martedì 5 dicembre 2017

Ospedale di Udine: Turni in chirurgia generale.

Questo il testo dell'interrogazione depositata nei giorni scorsi.

Preso atto della complessità nell'organizzazione dei turni dei medici nei reparti chirurgici di un ospedale di alta specialità e di rilievo nazionale come quello di Udine;

considerato che la Direzione Sanitaria ha proposto un modello organizzativo delle guardie, anche per rispettare le normative europee sugli orari di lavoro, che non è stato recepito da tutti i reparti;

preso atto che nel reparto di Chirurgia Generale tutti gli impegni "accessori", come riunioni, meeting, discussioni dei casi complessi (fondamentali per l'attività di un qualsiasi reparto) sono previsti solo su base volontaristica in quanto non contemplati nella programmazione;

preso atto che nel momento stesso in cui l'attività di sala operatoria si prolunga per le urgenze nel pomeriggio, cosa per altro frequente, questa viene svolta dai due medici reperibili che si devono fermare "volontariamente" per non lasciare scoperto il reparto e l'intero ospedale da una guardia chirurgica attiva (G1 e G2);

visto che questa attività pomeridiana aggiuntiva dei medici reperibili, non solo non viene riconosciuta economicamente in quanto la reperibilità viene calcolata a partire dalle ore 20, ma spesso comporta che questi due medici siano costretti a lavorare fino alla mattina del giorno seguente, superando ampiamente il limite di ore lavorative continuative previste dalla legge;

considerata l'inerzia della Direzione Generale, che è stato più volte investito del problema

interrogo la Presidente della Regione e l'Assessore regionale competente 

per sapere se vi è l'intenzione di aumentare l'organico del reparto per istituir un turno aggiuntivo pomeridiano e prevedere, come attività obbligatori, quali impegni "accessori" di cui sopra, o quali altre azioni intenda porre in essere per ovviare alla criticità sopra segnalate.

mercoledì 29 novembre 2017

Oasi del Preval - opportunità lavorativa per i pazienti del CSM.


A luglio 2014 avevo presentato un'interrogazione dal titolo "Buon uso dei finanziamenti regionali?" per sapere quali e quanti finanziamenti pubblici avesse ricevuto il consorzio di Cooperative Sociali "il Mosaico" finalizzati alla creazione e allo sviluppo dell'Oasi del Preval.

Questo perchè il progetto iniziale era quello di aggregare e dare, con un lavoro, dignità ai pazienti con disturbi mentali, ma era emerso che l'attività principale sarebbe stata quella della ristorazione e della degustazione dei vini.

Considerato, poi, che alle legittime richieste di spiegazioni espresse da alcuni cittadini la risposta del Direttore Generale dell'Azienda per i Servizi Sanitari n. 2 Isontina non fugava le perplessità sollevate, anzi risultava burocratica e reticente, ho interrogato l'Assessore Telesca.

Questa la risposta datami nei giorni scorsi.




mercoledì 22 novembre 2017

Sulle LISTE D'ATTESA

Oggi, in Aula, presenterò questa interrogazione:

Considerato che con sempre maggiore frequenza siamo sollecitati a risolvere il problema delle liste d'attesa per visite ed esami specialistici, le quali non sempre rispettano la tempistica così come indicata per legge;

verificata con numerose telefonate al CUP l'attendibilità di quanto segnalato dagli utenti;

preso atto che in alcune realtà della ASS2 Isontina, specificatamente nella U.O.C. di oculistica e in quella di S.O.C. di ortopedia e traumatologia, l'attività libero professionale delle figure apicali appare incongrua rispetto a quella effettuata in regime istituzionale

si chiede all'Assessore competente 

se gli uffici preposti al controllo dell'attività libero professionale abbiano effettuato le opportune verifiche.


Questo il video della seduta con l'esposizione della mia interrogazione, la risposta dell'Assessore e la mia replica.




mercoledì 25 ottobre 2017

La risposta dell'Assessore Telesca



La risposta fornita dall’Assessore Telesca, in allegato, mi lascia del tutto insoddisfatto.
Premetto che nel testo originario dell'interrogazione, poi sintetizzata per esigenze di Regolamento, ripercorrevo i passaggi storici che hanno condotto 40 anni fa all’istituzione del nostro SSN.
Con la riforma del 1978, Tina Anselmi, all’epoca ministro della sanità, aveva come obiettivo la piena realizzazione dell’art 32 della nostra costituzione, posto che il sistema delle mutue, il cui livello di prestazioni era commisurato all’entità dei contributi versati dalle rispettive categorie di lavoratori, non era in grado di garantirla. 
La dimostrazione che quel sistema non fosse equo si rinveniva nell'operatività delle numerose associazioni di volontariato, spesso confessionali, che cercavano di aiutare i meno tutelati e gli ultimi, mettendo in pratica la dottrina sociale della chiesa.
Le classi più abbienti, spesso le stesse che basavano le loro ricchezze sullo sfruttamento dei lavoratori, per tacitare la propria coscienza, oliavano questo meccanismo caritatevole con le donazioni.
Il fatto che in questi giorni, a Pordenone, il Sindaco Ciriani insieme al vice presidente della Regione abbia inaugurato un ambulatorio gestito da medici in pensione che, a titolo totalmente gratuito, prestano la loro opera a favore delle persone non abbienti e che non possono attendere i tempi della sanità pubblica non può che far piacere e ricevere il nostro plauso.
Di contro questa pur lodevole iniziativa mette in evidenza la carenza del servizio sanitario regionale che, in modo evidente, non riesce a dare risposte adeguate proprio ai cittadini più fragili anche dal punto di vista economico.   
Mi sarei aspettato, da parte dell’Assessore, una riflessione costruttiva se non una dichiarazione di intenti, volta quantomeno a prendere in considerazione il potenziamento di quei servizi che non riescono a soddisfare le richieste di assistenza sanitaria delle fasce deboli della popolazione.
Le sempre più numerose attività di volontariato e le variegate forme assicurative, se associate ai tagli registrati nel servizio pubblico, fanno pensare che la scelta politica in ambito sanitario sia quella di rivolgersi in modo sistematico a servizi multi pilastro che garantiscono ottime prestazioni solo a fronte di ottimi versamenti.



martedì 24 ottobre 2017

Sanità universalistica o volontaristica?

Ho presentato un'interrogazione a risposta immediata, alla quale verrà data risposta nella giornata di domani, per fare chiarezza sulle considerazioni dell'Assessore regionale alla Sanità in merito all'apertura di un nuovo ambulatorio di natura volontaristica a Pordenone.










mercoledì 4 ottobre 2017

Sull'Ente Friulano di Assistenza

Ho fatto richiesta di accesso agli atti per sapere a quanto ammontano i finanziamenti erogati negli ultimi 20 anni dalla Regione all'Ente Friulano di Assistenza e conoscere la composizione societaria attuale dell'Ente.



martedì 3 ottobre 2017

Interrogazione sul trasporto pubblico locale a Trieste

Ho presentato un'interrogazione all'esecutivo regionale per capire quale sia il senso della previsione della delibera di giunta che prevede l'obbligo di dotarsi di un tesserino di identità a pagamento per poter usufruire del trasporto pubblico locale a Trieste.




venerdì 29 settembre 2017

Sulla variante alla strada statale 51 a Cortina

Cortina D'Ampezzo è stata scelta quale località ospitante i Mondiali di sci del 2021 e ci sono lavori in corso sui quali è bene fare luce.







Sul Direttore Sanitario nell'Aas n. 2

Ho presentato un'interrogazione per avere chiarimenti in merito alla mancata nomina del titolare dell'incarico di Direttore Sanitario presso l'azienda Aas n. 2.


mercoledì 2 agosto 2017

S.I.C. Magredi Cellina

Ho presentato una interrogazione a risposta orale richiedendo spiegazioni in merito alla situazione che coinvolge il sito di Importanza Comunitaria Magredi - Cellina, area demaniale a tutela ambientale.



martedì 25 luglio 2017

Sulla selezione del capo dipartimento dell'area chirurgica

Avendo appreso da fonti di stampa le polemiche scoppiate in merito alla procedura di selezione del Capo dipartimento dell'area Chirurgica nell'Azienda per l'Assistenza Sanitaria 2 ho presentato oggi una richiesta di accesso agli atti.




Emergenza urologia

La riforma sanitaria inizia a dare i suoi risultati

Sulle poste puntuali


La politica delle poste puntuali rappresenta il fallimento della programmazione regionale e del principio della trasparenza.
Non rimane altro da dire a pochi giorni dalla conclusione della manovra estiva, che ha stanziato oltre 5 milioni di contributi per associazioni e parrocchie.
I finanziamenti ad hoc da parte della Regione dovrebbero rappresentare uno strumento straordinario finalizzato a fronteggiare situazioni emergenziali non prevedibili, invece pare che la prassi invalsa da tempo sia quella di destinare risorse pubbliche a realtà del territorio più fortunate di altre, o magari ritenute rilevanti ai fini della prossima campagna elettorale.
La sede privilegiata di contraddittorio per valutare l’interesse regionale di ogni singola posta dovrebbe essere la Commissione competente per materia ma, anche in questa manovra, è prevalsa la presentazione degli emendamenti direttamente in Aula. Di qui il mio voto contrario.
La mia rappresenta indubbiamente una scelta contro corrente, ma credo che, dopo  4 anni di governo del centro sinistra, con una programmazione regionale equilibrata, si sarebbe potuto trovare una soluzione più equa e più rispettosa per tutti i territori.

lunedì 10 luglio 2017

Sul ritorno delle mutue



E’ notizia di questi giorni che in sede di assemblea annuale delle imprese assicurative (Ania) sono state prese in considerazione importanti e non trascurabili novità riguardanti il cambiamento di mentalità da parte delle compagnie assicurative sul tema della protezione dei cittadini, all’indomani dal quadro illustrato dall’Istat sul sistema sanitario del Paese.
Sulla scorta dei dati che parlano di una spesa sanitaria privata (out of pocket) che nel 2016 ha raggiunto quota 37.318 milioni, con un’incidenza rispetto al Pil pari al 2,2%, sostenuta per il 90,9% direttamente dalle famiglie, le assicurazioni richiedono ora l’immediata istituzione di un secondo pilastro, rappresentato dal loro ingresso ufficiale, ad integrazione del sistema Sanitario nazionale.
Le compagnie assicurative, nel chiedere un tavolo di confronto con la Sanità pubblica, ritengono che oggi sia più che mai indispensabile che la spesa sanitaria privata delle famiglie vada indirizzata verso forme sanitarie integrative.
Per sostenere questa tesi, Maria Bianca Farina, presidente dell’Ania, ha preso spunto dal crescente numero di famiglie costretto a rinunciare alle spese mediche per proporre il modello assicurativo quale mezzo risolutivo a questa ingiustizia, di fatto accreditando un ruolo sociale/mutualistico  alle compagnie di assicurazioni. ( Ha ha ha. La risata è spontanea. Le compagnie assicurative sono imprese e perseguono esclusivamente fini di lucro).
Su questo tema, infatti, nel rapporto Oasi 2016 della Bocconi si fa notare che gli italiani spendono solo il 3.8% in assicurazioni sanitarie, peraltro con premi assicurativi molto bassi, e ben il 9.8% in ristorazione e teatro. (Nell’articolo in questione si percepisce il  rammarico dell’autore per il fatto che le due percentuali non  fossero invertite).

Credo sia chiaro a tutti che le mutue stanno tornando solo grazie al lucido, progressivo e scientifico  smantellamento della Sanità pubblica.
Evidentemente il 9,8% della spesa destinata a teatro e ristorazione ha fatto gola alle compagnie di assicurazione. 
Il nostro sistema sanitario, concepito e nato con caratteri di universalità, progettato per garantire un’offerta globale di servizi sanitari e onnicomprensiva assistenza sanitaria, dà quotidiana prova di star divenendo un sistema ibrido nefasto, laddove le singole prestazioni (visite, esami, accertamenti, interventi, ricoveri …) vengono sempre di più mercificate.
La politica economica che viene attuata nel nostro Paese pare stia ritenendo necessario sacrificare la sanità pubblica e puntare alla graduale privatizzazione del sistema.
Le assicurazioni sanitarie, nel quadro della politica economica e sociale attuata nel nostro Paese, si palesano come chiare conseguenze di una politica economica basata sul presupposto che lo sviluppo dell’economia è l’obiettivo assoluto, rispetto al quale ogni spesa pubblica non inerente – quale quella sanitaria - può essere considerata superflua e pertanto insostenibile.
In tale quadro, per smantellare la sanità pubblica non è tuttavia necessario ricorrere alla abrogazione di norme. Al limite si avvia qualche riforma all’apparenza funzionale ed a misura di cittadino, ma nella realtà concretamente impraticabile ed impercorribile, e di esempi ne abbiamo a volontà.
Le leggi dell’economia, proprio come nelle parole di auspicio delle compagnie assicurative, prevarranno ed incideranno sul sistema sanitario attraverso strumenti fiscali, economici e contrattuali, in modo progressivo ed inesorabile disegnando le regole della nuova sanità.
L’assicurazione - è bene ricordarlo - protegge e risulta essere una buona idea fino al momento in cui si sta bene e non succede niente. Non appena subentra il problema di salute e l’assicurazione si trova costretta a coprire le spese, automaticamente il premio inizia ad aumentare per arrivare inevitabilmente al momento in cui una persona pluri - patologica non troverà assicurazione disposta a stipulare in suo favore una polizza.
Trovo paradossale che questo progetto, sotto gli occhi di tutti, venga negato a gran voce dalla politica, la stessa che poi si lamenta di non godere di buona fama.