lunedì 19 novembre 2012

In sanità: Ostruzionismo?


Una comoda accusa della maggioranza per giustificare una riforma fatta esclusivamente per fini elettorali, ma non per questo meno pericolosa.

Secondo il Devoto Oli con la parola “ostruzionismo” si intende, infatti, “con cavilli e pignolerie ostacolare una determinata attività o linea di condotta”.

Definirei il mio atteggiamento, al contrario di quanto si tenta di far passare, del tutto responsabile perchè affrontare il riordino di un settore così importante come quello della sanità non può essere fatto se non vagliando studi, numeri, statistiche e criticità del settore. E quale la sede più opportuna per tali discussioni e chiarimenti se non nel luogo deputato proprio a questo: la Commissione competente. Quale luogo migliore per una discussione costruttiva?

Tutta la documentazione citata, che ogni interessato può consultare, (desunta da lavori ufficiali fatti dall’AGENAS, dall’Università Luigi Bocconi, dalla CERGAS) dimostrano l’eccellenza della nostra sanità regionale e, pertanto, chiunque proponga un riordino del settore deve contestualmente dimostrare che tali performance saranno migliorate.

Più volte ho sollecitato l’Assessore a spiegare sulla base di che cosa si vuole il riordino, quali sono le proiezioni, i risultati o i risparmi attesi? Quali i vantaggi per i pazienti ? Perché si dice di voler uniformare la sanità regionale e poi si mantengono due modelli organizzativi diversi? Perché a inizio legislatura il Presidente Tondo promette  di non voler toccare/sminuire la sanità isontina e poi fa l’esatto contrario? Dove l’urgenza visto che la riforma partirà solo dal 2014? Che senso hanno avuto le audizioni degli stakeholders se nemmeno una, e sottolineo, una loro osservazione è stata accolta?
Non si può trascurare il fatto che, ad eccezione dei Direttori Generali, tutti gli auditi si sono dichiarati contrari a tale riforma rilevando criticità più o meno importanti.

Come si concilia questo con la volontà, più volte manifestata proprio dallo stesso Presidente Tondo a inizio legislatura, che ogni riforma per essere tale deve essere condivisa, deve partire dal basso, fatta previa individuazione delle criticità e delle eccellenze, con il coinvolgimento dei professionisti?


La scelta di interrompere la discussione della commissione e di andare direttamente in aula non è stata forse motivata dall’impossibilità di dare risposte documentate alle obiezioni della minoranza?

La dimostrazione che non c’è mai stata la volontà di discutere seriamente di riordino della sanità la si può anche desumere da alcuni fatti:
si pensava seriamente di esaurire una discussione di tale importanza in tre sedute di commissione?
 la decisione di portare in aula questa riforma nello stesso giorno che approdava in commissione non sta a significare che si era deciso, a prescindere, che le discussioni andavano stoppate?
l’assenza strategica del consigliere Marini non ha fatto molto più ostruzionismo delle mie domande?
quanto hanno pesato le divisioni della maggioranza nella decisione di andare direttamente in aula con un unico relatore d’ufficio che è l’assessore?

Forse il fatto più grave di tutta questa vicenda è che per interessi di parte e in modo irresponsabile si improvvisa, sulla pelle dei cittadini, una riforma della sanità regionale con motivazioni inconsistenti.


Nessun commento: