mercoledì 11 giugno 2014

(Dis)organizzazione del Centro trasfusionale di Cividale del Friuli

Di seguito il testo dell'interrogazione presentata oggi in Aula.

Considerato che il centro trasfusionale di Cividale da sempre era organizzato per effettuare non solo le donazioni di sangue dai volontari ma anche per erogare servizi e cure come la terapia marziale, il salasso terapeutico, le visite specialistiche ematologiche e la determinazione dell’INR, esame questo indispensabile per una corretta prescrizione della Terapia Anticoagulante Orale (TAO); 

preso atto che da circa un anno è stato deciso, con motivazioni non condivisibili, che il lunedì ed il venerdì a Cividale sarebbe andato un medico non strutturato e non ematologo e che di conseguenza in quelle giornate tutta l’attività ambulatoriale sarebbe stata cancellata;

considerato che in quella sede, da quasi due mesi, è stata ripristinata la presenza del medico trasfusionista strutturato ma a tali professionisti, per esplicita disposizione del direttore della S.O.C. di Medicina Trasfusionale di Udine, è stato ordinato di svolgere la sola attività legata ai donatori;

dato che risulta incomprensibile come, pur avendo gli specialisti a Cividale si sia deciso di non ottimizzare il loro lavoro e quello del personale e nel contempo di sovraccaricare il trasfusionale di Udine con l'aggiuntiva prescrizione delle circa 100 terapie TAO di Cividale, di costringere questi ultimi agli straordinari, a lavorare in remoto, a diventare matti senza avere la possibilità, in caso di sovradosaggio dell'anticoagulante, di intervenire immediatamente contattando il paziente e se necessario fornendogli il prima possibile il farmaco salvavita in grado di normalizzare l'INR   

si chiede all’Assessore competente quali i vantaggi qualitativi, economici, organizzativi e per la popolazione di tali scelte.


Ecco la risposta.

"Presso il Presidio di Cividale del Friuli è presente un Centro di raccolta sangue collegato al servizio trasfusionale dell'Azienda Ospedaliero Universitaria di Udine.

In relazione all'interrogazione del Consigliere Pustetto, l'Azienda Ospedaliero Universitaria di Udine ci ha comunicato che:

1. Nell'ambito di un attento utilizzo di risorse, studiati i flussi, la tipologia dei pazienti e la loro numerosità è in corso una riorganizzazione delle attività, salvaguardando in primis la sicurezza e la compliance dei pazienti/donatori; tale percorso è stato condiviso con la Direzione Strategica aziendale.

2. Tutte le attività di raccolta donazionale, di terapia marziale, i salassi terapeutici e le visite ematologiche vengono svolte reglarmente e ne è testimonianza che non vi sono liste di attesa degli utenti del Cividalese.

3. La diversa modulazione dell'attività ambulatoriale marziale è legata all'adeguamento dei protocolli terapeutici alle recenti raccomandazioni dell'Agenzia Europea per i Medicinali sulla terapia marziale stessa e sull'immissione in commercio di nuovi preparati di ferro per via orale.

4. Il numero di utenti che necessitano di salassoterapia/ematologia consente la concentrazione di tale attività in un numero di giorni inferiori allo storico.

5. tante che la gestione della terapia anticoagulante (TAO) dovrebbe essere un'attività territoriale visto l'importante co-mobilità di questi pazienti e la loro età, è in corso una ridefinizione di tale percorso per tutti i pazienti TAO che afferiscono all'AOUD, per ridurre il disagio degli stessi nel ritiro, tramite invio a domicilio con posta certificata, come avviene presso l'Ass. 4

6. In tutti i casi in cui i valori dell'INR erano un valore panic, il paziente/familiare è sempre stato avvertito, sia se la valutazione è stata fatta a Udine che a Cividale.

7. Non vi è una remotizzazione del dato dei pazienti di Cividale, in quanto i campioni prelevati a Cividale/Udine vengono processati a Udine nel laboratorio di Patologia Clinica e il risultato del test viene inviato allo stesso gestionale della terapia, consultabile tramite internet.

8. I pazienti TAO in ogni caso hanno sempre ritirato le risposte dopo che il medico presente a Cividale ha svolto il suo turno.

9. Proprio nell'ambito di una possibile riorganizzazione vi è stata l'alternanza di diverse tipologie di medico che hanno operato nella struttura, senza ce vi sia stata una riduzione di sicurezza per gli utenti interessati.

10. I medici non strutturati che hanno operato a Cividale erano formati per le attività donazionali e operano in autonomia presso la struttura ospedaliera udinese e in autoemoteca, come da normativa vigente.

Stante la complessità e la numerosità dei temi trattati dal Consigliere Pustetto, ci riserviamo comunque la verifica dell'effettivo miglioramento conseguente alla riorganizzazione."


Questo il mio commento.

La risposta preparata dagli uffici e letta dall’Assessore non solo non è esaustiva, ma contiene numerose e non casuali imprecisioni:

Quando al punto 1 si parla di riorganizzazione "salvaguardando in primis la sicurezza e la compliance dei pazienti/donatori", ma non vengono citate le 40 e più proteste fatte dai pazienti e dai donatori in merito alla nuova organizzazione del centro raccolta di Cividale. Quanto alla sicurezza non dice quanti e quali salti mortali abbiano fatto la Direzione sanitaria di Cividale per rintracciare i pazienti delle Valli con INR eccessivamente elevato e, quindi, in pericolo di vita. E questo omettendo di menzionare il rischio e la difficoltà di medici e operatori a lavorare in remoto.

E’ vero che non ci sono liste di attesa per le terapie marziali, ma questo accade da quando si invitano i pazienti a fare terapia orale e, in alternativa, proponendo una terapia infusionale organizzata solo su due giorni la settimana, talmente sgradita ai pazienti che questi si rivolgono altrove.

Non è vero che i pazienti in TAO ritirano le riposte quando il medico se ne è già andato, ovvero questo accade da quando non c’è più lo specialista nella sede di Cividale. Prima il prelievo avveniva allo ore 8 e i pazienti ritiravano la riposta e la terapia alle 12 nella stessa sede di Cividale.

Per comprendere cosa voglia dire portare la TAO sul territorio immaginatevi il calvario un paziente anziano con pluripatologie che la mattina si reca in ambulatorio per il prelievo, la cui risposta arriverà verso le 15-16 perché il campione viene processato a UD, e a quell’ora dove e come troverà il suo medico di medicina generale che gli prescriva la terapia idonea? E, in ogni caso fin tanto che questa ipotizzata riorganizzazione non sarà avviata, come pensiamo di gestire queste 100 persone?

Da questa risposta emerge in modo palese come i pazienti siano un peso, quasi in fastidio, per il Direttore del Centro Trasfusionale, che sembra fare di tutto per favorirne l’esodo. Altro che compliance.
Discorso completamente diverso per quanto riguarda i donatori che, per la loro insostituibile opera,  vengono giustamente coccolati, anche se sorge il dubbio che ciò avvenga soprattutto per il “peso” mediatico ed economico che hanno.

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