e, inoltre, non c’è nessuna garanzia di miglioramento né in termini di salute né di costi.

L’unico vantaggio è che tutto questo riordino partirà nel 2014 e, quindi, speriamo di riuscire a apporre i giusti correttivi o, meglio, la cancellazione della legge così come è stata approvata.

mercoledì 21 novembre 2012

Centro Trapianti

Lunedì ho presentato la seguente interrogazione a risposta immediata sul Centro Trapianti di Udine
http://longpost.blogspot.it/2012/11/iri-centro-trapianti.html

a cui mi è stata data questa risposta:
http://longpost.blogspot.it/2012/11/risposta-alliri-centro-trapianti.html

Risposta vergognosa, o meglio una non-risposta che non va a spiegare il perchè, quali sono gli ostacoli che, dopo che si era accordato un percorso, dopo che era emersa una proposta concreta, impediscono che il Centro Trapianti di Udine riprenda a funzionare correttamente.

lunedì 19 novembre 2012

In sanità: Ostruzionismo?


Una comoda accusa della maggioranza per giustificare una riforma fatta esclusivamente per fini elettorali, ma non per questo meno pericolosa.

Secondo il Devoto Oli con la parola “ostruzionismo” si intende, infatti, “con cavilli e pignolerie ostacolare una determinata attività o linea di condotta”.

Definirei il mio atteggiamento, al contrario di quanto si tenta di far passare, del tutto responsabile perchè affrontare il riordino di un settore così importante come quello della sanità non può essere fatto se non vagliando studi, numeri, statistiche e criticità del settore. E quale la sede più opportuna per tali discussioni e chiarimenti se non nel luogo deputato proprio a questo: la Commissione competente. Quale luogo migliore per una discussione costruttiva?

Tutta la documentazione citata, che ogni interessato può consultare, (desunta da lavori ufficiali fatti dall’AGENAS, dall’Università Luigi Bocconi, dalla CERGAS) dimostrano l’eccellenza della nostra sanità regionale e, pertanto, chiunque proponga un riordino del settore deve contestualmente dimostrare che tali performance saranno migliorate.

Più volte ho sollecitato l’Assessore a spiegare sulla base di che cosa si vuole il riordino, quali sono le proiezioni, i risultati o i risparmi attesi? Quali i vantaggi per i pazienti ? Perché si dice di voler uniformare la sanità regionale e poi si mantengono due modelli organizzativi diversi? Perché a inizio legislatura il Presidente Tondo promette  di non voler toccare/sminuire la sanità isontina e poi fa l’esatto contrario? Dove l’urgenza visto che la riforma partirà solo dal 2014? Che senso hanno avuto le audizioni degli stakeholders se nemmeno una, e sottolineo, una loro osservazione è stata accolta?
Non si può trascurare il fatto che, ad eccezione dei Direttori Generali, tutti gli auditi si sono dichiarati contrari a tale riforma rilevando criticità più o meno importanti.

Come si concilia questo con la volontà, più volte manifestata proprio dallo stesso Presidente Tondo a inizio legislatura, che ogni riforma per essere tale deve essere condivisa, deve partire dal basso, fatta previa individuazione delle criticità e delle eccellenze, con il coinvolgimento dei professionisti?


La scelta di interrompere la discussione della commissione e di andare direttamente in aula non è stata forse motivata dall’impossibilità di dare risposte documentate alle obiezioni della minoranza?

La dimostrazione che non c’è mai stata la volontà di discutere seriamente di riordino della sanità la si può anche desumere da alcuni fatti:
si pensava seriamente di esaurire una discussione di tale importanza in tre sedute di commissione?
 la decisione di portare in aula questa riforma nello stesso giorno che approdava in commissione non sta a significare che si era deciso, a prescindere, che le discussioni andavano stoppate?
l’assenza strategica del consigliere Marini non ha fatto molto più ostruzionismo delle mie domande?
quanto hanno pesato le divisioni della maggioranza nella decisione di andare direttamente in aula con un unico relatore d’ufficio che è l’assessore?

Forse il fatto più grave di tutta questa vicenda è che per interessi di parte e in modo irresponsabile si improvvisa, sulla pelle dei cittadini, una riforma della sanità regionale con motivazioni inconsistenti.


venerdì 9 novembre 2012

Riordino SSR: come volevasi dimostrare.


Da molti mesi questa maggioranza non perde l’occasione per ribadire l’urgenza e la necessità di dare l’avvio ad una riforma della governance della sanità.
Le motivazioni sono sempre le stesse: il fattore economico e la necessità di migliorare il sistema.

Il sospetto che queste motivazioni siano pretestuose e che, in modo irresponsabile, si metta mano alla gestione di una macchina molto delicata e complessa quale quella della sanità esclusivamente per meri interessi elettorali sono avvalorati una serie corposa di indizi:

la riforma è così urgente che inizierà il  1 gennaio 2014;

le Aziende sanitarie della Regione quest’anno hanno registrato un avanzo di bilancio di circa 22 milioni di euro e nella proposta di legge non viene mai esplicitato quali e quanti sarebbero i risparmi attesi con tale riorganizzazione;

le audizioni siano state convocare dopo che la legge aveva iniziato il suo iter e, in quell’occasione, ben il 90 % degli stakeolders ha espresso critiche sostanziali alla proposta di riorganizzazione che secondo loro avrebbe peggiorato il servizio;

oggi, dopo che era stata chiesta l’oltranza per la III commissione stante la indifferibile necessità di licenziare la legge oggi stesso, la maggioranza ha fatto mancare il numero legale e pertanto la commissione è stata rinviata a data da destinarsi.

Attendiamo con curiosità le prossime motivazioni per giustificare un iter accelerato di una riforma vuota e pericolosa nello stesso tempo.

martedì 6 novembre 2012

Come disfare la sanità facendo finta di riformarla.


Qualche giorno fa è iniziata la discussione sul progetto di riforma del sistema sanitario regionale, con il quale questa maggioranza vuole rivedere la governance della sanità senza proporre alcuna soluzione delle evidenti criticità del sistema.

Si vorrebbe che votassimo a favore di una legge i cui contenuti sono tutti da definire, ma che proprio per questo risulta altamente pericolosa, tanto più nel momento in cui si concentra il potere decisionale nelle mani di pochi Direttori Generali.

Per oltre due ore ho argomentato in Commissione quanto emerso in un convegno fatto dal dott. Basaglia il 1 marzo 2010, citando dati della Bocconi e dell’AGENAS (certamente non arruolabili alla mia parte politica) nel tentativo di evidenziare le contraddizioni di questo DDL e tutti i punti di forza della nostra sanità.

Considerato che la sanità del FVG risulta proprio, da quei dati, essere una delle migliori d’Italia sia per quanto riguarda i costi che per la qualità del servizio erogato, è evidente che mettendo le mani in modo sconsiderato in un meccanismo che funziona così bene si rischia di procurare solo danni.
Se, poi, si omette di dire quali e quanti sarebbero i vantaggi e i miglioramenti fruibili dai pazienti, il sospetto che si voglia semplicemente TAGLIARE prende sempre più corpo.

Per questi motivi farò il possibile perché non si arrivi a varare questa riforma il cui iter, per la complessità del sistema, andrebbe attentamente monitorato, cosa certamente non fattibile in corso di elezioni, con un Assessore inesperto perchè appena nominato, con in direttore centrale della salute in carica da solo un anno e mezzo.

A detta dei consiglieri del PDL, il mio argomentare, tanto puntuale da essere fastidioso, sarebbe privo di senso stante l’accordo raggiunto con il Partito Democratico che avrebbe garantito per un atteggiamento non ostruzionistico.

Sono convinto che le affermazioni dei consiglieri Blasoni e Marini si riferissero esclusivamente ad un accordo sulla data per la prossima seduta di commissione e del resto basterà attendere il prossimo venerdì per valutare le reali intenzioni del maggior partito di opposizione.

Da parte mia continuerò, dati alla mano, a cercare di impedire che si affossi la sanità regionale per un mero calcolo elettorale del PDL.

lunedì 5 novembre 2012

Un altro doppione?


Ecco di seguito l'interrogazione appena presentata:

Premesso che il Decreto del Presidente della Regione 26 aprile 2011, n. 88 reca il "Regolamento per la definizione dei criteri e delle modalità di concessione dei contributi in materia di interventi e servizi sociali previsti dall’articolo 9, comma 30, della legge regionale 29 dicembre 2010, n. 22 (Legge Finanziaria 2011)";

considerato che il comma 30 di detto articolo 9 afferma che "L’Amministrazione regionale è autorizzata a concedere contributi straordinari fino alla concorrenza massima del 100 per cento delle spese ammesse ad associazioni di volontariato e di protezione sociale operanti in regione, per l'attivazione di progetti sperimentali da realizzarsi anche in collaborazione con il Sistema integrato dei servizi sociali (...)";

richiamata l’attenzione sull’articolo 4 del Regolamento che reca le spese non ammissibili, e in particolare quanto riferito dalla lettera b);

visto che l’ASS 4 ha già stipulato con MEDICASA un contratto finalizzato all’assistenza territoriale domiciliare integrata la cui copertura è garantita nelle 24 ore;

posto che l’Associazione “cure palliative Mirko Spacapan – Amore per sempre” ha ricevuto il finanziamento regionale di cui all’art. 9 della L.R. 22/2010 per il progetto “Insieme dalla diagnosi alla cura” nel cui ambito ha attivato due percorsi di sostegno al malato oncologico e alla sua famiglia attraverso un modello assistenziale integrato ospedale- territorio;

si chiede all’Assessore competente a quale titolo sia stato concesso il contributo e se questo non configga con quanto stabilito dal succitato articolo 4.

lunedì 22 ottobre 2012

ASSICURAZIONI SANITARIE.

Di seguito l'interrogazione a risposta immediata che ho presentato oggi:


Premesso che il 2 luglio 2012, a seguito delle indagini svolte nei confronti della Societatea de Asigurare Reasigurare City Insurance S.A. con sede in Romania Str.Andrei Muresanu nr14, Sector 1 Bucarest, l'Istituto per la Vigilanza sulle Assicurazioni Private e di Interesse Collettivo (ISVAP) ha disposto, ai sensi dell'articolo 193, comma 4, del D.Lgs. 7 settembre 2005, n. 209 e dell'articolo 40, comma 5, della Direttiva 92/49/CEE, il divieto per tale società a stipulare nuovi contratti nel territorio della Repubblica italiana;

considerato il DSC ha stipulato le polizze assicurative RCT/O delle Aziende Ospedaliere della Regione con la Amtrust Insurance Underwritters Limited con sede a Dublino e che la City Insurance S.A. risulterebbe intervenuta sulle garanzie fidejussorie;

preso atto che l'eventuale inadempienza della AM Trust e il venir meno delle garanzie fidejussorie da parte della City Insurance S.A. esporrebbe la Regione al rischio di dover rispondere in solido degli eventuali danni accertati;

visto che in base all'articolo 167 del D.Lgs. 209/2005 è nullo il contratto di assicurazione stipulato con un'impresa non autorizzata o con un’impresa alla quale sia fatto divieto di assumere nuovi affari e che la nullità può essere fatta valere solo dal contraente o dall'assicurato

si chiede all'Assessore competente quali azioni intenda intraprendere nel caso in cui la City Insurance S.A. garantisca o abbia garantito le polizze RCT/O delle Aziende Ospedaliere della Regione.

giovedì 18 ottobre 2012

Piano del Governo del territorio.


Ieri in IV Commissione è stato votato a maggioranza il “Piano del Governo del Territorio”, che in realtà è il PROGETTO del PGT.

Il mio VOTO CONTRARIO è dovuto a diverse motivazioni.

Per prima cosa la gerarchia che esiste nell’ambito della pianificazione è stata rovesciata in quanto si è partiti dalla programmazione di settore, quella particolare, e manca invece, quella generale e cioè il Piano Paesaggistico e la Carta dei Valori, che sono gli strumenti principali a cui tutte le scelte pianificatorie dovrebbero fare capo.

È evidente che prima si identificano i valori non negoziabili e solo dopo, o al massimo contestualmente, si procede alla stesura del PGT

Si sono anche violate le stesse regole che questa maggioranza si era data: si era detto di voler un piano condiviso che doveva nascere dal basso, invece al territorio e ai vari portatori di interesse si è presentato un progetto in cui le scelte strategiche sono già state fatte.
Non sappiamo come questo Piano verrà implementato, ma se questo esecutivo aveva la reale intenzione di recepire le istanze degli stakeholders li avrebbe auditi prima e non dopo la stesura del Piano.

Una legge come questa che è strategica perchè andrà a condizionare lo sviluppo economico e sociale della regione per i prossimi 20 anni, ma che nasce non condivisa, in modo frettoloso e quale spot pre –elettorale di Tondo, rischia, una volta di più, un clamoroso naufragio di cui non si sentiva il bisogno ma che rimarcherà la clamorosa distanza tra la politica e il paese reale.

Si auspica, perlomeno, che l’esecutivo su questo delicato tema voglia raggiungere con l’ANCI l’INTESA e non ci si limiti a voler recepire solo un mero parere che non ha valore vincolante e di cui si può tener conto o meno.

lunedì 15 ottobre 2012

Vicenda Osmer, qualche dato in più.

Con riferimento al trasferimento dell'OSMER dall'Arpa alla Protezione Civile della Regione, allego di seguito il link all'elenco degli atti concernenti la vicenda e le domande che ho fatto in IV Commissione:

martedì 9 ottobre 2012

Riforma sanitaria: scatola vuota.


Oggi, con le audizioni degli amministratori locali, è iniziato l’iter che dovrebbe portare all’approvazione della riforma della sanità voluta dal centro destra.
La riforma della goverance è in realtà un contenitore vuoto, che parte da alcuni principi condivisibili (centralità del cittadino, continuità delle cure, integrazione socio-sanitaria), ma che lascia a futuri scenari la programmazione dettagliata.

In questo modo l’accorpamento delle aziende potrebbe anche prefigurare la chiusura di molte strutture ospedaliere minori senza che nel contempo le stesse funzioni siano state riproposte sul territorio.
Anche in considerazione di quanto accaduto in precedenza, è necessario esigere che prima di procedere ai tagli si sia provveduto a potenziare il territorio.

In modo pressoché unanime gli amministratori locali hanno manifestato la necessità che vi sia coincidenza tra ambito e distretto, ma hanno anche ricordato che l’accorpamento delle aziende di per sè non è sinonimo né di risparmio e né di migliori prestazioni .

E’ abbastanza singolare che questa maggioranza lamenti la scarsa condivisione della legge in discussione quando, di fatto, presenta a tutti gli operatori del settore un prodotto preconfezionato e che è suscettibile solo di modifiche marginali.

Tra l’altro anche i risparmi e il miglioramento della qualità del servizio evocati con il disegno di legge 216, in assenza di un qualsiasi studio documentato che li comprovi, restano appunto solo un'ipotesi.
Le criticità della sanità regionale, che sono note da tempo, in questa pseudo riforma non vengono non dico risolte ma nemmeno evocate.

E’ evidente che proporre una legge di riforma della sanità a termine di  legislatura sa molto di spot pre elettorale ma il rischio che si dia l’avvio ad una drastica riduzione dell’offerta sanitaria è del tutto concreta

lunedì 1 ottobre 2012

CIE: una vergogna per un Paese che si dice civile.


Sabato 29 settembre, dopo la solita trafila di richieste ed autorizzazioni, sono nuovamente entrato al CIE di Gradisca d'Isonzo per verificare, una volta di più, se le notizie che faticosamente filtrano dall'interno corrispondevano al vero.

Ho trovato un popolo dolente, arrabbiato, deluso da una nazione che credevano civile e che, invece, si dimostra ingiusta e vendicativa.

Vorrei ricordare che CIE è l'acronimo di Centro Identificazione ed Espulsione, ma la quasi totalità degli internati è stata identificata da anni e prima di essere espulsi possono essere trattenuti in quella struttura, che per certi versi è peggiore del carcere, per 18 mesi.

Quelli che vengono dal carcere hanno già scontato per intero la pena e gli altri possono essere lì semplicemente perchè il loro datore di lavoro (il più delle volte italiano) non li ha messi in regola o perchè il loro permesso di soggiorno è scaduto.

Molti di loro dormono per terra perchè i materassi, danneggiati nell'ultima rivolta, sono stati rimpiazzati solo in minima in parte. A turno accedono a piccoli recinti completamente circondati dalle sbarre per l'ora d'aria, il campo da calcio è off-limits dopo che alcuni "ospiti" sono riusciti a fuggire per quella via, il cibo monotono è di pessima qualità, non possono avere telefonini e qui mi fermo perchè l'elenco sarebbe troppo lungo e, sopratutt,o già noto al nostro governo.

Purtroppo anche la notizia di un tal Radouane, riportato al CIE con entrambe le gambe ingessate per frattura dei calcagni, è del tutto vera. Nel momento in cui un cittadino viene privato della libertà personale è compito dello Stato occuparsi della sua salute e dovrebbe garantirgli le cure adeguate cosa evidentemente non possibile al CIE.
Questo "ospite", bloccato su una sedia a rotelle, deve invece affidarsi alla benevolenza degli altri internati e di sicuro non gli viene fornita l'assistenza cui avrebbe diritto.

Fa specie vedere un esecutivo, in cui molti ministri si richiamo in modo esplicito ai valori del vangelo, che parla di  indulto per svuotare le carceri e che, dimenticandosi  dei disperati del CIE, continua ad applicare norme razziste volute da un governo che  barattava la vita di molti diseredati con tal colonnello Gheddafi.

Laboratorio di Cividale:malato terminale?


Non è ancora un malato terminale (si definisce terminale un paziente che ha un'aspettativa di vita di 3 mesi), perchè la constatazione del decesso avverrà dopo le elezioni, ma ci siamo quasi. Mi riferisco ovviamente alle condizioni di salute dell'Ospedale di Cividale che si sono ulteriormente aggravate dopo la recente visita del Direttore Sanitario che comunicava l'ennesimo taglio.

Questa volta tocca al laboratorio e le motivazioni sono sempre le stesse: si eseguono troppo pochi esami per giustificare la presenza del tecnico. Peccato che si ometta di dire che si è fatto di tutto perchè questo accadesse. E' come se a fine anno la direzione sanitaria, commentando la riduzione del numero delle ecografie e il crollo delle mammografie a Cividale, omettesse di dire che il mammografo se lo sono portato via e il collega della radiologia lo hanno spostato a Udine due giorni su 5.

D'ora in poi sarà lo stesso infermiere che esegue il prelievo a preparare il campione e introdurlo nella macchinetta dedicata che eseguirà automaticamente l'analisi.

Sono sicuro che la Direzione Sanitaria ha fatto tutte le verifiche legali del caso, ma sono ugualmente curioso di acquisire il parere della magistratura per capire chi risponderà nel caso in cui un paziente subisca un danno per un esame sbagliato. Arresteranno la macchinetta, l'infermiere che si è improvvistato tecnico o il medico che si è fidato di un esame non validato?
Bisognerà, inoltre, capire quale reponsabilità attribuire all'infermiera/e che abbandona il reparto per andare in pronto soccorso a fare le analisi.

Ammettendo che il tutto fosse legale, mi aspetto che il numero dei tecnici di laboratorio di Udine cali drasticamente in favore di tanti nuovi apparecchi automatici e che il primario di laboratorio sia sostituito da un omino che girando tra le macchinette provvede alla loro pulizia e rifornimento.
Di contro, i tecnici, per la proprietà transitiva, potranno essere impiegati in reparto, previo rapidissimo stage di nursing.
Il prossimo passaggio sarà fare la macchinette a gettoni, ovviamente, con possibilità del resto.

Anche questa volta attendiamo le calibrate rimostranze dei politici locali che possano rassicurare il loro elettorato senza irritare troppo l'esecutivo regionale a loro affine. Del resto, come diceva don Abbondio, se uno il coraggio non c'è l'ha non se lo può dare.

Facezie a parte credo che i cittadini delle Valli e del Cividalese abbiano il diritto di sapere, prima delle elezioni, quali impegni formali si assumeranno i politici locali su questo tema così come i Triestini hanno il diritto di sapere che se si farà il rigassificatore a Zaule sarà solo perchè Tondo ha espresso l'intesa con Roma. 

giovedì 27 settembre 2012

C'è anche chi lavora....


Oggi, da una lettura della rassegna stampa, ho potuto notare come il mio nome non fosse mai comparso in merito alla legge sull’energia in discussione in Regione.
Il mio contributo poteva legittimamente essere criticato, ma credo che il fatto stesso di essere relatore e di aver presentato 22 emendamenti  fosse già di per sé una notizia.
Comprendo che di questi tempi sia più appetibile ricorrere i bilanci dei gruppi consiliari e criticare i politici che non fanno il loro dovere, ma che valutazione diamo dei giornalisti che non fanno il loro? 

Direttore farmacia ASS n. 2


Di seguito il testo della mia ultima interrogazione a risposta immediata.

Premesso che nel dicembre 2008  a seguito del pensionamento del direttore della farmacia Ospedaliera di Gorizia dott. Campestrin, l'Azienda per i Servizi Sanitari n.2 Isontina ha provveduto ad accorpare questo servizio con il Servizio Farmaceutico Territroriale diretto dal dott. Visintin;

considerato che nell'Aprile   2011 questo professionista ha optato  per un incarico presso l'ASS n° 5 Bassa Friulana e per tale motivo, il 10 maggio 2011, la direzione di entrambi i servizi farmacetici è stata affidata al farmacista con maggiore anzianità;

preso atto che il 10.05.2012,  con la delibera 277, il Direttore Generale  dott. Marco Bertoli  in "base ad un criterio di rotazione" ha provveduto ad affidare l'incarico ad altra dottoressa dello stesso servizio che aveva superato la verifica professionale quinquennale (art 26 comma 2 del CCNL 3.11.2005 ) solo nel marzo 2012;

visto che a seguito di una gravidanza, già evidente all'atto della nomina, la dottoressa in questione, dopo alcune settimane,  ha giustamente fruito del congedo di maternità e tuttora non è rientrata in servizio;

considerata la delicatezza dell'incarico, anche in rapporto alle normative  in materia di farmaci e stupefacenti, 

interrogo l'Assessore competente se, con  l'assenza prolungata e del tutto prevedibile del Direttore della Farmacie che segue due strutture Ospedaliere,  non possa configurarsi un illecito penalmente perseguibile  e come  intenda intervenire per  ripristinare una guida a due servizi fondamentali come quelli sopracitati. 

La risposta che mi è stata data oggi dall'Assessore Ciriani ripercorre quanto accaduto senza però dare una spiegazione della scelta che è stata fatta, giustificando in maniera totale l'operato irrazionale del Direttore Generale. Una volta di più non si è voluto rispondere al quesito.


mercoledì 26 settembre 2012

Visita CIE - CARA

Sabato mattina
29 settembre 2012
entrerò al CIE - CARA di Gradisca d'Isonzo
per visitare la struttura
 e
 verificare le condizioni di salute degli ospiti.

martedì 25 settembre 2012

Oggi in Aula: DDL "Norme in materia di energia e carburanti"


Con il disegno di legge che si va a discutere oggi in Aula, questo esecutivo si pone, in modo del tutto esplicito, l'ambizioso obiettivo di redigere un testo unico per raccordare, semplificandole, da una parte, tutte le numerose norme che regolano una materia complessa e nel contempo strategica quale quella dell'energia e, dall’altra, quella dei carburanti.


Di seguito riporto i link al commento sulle due parti

- per quanto concerne il tema dell'ENERGIA: http://longpost.blogspot.it/2012/09/energia.html

- relativamente al tema dei CARBURANTI: http://longpost.blogspot.it/2012/09/carburanti.html

giovedì 20 settembre 2012

Conferenza stampa su trasferimento OSMER

Domani, venerdì 21 settembre
alle ore 10.30
presso la sede del Consiglio regionale
in via Poscolle, 6
a Udine
CONFERENZA STAMPA
sulla discussa questione del trasferimento dell'OSMER
dall'ARPA alla Protezione civile.

mercoledì 19 settembre 2012

Perchè si vuole uccidere l'OSMER?


La IV Commissione del Consiglio regionale si è riunita questa mattina per affrontare la questione relativa al passaggio dell’OSMER dall’ARPA alla Protezione civile della Regione.

Dopo una precisazione da parte dell’Assessore Ciriani e del direttore del Protezione civile regionale Berlasso che si tratta di atto dovuto, vi è stata la precisazione del direttore tecnico-scientifico dell’ARPA Daris che l’OSMER può operare in maniera eccellente solo se non verrà spezzettato e l’intervento del direttore dell’OSMER Micheletti che ha illustrato un quadro dell’attività svolta e ha auspicato che la struttura non sia ripartita tra più amministrazioni.

In un lungo e documentato intervento mi sono sentito in dovere di contestare quanto asserito dall’assessore Ciriani perché nella DPCM del 27 febbraio 2004 vengono prospettate soluzioni diverse e non obbligatorie (può avvalersi) che prevedono sia la convenzione tra la Protezione Civile e l’OSMER che il trasferimento di quest’ultimo nella PC stessa. 
Ho ricordato poi che l’ordine del giorno 34, votato a larga maggioranza (40 si e 3 no), vincolava l’esecutivo a trasferire tutto l’OSMER in PC qualora avesse optato per quest’ultima soluzione .

Ma nonostante la volontà dell’Aula sia sovrana e vincolante, l’Assessore Ciriani ha proseguito nel suo progetto rifiutandosi, per ben otto mesi, di spiegare nella Commissione competente le decisioni assunte contro il parere del Consiglio Regionale.

E se questo atteggiamento è di per se  inaccettabile,  la presentazione  all’ultimo minuto di  un emendamento notturno, in finanziaria che, complice la stanchezza, cerca di ottenere quello che non si è ottenuto alla luce del sole non trova aggettivi.

Resta il mistero di voler due mezzi OSMER non funzionanti per carenza di uomini e mezzi.

Alla mia richiesta di spiegare, poi, le criticità emerse nel rapporto epistolare ARPA – Protezione civile sono state date risposte parziali e insoddisfacenti. A questo si aggiungano i 65 giorni attesi per ricevere atti amministrativi dovuti che solo grazie alla minaccia di ricorre alla magistratura ha fatto sì che fossero nella mia disponibilità.

martedì 24 luglio 2012

C.I. bilingui


Oggi l’Assessore De Anna ha risposto all’interrogazione sul mancato rilascio delle carte d’identità bilingue da parte del Comune di Cividale ai concittadini che ne avevano fatto richiesta.
Come si può leggere nella risposta l’assessore ritiene che "non ci siano ostacoli al loro rilascio: moduli e formulari sono già predisposti e le supposte difficoltà ”tecniche” di inserimento dei dati …(...) possono dirsi superate…(...)"

Trovo giusto ricordare come la Comunità Montana abbia già ottenuto dei finanziamenti finalizzati all’uopo e che anche il Comune di Cividale si sia attivata in tal senso.

Dopo questa risposta non resta che attendere che il Comune di Cividale si adegui e ottemperi a quello che è un suo preciso dovere prima che il Prefetto di Trieste, in qualità di commissario di governo per il Friuli Venezia Giulia, sia chiamato a prendere delle decisioni del caso.
Resta l’evidenza di un fastidio da parte degli amministratori di Cividale nel ottemperare ad un preciso obbligo di legge.


giovedì 12 luglio 2012

Emendamenti puntuali.

Con riferimento all’Assestamento di bilancio riporto gli emendamenti a destinazione vincolata in modo che si comprenda come vengono spesi i soldi pubblici
Sottolineo che queste poste puntuali sono arrivate direttamente in Aula, rendendo completamente inutile il lavoro delle Commissioni

http://longpost.blogspot.it/2012/07/emendamenti-puntuali.html

lunedì 9 luglio 2012

A chi interessa sopprimere (l') OSMER


Potrebbe essere un bel titolo per un noir di successo e invece, purtroppo, rappresenta la volontà di un  Assessore della nostra Regione che, per un oscuro gioco di potere, vuole chiudere un servizio apprezzato da tutti.

Veniamo ai fatti: alla fine di dicembre l'assessore Ciriani decide di smembrare il centro di previsioni meteo della Regione (OSMER) trasferendo parte del personale alla Protezione Civile. In questo modo si sarebbero venuti a creare due mezzi "OSMER" che per funzionare avrebbero dovuto essere rimpinguati di uomini e mezzi, cosa per altro non prevista.
Alle numerose richieste di spiegazioni il vice presidente ha risposto in modo tanto evasivo e superficiale che ben 40 consiglieri regionali (+ 3 contrari) hanno votato un ordine del giorno che vincolava la Giunta a desistere da tale proposito.

Ciriani deve aver pensato che i sui colleghi stessero scherzando e pertanto, non solo ha ignorato il voto del Consiglio, ma in 6 mesi, nonostante le numerose, reiterate e formali  richieste, non ha mai trovato il tempo per venire in IV commissione a riferire sul perchè di tale scelta.

Martedì 3 luglio, all'una e mezza di notte, nella sessione d'aula che discuteva delle variazioni di bilancio, abbiamo trovato la spiegazione di tanta reticenza.
Seppellito in un emendamento di 20 pagine della Giunta c'era un articolo che decretava la fine dell'OSMER, così come lo conosciamo, a prescindere da quanto precedentemente deciso dal Consiglio.

Anche in questa occasione la scelta di  Ciriani non è stata fortunata stante che  ben 49 cosiglieri (+ 2  astenuti) hanno approvato lo stralcio dell'articolo in questione, con il risultato che la questione OSMER verrà valutata dalla commissione competente.

A prescindere da come andranno le cose resta il fatto, a mio modo gravissimo, che un Assessore possa sentirsi tanto forte da poter  ignorare le scelte di un intero Consiglio Regionale. 

venerdì 6 luglio 2012

La politica ipocrita di Tondo e Balloch


Ci voleva il concerto di Ligabue perchè i cividalesi vedessero, nero su bianco, che il loro ospedale non c'è, più nemmeno sulla carta.

Il volantino che pubblicizza l'evento, nel quale si possono trovare tutte quelle informazioni utili che vanno dai parcheggi, alla viabilità, ai punti di ristoro, scrive infatti che il Pronto Soccorso più vicino cui rivolgersi è quello di Udine .
Dell'Ospedale di Cividale non se ne parla proprio.

Il comitato provinciale, di cui fra l'altro fanno parte il prefetto e un responsabile del 118, con questa decisione prendono atto che il processo di demolizione del nosocomio locale è tanto a buon punto che conviene andare a Udine.

E' evidente che senza la possibilità di eseguire non dico una TAC, ma un banale Rx torace standard, un'ecografia dell'addome, con un laboratorio analisi ridotto ai minimi termini, anche la semplice funzione di filtro che compete ad un Pronto Soccorso è difficile, se non impossibile.

Al di là del fatto in sè, la cosa che trovo decisamente insopportabile è lo stupore con cui la direzione del Santa Maria della Misericordia di Udine dice di aver appreso/subito questa decisione, considerato che da anni, con encomiabile zelo, stanno lavorando per questo.
Forse sarebbe stato più onesto un grido di gioia per aver raggiunto l'obbiettivo.
Ovviamente tutti sappiamo che i Direttori Generali sono i semplici esecutori di scelte politiche ben precise, anche se inconfessabili .

E cosa dire del sindaco Balloch e del consigliere regionale Novelli che sulle pubbliche piazze difendono l'ospedale e poi accettano di sponsorizzare volantini che ne certificano la chiusura?

Chiunque è chiamato a governare ha il diritto di perseguire i propri obbiettivi politici e per questo Tondo può legittimamente proporre una o più aziende sanitarie, può anche volere la chiusura totale degli ospedali ex art. 21 come quello di Cividale , quello che a mio avviso non può fare è condannare queste strutture ad una lenta agonia che umilia la dedizione degli operatori e non tiene conto del disagio degli utenti .

L'assestamento di bilancio: "tanti, maledetti e subito".


Si è conclusa l'altra notte la sessione d’Aula che ha portato all’approvazione dell’assestamento del bilancio del Friuli Venezia Giulia e anche quest’anno il Consiglio regionale ha legittimamente, ma direi anche stupidamente, distribuito molti soldi a pioggia dimenticando la cosa più importante che le compete: la programmazione.

E’ compito della Regione, infatti, avere una visione strategica e pianificare in modo generale gli interventi pro futuro e non, come invece si è fatto, dare sollievo alle necessità particolari del territorio, compito che, invece, spetta ai Comuni.

La soddisfazione espressa dalla maggior parte dei consiglieri (soprattutto quelli che hanno portato a casa gli emendamenti proposti) credo essere motivata più dal prevedibile ritorno elettorale che dall'aver risolto situazioni paricolari .

Da parte mia non ho proposto nessun finanziamento nemmeno a sodalizi o gruppi vicini alla mia parte politica perchè non si può criticare il sistema e poi piegarlo ai propri interessi.

La notte, guardando in modo distaccato l'agitarsi dei tanti per portare a casa il proprio emendamento, mi è venuto in mente un vecchio filmato che documentava il suicidio di massa dei Lemming, roditori del circolo polare artico .

Noi abbiamo fatto come loro perchè, in un momento in cui la crisi economica, politica e morale morde il popolo Italiano , mentre malediciamo i Grillini, i Pirati, i no TAV e di tutti gli altri movimenti, invece di mettere in campo una politica di alto profilo facciamo favori ai singoli il che equivale ad un suicidio di massa di questa classe politica.

lunedì 25 giugno 2012

Incapacità o malafede?



In seguito all’ondata di caldo, le sale operatorie dell’ospedale di Cividale del Friuli sono state temporaneamente chiuse.

"Panta rei": tutto scorre . Le stagioni si susseguono, è tornata l'estate, con essa il caldo e in modo altrettanto puntuale si é tornati al blocco delle sale operatorie dell’ospedale di Cividale per l’eccessivo innalzamento della temperatura. E' da anni che lo show si ripete con la stessa puntualità e prevedibilità delle stagioni. Decisione giusta perchè "in primis" va tutelata la salute dei pazienti e poi anche quella degli operatori, ma allora perchè non si vuole risolvere un problema che non pare essere così complesso? Da anni il condizionamento non funziona e, oltre all'invio di qualche "pinguino", non si è fatto nulla. Anche i sassi sanno che dalla legge Fasola in poi si fa di tutto per chiudere l'ospedale di Cividale e che la modalità scelta per questa operazione è quella della lenta demolizione.

Nell'elenco del lungo saccheggio registriamo la recente chiusura definitiva della sezione mammografica, la riduzione a soli tre giorni la settimana delle sedute ecografiche e, solo pochi mesi fa, la Direzione del S. Maria della Misericordia ha tentato di accollare ai medici di base i pazienti che assumono anticoagulanti orali e che da sempre sono seguiti dal centro trasfusionale con l'ovvio obbiettivo di chiudere anche quello.

Purtroppo quando Favaretti lamenta l'assoluta incapacità decisionale della Regione ha perfettamente  ragione. Che senso ha spendere migliaia di euro per ammodernare Cividale nel momento in cui il progetto di massima per ricostruire ex novo il gruppo operatorio è imbucato in un cassetto della Diresione Centrale della Salute solo in attesa che l'assessore si degni di decidere cosa fare?

La questione Cividale è solo una delle tante criticità della sanità Regionale, solo che il nostro Presidente, invece di affrontare i problemi e tentare di risolverli, preferisce occupare le prime pagine dei giornali con le fantasiose ipotesi di riforma del numero delle aziende.

Tondo senza arrossire, riesce a passare da un'unica azienda sanitaria regionale a tre, che poi miracolosamente lievitano a sei dimostrando, nei fatti, come un tema così delicato possa essere affrontato con superficialità e incoscienza.
Prima l'urgenza era tale che tutte le aziende dovevano essere commissariate con il primo di luglio, adesso si riconosce che un tema di questa portata merita una discussione più approfondita che durerà almeno un anno.

Sono convinto che Tondo e la sua maggioranza possano, del tutto legittimamente, proporre la chiusura dell’ospedale di Cividale e anche di tutti gli altri presidi ospedalieri minori (-vedi azienda unica ), o pensare ad una privatizzazione sul modello lombardo, ma queste scelte devono essere fatte in modo chiaro e alla luce del sole in modo che i cittadini, altrettanto legittimamente, possano decidere chi debba governarli in un prossimo futuro.

mercoledì 13 giugno 2012

Forum sanità SEL, Palmanova 11 giugno 2012.

Lunedì scorso a Palmanova si è tenuto il primo forum di SEL sulla sanità, alla presenza di numerosi rappresentanti dei medici della Regione. La finalità del forum stesso è quella di discutere delle prospettive del futuro della sanità regionale, anche alla luce della proposta di riforma che il Presidente Tondo intende attuare, in modo da creare un programma condiviso, realistico, pratico.

Il link rimanda alla pezza d'appoggio sulla cui base ho impostato il mio discorso.

mercoledì 6 giugno 2012

Sanità ..."in divenire" (?)


Oggi in III^ commisione (tutela della salute, servizi sociali..) si è svolto il dibattito sull’assestamento del bilancio 2012. 

Le prime due cose che balzavano agli occhi erano l’assenza di Tondo e tutto il capitolo sanità concentrato in sole due righe e mezza. 

L’assenza dell’Assessore alla sanità è ormai una costante e anche quando presente serve poco, stante che evita accuratamente di rispondere alle domande che gli vengono poste. Questo accade tanto in aula, quando vengono evase le  Interrogazioni  a risposto a immediata  (IRI ),  quanto in commissione, quando è chiamato a  relazionare sul suo  progetto di azienda unica.
In estrema sintesi potremmo dire che siamo passati da un assessore incompetente (Kosic) ad un assessore assente (Tondo): a voi  l’imbarazzo della scelta .

Molinaro, delegato da Tondo per quanto riguarda la sanità, ha affermato che l’articolo 8 (rubricato Sanità Pubblica)  è così scarno in quanto la manovra finanziaria in questo settore è “abbastanza ristretta e in divenire”.
Come si può definire  “ristretto” un capitolo che assorbe 2.500 milioni di € (52 % del bilancio)? e che significato ha quel “in divenire“? e  soprattutto quale la sede più opportuna per parlane se non la commissione specifica? Anche perché solo il confronto e le spiegazioni possono fugare i dubbi che affermazioni come queste fanno sorgere, soprattutto nel momento in cui da mesi si conciona su una non ancora precisata radicale riforma della sanità regionale. 

L’assessore ha poi precisato che, con il semplice contenimento delle spese sovraziendali, nel 2011 la sanità ha registrato un avanzo di bilancio di alcuni milioni di euro. Se è vero che alcuni milioni su un totale di 2.500 sono poca cosa, è altrettanto vero che questa estrema urgenza di riformare il sistema non sussiste.

La discussione è proseguita pacatamente anche perché non sono emersi problemi particolari, però bisogna riconoscere l’abilità dell’assessore Molinaro che, trasferendo ulteriori 500.000 € alla carta famiglia, sembra farsi paladino delle tante famiglie in difficoltà, riuscendo a nascondere che in questi anni, la sua maggioranza, ha tagliato a quel capitolo di spesa circa 8 milioni di €.

martedì 5 giugno 2012

Portualità regionale.

Di seguito riporto la mia relazione al DDL 192 in materia di portualità regionale, che si potrebbe sintetizzare nella frase "vorrei, ma non posso" in quanto rischia di non produrre gli effetti voluti perchè non riesce ad essere incisiva.

Signor Presidente , Signori Consiglieri,                                                                                                          
con il  disegno di legge n° 192 " Disciplina della portualità di competenza regionale" la regione FVG rivendica la propria competenza legislativa in una  materia, quella della portualità appunto, particolarmente delicata stante che solo da pochi anni lo Stato ha iniziato a delegare alle Regioni alcune competenze amministrative.

Anche se il DPCM del dicembre 1995, integrato poi dal Dlgs 111/2004, esplicita che le aree del demanio marittimo di preminente interesse nazionale o internazionale, così come i porti finalizzati alla difesa militare e  sicurezza nazionale, restano di esclusiva competenza dello Stato, è altrettanto vero che non sempre i confini tra la competenza Statale e  quella Regionale sono chiaramente evidenziabili.

L’interesse della Regione nel disciplinare e orientare lo sviluppo della portualità di Monfalcone e di Porto Nogaro è finalizzato al superamento delle numerose criticità emerse nel corso degli ultimi anni ed accentuatesi con la recente crisi economica.

In vero solo un progetto più ampio ed ambizioso, che comprendesse nella programmazione  anche  i porti di Trieste e di Capodistria unitamente ad un  potenziamento delle infrastrutture di trasporto quali ferrovie e autostrade, potrebbe  dare quell’impulso allo sviluppo tale da rendere le strutture portuali del Nord Adriatico veramente competitive rispetto quelle  del Nord Europa.

Da parte nostra vi è piena contezza che tutto questo esula dalla nostre competenze specifiche e che  la forza contrattuale di una regione piccola come la nostra è quella che è, tanto che non riusciamo nemmeno a ottenere da Trenitalia un trasporto dignitoso per i nostri pendolari.
Sono convinto che un'azione più decisa di questo esecutivo avrebbe potuto ottenere  maggiori  impegni, perlomeno in campo infrastrutturale, dal Governo Nazionale .

La crisi economica persistente, i ridotti finanziamenti pubblici unitamente alla collocazione geografica della nostra regione, che deve confrontarsi  con due confini, possono costituire un limite, ma anche un'occasione per rivendicare i legittimi  spazi di autonomia finalizzati al rilancio dell'economia  e quindi dell'occupazione nel nostro territorio.   

Tenuto conto di quanto previsto dalla 84/94, una legge regionale che riesca a definire in modo organico il ruolo degli enti locali, che disciplini la formazione del piano regolatore portuale e le procedure per il rilascio delle concessioni delle aree demaniali,  può costituire quella  base minima di garanzie  che  l'imprenditoria privata richiede da tempo  per iniziare ad investire in questo campo.  

Nell'articolato che andremo ad approvare non sempre si è trovato il giusto equilibrio tra la legittima aspirazione della Regione a governare un settore strategico come quello portuale e il rispetto delle altrettanto legittime aspettative degli operatori del settore e le rivendicazioni degli enti locali.

Senza le opportune correzioni, che spero intervengano in aula, si corre il rischio che il desiderio di attrarre capitali per stimolare l'economia, avvenga, come sempre, a scapito delle garanzie e delle tutele dei lavoratori portuali e che quindi l'aspetto meramente speculativo prevalga su quello imprenditoriale.

Mi riservo di intervenire in maniera puntuale sui singoli articoli in sede dibattimentale. 



giovedì 31 maggio 2012

RAI - Trasmissioni in lingua slovena


Di seguito la risposta datami dal Presidente Tondo in merito alla mia interrogazione concernente le trasmissioni RAI in lingua slovena, con la quale chiedevo informazioni in merito alle iniziative che si intendono intraprendere per impedire la riduzione della proposta culturale, informativa e occupazionale della RAI regionale.
"(...) Al fine di rispondere in maniera più esauriente possibile, ho chiesto elementi al cons. Paolo Peluffo, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri rappresentandogli la preoccupazione per un'eventuale diminuzione dell'offerta radiotelevisiva a tutela delle minoranze linguistiche a seguito dei preannunciati tagli delle risorse destinate a tale finalità.
Il cons. Peluffo ha risposto assicurando che i Suoi Uffici insieme a quelli della RAI stanno individuando soluzioni finalizzate a reperire risorse per riequilibrare gli importi destinati alle convenzioni a favore delle minoranze linguistiche e a poter garantire un livello di offerta informativa adeguato.
Nel comunicare quanto sopra ai sensi e per gli effetti di cui all'art. 161, comma 4, del Regolamento interno del Consiglio regionale, e nella speranza di aver risposto esaustivamente ai quesiti proposti, si coglie l'occasione per inviare i miei migliori saluti."
firmato dott. Renzo Tondo.

mercoledì 23 maggio 2012

Previdenza complementare.


Si è discusso ieri in Aula del Disegno di legge 199 con cui la nostra Regione istituisce il Fondo pensione previdenziale complementare, in modo da affiancare alla previdenza obbligatoria quella complementare appunto, in ragione della progressiva diminuzione dell’ammontare delle pensioni, che per i giovani di oggi saranno pari a circa il 50-60% della loro retribuzione già, peraltro, scarna.

La mia è stata l’unica astensione che si è avuta in Commissione e una delle poche dell’Aula. Il mio comportamento è dovuto ad alcune perplessità dovute alle condizioni economiche in cui si trovano i nostri giovani che non credo avranno la possibilità di versare i 200 euro mensili per un minimo 24 anni necessari per aderire al fondo.
Oltre a ciò, per l’avvio di questo strumento, la Regione ha previsto un contributo talmente esiguo, si parla di circa 1,5 milioni di euro, da far dubitare che creda fermamente in questo strumento. Altre Regioni, certamente più ricche della nostra, hanno investito cifre nell’ordine di qualche centinaia di milioni di euro per alcuni anni dimostrando, appunto, di crederci e di volerla questa pensione complementare. La scusa dell’esiguità delle risorse pubbliche non regge perché, solo pochi mesi fa in piena crisi economica, abbiamo finanziato cospicuamente altri settori con opere di dubbia utilità (basti ricordati i 10 milioni di euro messi a disposizione con provvedimenti puntuali per ristrutturare case di parroci, campetti da calcio degli oratori o per finanziarie la realizzazione del mosaico di una chiesa). A questo si aggiunge il fatto che si parla di opportunità, ma è difficile che in tempi di crisi come questo i giovani puntino sulla previdenza complementare quando non hanno né i soldi da poter accantonare, visto la precarietà dei loro lavori e l’esiguità degli stipendi, né si può dire che la previdenza complementare possa risolvere i loro problemi visto che rischiano di non avere nemmeno quella di base.

lunedì 21 maggio 2012

Rifiuti campani in Regione.

Questa mattina ho presentato la seguente Interrogazione a Risposta Immediata.

"Premesso che, a differenza di altri, considero e desidero un'Italia unita e solidale stante che il popolo italiano tutto ha più volte dato dimostrazione della sua forza e della sua umanità sia nei conflitti che nei disastri naturali, dimostrando nei fatti che solo uniti si possono superare le avversità;

considerato che trovo giusto e nobile che la regione Friuli Venezia Giulia contribuisca, così come altre regioni, a risolvere l'emergenza rifiuti della Regione Campania;

preso atto che l'alone di segretezza che ha accompagnato l'arrivo di numerosi container di rifiuti dalla Campania non fa che alimentare sospetti in merito alla loro pericolosità;

considerato che l'Assessore Ciriani si era pubblicamente espresso contro la possibilità di accogliere e incenerire rifiuti provenienti da altre regioni d'Italia;

ritenuto che la pratica dell'incenerimento è di per sè da scoraggiare

si chiede all'Assessore competente quali fatti siano intervenuti a giustificazione di questo radicale cambiamento di posizione, che vengano resi pubblici i termini dell'accordo con la Regione Campania e, soprattutto, quali accertamenti la regione ha predisposto a tutela della salute dei nostri concittadini. "


Di seguito la risposta datami dall'Assessore Ciriani.
"(...) si conferma che, riguardo alla questione posta, la posizione della Regione è rimasta immutata.

La Regione non ha stipulato alcun accordo o intesa con la Regione Campania in ordine allo smaltimento nel territorio regionale, dei rifiuti provenienti da quella Regione in quanto, in base alle ordinanze della Presidenza del Consiglio dei Ministri n. 295 e n. 296, entrambe di data 31 dicembre 2009, con le quali sono state rilasciate le autorizzazioni integrate ambientali agli impianti extraregionali dai quali provengono i rifiuti smaltiti in Regione, detti rifiuti sono identificati con il codice CER 19.12.12 e, quindi, come rifiuti speciali.

Si rileva, in proposito, che i rifiuti speciali possono circolare liberamente sul territorio nazionale, posto che l'articolo 182, comma 3 del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152 sancisce il divieto di smaltimento in Regioni diverse da quelle di produzione, per i soli rifiuti urbani non pericolosi e fatta salva, comunque, l'eventuale stipula di accordi interregionali ovvero, di intese con la Regione Campania come disposto dall'articolo 1, comma 7 del decreto legge 196/2010 (Disposizioni relative al subentro delle amministrazioni territoriali della Regione Campania nelle attività di gestione del ciclo integrato dei rifiuti), convertito dalla legge 1/2011 e, recentemente, modificato dall'articolo 1, comma 2-bis del decreto legge 2/2011 (Misure straordinarie e urgenti in materia ambientale) convertito dalla legge 28/2012.

Si sottolinea, inoltre, che la verifica dell'eventuale pericolosità dello smaltimento dei rifiuti di provenienza extraregionale, è attuata dall'autorità competente, nell'ambito del programma dei controlli previsto, ai sensi dell'articolo 29-decies del decreto legislativo 152/2006, dall'autorizzazione integrata ambientale rilasciata dalla struttura regionale competente.

Si segnala, in quanto pertinente all'argomento, che è imminente il pronunciamento del Consiglio di Stato in ordine a questione, analoga a quella in disamina, inerente la possibilità di classificare come speciali, i rifiuti prodotti dal trattamento meccanico dei rifiuti, identificati con il codice CER 19.12.12, sollevata nel ricorso promosso avverso la sentenza n. 4915 del 31 maggio 2011, con la quale il TAR Lazio ha affermato che, ai fini del trasporto e dello smaltimento dei rifiuti fuori Regione "non può essere considerata decisiva l'attribuzione del codice CER 19.12.12, perchè le operazioni di tritovagliatura..... non sono, quindi, utili, da sole, a cambiare la classificazione del rifiuto secondo l'origine. Affermare il contrario significherebbe consentire - mediante la semplice operazione meccanica e di riduzione del volume - disattendere la normativa che disciplina la gestione dei rifiuti urbani, il principio di autosufficienza e il divieto di smaltimento in Regioni diverse da quella di produzione".

In buona sostanza, il TAR Lazio ha negato che una mera operazione di "tritovagliatura" possa configurare il "trattamento" che, ai sensi dell'articolo 183, comma 1, lettera s) del decreto legislativo 152/2006, consiste in quelle "operazioni di recupero o smaltimento" di rifiuti, dalle quali derivano, appunto, i rifiuti speciali identificati con il codice CER 19.12.12 (Per il VIP: non possono circolare liberamente)

Si aggiunge che il Consiglio di Stato, ai fini della decisione, ha disposto che "...il Ministero dell'Ambiente, acquista una relazione tecnico scientifica in base alla quale possa valutarsi l'attuale situazione dei rifiuti derivanti da tritovagliatura alla luce del sistema complessivo della normativa comunitaria e nazionale, specificandosi in particolare se essi siano da considerarsi rifiuti speciali ovvero rifiuti urbani".

L'udienza di discussione è fissata per il prossimo 26 giugno 2012."


giovedì 26 aprile 2012

La sanità di Tondo... con riferimento a Cividale.


In ogni seduta d'Aula alcune ore della mattinata sono riservate alle interrogazioni a risposta immediata (IRI) la cui presentazione deve essere fatta entro le ore 12 del giorno che precede l'inizio dell'Aula. Ciascun Consigliere regionale può presentare un'unica interrogazione per seduta e questa deve essere concisa, attuale ed urgente. A questi limiti si contrappone il vantaggio, non trascurabile, che l'Assessore competente è costretto a rispondere in quella seduta.

Ho indirizzato la mia IRI, concernente il futuro previsto per l'ospedale di Cividale del Friuli, al presidente della Regione nonché Assessore alla sanità Tondo che, presente in aula per tutta la giornata di mercoledì 18, ha deciso di evadere le interrogazioni che gli competevano il giorno successivo, giorno in cui sapeva di essere assente in quanto aveva già programmato un viaggio a Roma.
Il 19.4.'12 l'Assessore De Anna, delegato da Tondo alla risposte delle IRI, non ha potuto che leggere pedissequamente una risposta del tutto tecnica preparata dagli uffici (http://longpost.blogspot.it/2012/04/risposta-allinterrogazione-ospedale-di.html) omettendo la valutazione politica del quesito.
Nonostante questo, però, tra le righe è emersa la volontà di arrivare al progressivo smantellamento, e infine alla chiusura, del nosocomio cividalese.

Ma c'è di più: nella mia interrogazione auspicavo che l'Assessore competente non promettesse l'installazione della TAC come viene fatto da 10 anni ogniqualvolta si chiude / riduce un servizio (ovviamente una TAC dismessa da Udine) e invece SORPRESA! Con sorprendente faccia tosta anche questa volta la promessa è stata reiterata.

E' evidente che Tondo e la sua maggioranza hanno tutto il diritto di proporre la chiusura di quello che resta dell'ospedale di Cividale (e anche del resto della sanità regionale, stante la proposta di azienda unica), ma devono avere il coraggio di dirlo a chiare lettere, di assumersi la responsabilità politica delle loro scelte in modo che tutti, cividalesi e non, possano legittimamente condividere o dissentire su quelle scelte.

Questi mezzucci, questo delegare, questo dire non dire, questo trincerarsi con risposte tecniche che tali sono solo sulla carta, mentre nascondono ben precise scelte politiche, non possono che peggiorare il già pessimo giudizio che i cittadini hanno dei politici.

L'unico modo per recuperare credibilità è iniziare a trattare i cittadini come tali e non come sudditi, informandoli e coinvolgendoli nei processi decisionali. 

lunedì 16 aprile 2012

Ospedale di Cividale.

Il 21 marzo 2012 la Direzione del SMM di Udine ha predisposto l’ennesima riduzione dei servizi che i cividalesi possono fruire presso quello che resta del loro pluricentenario ospedale.

Il medico radiologo sarà presente a Cividale solo tre giorni la settimana e le donne del comprensorio, anche per fare una eco-mammografia, dovranno recarsi a Udine. Inoltre, nelle giornate in cui non c’è il medico non si potranno più fare le ecografie e le radiografie tradizionali verranno refertate da Udine.

Sicuramente, con la solita faccia tosta, spacceranno anche questo taglio come un miglioramento del servizio, mentre quel poco che resta dell’Ospedale di Cividale viene distrutto foglia per foglia alla stregua di come si mangiano i carciofi.

Credo sia chiaro a tutti che i reparti ed i servizi sono strettamente interconnessi tra loro e la riduzione/cancellazione degli uni, rende inutile la presenza degli altri e, alla fine, tutta la struttura è destinata al collasso.

Così, se il pronto soccorso non può contare sempre (e non a giorni alterni) sulla possibilità di eseguire un’ecografia o altri approfondimenti diagnostici, è costretto a trasferire tutti i pazienti ove questi esami possono essere eseguiti, ma se il numero dei trasferimenti supera una certa entità, certifica contestualmente la propria inutilità. Ecco che a breve, forti dei numeri prodotti da questo meccanismo, riproporranno la chiusura prima del Pronto Soccorso e poi di tutto il resto.

Anche la riforma della sanità ospedaliera, voluta da Tondo in questo scorcio di legislatura, di fatto propone quello che potremmo chiamare la “cividalizzazione “ del sistema ospedaliero.

L’Assessore infatti prevede tre grossi ospedali,Udine Trieste Pordenone, cui faranno riferimento le altre strutture ospedaliere minori delle rispettive province, mettendo così le basi per il progressivo svuotamento di quest’ultime strutture, appunto come accaduto a Cividale.

Se i cittadini della Regione non riusciranno a capire in tempo la portata della riforma Tondo credo che si troveranno a dover rimpiangere la sanità regionale così come erano abituati a conoscerla, con grande gioia (e profitti) della sanità privata.

Per quanto riguarda invece il nostro nosocomio vedremo se l’azione dei consiglieri regionali di maggioranza, eletti in questo territorio, sarà condizionata da logiche di partito o saranno in grado, almeno una volta, di dire dei no.


Per tutta questa serie di ragioni, oggi ho presentato un'interrogazione a cui verrà data risposta nei prossimi giorni:

Preso atto della riorganizzazione dell'attività di diagnostica radiologica predisposta a marzo 2012 dalla Direzione Sanitaria dell'AOUSMM di Udine che, nella ridefinizione dei percorsi diagnostici, ha stabilito che: il medico radiologo sarà presente a Cividale solo tre giorni a settimana, l'attività eco-mammografica viene trasferita in toto presso l'ospedale di Udine, le urgenze ecografiche verranno evase a Cividale solo il lunedì, il mercoledì e il venerdì, cioè quando è presente il medico radiologo; le indagini radiologiche tradizionali eseguite nelle giornate di martedì e giovedì continueranno ad essere eseguite a Cividale, ma la loro refertazione verrà fatta a Udine mediante la teleradiologia;

considerato che con questo provvedimento si è costretti a registrare l'ennesimo depauperamento della struttura cividalese che, negli anni, ha già visto chiudere tre delle quattro sezioni radiologiche per mancata riparazione/sostituzione delle apparecchiature stesse;

considerato che, allo stato attuale delle cose, la Direzione del SMM non pare intenzionalta a sostituire il mammografo e, come se ciò non bastasse, continua la pratica di trasferire le apparecchiature dismesse dalla radiologia di Udine a Cividale (come se i cittadini di tale comprensorio necessitassero di una diagnostica meno accurata);

con l'auspicio che nella risposta l'Assessore competente, così come i suoi predecessori hanno fatto negli ultimi 10 anni, non prometta l'installazione a Cividale di una TAC (ovviamente anche questa dismessa da Udine)

si chiede all'Assessore Tondo se la politica del Direttore Generale di Udine, volta al progressivo smantellamento anche dei servizi residuali dell'Ospedale di Cividale, non sia in contrasto con quanto più volte dichiarato dai precedenti Assessori regionali e cioè che la diagnostica e i servizi a Cividale sarebbero stati potenziati per soddisfare le esigenze del territorio e a ridurre la pressione degli utenti sul SMM.