In ogni seduta d'Aula alcune ore della
mattinata sono riservate alle interrogazioni a risposta immediata (IRI) la cui
presentazione deve essere fatta entro le ore 12 del giorno che precede l'inizio
dell'Aula. Ciascun Consigliere regionale può presentare un'unica interrogazione
per seduta e questa deve essere concisa, attuale ed urgente. A questi limiti si
contrappone il vantaggio, non trascurabile, che l'Assessore competente è
costretto a rispondere in quella seduta.
Ho indirizzato la mia IRI , concernente il
futuro previsto per l'ospedale di Cividale del Friuli, al presidente della
Regione nonché Assessore alla sanità Tondo che, presente in aula per tutta la
giornata di mercoledì 18, ha
deciso di evadere le interrogazioni che gli competevano il giorno successivo,
giorno in cui sapeva di essere assente in quanto aveva già programmato un
viaggio a Roma.
Il 19.4.'12 l 'Assessore De Anna,
delegato da Tondo alla risposte delle IRI, non ha potuto che leggere
pedissequamente una risposta del tutto tecnica preparata dagli uffici (http://longpost.blogspot.it/2012/04/risposta-allinterrogazione-ospedale-di.html) omettendo la valutazione politica del quesito.
Nonostante questo, però, tra le
righe è emersa la volontà di arrivare al progressivo smantellamento, e infine
alla chiusura, del nosocomio cividalese.
Ma c'è di più: nella mia interrogazione
auspicavo che l'Assessore competente non promettesse l'installazione della TAC come
viene fatto da 10 anni ogniqualvolta si chiude / riduce un servizio (ovviamente
una TAC dismessa da Udine) e invece SORPRESA! Con sorprendente faccia tosta anche
questa volta la promessa è stata reiterata.
E' evidente che Tondo e la sua
maggioranza hanno tutto il diritto di proporre la chiusura di quello che resta
dell'ospedale di Cividale (e anche del resto della sanità regionale, stante la
proposta di azienda unica), ma devono avere il coraggio di dirlo a chiare
lettere, di assumersi la responsabilità politica delle loro scelte in modo che
tutti, cividalesi e non, possano legittimamente condividere o dissentire su
quelle scelte.
Questi mezzucci, questo delegare,
questo dire non dire, questo trincerarsi con risposte tecniche che tali sono
solo sulla carta, mentre nascondono ben precise scelte politiche, non possono
che peggiorare il già pessimo giudizio che i cittadini hanno dei politici.
L'unico modo per recuperare
credibilità è iniziare a trattare i cittadini come tali e non come sudditi,
informandoli e coinvolgendoli nei processi decisionali.
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