mercoledì 27 maggio 2009

Perché un voto di astensione sulla legge “anticrisi”

La legge “anticrisi” certifica che il governo Tondo prende atto, con colpevole ritardo, di quanto è sotto gli occhi di tutti cioè che la crisi c’è e non risparmia nessuno.
Il testo di legge licenziato dall’aula è stato, soprattutto in alcune sue parti, modificato e migliorato rispetto a quanto proposto in commissione.
Due i cardini di questa legge:
• il Capo II che tratta delle modalità di accelerazione delle procedure per la realizzazione delle opere definite di interesse strategico
• l’art 13 che è il cuore finanziario della legge
Riguardo al primo punto considero molto importante essere riusciti a porre un limite temporale alla legge e soprattutto far sì che i consigli comunali, il Consiglio delle Autonomie e la commissione regionale competente si riappropriassero del potere decisionale nell’individuazione delle opere definite di interesse strategico.
Riguardo invece alla parte economico-finanziaria trovo difficile negare che se non si facilita il credito alle piccole e medie imprese, che sono il cuore pulsante della nostra economia, una volta superata la crisi rischiamo di trovarci privi di apparato produttivo.
Positivo anche che si sia accettato, se pur con modifiche, il sostegno alle imprese che stipulano contratti di solidarietà difensiva a quei lavoratori che sono interessati dalla conseguente riduzione dell’orario di lavoro ed il rifinanziamento del Fondo di Sostegno per le aziende artigiane (stanziati 1 milione e 500.000 € rispettivamente).
Trovo tutte queste soluzioni parziali, talvolta rischiose e nello stesso tempo obbligate perché questo è il contesto economico-produttivo in cui viviamo.
In modo assolutamente contestuale a questa azione, ripeto obbligata, dobbiamo rimettere in discussione il modello di sviluppo cui tendiamo che non può non tenere conto dell’ambiente, del risparmio energetico, delle fonti rinnovabili di energia, della stabilizzazione dei precari, della tutela dei salari e della salute dei lavoratori.
Credo sia evidente a tutti che “noi” avremmo scritto cose molto diverse ma, una sinistra che si propone come forza di governo, intesa come capacità di risolvere i problemi dei cittadini, non può limitarsi a delle affermazioni di principio che spesso sono belle ma lontane dalla realtà.

mercoledì 6 maggio 2009

Proposta di missione valutativa

Ieri è stata accettata dal comitato per la legislazione, il controllo e la valutazione, la mia proposta di missione valutativa sulla legge 13/1995. Riporto di seguito il testo.


PROPOSTA DI MISSIONE VALUTATIVA
AL COMITATO PER LA LEGISLAZIONE, IL CONTROLLO E LA VALUTAZIONE
ART. 150, C. 2, L. D), DEL REGOLAMENTO INTERNO

presentata dal consigliere Stefano Pustetto
A) al fine di verificare l’attuazione della legge regionale 13/1995
B) al fine di valutare gli effetti della politica promossa dalla legge 13/1995

1. LE MOTIVAZIONI DELLA PROPOSTA
• la spesa sanitaria impegna più del 50% del bilancio regionale, con un incremento annuo tendenziale superiore al 5%.
• la legge regionale 13/95 ha riorganizzato la rete ospedaliera con l'intento sia di ridurre la spesa che quello di migliorare il servizio adeguando l'offerta ospedaliera a quello che sono gli standard europei in termini di posti letto / per abitanti, tasso tendenziale di ospedalizzazione per / 1000 abitanti, degenza media ecc ecc...
• a distanza di 14 anni dall'entrata in vigore della legge non è stata ancora fatta una disamina completa sul raggiungimento degli obiettivi previsti, tenuto conto anche di importanti novità emerse negli ultimi anni (fusione dell'Ospedale SMM con il policlinico Universitario).

2. I RIFERIMENTI NORMATIVI
• Legge regionale 13/1995 "Revisione della rete ospedaliera regionale".
• Piani di intervento a medio termine.
• Gli altri provvedimenti attuativi previsti dalla legge.

3. L’OBIETTIVO DELL’INTERVENTO
• "migliorare l’efficienza complessiva nell’uso delle risorse", con i risultati attesi di una riduzione della quota di risorse dedicata all’assistenza ospedaliera (che non deve superare il 55% della spesa sanitaria di parte corrente) a favore del potenziamento delle attività di prevenzione, di cura e riabilitazione extra-ospedaliere (strutture territoriali e residenziali) e di un miglioramento delle prestazioni non in regime di ricovero ospedaliero.
• Riduzione/eliminazione delle duplicazioni a livello di strutture ospedaliere.

4. L’INTERVENTO PUBBLICO E I SUOI DESTINATARI
Fissazione di standard dei servizi , di parametri per la funzionalità di ciascun ospedale e di indirizzi organizzativi per lo svolgimento dell’attività ospedaliera.

5. LE DOMANDE DI VALUTAZIONE
• Quali sono stati i criteri concretamente adottati nel processo di revisione della rete ospedaliera, in che modo essi hanno operato e in che misura hanno consentito di ridurre/eliminare i doppioni.
• Se e in che misura si sono ottenuti risparmi nella spesa ospedaliera rispetto al limite previsto del 55%.
• Se, rispetto ai parametri presi a riferimento dalla legge, risulta giustificata la presenza sul territorio regionale di un centro trapianti, specie a fronte della presenza di altri centri nelle regioni limitrofe.

6. I TEMPI DI RISPOSTA
12 mesi.