mercoledì 19 aprile 2017

Nessuno, tanto meno la Regione, può soprassedere all'applicazione della legge



Nella seduta di Consiglio regionale di data 5 aprile ho ricevuto, dall’Assessore Panontin, la risposta alla mia interrogazione a risposta immediata avente ad oggetto la richiesta di spiegazioni circa la mancata convocazione dei comizi elettorali per l’elezione del Comitato frazionale di Collina di Forni Avoltri.
In premessa dispiace constatare che la Presidente Serracchiani non si sia presentata per illustrare il suo pensiero sulla complessa tematica degli ‘usi civici’, oltre che a rendere conto dell’operato concernente una materia di diretta competenza della Presidenza della Regione.
Ricordo che le proprietà collettive e gli usi civici rientrano in una materia in cui la Regione ha potestà legislativa esclusiva. Ancora oggi, tuttavia, non pare sia stata raggiunta la volontà politica di approvare una norma organica di riordino o di definire una univoca linea di indirizzo politico. 
In un quadro regionale frastagliato e disomogeneo, eccezionalmente la situazione di Collina, frazione di Forni Avoltri, si caratterizza per una chiarezza che rende inaccettabili le parole lette in Aula dall’Assessore Panontin.
Il Bando commissariale del 1 marzo 1937, a firma dell’allora commissario agli usi civici, e il decreto del 31 dicembre del 1949, dimostrano ufficialmente l’esistenza, la consistenza e l’ubicazione dei Beni di uso civico delle Frazioni del Comune di Forni Avoltri. Sulla scorta di tale accertamento la Regione, in base alla legge 12/2009, aveva sostenuto economicamente la “Ricognizione delle aree gravate da usi civici” nel territorio di Forni Avoltri effettuata nel 2013 a cura dell’Associazione intercomunale “Alta Val Degano-Val Pesarina".
Il “Bando” commissariale del 1937 e la “Ricognizione” del 2013, come richiamati dal Direttore del Servizio Libro fondiario e Usi civici della Regione, Massimiliano Bonaccorsi (nel “Riscontro alla Presidente della Regione” del 17.11.2015), identificano distintamente «le aree intestate catastalmente alla Frazione Collina, con un’estensione di ha 601.37.10» e «quelle intestate catastalmente al Consorzio privato di Collina, con un’estensione di ha 450.92.00». E tali aree in alcun modo coincidono o si sovrappongono, senza alcuna «incertezza giuridica sulla titolarità e la gestione», come si deduce anche dalle indagini condotte dagli Uffici regionali che hanno consentito l’emanazione del D.P.Reg. n. 051/Pres. del 21.02.2002 che ha riconosciuto la personalità giuridica di diritto privato al Consorzio di Collina.
Ai sensi della legge statale n. 278/1957, l’Amministrazione separata non rappresenta una «forma alternativa di gestione dei beni di uso civico», ma la forma ordinaria di gestione di tali Beni, mentre la gestione esercitata dai Comuni rappresenta la forma residuale, come sostenuto dalla norma, dalla giurisprudenza e dalla dottrina, alla luce dei principi costituzionali di valorizzazione delle Formazioni sociali, di Partecipazione dei cittadini all’amministrazione e di Sussidiarietà orizzontale (artt. 2, 3 e 118 Cost.).
Ad oggi i Beni corrispondenti alle aree intestate catastalmente alla Frazione Collina sono gestiti dal Comune di Forni Avoltri, il quale continua a rivendicare tale gestione senza aver mai oltretutto provveduto a redigere un bilancio separato per i suddetti beni.
La richiesta dei Frazionisti di Collina di indire i comizi per l’elezione del Comitato per l’amministrazione separata è stata presentata 23 mesi or sono, e ad oggi mancano gli unici due pareri previsti, rispettivamente dalla legge statale 278/1957 e dal DPGR 29.03.2011, n. 068, del Commissario regionale per gli usi civici e della Giunta comunale.
Si ritiene ragionevolmente che l’intero procedimento amministrativo avrebbe dovuto concludersi, su impulso del Sindaco, competente dal 2011 alla indizione dei comizi elettorali per l’elezione dei Comitati frazionali, entro 30 giorni dalla presentazione della domanda.
La situazione di stasi che sussiste in merito al descritto procedimento amministrativo risulta essere, alla luce di queste premesse, del tutto illegittima.

3 commenti:

Unknown ha detto...

Il Consigliere Regionale Pustetto, fortunato pensionato dopo soli 30 anni di lavoro, fa parte della maggioranza o l' ha abbandonata dopo essere stato dalla stessa eletto ? Tutto questo naturalmente non centra con gli usi civici. Quello che voglio dire in merito,e che è solo sfiorato dal Pustetto, è che non è necessario costituire l'Amm Separata perchè i Residentidi Collina i possano gestire i proventi del taglio dei boschi . Basta attenersi alle leggi vigenti (del 1927 e successive modificazioni, ) che prevedono, come ha precisato anche il Consiglierche Pustetto,che gli utili derivanti dal taglio del bosco sui terreni relativi agli usici civici di Collina, vengano utilizzato a favore della suddetta frazione e posti in un Capitolato apposito del Bilancio del Comune di Forni Avoltri. Ci sarà una maggiore somma disponibile a favore della frazione, perchà verranno eliminate tutte le spese a carico del nuovo Ente( solo il Segretario comunale verrà a costare oltre 5.000 € ).Per finire voglio fare presente che in un momento in cui si vuole eliminare al massimo la burocrazia , creare nel nostro Comune 4 nuove non mi pare proprio la migliore cosa da fare. Dico quattro perchè se Collina ottiene l'Amm. separata, altrettanto faranno Forni, Avoltri e Sigille-Frassenetto.

Comitato spontaneo Collina ha detto...

Caro Pier Umberto Tolazzi, Grazie del tuo commento. Apprezziamo sempre gli interventi sugli argomenti che ci riguardano da vicino perché significano partecipazione e interesse, anche quando sono estemporanei e un po’ frettolosi, o distratti. E sì, caro Pier Umberto: il tuo pur apprezzato intervento è evidentemente estemporaneo e frettoloso. Lo si vede da molti dettagli, anche secondari, ma si vede soprattutto dal tema centrale e dall’impostazione generale. Non solo hai sbagliato bersaglio, ma forse hai addirittura sbagliato poligono: per essere più precisi e terra terra, non hai capito davvero nulla di ciò che stiamo facendo  la lotta per la gestione autonoma degli usi civici di Collina  e soprattutto del perché la stiamo facendo.
La tua visione monetaristica e un po’ venale di tutta la vicenda, ossia il ridurre il tutto a una mera questione di soldi, ci fa torto e in verità ci umilia un po’. È umiliante ridurre il tempo e le energie che da due anni tutti noi stiamo profondendo in questa lotta a una manciata di Euro, di fatto sposando la tesi che l’Assessore del Comune di Forni Avoltri Ceconi ebbe un po’ spocchiosamente a quantificare in “solo” 12.000 €/anno. Se tutto il nostro sbatterci (perdona l’espressione un po’ forte, ma i lettori capiranno) fosse riconducibile a questi “quattro soldi” avremmo già vinto e potremmo tornare a goderci le serate in famiglia invece di stare a leggere, studiare e ristudiare leggi, regolamenti e giochi delle tre carte della Trimurti Commissario-Regione-Comune di Forni Avoltri. Avremmo già vinto perché in data 18/4 il Comune di Forni Avoltri ha disposto “a garanzia della trasparenza amministrativa […] di allocare in apposito capitolo di entrata e di spesa, le entrate e le spese relative agli interventi della frazione di Collina”. Formula ambigua, certo, che comunque potrebbe forse soddisfare le tue richieste, caro Pier Umberto, ma non le nostre.

Comitato spontaneo Collina ha detto...

SEGUE DA PRIMA....in risposta a Caro Pier Umberto

Non le nostre perché non ci interessa e soprattutto non interessa a Collina pietire le elemosine annuali dell’assessore Ceconi o del Sindaco di turno. Ci interessa invece essere attori e protagonisti di come e perché questi proventi sono generati. Nelle nostre intenzioni non c’è l’appropriazione della gestione attuale del Comune di Forni Avoltri, volta solo allo sfruttamento e alla generazione di cassa, ma c’è l’esempio di Pesariis. Non conosci la storia degli usi civici di Pesariis e dei risultati cui ha portato la gestione frazionale degli stessi usi civici? Vedi allora dove conducono la fretta e l’estemporaneità? Allora vai a vedere come la gestione autonoma di Pesariis abbia portato a posti di lavoro, a infrastrutture e – ovviamente  anche a flussi di cassa.
Pesariis e le altre realtà consimili sono un esempio forse irraggiungibile, ma non sono un miraggio. Anche noi vogliamo decidere del nostro, decidere comedovequandoperché tagliare il bosco, e ancor prima se tagliare quel bosco. Ma vogliamo anche e soprattutto decidere se fare altro con quei benedetti usi civici, se continuare solo con la rendita, com’è da secoli e com’è oggi, o invece coltivarci cavoli (nostri) o fragole o lamponi, o metterci un gregge di pecore o di capre. Si capisce che con questi esempi  forse banali, forse no  stiamo cercando di far comprendere, anche a quelli interessati solo al conto in banca, che c’è altro oltre la rendita “garantita” (che tale non è) del taglio dei boschi? Si capisce che lo stesso conto in banca può essere generato in modi diversi, e che magari solo 2 posti di lavoro due generati in loco valgono di più di un pugno di Euro in banca?
Infine, caro Pier Umberto, lascia perdere la burocrazia. Non saranno 1, 2, 4 gestioni frazionali degli usi civici ad aumentare la burocrazia, ché questo  guarda caso  è un tema caro proprio all’Amministrazione comunale di Forni Avoltri, ed è tutto dire. D’altra parte, seguendo la tua frettoloso “logica” antiburocratica, anche il Consorzio privato di Collina è una inutile sovrastruttura. Si autosciolga dunque il Consorzio e metta tutto nelle mani del benevolente e magnanimo Comune di Forni Avoltri che bene saprà operare per il progresso e le fortune della comunità, soprattutto le Frazioni. Come sempre ha fatto, d’altronde. È a questo che, coerentemente con quanto scrivi, vuoi arrivare? No, preferiamo credere che la fretta sia stata cattiva consigliera.
In conclusione, non ci accontentiamo della voce di bilancio separata dei proventi degli usi civici. E non solo perché la formula adottata dal Comune è ambigua  e, temiamo, lo si verificherà con i fatti: anzitutto, ma non solo, l’improvviso e “inspiegabile” calo d’interesse del Comune per i boschi frazionali nel prossimo futuro  ma per tutto quanto abbiamo scritto sopra. Non ci interessa andare a ritirare l’obolo a fine mese o a fine anno come dei volgari percettori di rendita nullafacenti. Vogliamo altro, e quell’”altro” si chiama volontà di rimanere quassù, a Collina, a gestire il territorio  il nostro territorio  in prima persona, come attori di un possibile sviluppo che sappiamo bene non ci porterà mai la ricchezza, ma ci aiuterà a mantenere o a ritrovare un “qualche cosa” che, grazie anche a questo esproprio di gestione che le Frazioni stanno subendo da 200 anni, stiamo progressivamente smarrendo. Quel “qualche cosa” ha un nome, e si chiama dignità.

Tiziano, Andrea, Ines, Emiliana, Gino, Gabriele, Fabio, Rosarita, Amedeo, Caterina, Lisa e Adel, Toni, Margherita, Monica e Paola...e tutti quelli che ci sostengono!