mercoledì 18 marzo 2015

Interventi sulle DAT

A questo link potete trovare l'ultima puntata della rubrica TV7 nel quale si è affrontato il tema del testamento biologico.
http://www.tg1.rai.it/dl/tg1/2010/rubriche/ContentItem-27790a2d-e71f-4655-a8eb-da13b315ca4a.html

Questo è invece il link all'ultima puntata del Settimanale del FVG.
http://www.rai.tv/dl/RaiTV/programmi/media/ContentItem-7576ece9-ee5f-45cf-bcc7-6fd2a998ecfc-tgr.html?refresh_ce#p=0

mercoledì 11 marzo 2015

A proposito di DAT...

Per chi fosse interessato informo che a questo indirizzo potete trovare la puntata della trasmissione radiofonica "Il maratoneta" in cui sono intervenuto parlando di DAT.

Voglio inoltre segnalare che venerdì 13 marzo alle 23.30 andrà in onda su Rai1 una puntata di TV7 che affronta il tema delle Dichiarazioni Anticipate di Trattamento Sanitario durante la quale verrà trasmessa anche una mia intervista.
La replica andrà in onda anche sabato 14 marzo alle 12.25 su Rai3 all'interno del "Settimanale del Friuli Venezia Giulia".

mercoledì 4 marzo 2015

Commento sui fatti accaduti a Ponteacco il 25/02



Ieri in III^ commissione, convocata su richiesta del centro destra, richiesta che anche il sottoscritto ha firmato, abbiamo ascoltato l’assessore Telesca e il Direttore Generale dell’Azienda Ospedaliera Universitaria di Udine Delendi in merito alle cause che hanno determinato la cancellazione della seconda ambulanza nel presidio di Cividale.

I fatti: l’unica ambulanza in servizio in quelle ore a Cividale era impegnata per il trasporto di un paziente a Udine quando il 118 l’ha attivata per un codice rosso a Ponteacco e pertanto, dovendo partire da Udine, è giunta sul posto con un considerevole ritardo.
 
Prima di entrare nel merito della vicenda, che come noto si è conclusa con il decesso del paziente, ma anche prima di esprimere un qualsiasi giudizio, ho ritenuto fondamentale conoscere la ricostruzione dei fatti dalla voce di chi ha le responsabilità organizzative del sistema.

E’ prassi consolidata, soprattutto nei reparti seri e dove le urgenze sono frequenti, analizzare, anche nei dettagli, la tempistica, il susseguirsi delle azioni di tutta l’equipe impegnata a risolvere ogni evento critico.
Questa metodologia di lavoro non è finalizzata a trovare un colpevole, a gettare la croce su qualcuno, ma a individuare i miglioramenti, ma anche gli errori (perché ci sono anche quelli), che hanno portato al successo/insuccesso dell'intervento o peggio al decesso del paziente.

Questa premessa è necessaria in quanto, per lo meno da parte mia, non c’era e non c’è nessun intento speculativo, nessuna intenzione di sfruttare un evento tragico per un fine che non sia quello di impedire che fatti come quello in oggetto abbiano a ripetersi.

Non sapremo mai se, anche con un intervento tempestivo ed adeguato il paziente di Ponteacco si sarebbe salvato anche perché, chiunque abbia lavorato in ambito ospedaliero, sa benissimo che rianimazioni fatte da personale esperto, in situazioni ottimali e in tempo reale non sempre si concludono con la ripresa delle funzioni vitali.

La letteratura insegna che un arresto cardiaco trattato correttamente entro il primo minuto ha il 90% di possibilità essere risolto positivamente, nel secondo minuto l'80% con una progressione in discesa che rende il fattore tempo fondamentale nel determinare il successo o fallimento dell’intervento.

La prima considerazione che si può fare è che Ponteacco, frazione di S. Pietro al Natisone, si trova sulla strada principale che collega Cividale con Caporetto, viene raggiunta dal PS di Cividale in circa 6 minuti.
Parliamo quindi di un paesino facilmente accessibile e non di Drenchia, Matajur e Cepletischis che restano indovati nelle Valli e possono essere raggiunti partendo da Cividale in un tempo variabile che arriva fino a 40-45 min.

La seconda è che se la mancanza di un singolo infermiere determina la cancellazione di un servizio fondamentale come quello dell'emergenza vuol dire che si è tirato troppo la corda e che non è che siamo arrivati all'osso ma abbiamo perso anche quello.

La giustificazione dei vertici dell’Azienda sanitaria che la cancellazione della seconda ambulanza era dovuta ad “eventi eccezionali” non è sostenibile perché la carenza di personale al Pronto Soccorso era nota da almeno due anni e la Direzione Sanitaria di Cividale aveva più e più volte segnalato alla Direzione di Udine la difficoltà/impossibilità a coprire i turni

Per altro le malattie accusate dal personale in servizio a Cividale avevano una prognosi lunga che rendeva impossibile un rientro al lavoro in tempi contenuti ma questo rendeva la loro assenza prevista e prevedibile.

Si spera che nell’attuazione della riforma si tenga conto di quanto avvenuto in modo che fatti come questi non abbiano a ripetersi.

martedì 3 marzo 2015

Approvazione legge Dichiarazioni Anticipate di Trattamento Sanitario

Oggi il Consiglio regionale ha approvato a larghissima maggioranza la legge che disciplina le modalità di raccolta e archiviazione delle Dichiarazioni Anticipate di Trattamento Sanitario nella nostra Regione.
Questo è il comunicato stampa appena diffuso.

Quella di oggi è una data da incorniciare per la nostra Regione, è infatti un giorno speciale a favore dei diritti e della libertà di scelta delle persone.

La legge approvata oggi,  << Istituzione del registro regionale per le libere dichiarazioni anticipate di trattamento sanitario (DAT) e disposizioni per favorire la raccolta delle volontà di donazione degli organi e dei tessuti >>, rende facilmente accessibili ai medici i documenti con i quali una persona, dotata di  piena capacità di intendere e volere, esprime la sua volontà circa i trattamenti ai quali desidererebbe o non desidererebbe essere sottoposta nel caso in cui, nel decorso di una malattia o a causa di traumi improvvisi, non fosse più in grado di esprimere il proprio consenso o dissenso informato.
Questa legge, inoltre, mette ordine a quanto già avviene in numerosi Comuni del Friuli Venezia Giulia, tra i quali Udine, Trieste e Pordenone, che da soli rappresentano il 40% della popolazione regionale, che hanno istituito un registro per le Dichiarazioni Anticipate di Trattamento. Analogamente hanno fatto tantissimi cittadini che si sono invece rivolti al loro notaio di fiducia perché garantisca e conservi le loro volontà sul tema. Preso atto di questo fermento, si è deciso di dare omogeneità al deposito e all’archiviazione delle dichiarazioni individuando nell’Azienda Sanitaria l’ente più idoneo ad espletare tale attività.
E’ giusto ricordare come, in tutti i sondaggi, gli italiani si sono espressi in maniera inequivoca a favore del Testamento Biologico tanto che l’associazione “Per Eluana”, nella nostra Regione, ha raccolto in breve tempo ben 5.500 firme a favore dell’istituzione di un registro regionale delle DAT.

Pur non essendoci in Italia una norma giuridica che disciplini il Testamento Biologico, gli articoli 2, 3, 13 e 32 della Carta Costituzionale conferiscono ad ogni individuo piena e libera facoltà di decidere a quali trattamenti sanitari sottoporsi, dimostrando un diritto all’autodeterminazione quale specificazione del più ampio diritto alla dignità umana. La convenzione di Oviedo, inoltre, dice che “un intervento nel campo della salute non può essere effettuato se non dopo che la persona interessata abbia dato un consenso libero ed informato”. Anche l’articolo 3 della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione Europea conferma l’essenzialità del consenso informato così come gli articoli 16, 35 e 38 del Codice di deontologia Medica.

Tutti i campi del sapere e della tecnologia hanno registrato nell’ultimo mezzo secolo un’accelerazione esponenziale delle conoscenze che non ha precedenti nella storia dell’uomo. Di concerto, in campo medico, le tecniche rianimatorie associate ad apparecchiature sempre più sofisticate hanno strappato a morte certa un gran numero di pazienti.  Nel contempo, quando falliscono hanno generato nuove forma di vita/non vita sconosciute in natura e il fatto che tecnicamente si possa tenere insieme un complesso di organi e cellule in una vita artificiale, non significa che lo si debba fare eticamente.
E’ questo il terreno, delicato e scivoloso, in cui tutte le nazioni più avanzate si sono dovute cimentare in legislazioni che fossero rispettose delle diverse sensibilità partendo dal presupposto che solo il soggetto interessato potesse decidere a quali terapie sottoporsi o quali rifiutare. Ecco che da anni e per legge, a tutela dei pazienti, ma anche degli operatori, per una visita o un intervento tutti siamo chiamati a firmare un “consenso informato” a dimostrazione che, dopo adeguata informazione da parte del medico, accettiamo le cure proposte.

Lo Stato, dovendo rappresentare e difendere tutti i “sentire” dei suoi concittadini, è e deve essere laico e laicità significa che nessuna convinzione religiosa o morale viene imposta per legge da un gruppo di persone, per quanto ampio questo sia, alla totalità dei cittadini. Questo è l’abc della laicità che quasi tutte le nazioni europee hanno adottato per legiferare in campo medico.
Il Parlamento Italiano, pressoché unico in Europa, con considerazioni del tutto opposte a quelle sopracitate, strattonato varie lobby, paralizzato dalla paura di perdere consensi, è restato muto alla richiesta che saliva dal paese e non è riuscito a legiferare in materia.

Questa legge non vuole minimamente entrare nel merito delle scelte che ogni singolo individuo desidera fare in un campo così delicato, ma si propone che la raccolta delle DAT sia codificata ed omogenea in tutta la regione. Pur considerando che nella DAT ciascuno può liberamente scrivere quello che vuole, proprio per non urtare nessuna sensibilità, è previsto che il deposito o meno di tali dichiarazioni sia del tutto facoltativo.

Un altro punto di forza della legge approvata oggi è la semplificazione del deposito della volontà dei nostri concittadini in merito alla donazione di organi e tessuti, tutto ciò nonostante che, in questa nobile e del tutto particolare gara di solidarietà, la nostra Regione già si collochi ai vertici delle regioni italiane per il numero delle donazioni. Questa esigenza è stata avvertita perché la legge del 1° aprile 1999, n°91, che disciplina la donazioni di organi e tessuti, a tuttora, è stata attuata solo in modo parziale e frammentario.

Spero che l’approvazione di questa legge spinga altre Regioni a legiferare in merito alle Dichiarazioni Anticipate di Trattamento così da consentirci di portare il tema all’attenzione del Parlamento e sollecitare una legge nazionale sul tema. A questo proposito SEL è già pronta a impegnarsi in tutte le altre regioni italiane affinché si possa avviare l’iter per simili proposte di legge, con l’unico scopo di rispettare la libertà di scelta in punto di morte delle persone.

Stefano Pustetto