venerdì 5 marzo 2010

Costituzione di un nuovo gruppo consigliare.

I consiglieri Stefano Alunni Barbarossa e Piero Colussi ( Cittadini per il Presidente), che all’inizio della presente legislatura avevano un po’ forzosamente fatto gruppo con i due consiglieri Alessandro Corazza ed Enio Agnola (IDV), sono riusciti a convincere la maggioranza del Consiglio ad apportare una modifica del regolamento che ha permesso anche a loro di formare un gruppo autonomo.

Il problema era sorto quando, regolamento alla mano, ci si è accorti che l’Italia dei Valori con il 4,49% dei voti poteva fare un gruppo con due consiglieri perché rappresentato al parlamento nazionale e i Cittadini con il 5.09 % non lo poteva fare perché non presente a Roma.
Balza agli occhi che venivano usati due pesi e due misure per i Cittadini e l’IDV ed è altrettanto vero che il regolamento in vigore era noto a tutti e approvato in tempi non sospetti.
Le modifiche approvate però pongono alcuni problemi perché se è giusto rimediare, da subito, ad un evidente errore o imperfezione del regolamento è altrettanto vero che questa modifica non dovrebbe interessare solo la legislatura in corso, ma dovrebbe valere anche per il futuro.
Così però non sarà perché dalla prossima legislatura non vi saranno più deroghe e quindi i gruppi potranno essere formati da non meno di tre consiglieri.

Al riguardo è stata anche approvata la proposta del consigliere Igor Kocijancic la quale prevede che un gruppo possa continuare ad esistere in forma autonoma anche se nel corso della legislatura qualche consigliere del gruppo stesso dovesse decidere di abbandonarlo.
In questo caso il mio voto è stato favorevole perché sé è giusto che un singolo eletto possa nel corso della legislatura cambiare la sua collocazione non è corretto che la sua scelta abbia delle ricadute negative su chi invece ha mantenuto fede al patto con i propri elettori.

Altra considerazione, nient’affatto marginale, è che quando si mette mano alle regole mentre la partita è in corso è indispensabile che vi sia pieno accordo tra i contendenti, cosa che non si è verificata per la manifesta contrarietà del Partito Democratico. Considerato però che nel voto finale hanno approvato la modifica del regolamento 39 consiglieri su 59 è verosimile che la contrarietà dichiarata dal consigliere Moretton fosse di facciata più che di sostanza.

A differenza del presidente del consiglio Ballaman, che nell'occasione smentisce le sue precedenti dichiarazioni, io resto dell'opinione che le regole si possano modificare prima e non in corso d'opera tanto più in un'Italia che quasi quotidianamente vede le leggi fondamentali piegate agli interessi del potente di turno

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