giovedì 26 giugno 2014

Quanto è importante l'ascolto dei cittadini per la Pubblica Amministrazione?


Ho presentato la seguente interrogazione: 

Considerato che da circa un anno si è deciso di riorganizzare il Centro Trasfusionale di Cividale del Friuli, sostituendo nelle giornate di lunedì e venerdì lo specialista ematologo con un medico non strutturato e non ematologo;

preso atto che la nuova organizzazione ha determinato la formalizzazione di numerose lamentele da parte sia dei pazienti che dei donatori di sangue per innumerevoli disservizi che si sono venuti a creare

interrogo

l'Assessore competente per sapere quali azioni siano state poste in essere, dal Direttore del CT o dalla Direzione Sanitaria, per risolvere le criticità lamentate dai cittadini.

lunedì 23 giugno 2014

Centro Trasfusionale di Udine: un ulteriore balzello?

Oggi ho presentato la seguente interrogazione a risposta immediata.

Premesso che in questi giorni ai pazienti che frequentano il Centro Trasfusionale di Udine è stato consegnato un questionario, a firma del Direttore della SOC di Medicina Trasfusionale dott. Vincenzo De Angelis, finalizzato a 
- testare la possibilità di invio, tramite internet, del referto INR e relativa terapia Anticoagulante Orale a domicilio del paziente 
- e a valutare le fasce orarie più gradite per accedere alla segreteria del Centro  e quindi all’ambulatorio per il prelievo;

posto che l’iniziativa sembrerebbe lodevole, se non fosse che i pazienti per avere al proprio domicilio una mail con il referto INR e la relativa TAO sono invitati a sborsare un balzello aggiuntivo di 30,00 euro/anno;

considerato che servizi analoghi vengono forniti gratuitamente presso altre Aziende sanitarie della Regione

si chiede all’assessore competente


se sia facoltà di un direttore di SOC proporre servizi a pagamento ancorchè migliorativi del servizio stesso, 
se questa scelta sia stata concordata con l’Assessorato 
e, soprattutto, quali siano state le modalità per stabilire il costo e la ditta che dovrebbe gestire il tutto.


Di seguito la risposta datami:

Il questionario che viene sottoposto in questo periodo ai pazienti che afferiscono all'ambulatorio Terapia Anticoagulante Orale (TAO) dell'Azienda Ospedaliero-Universitaria di Udine è stato concordato nell'aprile 2014 con il presidente dell'AIPA  (Associazione Italiana Pazienti Anticoagulanti), al tempo dr. Guido Boni.. E' un'indagine puramente conoscitiva (serve a capire se e quanti sono i pazienti interessati al servizio).
Lo scopo dell'iniziativa è il miglioramento dell'accesso dei pazienti al servizio e lo snellimento delle attese; la refertazione telematica domiciliare è stata aggiunta al questionario proprio dall'allora Presidente AIPA che chiedeva la possibilità di fare intervenire l'Associazione per il pagamento del servizio, che sarebbe aggiuntivo rispetto alle attuali forme di consegna (consegna diretta, trasmissione fax per ci lo richiede).

Si conferma quanto esposto nell'interrogazione e cioè che l'invio telematico può avvenire solamente a cura dell'Azienda proprietaria e gestore dei server su cui risiede il programma di gestione della TAO. L'eventuale attivazione del servizio non potrà che avvenire secondo le direttive della Direzione Generale dell'Azienda e le modalità previste dall'organizzazione del Servizio Sanitario Regionale.

Si fa presente altresì che la proposta non è stata concordata con l'Assessorato alla salute, integrazione sociosanitaria, politiche sociali e famiglia, che è interessato allo sviluppo di sistemi di semplificazione delle attività senza costi aggiuntivi per i cittadini e che si sta impegnando su questo fronte.

Commento


Mi sono dichiarato soddisfatto della risposta dell’Assessore perché si ribadisce l’intenzione dell’esecutivo di fornire un servizio migliore agli utenti senza che vi sia per questi un aggravio di spesa. Altro punto qualificante è che ogni decisione dovrà essere vagliata dalla Direzione Generale dell’Azienda e non  lasciata al direttore di SOC.

lunedì 16 giugno 2014

Rapporto sulla legislazione 2012.

Ho presentato in Aula due capitoli del Rapporto sulla legislazione - anno 2012.

Il Comitato per la legislazione, il controllo e la valutazione dà conto al Consiglio regionale in primis, ma anche alla comunità tutta, sull’attuazione delle leggi e sulla valutazione delle politiche regionali, in quanto sono tasselli essenziali per migliorare la qualità e l’efficacia della produzione legislativa e, quindi, del governo della Regione.
Voglio ricordare che tale è l’importanza attribuita dal legislatore a questa funzione del Consiglio che nel 2007 viene inserita nella legge statutaria, dando rilevanza legislativa ad attività ed istituti già introdotti nei lavori consigliari in via regolamentare dal 2004.

Nel concreto sono state apposte tre nuove clausole valutative in altrettante leggi regionali: la n.5 Legge per l’autonomia dei giovani e sul Fondo di garanzia per le loro opportunità, la n.16 Interventi di razionalizzazione e riordino di enti, aziende e agenzie della Regione e la n.23 Disciplina organica sul volontariato e sulle associazioni di promozione sociale e norme sull’associazionismo; oltre all’inserimento di due disposizioni recanti altri oneri informativi nei confronti del Consiglio regionale con riguardo alle leggi
n. 10 Riordino e disciplina della partecipazione della Regione Friuli Venezia Giulia a società di capitali e n. 18 Disposizioni per la tutela delle donne affette da endometriosi.

Il caso della clausola (disposizione) che assiste la legge regionale 23/2012 merita un’attenzione particolare perché è nata da un processo partecipato di discussione e confronto formalmente esterno ai lavori consiliari e ha esteso a soggetti esterni al Consiglio Regionale la facoltà di richiedere lo svolgimento di missioni valutative, fino a quel momento di esclusiva iniziativa consiliare. La clausola valutativa in questione, quindi, centra l’obbiettivo di “allargare i processi decisionali e creare occasioni di partecipazione“ che è uno dei dieci punti che ci siamo impegnati a realizzare sottoscrivendo la Carta di Matera.

Se condividiamo la necessità che la valutazione delle politiche diventi una normale pratica di governo abbandonando lo status di eccezione, dovremmo sforzarci perché la fase conclusiva di questo processo avvenga in Aula e non si arresti, quando va bene, nelle Commissioni di merito.
Per questo motivo un confronto aperto, sommato alla sperimentazione di nuovi strumenti di analisi volti a controllare l’attuazione delle leggi e a valutare gli effetti delle politiche pubbliche, presuppongono un cambiamento profondo nella cultura e nel modo di lavorare di chi opera all’interno dell’organo legislativo.
La sempre più stringente necessità di spendere in modo oculato le risorse pubbliche impone (dovrebbe imporre) al legislatore di allungare lo sguardo oltre il momento dell’approvazione della norma: serve una continua messa in discussione sulla reale efficacia delle soluzioni adottate.
La clausola valutativa non può essere inteso quale l’ennesimo articolo di una legge, ma deve fornire tutte quelle informazioni utili a capire quali fattori imprevisti o mutati scenari possono aver impedito a rendere efficace la politica regionale.

Per quanto riguarda, poi, il contenzioso costituzionale promosso dal Governo sulle leggi promulgate dalla Regione nel 2012, con uno sguardo anche per le decisioni adottate dalla Corte costituzionale nel corso dello stesso anno.
Il rapporto sulla legislazione non analizza soltanto la produzione legislativa della Regione sotto il profilo quantitativo e qualitativo, ma dà anche conto dei rilievi e delle censure dello Stato.
Nel corso del 2012 su 28 leggi promulgate ben 8 sono state impugnate dalla Corte costituzionale e questo non invidiabile 28% ci pone in testa alla classifica fra le Regioni in contenzioso con lo Stato. Va anche ricordato che le norme stringenti imposte dal Governo in tema di politiche di bilancio non hanno certo ridotto la conflittualità. Credo utile ricordare che solo altre tre Regioni e la Provincia autonoma di Bolzano si attestano su valori del 20% di leggi impugnate.
Prima di entrare nel merito dei rilievi che la Corte ci ha mosso, credo utile ricordare a tutti i Consiglieri, che compito del comitato di controllo è quello di analizzare se e come una legge ha raggiunto l’obiettivo prefissato e che la valutazione politica della legge stessa compete ed è già stata fatta nella Commissione di merito e in Aula.

La L.R. n. 3/2012 in materia di autonomie locali (Galasso, Agnola, Travanut) è stata impugnata nella parte in cui si pone in contrasto con la norma statale che dispone la riduzione dei costi di finanziamento delle Province, mediante una riforma che vede trasformato l’ente Provincia in enti di secondo livello. La L.R. in questione eccede, quindi, la competenza statutaria in quanto si pone in contrasto con il principio di coordinamento della finanza pubblica e del sistema tributario, che come tale è applicabile sull’intero territorio statale e, quindi, anche alle Regioni ad autonomia speciale, in quanto sussisterebbe l’obbligo generale di tutte le Regioni di contribuire all’azione di risanamento della finanza pubblica.

La L.R.12/2012 che disciplina la portualità di competenza regionale (ovvero l’organizzazione e il funzionamento del Porto di Monfacolne e di Porto Nogaro) (Marin, Razzini, Brandolin, Pustetto) era stata impugnata perché  non era definito l’ambito applicativo del potere di derogare alla disciplina in materia d’uso dei beni pubblici delle convenzioni stipulate tra l’Amministrazione pubblica e i privati, questo si poneva in grave contrasto con i principi generali dell’ordinamento giuridico della Repubblica. La Corte Costituzionale ha dichiarato l’estinzione del processo per rinuncia al ricorso da parte del Governo a seguito della modifica della norma regionale impugnata.

La L.R 14/2012 contenente l’assestamento di bilancio (Piccin, Asquini, Cargnelutti, Salvador) vede la censura di diverse norme perché in contrasto con i principi di coordinamento della finanza pubblica, di copertura delle leggi di spesa e con i vincoli assunzionali e di accesso al pubblico impiego, perché si pone in contrasto con la previsione che rimette alla contrattazione integrativa la definizione del trattamento economico dei pubblici dipendenti, con la competenza esclusiva statale in materia dell’ordinamento civile, con i principi di uguaglianza, buon andamento e imparzialità della P.A., perché viola la preclusione al personale contrattualizzato delle progressioni di carriera e passaggi  tra aree.

Anche la L.R. n. 15 relativa alla legge comunitaria 2010 è stata censurata in più punti in quanto sembra interferire con la potestà legislativa statale in materia di ambiente, sembra introdurre il meccanismo del silenzio assenso per il meccanismo della deroga, vìola la legge statale che esclude il prelievo in deroga tout-court per le specie di animali in declino indipendentemente dal periodo dell’anno o dalle fasi di nidificazione, espone a rischio l’equilibrio dell’ecosistema; inoltre una norma è in palese contrasto con l’articolo 97 della Costituzione prevedendo un inquadramento riservato senza esperimento delle procedure concorsuali pubbliche.

Anche la L.R. n. 16/2012 (Piccin) che prevede interventi di razionalizzazione e riordino di enti, aziende e agenzie regionali si vede censurata la norma che si pone in contrasto con l’articolo 97 della Costituzione.

La L.R. n. 19 (Colautti, Picco, Asquini) recante norme in materia di energia e distribuzione dei carburanti, vede diverse censure: nella parte in cui è lesiva della potestà legislativa esclusiva statale nella materia della tutela dell’ambiente, in cui è ritenuta invasiva dell’ambito di competenza statale eccedendo la competenza regionale.

La L.R. n. 25 sul sistema sanitario regionale viene censurata nella parte in cui dispone che ai direttori generali che decadono dall’incarico viene corrisposto “il compenso omnicomprensivo dovuto in caso di cessazione anticipata dell’incarico, in quanto secondo il Governo la norma regionale vìola il principio di coordinamento della finanza pubblica perché “nulla è dovuto, a titolo di indennità di recesso, al direttore generale nel caso di cessazione dell’incarico per decadenza, mancata conferma, revoca o risoluzione del contratto, nonché per dimissioni”.

La L.R. n. 26/2012 riguardante la manutenzione dell’ordinamento regionale 2012 viene censurata nelle parti in cui eccede la competenza regionale, violando i principi fondamentali stabiliti dalla normativa statale in materia di ambiente e protezione civile.


Decisioni della Corte Costituzionale nel 2012
Durante il 2012 la Corte costituzionale ha definito il contenzioso riguardante diverse leggi regionali del 2011 esaminando 20 censure, il 35% della quali (n. 7) hanno avuto conferma, il 30% (cioè 6) i è risolto in sede stragiudiziale e l’altro 35% è stato dichiarato non fondato (n. 5) o inammissibili(n.2).

Va detto che si è trattato per lo più di norme contrastanti con i principi fondamentali di coordinamento della finanza pubblica.

mercoledì 11 giugno 2014

(Dis)organizzazione del Centro trasfusionale di Cividale del Friuli

Di seguito il testo dell'interrogazione presentata oggi in Aula.

Considerato che il centro trasfusionale di Cividale da sempre era organizzato per effettuare non solo le donazioni di sangue dai volontari ma anche per erogare servizi e cure come la terapia marziale, il salasso terapeutico, le visite specialistiche ematologiche e la determinazione dell’INR, esame questo indispensabile per una corretta prescrizione della Terapia Anticoagulante Orale (TAO); 

preso atto che da circa un anno è stato deciso, con motivazioni non condivisibili, che il lunedì ed il venerdì a Cividale sarebbe andato un medico non strutturato e non ematologo e che di conseguenza in quelle giornate tutta l’attività ambulatoriale sarebbe stata cancellata;

considerato che in quella sede, da quasi due mesi, è stata ripristinata la presenza del medico trasfusionista strutturato ma a tali professionisti, per esplicita disposizione del direttore della S.O.C. di Medicina Trasfusionale di Udine, è stato ordinato di svolgere la sola attività legata ai donatori;

dato che risulta incomprensibile come, pur avendo gli specialisti a Cividale si sia deciso di non ottimizzare il loro lavoro e quello del personale e nel contempo di sovraccaricare il trasfusionale di Udine con l'aggiuntiva prescrizione delle circa 100 terapie TAO di Cividale, di costringere questi ultimi agli straordinari, a lavorare in remoto, a diventare matti senza avere la possibilità, in caso di sovradosaggio dell'anticoagulante, di intervenire immediatamente contattando il paziente e se necessario fornendogli il prima possibile il farmaco salvavita in grado di normalizzare l'INR   

si chiede all’Assessore competente quali i vantaggi qualitativi, economici, organizzativi e per la popolazione di tali scelte.


Ecco la risposta.

"Presso il Presidio di Cividale del Friuli è presente un Centro di raccolta sangue collegato al servizio trasfusionale dell'Azienda Ospedaliero Universitaria di Udine.

In relazione all'interrogazione del Consigliere Pustetto, l'Azienda Ospedaliero Universitaria di Udine ci ha comunicato che:

1. Nell'ambito di un attento utilizzo di risorse, studiati i flussi, la tipologia dei pazienti e la loro numerosità è in corso una riorganizzazione delle attività, salvaguardando in primis la sicurezza e la compliance dei pazienti/donatori; tale percorso è stato condiviso con la Direzione Strategica aziendale.

2. Tutte le attività di raccolta donazionale, di terapia marziale, i salassi terapeutici e le visite ematologiche vengono svolte reglarmente e ne è testimonianza che non vi sono liste di attesa degli utenti del Cividalese.

3. La diversa modulazione dell'attività ambulatoriale marziale è legata all'adeguamento dei protocolli terapeutici alle recenti raccomandazioni dell'Agenzia Europea per i Medicinali sulla terapia marziale stessa e sull'immissione in commercio di nuovi preparati di ferro per via orale.

4. Il numero di utenti che necessitano di salassoterapia/ematologia consente la concentrazione di tale attività in un numero di giorni inferiori allo storico.

5. tante che la gestione della terapia anticoagulante (TAO) dovrebbe essere un'attività territoriale visto l'importante co-mobilità di questi pazienti e la loro età, è in corso una ridefinizione di tale percorso per tutti i pazienti TAO che afferiscono all'AOUD, per ridurre il disagio degli stessi nel ritiro, tramite invio a domicilio con posta certificata, come avviene presso l'Ass. 4

6. In tutti i casi in cui i valori dell'INR erano un valore panic, il paziente/familiare è sempre stato avvertito, sia se la valutazione è stata fatta a Udine che a Cividale.

7. Non vi è una remotizzazione del dato dei pazienti di Cividale, in quanto i campioni prelevati a Cividale/Udine vengono processati a Udine nel laboratorio di Patologia Clinica e il risultato del test viene inviato allo stesso gestionale della terapia, consultabile tramite internet.

8. I pazienti TAO in ogni caso hanno sempre ritirato le risposte dopo che il medico presente a Cividale ha svolto il suo turno.

9. Proprio nell'ambito di una possibile riorganizzazione vi è stata l'alternanza di diverse tipologie di medico che hanno operato nella struttura, senza ce vi sia stata una riduzione di sicurezza per gli utenti interessati.

10. I medici non strutturati che hanno operato a Cividale erano formati per le attività donazionali e operano in autonomia presso la struttura ospedaliera udinese e in autoemoteca, come da normativa vigente.

Stante la complessità e la numerosità dei temi trattati dal Consigliere Pustetto, ci riserviamo comunque la verifica dell'effettivo miglioramento conseguente alla riorganizzazione."


Questo il mio commento.

La risposta preparata dagli uffici e letta dall’Assessore non solo non è esaustiva, ma contiene numerose e non casuali imprecisioni:

Quando al punto 1 si parla di riorganizzazione "salvaguardando in primis la sicurezza e la compliance dei pazienti/donatori", ma non vengono citate le 40 e più proteste fatte dai pazienti e dai donatori in merito alla nuova organizzazione del centro raccolta di Cividale. Quanto alla sicurezza non dice quanti e quali salti mortali abbiano fatto la Direzione sanitaria di Cividale per rintracciare i pazienti delle Valli con INR eccessivamente elevato e, quindi, in pericolo di vita. E questo omettendo di menzionare il rischio e la difficoltà di medici e operatori a lavorare in remoto.

E’ vero che non ci sono liste di attesa per le terapie marziali, ma questo accade da quando si invitano i pazienti a fare terapia orale e, in alternativa, proponendo una terapia infusionale organizzata solo su due giorni la settimana, talmente sgradita ai pazienti che questi si rivolgono altrove.

Non è vero che i pazienti in TAO ritirano le riposte quando il medico se ne è già andato, ovvero questo accade da quando non c’è più lo specialista nella sede di Cividale. Prima il prelievo avveniva allo ore 8 e i pazienti ritiravano la riposta e la terapia alle 12 nella stessa sede di Cividale.

Per comprendere cosa voglia dire portare la TAO sul territorio immaginatevi il calvario un paziente anziano con pluripatologie che la mattina si reca in ambulatorio per il prelievo, la cui risposta arriverà verso le 15-16 perché il campione viene processato a UD, e a quell’ora dove e come troverà il suo medico di medicina generale che gli prescriva la terapia idonea? E, in ogni caso fin tanto che questa ipotizzata riorganizzazione non sarà avviata, come pensiamo di gestire queste 100 persone?

Da questa risposta emerge in modo palese come i pazienti siano un peso, quasi in fastidio, per il Direttore del Centro Trasfusionale, che sembra fare di tutto per favorirne l’esodo. Altro che compliance.
Discorso completamente diverso per quanto riguarda i donatori che, per la loro insostituibile opera,  vengono giustamente coccolati, anche se sorge il dubbio che ciò avvenga soprattutto per il “peso” mediatico ed economico che hanno.