giovedì 2 luglio 2015

Testamento biologico legge rivista e corretta per l’ok dal Governo

Di seguito il testo dell'articolo di Maura Delle Case pubblicato oggi sul Messaggero Veneto.
UDINE Pronta a difendere con i denti la legge sul biotestamento – o, tecnicamente, sulle Dichiarazioni anticipate di trattamento (Dat) – di fronte alla Consulta, la Regione si attrezza per rendere la legge ancor più solida. Meglio, costituzionalmente inattaccabile. Con un articolo unico votato ieri dal Consiglio regionale, la maggioranza ha provveduto a riscrivere alcuni passaggi della norma. L’obiettivo? Superare i rilievi mossi dal Governo che ha impugnato il provvedimento di fronte alla Corte costituzionale per presunta invasione di competenze esclusive dello Stato, in materia di ordinamento civile e tutela della salute. Gli interventi apportati ieri dall’Aula «ripuliscono la forma, lasciando inalterata la sostanza della norma», ha assicurato il primo firmatario della legge, Stefano Pustetto (Sel). La legge sul biotestamento, prima nel suo genere in Italia, è dunque intatta nonostante la riscrittura di diversi passi, realizzata grazie alla “consulenza” di costituzionalisti del rango di Vittorio Angiolini, già avvocato di Beppino Englaro e futuro difensore della Regione di fronte alla Consulta. «Sono modifiche tecniche», ha ribadito ieri Pustetto a margine del voto in aula, archiviato con 26 sì, 5 no e altrettante astensioni. «Modifiche – ha puntualizzato il vendoliano – che non intaccano il merito della legge». Un provvedimento sul quale la maggioranza di Debora Serracchiani non intende fare un solo passo indietro. Convinta «che sia compito della Regione – ha detto ancora l’esponente di Sel – dare forma organica ai vari registri, disciplinando attività esclusivamente amministrative». Tanto a dire che nessuna invasione di competenze vi è stata. Ne è convinto Pustetto, come pure l’assessore alla salute Maria Sandra Telesca, che in più occasioni ha ribadito l’intenzione della giunta di opporsi all’impugnazione del Consiglio dei ministri. Da qui le integrazioni e modifiche apportate ieri al dettato normativo, finalizzate a rafforzare la legge in vista dell’appuntamento con la Corte di stanza a piazza del Qurinale. Interventi di cesello che interessano vari articoli della norma. A partire dal primo. Riscritto in buona parte. «La Regione autonoma – si legge nell’attuale formulazione – riconosce e promuove la possibilità di rendere esplicite con certezza le proprie determinazioni in ordine ai trattamenti sanitari, nell’ambito del servizio sanitario regionale e in tutte le fasi della vita, ivi compresa quella terminale, e anche per l’ipotesi in cui la persona stessa non sia più in grado di intendere e di volere, fino alla morte accertata nei modi di legge». Si tratta per lo più di precisazioni, integrazioni volte ad agganciare ancor più saldamente la legge nel quadro della Costituzione nonché delle normative nazionali, europee e internazionali in materia. Cornice indispensabile a rafforzare la legge Fvg. Una norma “battistrada”. Prevede infatti l’istituzione di un registro regionale per le Dat (dichiarazioni anticipate di trattamento sanitario). Uno strumento che il Fvg adotta per primo in Italia e in base al quale il cittadino può dichiarare, in un atto datato e con firma autografa, la volontà di essere o meno sottoposto a trattamenti sanitari in caso di malattia o lesione cerebrale tali da causare perdita di coscienza e volontà, permanente e irreversibile secondo i protocolli scientifici riconosciuti a livello internazionale. Questione di libertà di scelta per Pustetto. E di tutela degli operatori del Sistema sanitario regionale. «Che dovrebbero essere messi in grado di poter conoscere, agilmente e con tempi congrui – ha concluso ieri Pustetto –, la volontà del paziente». ©RIPRODUZIONE RISERVATA

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