giovedì 26 settembre 2013

Valorizzazione del patrimonio storico-culturale della Prima guerra mondiale ed interventi per la promozione delle commemorazioni.

Di seguito la mia relazione sulla pdl n. 7 Tutela e valorizzazione del patrimonio storico-culturale della Prima guerra mondiale ed interventi per la promozione delle commemorazioni del centenario dell’inizio del conflitto.


Signor Presidente, Colleghi Consiglieri
la proposta di legge n° 7 che andiamo a discutere prende lo spunto dalla PdL 229/2012, il cui iter legislativo non si è potuto completare per il concludersi della X legislatura, e dall’approssimarsi del centenario dell’inizio della prima Guerra mondiale, che tanto ha segnato i popoli e le terre delle nazioni coinvolte nel conflitto.

Tenuto conto che la competenza legislativa in materia di tutela dei beni culturali è esclusiva dello Stato, così come recentemente confermato dalla sentenza 194/2013 della Corte costituzionale, alle Regioni compete il potere legislativo concorrente atto alla promozione, organizzazione e valorizzazione dei beni e delle attività culturali.

Il ricordo di quei tragici eventi non può e non deve limitarsi alla rievocazione dei tanti sacrifici, lutti, gesta eroiche e cavalleresche registrate sui vari fronti, ma deve avere come obiettivo principale la promozione della cultura della pace e della convivenza tra i popoli, anche perché come ha detto Primo Levi coloro che dimenticano il loro passato sono condannati a riviverlo.

Sulle montagne del Friuli, ma anche in pianura, sul Carso e sull’Isonzo, così come in tutte le terre che hanno visto lo svilupparsi del conflitto, sono ancora evidenti le cicatrici delle trincee, delle fortificazioni e dei cimiteri, opere e manufatti che è giusto conservare e valorizzare perchè “memoria ” di un evento che ridisegnò i confini del mondo contemporaneo. Con quel conflitto, infatti, si completò il disegno risorgimentale dell’Italia e la dissoluzione dell’impero asburgico.

Cento anni dovrebbero essere un tempo sufficiente a valutare in modo sereno quale peso abbiano avuto i nazionalismi, gli apparati militari e le culture che hanno attraversato la regione e che, assieme a fattori politici ed economici, sono stati concausa della Grande Guerra.

Le finalità di ricerca, quelle didattiche e quelle divulgative che questa proposta di legge contiene si fondono con la necessità di dare una maggiore visibilità storico-culturale al territorio regionale e questo grazie ad un insieme di interventi atti a valorizzare non solo i manufatti della Grande Guerra, ma anche musei pubblici e collezioni private.

La valorizzazione di questo immenso patrimonio, anche a fini turistici e quindi economici, ha senso solo nel momento in cui non si perde di vista che il miglior modo per onorare i tanti lutti e sofferenze patiti da interi popoli è quello di ricordare il loro sacrificio promuovendo, però, la pacifica convivenza tra i popoli e superando tutti i nazionalismi.


La fattiva collaborazione fra tutte le forze politiche evidenziata nella Commissione di merito fa sperare in una rapida e corale approvazione della legge.

lunedì 23 settembre 2013

Sull'Ospedale di Pordenone.

E’ di questi giorni l’ufficializzazione della decisione che il nuovo ospedale di Pordenone non sarà realizzato in Comina, ma nel sito di via Montereale, accanto a quello attuale.

Già dalla campagna elettorale per l’elezione del sindaco di Pordenone, che alla fine ha visto la vittoria di Pedrotti, SEL e IDV erano le uniche forze politiche che dichiaravano apertamente la loro contrarietà alla costruzione del nuovo ospedale in Comina.
La scelta di mantenere nel sito attuale il nuovo ospedale rispondeva ad una serie di motivazioni che vado ad elencare:
la scelta della Comina oltre che a distruggere l’ennesima area verde comportava la necessità di costruire nuove strade e spalancava le porte ad una futura e certa espansione residenziale della zona;presentava costi attualmente non sostenibili dall’amministrazione pubblica, rendendo così pressoché obbligato il ricorso al privato con la formula del Progetto di Finanza che ha dimostrato essere una mera speculazione a scapito degli enti pubblici;spostava il baricentro della città obbligando l’amministrazione a trasferire servizi in tale sede;
aveva come scopo, non dichiarato, quello di concentrare tutta la sanità a Pordenone a scapito dell’ospedale di San Vito avviato ad una morte certa.

Con il tempo il fronte dei no si è poi allargato ad altre forze politiche fino a coinvolgere la popolazione che pur rivendicando una nuova struttura ha saputo distinguere tra un progetto fattibile ed equilibrato da un progetto speculativo.

Bisogna riconoscere che il presidente Serracchiani ha saputo resistere ai tanti che la tiravano per la giacca e con pragmatismo ha dato una indicazione chiara e condivisa.


lunedì 9 settembre 2013

Rappresentatività del Ministro Kyenge.

Fra le molte cose che mi fanno apprezzare la nomina del Ministro Kyenge è che ha fatto emergere con chiarezza il vero sentire di molti nostri concittadini.
Il velo di ipocrisia, il far finta di aver assimilato il dettato costituzionale, di aver veramente compreso il progetto di uno stato "allargato" basato sull’uguaglianza e sulle competenze, è crollato di fronte al colore della pelle di un Ministro della Repubblica.
Un cittadino italiano, perché tale è il Ministro Kyenge, ma di pelle nera ha reso palese la chiusura e l'arroccamento della Lega Nord e della destra italiana su posizioni che credevamo superate da tempo.
In verità bastava essere un po' attenti, grattare o meglio spolverare la superficie e tutto questo era lì, sotto gli occhi di tutti, solo che bisognava aver voglia di vederlo.
Gli stessi partiti che trovano corretto, normale chiedere un salvacondotto, purchè sia per un signore che ha modificato le leggi della Stato per interessi personali, pluri indagato per svariati reati, condannato in via definitiva per frode fiscale, trovano inaccettabile la nomina della Kyenge.

Personalmente mi sento molto, molto meno rappresentato dai vari Berlusconi, Previti, dell’Utri, Scilipoti e da tutti quei parlamentari che hanno avvallato, con un voto la tesi che Karima el-Mahroug era la nipote di Mubarak.

Il rammarico per quanto scritto dal Consigliere Roberto Novelli, ma anche dai tanti che lo hanno preceduto e che sicuramente lo seguiranno, aumenta nel momento in cui queste affermazioni vengono fatte da parlamentari, consiglieri regionali o comunali, cioè da persone che dovrebbero non solo rappresentare al meglio le istituzioni, ma anche essere da guida e traino per il resto del Paese.


Chiunque si propone a guidare un Paese, una regione o un comune, a mio avviso, ha l’obbligo di ascoltare tutte le istanze (anche quelle più retrive) dei suoi concittadini, ma proprio in quanto classe dirigente deve anche avere il coraggio di indicare la strada giusta, anche a costo di alienarsi una parte dei consensi.