lunedì 29 febbraio 2016

Punti nascita, respinte due mozioni. Telesca: certe scelte competono alla Giunta.

Riporto qui un articolo del Quotidiano Sanità FVG che parla dei punti nascita di Latisana e Palmanova

Al centro delle due mozioni la chiusura dei punti nascita di Latisana e Palmanova. L'Assessore alla Salute ricorda che ci sono questione di "qualità, sicurezza e sostenibilità del sistema sanitario" che "spettano alla Giunta" e "sono prerogative alle quali non intendiamo sottrarci". Telesca ha annunciato che sui punti nascita "decideremo in coerenza e in tempi brevi".

"In linea con gli atti di Programmazione sanitaria confermiamo la previsione di un Punto Nascita tra Latisana e Palmanova e di un Punto Nascita all'Ospedale di Tolmezzo, al servizio dell'area montana. Sulla scelta tra Palmanova e Latisana la Giunta regionale del Friuli Venezia Giulia si assumerà le sue responsabilità. Cogliamo dal dibattito in Aula la sollecitazione a decidere in tempi brevi". Lo ha affermato l'assessore regionale alla Salute e all'Integrazione socio-sanitaria, Maria Sandra Telesca, intervenendo ieri in Aula in Consiglio Regionale al termine della discussione e della bocciatura di due mozioni presentate dalle opposizioni sul tema dei punti nascita (mozione n. 178 del Movimento 5 Stelle con Andrea Ussai primo firmatario, a cui si sono uniti Barbara Zilli (LN) e Valter Santarossa (AR); e mozione n. 179 di Forza Italia con Riccardo Riccardi primo firmatario, a cui si sono aggiunti Luca Ciriani (FdI/AN), ancora la Zilli e Santarossa).

"Lavoriamo con coerenza - ha detto Telesca - per garantire qualità, sicurezza e sostenibilità del sistema sanitario. Il Consiglio regionale è responsabile delle leggi, ma le decisioni della sfera amministrativa spettano alla Giunta: sono prerogative alle quali non intendiamo sottrarci".
L'assessore ha ricordato che "gli atti di Programmazione sanitaria sono chiari e coerenti: dobbiamo ridurre i reparti di Pediatria che hanno la media di un bambino ricoverato al giorno, perché non servono e diventano anche poco sicuri, e dobbiamo ridurre per lo stesso motivo i punti nascita, come ci dicono i pediatri, i neonatologi e ginecologi".

Per quanto riguarda la conferma del Punto Nascita di Tolmezzo, "oltre al fatto che conta più di 500 parti all'anno - ha osservato Telesca -, occorre tener conto che gli ospedali di montagna hanno una specifica deroga per un problema di distanze e di viabilità".

"Oggi - ha concluso l'assessore Telesca - abbiamo ribadito che le decisioni toccano alla Giunta, che ha responsabilità rispetto alle ragioni della sicurezza e della gestione delle risorse".

Il consigliere regionale di Sel, Stefano Pustetto, è stato l'unico esponente della maggioranza a dare il suo voto alle mozioni dell'opposizione sui punti nascita. "La cosa - ha spiegato - non mi renda felice perché vi sono delle forzature, ma tra fare una scelta che da professionista considero profondamente sbagliata e manifestare fedeltà a una coalizione, non ho avuto dubbi". Per Pustetto, "in tutta questa vicenda è mancata una volta di più la politica o, meglio, la politica ha lanciato il sasso e nascosto la mano. Non è serio aver osservato passivamente che due comunità della nostra regione si fronteggiassero lanciandosi reciproche e pesantissime accuse. Non è stato serio aver lasciato marcire la situazione. Speravo che questa maggioranza avesse la voglia di trovare un punto di caduta tra le varie esigenze ma: avanti tutta a prescindere. In questa vicenda è mancata l'umiltà di chi aveva in mano il potere decisionale per poter capire che era venuta l'ora di fermarsi e di ritornare sui propri passi nell'interesse dei nostri concittadini".


"Ognuno si assumerà le proprie responsabilità", è stato il commento del consigliere Ncd e vice presidente del Consiglio, Paride Cargnelutti, a termine della seduta. "Sul punto nascite di Latisana - ha aggiunto Cargnelutti - non abbiamo fatto crociate quando i nati all'anno ero 403, ma il fatto che negli ultimi sei mesi, anche a seguito della chiusura del punto nascite di Portogruaro, i nati erano già 281 ci ha fatto immaginare a un ripensamento da parte della Giunta circa la chiusura di Latisana, almeno in via sperimentale in attesa di un chiarimento del vicino Veneto. Credevamo che questa potesse essere una via d'uscita percorribile, ma il voto finale alle mozioni è stato, purtroppo, favorevole alla chiusura. Ognuno si assumerà le proprie responsabilità".



Questo il video del mio intervento.



Ecco come abbiamo votato:





giovedì 25 febbraio 2016

Mozioni sul Punto nascita di Latisana/Palmanova.

In questi giorni più volte mi è stato chiesto “chi te lo fa fare?” o, in maniera più diretta e sincera, “quali interessi/vantaggi hai nel fare questa battaglia?” Per questi motivi tengo a ribadire che: a Latisana ho solo qualche amico e non interessi, i miei cognati medici vivono a Palmanova, uno lavora in ospedale proprio a Palmanova, l’altra è MMG; in più non mi presenterò alle prossime elezioni e quindi non cerco voti. Queste domande però fanno capire come, nell’opinione comune, non sia credibile l’ipotesi che un politico possa fare una battaglia nell’interesse generale e non per interessi personali.

Oggi mi sarebbe piaciuto che la maggioranza che governa questa Regione presentasse una mozione che, tenuto conto dell’evoluzione della situazione di Latisana, proponesse una moratoria sulla soppressione di quel punto nascita in attesa che molte delle incognite attualmente sul terreno si chiarissero. E questo perché la politica deve tener conto dei cambiamenti, solo per citare gli ultimi: proiezioni per 600 parti, 16 pediatri che partecipano al concorso, Portogruaro chiuso.
Queste e le molte altre considerazioni fatte poterebbero alla logica conclusione che ENTRAMBE LE STRUTTURE debbano rimanere APERTE, ma se si vuole un accorpamento allora non vi sono dubbi che si debba chiudere Palmanova. Ribadisco che non ho nulla contro l’ospedale di Palmanova, che il Sistema di valutazione delle performance dei SSR- bersaglio del S. Anna di Pisa mette tra i migliori nosocomi della regione. Ma dal punto di vista geografico l’utenza di Palmanova si può rivolgere a Udine o a Monfalcone, che distano solo pochi Km.

La mozione preparata da un esponente del PD aveva il pregio di superare alcune forzature degli analoghi documenti preparati dall’opposizione.
Il mio tentativo di convincere la Presidente sulla bontà della soluzione prospettata, ripeto da esponenti del suo partito, è fallito platealmente.
Pur rendendomi conto che il presidente è sempre e comunque chiamato a scelte spesso difficili, che spetta a lui e solo a lui l’ultima parola sono convinto che considerare l’apporto dei consiglieri sempre e comunque come un fastidio sia un limite ed un errore. I professionisti non sono alloggiati solo nelle stanze dell’Assessorato, ma anche fra i banchi del Consiglio.

Anche se quanto sto per fare risulterà inutile, proverò a evidenziare come la chiusura di Latisana, in realtà, è già stata presa da molto tempo, a prescindere.
L’unica decisione politica fatta alla luce del sole è stata quella di mettere in legge che nella Bassa friulana ci sarà solo un punto nascita, facendo finta che lo step successivo, quello che decide tra Latisana e Palmanova, fosse eminentemente tecnico. Solo gli sprovveduti possono pensare che una decisione così impattante non fosse preparata nei minimi particolari. La tecnica è collaudata: prima di tutto bisogna depauperare e precarizzare la struttura in modo tale che i pazienti fuggano scegliendo primari non attrattivi, assumendo pediatri solo a tempo determinato o gettonisti, alimentando voci di una imminente chiusura e quando tutto ciò accade la chiusura è decisamente più facile (si veda quanto accaduto a Gorizia). Vorrei precisare che per fare questo non è necessaria un’azione diretta, basta lasciare che le cose accadano, non intervenire quando si dovrebbe farlo. E poi andare in piazza a chiedere “possiamo noi tenere aperta una struttura non sicura che fa solo 450 parti all’anno?”, “possiamo ignorare la normativa nazionale?” (Ponzio Pilato docet).

Nostro compito è garantire a tutti i cittadini le stesse opportunità, invece la donna gravida ed il bambino critico di Latisana corrono molti più rischi di quello di Palmanova. Considerazioni come queste sono state fatte da altri professionisti del settore che hanno affermato come le<<indicazioni siano state del tutto disattese>>, che tre mesi non sono sufficienti ad organizzare un trasporto, tanto meno un trasporto a rischio come quello che prevederebbe lo STAM (Servizio Trasporto Assisto della Madre).

Considerato che sono stato l’unico consigliere di maggioranza a dare il suo voto alle mozioni dell’opposizione, sento l’obbligo di rimarcare che la cosa non mi rende felice, perché come ho detto vi sono delle forzature, ma TRA FARE UNA SCELTA che da PROFESSIONISTA considero PROFONDAMENTE SBAGLIATA, e manifestare fedeltà ad una coalizione non ho dubbi.

Concludendo: in tutta questa vicenda è mancata una volta di più LA POLITICA o, meglio, la politica ha lanciato il sasso e nascosto la mano. Non è serio aver osservato passivamente che due comunità della nostra regione si fronteggiassero lanciandosi reciproche e pesantissime accuse. Non è stato serio aver lasciato marcire la situazione.

Speravo che questa maggioranza avesse la voglia di trovare un punto di caduta tra le varie esigenze, ma…AVANTI TUTTA A PRESCINDERE. In questa vicenda è mancata l’umiltà di chi aveva in mano il potere decisionale per poter capire che era venuta l’ora di fermarsi e di ritornare sui propri passi nell’interesse dei nostri concittadini.

martedì 23 febbraio 2016

Punto nascita Latisana/Palmanova: discrezionalità del DG.

A seguito dell’interrogazione da me fatta in merito ai punti nascita di Latisana e Palmanova, l’assessore Telesca aveva promesso un approfondimento ispettivo che allego in fondo.

La risposta mi ha stupito, quasi fosse la prima volta che osservo la politica torcere la verità ad esigenze altre, e a nulla è servito essere avanti negli anni e fare il consigliere da tempo: ci ricasco sempre!

In aula, a fronte di una risposta deludente /reticente dell’assessore, avevo chiesto se un DG aveva la potestà di omettere parti di una relazione tecnica o se al contrario i consiglieri avevano il diritto di essere adeguatamente informati perché solo avendo presente il quadro generale della situazione le scelte possono dirsi ponderate.

Nella risposta il direttore Generale giustifica le omesse comunicazioni con il fatto che si trattava di “documenti preparatori “, di “procedura non conclusa ed approvata “, della esigenza di uno “Studio di fattibilità complessivo “ecc. ecc.      tutte belle parole che non spostano di un millimetro il cuore del problema  e cioè se il DG può, a suo piacimento, scegliere cosa dire o non dire ai commissari  in un’audizione formalmente convocata.

L'Assessore Telesca non solo sfugge alla mia esplicita richiesta di sfiduciare il DG per i motivi di cui sopra, ma nella nota di accompagnamento alla relazione non vi è nessuna assunzione di responsabilità politica di quanto accaduto: considero infatti fantascientifico che le scelte comunicative, operative e gestionali del DG non siano state preventivamente concordate con i massimi vertici politici della regione.

Venendo poi alla relazione tecnica, una volta di più, si omette di dire che il secondo lotto di lavori da fare a Palmanova (priorità 2) ammontano a 870.000 euro e non sono lavori marginali visto che, fra l’altro, si tratterebbe di sostituire gli impianti di aereazione della ginecologia e della pediatria.

L’unica ammissione, anche se scritta in modo che possano capire solo gli addetti ai lavori, è quella che, per mettere a norma l’impianto che garantisce il ricambio di aria nelle sale operatorie di Palmanova, le stesse andranno chiuse per 30 gg.

Cioè si chiudono le nuovissime (e a norma) sale di Latisana e, in attesa della messa a norma delle sale di Palmanova, verranno utilizzate altre sale operatorie di Ialmicco, non dedicate, peraltro dislocate lontano dal reparto e prive dei bagni per le pazienti.


Concludendo la scelta di chiudere il punto nascita di Latisana a fronte del numero crescente dei nati, dell’improvvisa comparsa di ben 16 pediatri, delle necessità di garantire anche nelle periferie della Regione servizi adeguati e non ultimo dei costi di adeguamento della struttura di Palmanova appare   sempre di più incomprensibile e motivata solo dal tentativo di apporsi l’ennesima, effimera, bandierina.













venerdì 5 febbraio 2016

Disimpegni di milioni di euro.

Nel luglio 2015 ho presentato un’interrogazione in cui si chiedeva:
1. se corrisponde a verità il disimpegno di milioni di euro di risorse del Piano di Azione Coesione (PAC) che la regione ha subito per mancato impegno entro i termini
2. a quanto ammonta ad oggi il taglio di risorse del PAC della regione FVG, che originariamente aveva un valore complessivo di 67.556.807,00
3. se corrisponde a verità il rischio di ulteriori tagli
4. a quanto ammonta oggi la dotazione finanziaria del Programma Operativo Regionale POR FESR 2007-2013, che inizialmente aveva una dotazione complessiva di 303 milioni di euro, cifra che sappiamo essere stata significativamente ridotta a causa dell’incapacità di utilizzo da parte della Regione. Ricordo che quanto approvato dalla Giunta Illy rappresentava il documento di programmazione dei fondi FESR del settennio per lo sviluppo della competitività e dell'occupazione regionale.

Di questi giorni la risposta in cui si nega decisamente quanto affermato al punto uno. Di seguito cercherò di spiegare perché, dal punto di vista strettamente lessicale, la risposta è vera mentre nella sostanza è falsa.

La complessità delle norme europee necessita di una premessa:
I fondi strutturali che l’Europa, in accordo con il CIPE, assegna ad una Nazione/Regione devono essere spesi e rendicontati con scadenze molto precise. La percentuale minima di spesa, anno per anno, è calcolata in rapporto allo stanziamento. Nel caso in cui questo target non venga raggiunto è previsto un disimpegno automatico dei fondi, i soldi cioè vanno restituiti all’UE. Per fare in modo che questo non accadesse e per poter dire che la percentuale minima di spesa è stata raggiunta, la Regione ha chiesto all’Europa di ridurre il tetto massimo del finanziamento. Per tale motivo la dotazione finanziaria iniziale di circa 303 milioni di euro, è stata rideterminata in 233 milioni di euro. Morale:  MENO 70 milioni di euro per il territorio.
- La programmazione va dal 2007 al 2013 e per la rendicontazione c’è tempo fino al 2015 (N+2), termine che peraltro è stato prorogato.
- Nella risposta si conferma che, a causa dei ritardi nell’utilizzo dei fondi messi a disposizione con il POR FESR 2007-2013 vi sono state più riprogrammazioni.

La giunta Tondo, nella DGR 591/2012 ammette di aver avuto difficoltà nel dare attuazione al Programma, tanto da giustificare un ulteriore finanziamento di 1,7 milioni di euro a Ecosfera S.p.A. di Roma per i servizi complementari di assistenza tecnica (portandolo il contratto a oltre 6 milioni di euro - assegnazione fatta con procedura negoziale e senza pubblicazione di bando !!)  

Nella relazione tecnica allegata alla delibera, la Regione attesta che “(…) il perseguimento degli obbiettivi di spesa previsti dal documento 27.2.2012 presentano elevati rischi di realizzazione riassumibili in estrema sintesi nei seguenti fattori”

Nel 2012 il FVG, al fine di evitare la restituzione dei fondi non utilizzati, negozia con il Governo l’adesione al PAC ( DGR 1515/2013) e si modifica così anche il POR FESR 2007-2013. Per quanto riguarda il Piano di Azione Coesione (vedi punto 2), si conferma che il valore del PAC è stato rideterminato a 48.565.856,00 con possibili nuovi tagli per il 2017 e il 2018.

Si giunge così alla DGR 2523/2015 in cui (link allegato 1) la Commissione Europea afferma che l’Italia ha richiesto una revisione del programma operativo e che “la proposta di revisione del programma operativo è giustificata da difficoltà di attuazione”.
Quindi la Giunta ora non può dire semplicemente che la dotazione finanziaria è stata rideterminata in base a due decisioni della Commissione Europea, ma deve spiegare che tale decisione è stata sollecitata dall’Italia stessa!
Trovo paradossale che per motivare la perdita dei fondi si affermi che gli obiettivi che ci si era prefissati non si sarebbero potuti raggiungere entro le tempistiche dettate dalla normativa comunitaria dato che tempistica e norme erano note dall’inizio.
Si sostiene addirittura che si è passati da 303 milioni ai 233 in seguito alla volontà di aderire al PAC….. ma…. sembra il gioco delle tre carte….

A questo punto credo sia doveroso convocare la Commissione consiliare competente per audire i tecnici di Ecosfera S.p.A. di Roma che, insieme ai nostri uffici, hanno gestito i 233 milioni di euro per capire:
quali sono i risultati reali della programmazione 2007-2013
- quali le ricadute per i cittadini?