lunedì 7 giugno 2010

A chi fa paura la stampa libera.

Le modalità dell’apprendimento sono complesse e talvolta misteriose, tanto che molto spesso per imparare una lezione dobbiamo sbatterci il naso, talvolta facendoci anche molto male perchè riteniamo che le esperienze passate, se non sono nostre, non servono.

Noi tutti, quando eravamo adolescenti, abbiamo ignorato i consigli dei genitori che tentavano di evitarci dolorose esperienze, ma abbiamo imparato solo dopo, quando la realtà ci ha costretto ad un brusco risveglio.

Forse la storia non si ripete nello stesso modo, ma le analogie con quanto accaduto durante il ventennio e a quanto scritto da Licio Gelli nel famoso piano della P2 credo siano evidenti a tutti.

Adesso come allora il potere aveva pienamente capito che il controllo delle masse passava per il controllo dell’informazione e in questo, in nostro Presidente del consiglio, è da sempre maestro, basti pensare come è riuscito ad attribuire la maggior parte dello sfascio Italiano ai governi della sinistra e non, come in realtà è avvenuto, con il governo del suo amico e sodale Craxi prima e ai suoi governi poi.

La legge sulle intercettazioni e sul controllo della stampa attualmente in discussione al Senato hanno, in maniera spudorata, questo obbiettivo tanto che la norma transitoria ha l’unico scopo di bloccare la diffusione di notizie inerenti le presunte malefatte della “cricca”.

La cosa che forse lascia più perplessi è la scarsa reattività del popolo italiano che, nonostante gli evidenti rischi che questa strada già tracciata e a suo tempo percorsa ha evidenziato, pare quasi rassegnato a dover percorrere quel “miglio verde ” che inevitabilmente lo porterà alla sua fine.

Quando il Fascismo era vincente tutti erano fascisti, quando la Germania sembrava aver vinto la guerra abbiamo attaccato la Francia, quando la guerra buttava male ci siamo alleati con gli americani e quando volgeva al termine eravamo tutti partigiani.

Alla fine della guerra, quando le indagini sulle varie nefandezze fatte dai nazi-fasciti poteva mettere in imbarazzo qualcuno o chiamare qualcuno alle proprie responsabilità, non si è trovato di meglio che impilare i fascicoli in un famoso “armadio” (poi divenuto della vergogna) e rigirarlo verso il muro.

In Italia, da tempo, nessuno è mai responsabile di niente, soprattutto delle proprie azioni, le colpe sono sempre degli altri, in questo solo l’Austria ci ha imitato scaricando tutte le sue colpe nell’Anschluss (Annessione ) che avrebbero subito e non plebiscitariamente voluto.

Spesso mi sono domandato del perché di questo reiterare errori che tanto ci sono costati in passato e la riposta che mi sono dato è che noi non abbiamo mai fatto, in modo serio, i conti con il passato e per questo siamo costretti a ripeterli.

Nessun commento: