venerdì 19 dicembre 2008

A quando uno stato Teocratico?

Quando un ministro, dimentico del suo ruolo istituzionale, giunge a minacciare chi si dichiara disponibile a rispettare una sentenza della Corte di Cassazione passata in giudicato e quindi non più appellabile vuol dire che, come nazione, siamo veramente allo sbando.
In uno stato democratico, mi verrebbe da dire normale, dopo tali affermazioni Maurizio Sacconi si sarebbe dovuto dimettere.
E se è vero che l’argomento è molto difficile e tocca le convinzioni più profonde del nostro essere è anche vero che tutte le nazioni più evolute sono riuscite a legiferare in modo da tutelare tutti i diversi credi dei propri concittadini.
I nostri pavidi politici, di destra e di sinistra, complice anche una pesantissima ingerenza del Vaticano, non hanno fatto niente costringendo di fatto la magistratura a supplire a questa vergognosa latitanza.
E adesso che una decisione è stata presa questa stessa classe politica non sa fare altro che minacciare chi, senza violare nessuna legge, esercita la “pietas” che dovrebbe esserci in ciascuno di noi.
Le dichiarazioni del presidente della Regione che si chiama fuori affermando che si tratta di un problema tra un privato cittadino, Beppino Englaro, e una struttura privata, Il Città di Udine, non sono sufficienti.
Le difficoltà in cui si trova Tondo non possono essere una giustificazione alla mancata assunzione di responsabilità che dovrebbe vedere il primo cittadino ergersi a difensore della legalità e delle diverse sensibilità morali e religiose dei suoi concittadini.
Che il paese reale sia distante anni luce da questa classe politica e da questo modo aggressivo di intendere la fede lo dimostrano tutte le infermiere e i medici che con convinzione si sono proposti a prestare, in modo disinteressato, assistenza a chi pur non volendolo da anni è imprigionata in una vita-non vita.

martedì 16 dicembre 2008

Le primarie delle idee

Sabato 20 dicembre si terranno a Udine "Le primarie delle idee", un incontro aperto a tutti i cittadini, per ricominciare a parlare di Sinistra, partendo dai contenuti, dalle idee. Interverranno Anna Paola Peratoner, Federico Pirone (consiglieri comunali di Udine) e il sottoscritto. L'appuntamento è in Sala Ajace (Loggia del Lionello) alle ore 15. Non mancate!

mercoledì 10 dicembre 2008

Bonus ai consiglieri

Sono solo voci ma quando diventano troppo insistenti credo sia doveroso chiarire a tutti da quale parte si sta.
Mi riferisco al ripristino del famoso “bonus” a disposizione di ogni consigliere per elargizioni ad enti scelti a sua completa discrezionalità (si parla di 50 000 euro ad ogni consigliere di minoranza, 110 000 per ogni consigliere di maggioranza per un totale di quasi 5 milioni di euro che uscirebbero dalle casse della regione).
Anche se non vi fosse la crisi, se questi soldi venissero impiegati nel migliore dei modi non riesco a trovare nulla di positivo in questo modo di gestire i soldi dei contribuenti.
Troppi i rischi di essere coinvolti, anche in buona fede, in scelte non felici e che in ogni caso lascerebbero la maggior parte dei concittadini convinti che abbiamo favorito amici ed amici degli amici.
Quindi, se dipendesse da me, i consiglieri non avrebbero questa possibilità discrezionale di spesa però, considerato che la finalità del bonus è di risolvere disagi e problemi puntuali che non trovano soluzione nella complessa macchina regionale si potrebbe pensare di destinare la stessa cifra, o anche meno, ai gruppi consiliari di opposizione.
E’ evidente che dovrebbe essere la minoranza a dover gestire questa minima parte del bilancio dato che chi governa ha già a disposizione tutto il resto della cassa.
In questo modo chi non governa, impegnandosi in un progetto di chiaro ed inequivocabile interesse pubblico del tipo: ristrutturare una scuola, destinarli agli ammortizzatori sociali, donare ad un comune una casa rifugio per donne che hanno subito violenza, risanare la rete idrica di un comune di montagna ecc ecc... potrebbe dimostrare le proprie capacità e bravura nella gestione della “res pubblica”.
I veri beneficiari di tutto questo dovrebbero essere i cittadini non solo perché vedrebbero risolti alcuni dei lori problemi ma anche perchè la maggioranza, per non perdere la faccia in questa sfida di atti concreti, sarebbe costretta a dare il meglio di sé.

martedì 2 dicembre 2008

Interrogazione a risposta scritta - certificati per attività ludico-motoria

Oggi ho depositato una richiesta d'interrogazione a risposta scritta destinata all'assessore alla sanità Kosic, avente come oggetto i certificati per le attività ludico-motorie. Il testo dell'interrogazione può essere consultato qui.

lunedì 1 dicembre 2008

Audizione per ATON, a quando un atto dovuto?

Sono passati tre mesi da quando ho presentato al presidente Venier Romano Giorgio la richiesta che si discutesse in III commissione tutta la vicenda della Gestione Immobili SpA e della centrale di teleriscaldamento del nuovo ospedale di Udine.
Le notizie giornalistiche e i numerosi documenti che ho acquisito avevano infatti accentuato e non fugato le numerose domande che tutta la vicenda poneva.
Ricordo che si parla della progettazione e costruzione di un opera del costo di circa 60 milioni di euro e che la gestione calore prevede un contratto trentennale per un valore di circa 500 milioni di euro.
A voce ho subito avuto delle rassicurazioni in cui si condividevano le perplessità e il desiderio di far luce sull’intera vicenda e che le audizioni sarebbero state calendarizzate prima possibile e cioè nei primi giorni di ottobre.
Considerata l’importanza e il costo dell’opera, ero e sono convinto che fosse fondamentale discuterla in modo prioritario anche perché l’asta pubblica si potesse fare in serenità, convinti che non vi erano ombre o sospetti.
Sembra invece che altri temi, come le "norme contro la vivisezione" o "gli interventi a sostegno delle persone con l’epilessia e dei loro familiari" (peraltro poi ritirate), siano decisamente più importanti.
Così, probabilmente, di questo problema si parlerà a gennaio ma questa scarsa attenzione, questo continuo rinvio non fanno che amplificare una domanda che non riesco a soffocare: cosa si vuole nascondere?

Se son rose fioriranno, speriamo

Sabato, sfogliando il giornale, ho letto che il consigliere Blasoni propone di potenziare la Day Surgery dell’ospedale di Cividale del Friuli nel duplice intento di sgravare la struttura udinese delle patologie chirurgiche minori e nel contempo di dare un ruolo ed un'operatività maggiore alla struttura periferica.
Ammetto un certo piacere nell’aver visto che quanto da me proposto e sostenuto da più di 18 anni viene fatto proprio dal vicepresidente della commissione sanità.
Voglio ricordare come dalla fine degli anni ottanta Cividale abbia subito in più riprese gli attacchi più disparati il cui unico vero obbiettivo era ridurre, tagliare, demotivare, in modo tale che alla fine tutti, dagli operatori agli utenti, avrebbero accettato la chiusura come una liberazione.
In quest’ottica sono state portate via risorse umane e materiali, sono state fatte scelte politiche che non avevano nessuna logica operativa o progettuale (vedi unione ospedale di Cividale con San Daniele), non si sono sostituite le apparecchiature, si sono lasciati volutamente marcire tutti i problemi dando un senso di completo abbandono della struttura.
Riconosco l’abilità dei precedenti assessori che con le continue e spesso inutili ristrutturazioni hanno smorzato ogni dissenso e diffuso un falso senso di fiducia nei concittadini che da bravi friulani non potevano concepire che dopo aver speso tutti quei soldi si potesse chiudere quanto appena ammodernato.
Adesso che si parla di una nuova e radicale ristrutturazione dell’ospedale spero che il progetto “industriale” sia serio e stia in piedi. Tutta l’area medica necessita, pena un via vai di ambulanze ad Udine, di un supporto chirurgico anche se orientato agli interventi meno complessi e in persone sostanzialmente sane.
Cividale deve diventare la Day Surgery dell’intera Azienda Ospedaliero-Universitaria, deve essere progettata per fare 4000 interventi all’anno, come nelle altre nazioni Europee, anche perché con le 4 sale operatorie già pronte, sono numeri non solo raggiungibili ma superabili. Un sottodimensionamento apparirebbe una volta di più solo funzionale ad una pretestuosa futura chiusura, nel qual caso trovo del tutto inutili ulteriori ristrutturazioni.
Questi sono i numeri, la scelta adesso è tutta politica e spero che sia rapida, chiara e soprattutto nell’interesse generale.