mercoledì 29 luglio 2009

IRI - accelerazione lavori sulla A28

Riporto di seguito il testo dell'interrogazione a risposta immediata "Accelerazione lavori sulla A28" e relativa risposta, pervenuta in data odierna:

"All'Assessore regionale alla mobilità, energia e infrastrutture di trasporto Riccardo Riccardi.

Recenti notizie giornalistiche riportano che i lavori del tratto Godega –Conegliano (lotto 29) dell’Autostrada Pordenone – Portogruaro (A28) sono stati accelerati e che prevedibilmente questo tratto sarebbe stato aperto al traffico non più il 1 maggio 2010 bensì il 1 gennaio con un anticipo quindi di “ben” quattro mesi.
Quello che non è stato detto che per fare questa operazione, che ci risulta richiesta dal suo assessorato, siano stati concordati con la CMB di Carpi (Modena), ditta appaltatrice, 4 milioni di euro.
Considerato che il periodo gennaio –aprile non è certo strategico, che l’opera attende il suo completamento da molti anni e che quindi poche mesi in più non avrebbero modificato la sostanza delle cose e che il tratto in questione non è certo il passante di Mestre si chiede quali siano state le motivazioni per giustificare una spesa di questa entità e soprattutto se in periodo economicamente critico come l’attuale, questo importo non avrebbe trovato migliore collocazione."

La risposta è del presidente di S.p.A. Autovie Venete, dott. Giorgio Santuz:

"Al fine di dare adeguato riscontro all’interrogazione a risposta immediata n. 152 del 27 luglio 2009, avente ad oggetto “Accelerazione lavori sulla A28” si rende necessario chiarire ratio e quantum adottati in proposito da S.p.A. Autovie Venete.

Ratio del provvedimento adottato.
Si rammenta che nel corso del 2008 la congestione del traffico automobilistico e dei mezzi pesanti gravanti sulla A4 ha determinato, in primo luogo, la dichiarazione dello stato di emergenza ai sensi dell’art. 5 della Legge n°225/92 da parte del Presidente del Consiglio dei Ministri (decreto 11 luglio 2008), e successivamente l’ordinanza n°3702 del 5 settembre 2008 mediante la quale veniva nominato Commissario Delegato all’emergenza il Presidente della Regione Friuli Venezia Giulia.
Con la medesima Ordinanza veniva individuata nella S.p.A. Autovie Venete il soggetto deputato a fornire al Commissario Delegato il supporto tecnico, operativo, logistico.
I cronoprogrammi per la realizzazione della terza corsia, già trasmessi alla Protezione Civile ed alla Presidenza del Consiglio dei Ministri prevedono l’avvio dei cantieri nel tratto veneto della A4 (i più trafficati e problematici sotto i profili dell’incidentalità) per dicembre del corrente anno.
Ciò posto la transitabilità del lotto 29 entro tale data determinerebbe l’interconnessione tra le autostrade A27 ed A28 con ciò consentendo l’unico by-pass per la A4 che si vedrà appesantita, oltre alle gravose condizioni di traffico cui è costantemente sottoposta, anche di tutte le problematiche legate ai cantieri che su di essa andranno a gravare.
Quindi non anticipazione tout court del lotto 29 ma importante valvola di sfogo, ovvero percorso alternativo, in casi di intasamento della A4.

Quantum del provvedimento adottato.
Preliminarmente si precisa che il contratto sottoscritto nel 2007 con la società realizzatrice dei lavori già prevedeva un premio di accelerazione pari al 10% dell’importo contrattuale (poco più di 3.200.000 euro).
L’effettivo maggior importo pattuito, di poco inferiore agli 800.000 euro, e legato alla diversa metodologia costruttiva che la C.M.B. dovrebbe mettere in atto per la contrazione dei tempi realizzativi dei viadotti di svincolo, verrebbe corrisposto solo ad obbiettivo perseguito. In caso contrario l’atto aggiuntivo perderebbe la propria efficacia e risorgerebbe il contratto del 2007 con tutte le originarie obbligazioni.
A ben vedere il presunto maggior costo, ridotto a meno di un quinto rispetto alla somma denunciata nell’interpellanza, verrebbe ulteriormente ridotto in quanto l’anticipata transitabilità automaticamente comporta anche un’anticipata corresponsione del pedaggio.
Conclusivamente, quindi, pur tralasciando i positivi riflessi che sugli importi avrebbe un’anticipata corresponsione del pedaggio, l’enitià della variante, riducendosi a meno del 2,5% dell’importo di contratto, è tale da essere considerata dalla normativa in materia una non variante ma “interventi disposti dal direttore lavori per risolvere aspetti di dettaglio”. (art. 132 comma 3 D. Lgs. 163/2006 e s.m.i.).
Per amor di verità si precisa che nessuna accelerazione è mai stata chiesta dall’Assessore Regionale della mobilità, energia e infrastrutture di trasporto.

Nell’auspicio di aver risposto ai quesiti sollevati colgo l’occasione per porgere i miei più cordiali saluti."

martedì 28 luglio 2009

Risposta all'interrogazione copertura sanità penitenziaria

Durante la mia visita agli istituti penitenziari della nostra Regione i direttori delle case circondariali di Udine, Tolmezzo, Trieste e Pordenone hanno unanimemente evidenziato le difficoltà che incontrano nella gestione della sanità penitenziaria.
Nel tentativo di fare chiarezza è stata presentata un'interrogazione in data 23 aprile, condivisa anche dai consiglieri Colussi, Corazza e Kocijančič, che solo in data odierna è stata evasa dall’assessore Kosic.
La risposta, come potete vedere sotto, risponde solo molto parzialmente alle esigenze evidenziate dai direttori degli istituti di pena, ma soprattutto rinvia il problema ad un futuro accordo – stato regione.

“Come è noto l’art. 8, comma 1, del DPCM 1 aprile 2008 stabilisce che il trasferimento delle funzioni, dei compiti, delle risorse umane, finanziarie ed organizzative in materia di sanità penitenziaria avvenga nel rispetto delle modalità previste dai rispettivi statuti e dalle correlate norme di attuazione.
Per quanto concerne la Regione FVG, ai sensi dell’art. 65 dello Statuto di autonomia, il trasferimento delle funzioni dello Stato avviene con appositi decreti legislativi sentita una commissione paritetica.
Il Provveditorato regionale per il Veneto – Friuli Venezia Giulia e Trentino Alto Adige del Dipartimento dell’Amministrazione penitenziaria – Ministero della giustizia ha posto all’attenzione della Regione FVG le difficoltà connesse all’erogazione delle prestazioni di assistenza sanitaria, anche sotto il profilo della spesa, in ragione dei problemi sorti in relazione allo stanziamento nel bilancio del Ministero della Giustizia delle risorse necessarie a garantire la continuità dei servizi sanitari.
Con nota prot. n. 13152, dell’11.12.2008, la Regione, prendendo atto che delle difficoltà evidenziate, ha rappresentato al su citato Provveditorato regionale, in particolare, che:
- in assenza di apposita disciplina di attuazione statuaria non è possibile per l’Amministrazione regionale, che non è titolare della funzione, farsi carico degli oneri derivanti dal suddetto trasferimento;
- la possibilità di avviare l’iter per il trasferimento delle funzioni è condizionata dalla nomina della componente governativa della commissione paritetica che non era ancora intervenuta;
- lo stesso Ministero della Giustizia ha rappresentato la necessità che siano previste apposite risorse nel bilancio del Ministero medesimo per l’anno 2009 pre le regioni a statuto speciale e le Province autonome affinché sia assicurata l’erogazione delle prestazioni sanitarie;
- alla riunione della commissione salute tenutasi il 2.12.2008 le questioni innanzi evidenziate sono state portate all’attenzione del Governo dagli assessori regionali;
- l’Amministrazione regionale ha avuto notizia che la commissione bilancio del Senato ha approvato un emendamento del Governo svolto a ripristinare nello stato di previsione per l’anno 2009 del Ministero della giustizia le risorse finanziarie necessarie per garantire, da parte dello Stato titolare delle funzioni, l’assistenza sanitaria negli istituti penitenziari ubicati nelle regioni a statuto speciale e nelle province autonome.
La citata commissione paritetica per il Friuli Venezia Giulia è stata, quindi, ricostituita in data 12.3.2009. A seguito della predetta ricostituzione, la Regione FVG ha chiesto, con nota del 8.4.2009, al Provveditorato regionale per il Veneto – Friuli Venezia Giulia e Trentino Alto Adige di conoscere una serie di dati ed elementi relativi all’organizzazione della medicina penitenziaria nel Friuli Venezia Giulia necessari per l’attività istruttoria volta alla predisposizione dell’intervento legislativo.
Nella riunione della commissione paritetica tenutasi il 26.5.2009 è stato posto all’OdG l’esame di una bozza di schema normativo in materia di assistenza sanitaria ai detenuti ed agli internati negli istituti penitenziari del Friuli Venezia Giulia. Nel corso della predetta riunione si è rappresentato che lo schema preliminare redatto dalla regione deve essere completato anche sulla base delle informazioni già chieste al Ministero di giustizia, parte delle quali sono state recentemente fornite, mentre ulteriori elementi saranno inoltrati successivamente. Nell’ambito della commissione paritetica si sono tenute altre due riunioni e la prossima è fissata per il mese di settembre.
Ad ogni buon conto l’Amministrazione regionale ha chiarito, con circolari inviate agli enti del SSR, che deve essere fornita ai detenuti tutta l’assistenza occorrente, fermo restando la necessità di ripartire la spesa, conformemente alle vigenti disposizioni di legge, tra SSR e SSN.”

lunedì 27 luglio 2009

Sono soldi ben spesi?

Riporto il testo dell'interrogazione a risposta immediata (IRI), depositata oggi, per l'assessore alla mobilità, energia e infrastrutture di trasporto, Riccardo Riccardi:

"Recenti notizie giornalistiche riportano che i lavori del tratto Godega–Conegliano (lotto 29) dell’Autostrada Pordenone–Portogruaro (A28) sono stati accelerati e che prevedibilmente questo tratto sarebbe stato aperto al traffico non più il 1 maggio 2010 bensì il 1 gennaio con un anticipo quindi di “ben” quattro mesi.
Quello che non è stato detto che per fare questa operazione, che ci risulta richiesta dal suo assessorato, siano stati concordati con la CMB di Carpi (Modena), ditta appaltatrice, 4 milioni di euro.
Considerato che il periodo gennaio–aprile non è certo strategico, che l’opera attende il suo completamento da molti anni e che quindi poche mesi in più non avrebbero modificato la sostanza delle cose e che il tratto in questione non è certo il passante di Mestre, si chiede quali siano state le motivazioni per giustificare una spesa di questa entità e soprattutto se in periodo economicamente critico come l’attuale, questo importo non avrebbe trovato migliore collocazione."

sabato 18 luglio 2009

Commento alla variazione di Bilancio / seduta d’aula del 7-8-9 luglio ’09

Come noto ai più, l’assestamento al bilancio di previsione è un atto dovuto, ben regolamentato sia per quanto riguarda la scansione temporale sia per i vincoli procedurali. Va subito detto, per chi non conosce la materia, che le cifre di cui stiamo parlando non sono fondi nuovi o derivati da una oculata gestione della spesa corrente, ma di fondi vecchi.
Per il 2009 il saldo finanziario accertato è di 146 milioni di euro di cui 130 già impegnati.
In buona sostanza parliamo quindi di un impegno di spesa di 15 milioni di euro di cui 14 vanno in ammortizzatori sociali e 1 per i terremotati dell’Abruzzo.
Il vero motivo per cui giovedì abbiamo chiuso la seduta alle due di notte è lo stesso che, giusto un anno fa, ci ha visto fare le 4 del mattino: i colpi di mano della maggioranza.
Un anno, fa sempre durante la discussione delle variazioni al bilancio, sono state abrogate quattro leggi (reddito di base per la cittadinanza, legge sull’immigrazione, tutore dei minori e difensore civico regionale) che con il bilancio non hanno nessuna attinenza.
Quest’anno, in modo analogo, le comunità montane sono state commissariate e si è e ridisegnato il cuore della sanità regionale.
Mi è difficile capire perché una maggioranza che è in grado di far approvare una qualsiasi legge che reputi opportuna, abbia bisogno di presentare, con dei veri propri blitz, corposi emendamenti (4-5 pagine) che modificano così in profondità la sanità regionale ed il governo della montagna.
Nessuno di questi argomenti era mai stato discusso nelle commissioni competenti che spesso discutono di problemi molto più marginali.

Comunità Montane
Credo che la maggior parte delle persone intellettualmente oneste riconosca che molte delle comunità montane, così come concepite, non funzionino e che si debba trovare una soluzione alternativa che tuteli la montagna e la sua specificità.
Stupisce tuttavia la rigidità di Tondo che di fronte all’apertura dei sindaci e dei rappresentanti delle comunità montane, che già un anno fa si erano dichiarati disponibili a trovare una soluzione comune, abbia imposto il commissariamento.
Se è vero che una proposta di legge verrà discussa a settembre –ottobre, che necessità c’era di inviare un funzionario regionale, un estraneo, a reggere le comunità montane per due mesi uno dei quali, agosto, vede bloccate tutte la attività?
Perché rifiutare, in modo aprioristico, ogni forma di collaborazione ?
Quali gli interessi economici, politici in gioco?
Uno spot per far finta di essere un presidente che decide?
Attualmente l’ipotesi più accreditata è quella che vede le attuali comunità montane, ritenute troppo grandi, sostituite dalle comunità di vallata.
E' utile ricordare che circa 20 anni fa le comunità montane comprendevano i comuni di una stessa vallata e furono chiuse, credo proprio da Tondo, perchè ritenute troppo piccole.
E’ evidente che non ci troviamo di fronte ad un problema di facile soluzione e forse per questo era utile sentire e collaborare con tutti quelli che avevano interesse alla tutela di un territorio tanto bello quanto problematico come quello della montagna ed in primis con gli amministratori locali.

Sanità regionale
Va innanzitutto detto che due sono stati gli emendamenti che andavano a modificare il cuore direttivo e gestionale della sanità regionale: il primo presentato il mattino di martedì ed il secondo, che sostituiva completamente il precedente, nel pomeriggio del giorno 8.7.09.
Nella prima stesura tutto il potere e metà del bilancio regionale (2.600 milioni di euro) venivano concentrate nelle mani di un unico direttore che era assoggettato al solo controllo di tre revisori dei conti.
Tutta la politica sanitaria regionale veniva quindi gestita e diretta da un funzionario il cui unico obbiettivo era quello economico.
Il sub emendamento del giorno 8 a firma Tondo,quello che è stato effettivamente approvato, ha fatto una parziale retromarcia “limitandosi” a sopprime l’Agenzia Regionale della Sanità, il Centro Servizi Condivisi e a ridurre la Conferenza dei Sindaci ad un organismo inutile cui chiedere un parere di cui si potrà anche non tenere conto.
E mentre per l’Agenzia si è individuato un commissario straordinario, che è lo stesso direttore della Direzione Centrale della Salute, per il CSC si parla in modo molto generico del trasferimento delle funzioni a uno più enti non ancora identificati.
Delle comunità montane e delle possibili soluzioni si parlava da tempo, della sanità nessuno, nemmeno della maggioranza, era a conoscenza dei progetti di Tondo e del suo assessore, che solo la settimana prima aveva relazionato su di un problema minore in terza commissione.
Pur convenendo che un centro di comando unico ha una sua logica, trovo indigeribile che modifiche così radicali al centro di comando della sanità regionale, sia varata senza entrare nel merito e di fatto esautorando sia l'assessore che la commissione consiliare competente.
Sembra che Tondo, smentendo quanto affermato all'inizio di legislatura quando aveva criticato l'era Illy e il di lui decisionismo, abbia imboccato la stessa strada.
Anche la scelta del nuovo direttore generale, dott. Basaglia, noto per la facilità e l'indifferenza con cui esegue importanti e talora generalizzati tagli di dirigenti, non lascia presagire nulla di buono. Non sempre infatti le riduzioni indiscriminate del personale portano a quei risparmi cui si tendeva, a meno che non si intenda ridurre anche le prestazioni erogate o la loro qualità.
Sono purtroppo certo che questo modo di operare troverà molti estimatori, da parte mia resto convinto che solo con la discussione e il confronto si ottengono le migliori soluzioni a problemi complessi come quello della sanità.

mercoledì 1 luglio 2009

Roma stoppa la legge "sicurezza" FVG

Forse non è molto bello, forse non è molto fine ma ogni tanto ci vuole e mette di buon umore: VE LO AVEVAMO DETTO !!!

Mi viene da commentare così lo stop che il governo nazionale dà alla legge 9/2009 “sicurezza” varata dalla nostra Regione e fortissimamente voluta dalla Lega Nord.
I punti contestati sono sei e colpiscono al cuore una legge che il capogruppo del PdL difende con poca convinzione nel tentativo di ridurre i mal di pancia della sua maggioranza.
Credo valga la pena ricordali:
• Non compete alla Regione promuovere e sostenere finanziariamente i gruppi di volontari perché “l’ordine pubblico e la sicurezza” sono di competenza dello Stato.
• Con la stessa motivazione viene bocciata la parte in cui si dice che la polizia locale assume il presidio del territorio.
• Nel momento in cui la Regione disciplina minuziosamente e per legge il numero degli agenti di polizia locale, il loro stato giuridico con relativo trattamento economico e ne regolamenta l’organizzazione, travalica dalle sue funzioni e invade le competenze dei comuni.
• Solo lo Stato ha competenza legislativa in materia di corpi di polizia giudiziaria e quindi la Regione non può autonomamente decidere che “gli agenti della polizia locale sono agenti di polizia giudiziaria”
• Anche sull’armamento lo Stato rivendica una competenza esclusiva.
• La Regione non può stringere accordi in materia di sicurezza con Stati esteri confinanti.

Più che tentare di risolvere i numerosi problemi dei nostri concittadini si continua a legiferare o a cancellare delle leggi senza ascoltare niente e nessuno, senza valutarne bene le conseguenze, in modo ideologico e, concedetemi, stupido.
La tranquillità dei numeri che questa maggioranza ha in consiglio dovrebbe indurre ad un maggiore ascolto e al recepimento di quanto di buono viene dall’opposizione perché, continuando così, l’unico risultato che la stessa maggioranza potrà ottenere sarà una ulteriore delegittimazione della classe politica.