martedì 12 aprile 2011

Liberalizzazione selvaggia dei nuovi insediamenti della grande distribuzione.

Riporto di seguito la mia ultima interrogazione sulla realizzazione dei centri commerciali in Regione.

Premesso che sul territorio regionale negli ultimi anni stiamo assistendo ad una proliferazione esagerata di centri commerciali, con una concentrazione che risulta la più alta d'Europa;

preso atto che il T.A.R. del friuli Venezia Giulia, con sentenza n. 145/2011, ritiene non più applicabili l'art. 12, comma 3, lettere b) e c) della L.R. 29/2005 e gli articoli 8, comma 2, e 18, nonchè l'Allegato 13 del Regolamento n. 068/2007 per incompatibilità con le disposizioni nazionali in tema di concorrenza e che queste prevalgono sulla competenza regionale in materia di commercio;

considerato che la Regione non ha provveduto, così come previsto dalla norma nazionale, ad adeguare la propria legislazione in materia entro i termini fissati dalla norma stessa;

tenuto conto che nella stessa sentenza il T.A.R. del friuli Venezia Giulia sottolinea che, pur essendo venuta meno ogni forma di contingentamento, "tuttavia ciò non significa liberalizzazione assoluta o selvaggia" e che le Regioni e gli Enti locali hanno la possibilità di porre limiti ai nuovi insediamenti commerciali "solo se giustificati da ragioni estranee alla limitazione di concorrenza, in altre parole: geografiche, storico culturali, urbanistiche, architettoniche (...) anche a salvaguardia del tessuto commerciale esistente";

considerato in particolare che nella sola Provincia di Pordenone nell'ultimo anno sono sorti numerosi nuovi centri commerciali di grandi dimensioni, che di molti altri è stato chiesto un consistente ampliamento, che il mese prossimo ne verrà aperto un altro a Fiume Veneto e che quello di Fontanafredda non è ancora stato completato solo per problemi contingenti;

tenuto conto che tale offerta è ridondante rispetto alle reali esigenze della popolazione, non porta ad un aumento dell'occupazione che, infatti, è stata molto ridotta negli ultimi periodi, svuota e impoverisce i centri storici delle cittadine adiacenti e prevede, tra l'altro, un ingente contributo pubblico concernente l'urbanizzazione in cambio di nessun beneficio sociale ed economico.

Tutto ciò ritenuto, interrogo l'Assessore al commercio per sapere se, in ossequio ai principi indicati dal T.A.R., siano da ritenersi non più applicabili, oltre alle normative sulle medie strutture di vendita, anche quelle sulle grandi strutture ed in particolare quelle aventi superficie coperta complessiva non superiore a 15.000 mq contenute nel Decreto della Giunta Regionale n. 781 del 15 aprile 2005. Chiedo altresì quali misure intende adottare rispetto alla sentenza del T.A.R. proprio per evitare la liberalizzazione assoluta e selvaggia che il T.A.R. stesso ritiene di dover arginare ed evitare.




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