mercoledì 4 marzo 2015

Commento sui fatti accaduti a Ponteacco il 25/02



Ieri in III^ commissione, convocata su richiesta del centro destra, richiesta che anche il sottoscritto ha firmato, abbiamo ascoltato l’assessore Telesca e il Direttore Generale dell’Azienda Ospedaliera Universitaria di Udine Delendi in merito alle cause che hanno determinato la cancellazione della seconda ambulanza nel presidio di Cividale.

I fatti: l’unica ambulanza in servizio in quelle ore a Cividale era impegnata per il trasporto di un paziente a Udine quando il 118 l’ha attivata per un codice rosso a Ponteacco e pertanto, dovendo partire da Udine, è giunta sul posto con un considerevole ritardo.
 
Prima di entrare nel merito della vicenda, che come noto si è conclusa con il decesso del paziente, ma anche prima di esprimere un qualsiasi giudizio, ho ritenuto fondamentale conoscere la ricostruzione dei fatti dalla voce di chi ha le responsabilità organizzative del sistema.

E’ prassi consolidata, soprattutto nei reparti seri e dove le urgenze sono frequenti, analizzare, anche nei dettagli, la tempistica, il susseguirsi delle azioni di tutta l’equipe impegnata a risolvere ogni evento critico.
Questa metodologia di lavoro non è finalizzata a trovare un colpevole, a gettare la croce su qualcuno, ma a individuare i miglioramenti, ma anche gli errori (perché ci sono anche quelli), che hanno portato al successo/insuccesso dell'intervento o peggio al decesso del paziente.

Questa premessa è necessaria in quanto, per lo meno da parte mia, non c’era e non c’è nessun intento speculativo, nessuna intenzione di sfruttare un evento tragico per un fine che non sia quello di impedire che fatti come quello in oggetto abbiano a ripetersi.

Non sapremo mai se, anche con un intervento tempestivo ed adeguato il paziente di Ponteacco si sarebbe salvato anche perché, chiunque abbia lavorato in ambito ospedaliero, sa benissimo che rianimazioni fatte da personale esperto, in situazioni ottimali e in tempo reale non sempre si concludono con la ripresa delle funzioni vitali.

La letteratura insegna che un arresto cardiaco trattato correttamente entro il primo minuto ha il 90% di possibilità essere risolto positivamente, nel secondo minuto l'80% con una progressione in discesa che rende il fattore tempo fondamentale nel determinare il successo o fallimento dell’intervento.

La prima considerazione che si può fare è che Ponteacco, frazione di S. Pietro al Natisone, si trova sulla strada principale che collega Cividale con Caporetto, viene raggiunta dal PS di Cividale in circa 6 minuti.
Parliamo quindi di un paesino facilmente accessibile e non di Drenchia, Matajur e Cepletischis che restano indovati nelle Valli e possono essere raggiunti partendo da Cividale in un tempo variabile che arriva fino a 40-45 min.

La seconda è che se la mancanza di un singolo infermiere determina la cancellazione di un servizio fondamentale come quello dell'emergenza vuol dire che si è tirato troppo la corda e che non è che siamo arrivati all'osso ma abbiamo perso anche quello.

La giustificazione dei vertici dell’Azienda sanitaria che la cancellazione della seconda ambulanza era dovuta ad “eventi eccezionali” non è sostenibile perché la carenza di personale al Pronto Soccorso era nota da almeno due anni e la Direzione Sanitaria di Cividale aveva più e più volte segnalato alla Direzione di Udine la difficoltà/impossibilità a coprire i turni

Per altro le malattie accusate dal personale in servizio a Cividale avevano una prognosi lunga che rendeva impossibile un rientro al lavoro in tempi contenuti ma questo rendeva la loro assenza prevista e prevedibile.

Si spera che nell’attuazione della riforma si tenga conto di quanto avvenuto in modo che fatti come questi non abbiano a ripetersi.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Se qualche dirigente ha sbagliato (cioè non si è riusciti a garantire -anche in assenza di un infermiere!- la normale attività di un mezzo di soccorso in un centro considerato "periferico" quale Cividale) sarebbe doverosa l'attivazione di un procedimento disciplinare nei suoi confronti. Ricordiamo la minaccia di un tale provvedimento nei confronti del medico dell'ospedale di Tolmezzo, reo soltanto di aver messo in discussione quanto stabilito dalle indicazioni regionali.