lunedì 25 giugno 2012

Incapacità o malafede?



In seguito all’ondata di caldo, le sale operatorie dell’ospedale di Cividale del Friuli sono state temporaneamente chiuse.

"Panta rei": tutto scorre . Le stagioni si susseguono, è tornata l'estate, con essa il caldo e in modo altrettanto puntuale si é tornati al blocco delle sale operatorie dell’ospedale di Cividale per l’eccessivo innalzamento della temperatura. E' da anni che lo show si ripete con la stessa puntualità e prevedibilità delle stagioni. Decisione giusta perchè "in primis" va tutelata la salute dei pazienti e poi anche quella degli operatori, ma allora perchè non si vuole risolvere un problema che non pare essere così complesso? Da anni il condizionamento non funziona e, oltre all'invio di qualche "pinguino", non si è fatto nulla. Anche i sassi sanno che dalla legge Fasola in poi si fa di tutto per chiudere l'ospedale di Cividale e che la modalità scelta per questa operazione è quella della lenta demolizione.

Nell'elenco del lungo saccheggio registriamo la recente chiusura definitiva della sezione mammografica, la riduzione a soli tre giorni la settimana delle sedute ecografiche e, solo pochi mesi fa, la Direzione del S. Maria della Misericordia ha tentato di accollare ai medici di base i pazienti che assumono anticoagulanti orali e che da sempre sono seguiti dal centro trasfusionale con l'ovvio obbiettivo di chiudere anche quello.

Purtroppo quando Favaretti lamenta l'assoluta incapacità decisionale della Regione ha perfettamente  ragione. Che senso ha spendere migliaia di euro per ammodernare Cividale nel momento in cui il progetto di massima per ricostruire ex novo il gruppo operatorio è imbucato in un cassetto della Diresione Centrale della Salute solo in attesa che l'assessore si degni di decidere cosa fare?

La questione Cividale è solo una delle tante criticità della sanità Regionale, solo che il nostro Presidente, invece di affrontare i problemi e tentare di risolverli, preferisce occupare le prime pagine dei giornali con le fantasiose ipotesi di riforma del numero delle aziende.

Tondo senza arrossire, riesce a passare da un'unica azienda sanitaria regionale a tre, che poi miracolosamente lievitano a sei dimostrando, nei fatti, come un tema così delicato possa essere affrontato con superficialità e incoscienza.
Prima l'urgenza era tale che tutte le aziende dovevano essere commissariate con il primo di luglio, adesso si riconosce che un tema di questa portata merita una discussione più approfondita che durerà almeno un anno.

Sono convinto che Tondo e la sua maggioranza possano, del tutto legittimamente, proporre la chiusura dell’ospedale di Cividale e anche di tutti gli altri presidi ospedalieri minori (-vedi azienda unica ), o pensare ad una privatizzazione sul modello lombardo, ma queste scelte devono essere fatte in modo chiaro e alla luce del sole in modo che i cittadini, altrettanto legittimamente, possano decidere chi debba governarli in un prossimo futuro.

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