lunedì 1 dicembre 2008

Se son rose fioriranno, speriamo

Sabato, sfogliando il giornale, ho letto che il consigliere Blasoni propone di potenziare la Day Surgery dell’ospedale di Cividale del Friuli nel duplice intento di sgravare la struttura udinese delle patologie chirurgiche minori e nel contempo di dare un ruolo ed un'operatività maggiore alla struttura periferica.
Ammetto un certo piacere nell’aver visto che quanto da me proposto e sostenuto da più di 18 anni viene fatto proprio dal vicepresidente della commissione sanità.
Voglio ricordare come dalla fine degli anni ottanta Cividale abbia subito in più riprese gli attacchi più disparati il cui unico vero obbiettivo era ridurre, tagliare, demotivare, in modo tale che alla fine tutti, dagli operatori agli utenti, avrebbero accettato la chiusura come una liberazione.
In quest’ottica sono state portate via risorse umane e materiali, sono state fatte scelte politiche che non avevano nessuna logica operativa o progettuale (vedi unione ospedale di Cividale con San Daniele), non si sono sostituite le apparecchiature, si sono lasciati volutamente marcire tutti i problemi dando un senso di completo abbandono della struttura.
Riconosco l’abilità dei precedenti assessori che con le continue e spesso inutili ristrutturazioni hanno smorzato ogni dissenso e diffuso un falso senso di fiducia nei concittadini che da bravi friulani non potevano concepire che dopo aver speso tutti quei soldi si potesse chiudere quanto appena ammodernato.
Adesso che si parla di una nuova e radicale ristrutturazione dell’ospedale spero che il progetto “industriale” sia serio e stia in piedi. Tutta l’area medica necessita, pena un via vai di ambulanze ad Udine, di un supporto chirurgico anche se orientato agli interventi meno complessi e in persone sostanzialmente sane.
Cividale deve diventare la Day Surgery dell’intera Azienda Ospedaliero-Universitaria, deve essere progettata per fare 4000 interventi all’anno, come nelle altre nazioni Europee, anche perché con le 4 sale operatorie già pronte, sono numeri non solo raggiungibili ma superabili. Un sottodimensionamento apparirebbe una volta di più solo funzionale ad una pretestuosa futura chiusura, nel qual caso trovo del tutto inutili ulteriori ristrutturazioni.
Questi sono i numeri, la scelta adesso è tutta politica e spero che sia rapida, chiara e soprattutto nell’interesse generale.

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