venerdì 16 gennaio 2009

Per fortuna che è un amico...

Dispiace dover ritornare sul caso Englaro che meriterebbe un composto e partecipe silenzio, ma il sempre più probabile rifiuto della clinica "Città di Udine" ad accettare il ricovero di Eluana credo costringa un po' tutti dimostrare, nei fatti, la propria solidarietà a questa tormentata famiglia.

E' evidente che una clinica privata, che basa la propria sopravvivenza su di una convenzione con l'istituzione pubblica, prende molto sul serio le minacce di un ministro della repubblica.
Non credo sia molto importante se questi dictat hanno o meno fondamento giuridico, in un paese dove il diritto è calpestato in primis da uno dei massimi esponenti dello stato, le possibilità di ritorsioni sono evidenti e concrete.

E' per questo che il presidente della regione aveva l'obbligo morale di dire a chiare lettere, in pubblico, magari in aula consiliare che le sentenze passate in giudicato vanno eseguite e che avrebbe difeso chiunque avesse subito delle ritorsioni solo per aver applicato la legge.

Sono sicuro che Tondo, in privato, ha espresso solidarietà e vicinanza a Beppino Englaro, ma il Presidente di una Regione rappresenta lo Stato e tutti i cittadini della regione e, a mio avviso, non gli è permesso sfuggire al suo ruolo istituzionale con dichiarazioni pilatesche.

Capisco l'importanza degli interessi di governo che con dichiarazioni nette sarebbero stati messi in difficoltà, ma se le istituzioni non si battono per la legalità, il rispetto delle regole, la difesa dei più deboli, ed esclusivamente per il proprio tornaconto, non ci si può poi lamentare che molti concittadini, evadendo la tasse, inquinando ecc.ecc, perseguano in fondo lo stesso obbiettivo.

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